SABRINA FERILLI CONTRO CLAUDIA KOLL

SABRINA FERILLI CONTRO CLAUDIA KOLL

La bellezza femminile è sempre stata una carta su cui produttori e registi puntavano a colpo sicuro, in Italia e non solo. Se usiamo il passato è perché negli ultimi decenni le cose sembrano essere cambiate. Pur restando immutata la bellezza, l’interesse da parte di chi realizza i film si è progressivamente affievolito. Stante il parallelo abbassamento del livello delle nostre produzioni, si potrebbe azzardare l’ipotesi che proprio questo scarso interesse abbia contribuito all’appiattimento qualitativo medio dei film. Comunque, le attrici italiane degli ultimi decenni non sono di basso livello, tutt’altro: in vari casi, dunque, i film valgono meno del poco spazio dato alle interpreti. Discorso che vale senza dubbio per Sabrina Ferilli e Claudia Koll. Infatti, pur raggiungendo una grande notorietà, hanno dimostrato di avere doti (la bellezza, appunto, ma anche le capacità recitative e la personalità) che le elevano al di sopra di quasi tutti i titoli delle rispettive filmografie, ottenendo in buona sostanza meno di quanto meritavano.

Sabrina Ferilli e Claudia Koll sono quasi coetanee. Inoltre le accomuna la città che ha dato loro i natali, l’aspetto fisico (occhi e capelli neri, curve esplosive) e una fama che si consolida più o meno nello stesso periodo, intorno alla metà degli anni novanta. Nel primo film importante di entrambe l’eros è il motore della vicenda e i rispettivi registi, Marco Ferreri e Tinto Brass (entrambi milanesi), pur mossi da intenti e raggiungendo risultati diversi, hanno sempre trattato, con un certo gusto anarchico e provocatorio, tematiche e situazioni poco usuali. Infine i personaggi della Koll e della Ferilli hanno, a ben guardare, dei tratti simili. La carriera delle due attrici successivamente ha avuto tuttavia un’evoluzione diversa. Agli inizi del duemila Sabrina Ferilli accresce se possibile la propria fama grazie all’interpretazione di fiction, show televisivi e film. La Koll diventa una fervente cattolica e dirada i suoi impegni artistici, scegliendo solo progetti che corrispondano alla sua scelta di fede.

Per la Koll hanno avuto parole di elogio registi e intellettuali come Dino Risi, Enrico Ghezzi e Pier Francesco Pingitore. Claudia Koll (il cui vero nome è Claudia Maria Rosaria Colacione) è nata il 17 maggio del 1965 a Roma. Dopo l’esordio nel film Orlando sei (1989), di Dante Majorana, viene lanciata da Tinto Brass in Così fan tutte, nel quale il regista cita Mozart per raccontare la vicenda di una giovane donna sposata, Diana, che ha avventure con altri uomini. È uno dei lavori più arditi del regista e forse non a caso qualche anno più tardi, in un’intervista andata in onda durante la trasmissione di Italia 1 Fuego!, la Koll spiegò di aver accettato di interpretare Così fan tutte perché lo considerava l’unico modo per sfondare nel mondo dello spettacolo. Se non si tratta di un pentimento (che comunque arriverà, in seguito), poco ci manca.

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Sabrina Ferilli nasce il 28 giugno del 1964 a Roma, crescendo però a Fiano Romano. L’esordio come attrice avviene nel 1986, quando interpreta il film Portami la luna, di Carlo Cotti, e ha un ruolo nella miniserie televisiva di Rai Due Naso di cane, diretta da Pasquale Squitieri. Negli anni successivi partecipa ad altre pellicole più o meno importanti, ma è solo nel 1993 che ottiene una parte di rilievo in un film prestigioso, Diario di un vizio, diretto da un maestro del cinema italiano come Marco Ferreri. Protagonista è Benito, un quarantenne che vive una vita piuttosto squallida e annota ossessivamente su un diario tutto ciò che gli capita, incluse le pulsioni sessuali. Particolare rilievo assume in questo senso il personaggio della Ferilli, la sfuggente cameriera Luigia, che ha una relazione con Benito ma lo tradisce con altri uomini. Ferreri, scrive Alberto Scandola (Il Castoro Cinema, 2004), “dirige Sabrina Ferilli come se fosse già un simulacro, chiedendole posture plastiche che accendono la fantasia di Benito”.

Nei primi anni novanta i soft-core in Italia avevano ancora un certo seguito e con essi l’esibizione del corpo femminile. Il successo di Così fan tutte fa di conseguenza della Koll l’attrice sexy del momento: per un certo periodo viene proposta al pubblico puntando soprattutto sulla carica erotica emersa grazie al film di Tinto Brass. Tanto che il regista Alessandro Capone nel 1993 la vuole per la messa in scena della sua pièce Uomini sull’orlo di una crisi di nervi, replicata più volte. Nel 1994 è la protagonista di uno degli episodi di Miracolo italiano, diretto da Enrico Oldoini. Interpreta una giornalista che ha una passione smodata per Kevin Costner. Un noto presentatore televisivo (Ezio Greggio), ne approfitta spacciandosi per un amico dell’attore americano. L’episodio non è granché, ma alcune battute funzionano e la Koll conferisce al personaggio quantomeno una sensualità straripante.

Il naturale sex-appeal della Koll si impone anche in televisione, persino se si tratta di un’apparizione di pochi minuti. Come nel caso di un video registrato per i dieci anni di Videomusic, emittente fondata nel 1984.

Nel 1995 esce la versione cinematografica di Uomini sull’orlo di una crisi di nervi, prodotta da Mauro Berardi (all’epoca compagno della Koll) e diretta da Capone. Quattro amici ogni lunedì si riuniscono per giocare a carte. Quando però il poker viene loro a noia, decidono di chiamare una prostituta. Non sanno però che Yvonne in realtà è un’amica della vera squillo. La ragazza, rispondendo al telefono, ha pensato in quel modo di imitare il proprio fidanzato, impegnato in un addio al celibato. La doppia personalità di Yvonne rappresenta per certi versi il personaggio-tipo della Koll e oltretutto è servito forse all’attrice per liberarsi dell’imprinting brassiano.

La Ferilli ha dato prova della propria versatilità soprattutto nelle commedie musicali di Garinei e Giovannini. Esordisce al Sistina con Alleluja brava gente, nel 1994. Due anni dopo, insieme a Maurizio Micheli, porta in scena Un paio d’ali.

Le due attrici condividono, nel giro di pochi anni, un paio di partecipazioni televisive. Una è la conduzione di uno spettacolo molto tradizionale come il Festival di Sanremo. Era l’epoca in cui vigeva la regola non scritta che voleva il presentatore (in entrambi i casi Pippo Baudo) affiancato da una coppia di cosiddette vallette, una bionda e l’altra bruna, che in realtà rappresentavano la vera attrazione della parte non musicale del programma. La prima a salire sul palco del Teatro Ariston è Claudia Koll, nell’edizione del 1995 (la controparte bionda è Anna Falchi). L’anno successivo è la volta di Sabrina Ferilli, mentre la bionda ha le altrettanto splendide fattezze della modella argentina Valeria Mazza. Il secondo show a cui prendono parte è il geniale Mai dire Gol del Lunedì, della Gialappa’s Band, in onda su Italia 1 dall’ottobre del 1996 alla primavera del 1997. La Ferilli, per la verità, ha molto più spazio. Affianca infatti il presentatore Claudio Lippi per otto puntate, a partire da quella iniziale, del 21 ottobre, le tre successive e poi quelle del 13 e 27 gennaio e 24 marzo.

La Koll nel 1997 conduce invece la puntata di Mai dire Gol del Lunedì, trasmessa su Italia1 il 3 marzo. Poco dopo è la protagonista di una puntata di Viva le italiane, il varietà del Bagaglino in onda il sabato su Canale 5.

Nel 1997 va in onda per sei puntate in seconda serata su Italia 1 Malizie d’Italia, un programma di Gregorio Paolini dedicato alla commedia sexy all’italiana degli anni settanta. A presentare la trasmissione è Claudia Koll, che apre la prima puntata sbucando da un enorme buco della serratura.

Lo stesso anno vede la Koll impegnata a correggere definitivamente la propria immagine con le serie televisiva di Rai Uno Linda e il brigadiere, per la regia di Gianfrancesco Lazotti, a cui segue nel 1998 Linda e il brigadiere 2. In effetti l’integerrimo commissario Linda, oltretutto figlia premurosa del brigadiere Nino, è quanto di più lontano si possa immaginare dall’erotismo di Così fan tutte. Eppure, al di là di ogni considerazione sul politicamente corretto sempre più imperante, Linda e il brigadiere resta ancora oggi una delle migliori serie italiane e permette a Claudia Koll di recitare accanto a un grande attore come Nino Manfredi.

Nella commedia Cucciolo, diretta da Neri Parenti nel 1998 e prodotta da Aurelio De Laurentiis, la Koll interpreta Claudia, una giovane donna che vorrebbe fare carriera nel mondo dello spettacolo. Una sera conosce Mimmo (Massimo Boldi), quarantenne che vive come un eterno bambino. L’incontro cambia la vita di entrambi.

Il duemila per la Ferilli si apre con il grande successo del calendario allegato alla rivista Max, che vende più di un milione di copie e fa esplodere definitivamente la sua immagine erotica. Tanto da diventare l’attrice italiana più desiderata. Forse per questo la Ferilli, tifosa giallorossa, promette di esibirsi in uno spogliarello se la Roma vincerà il campionato della stagione 2000-2001. La promessa viene mantenuta (in versione castigata – NdR) durante la festa per lo scudetto che si svolge al Circo Massimo, trasmessa in diretta da TeleMontecarlo.

Nel 2003 la Ferilli è protagonista assoluta di L’acqua… il fuoco, un film in tre episodi diretto da un importante regista italiano come Luciano Emmer.

L’anno successivo è un chirurgo plastico in Christmas in Love, diretto da Neri Parenti. Si chiama Lisa e ha divorziato dal collega Fabrizio (Christian De Sica). Entrambi si sono risposati, però scoprono di essere ancora innamorati. Così cercano di trovare un nuovo partner ai loro coniugi, senza sapere che i due sono amanti da tempo.

Nel 2006 tornano i tre tifosi interpretati da Abatantuono nel divertente film di Carlo Vanzina Eccezzziunale… veramente, del 1982. Questa volta però Eccezzziunale veramente. Capitolo secondo… me, diretto sempre dal regista scomparso di recente, è una commedia di stampo vagamente televisivo, nella quale dialoghi e battute sono meno geniali di quelli originali. La Ferilli compare nell’episodio che ha per protagonista Tirzan, il camionista juventino. Finito in coma dopo un incidente, si risveglia e scopre che la moglie Nunzia non solo ha un amante ma tifa pure per il Napoli.

Pur se altamente sopravvalutato, La grande bellezza (2013) è senza dubbio quello che ha riscosso il maggiore interesse tra i film interpretati dalla Ferilli negli ultimi anni. Il regista Paolo Sorrentino realizza un patchwork di suoni, immagini e concetti frusti. Il suo intento pare quello di raccontare la decadenza della società attuale, ma varie sequenze sembrano nutrirsi degli stessi miti che vorrebbe mettere alla berlina.

Nello sfortunato Omicidio all’italiana (regia di Maccio Capatonda), uscito con scarso successo nel 2017, Sabrina Ferilli interpreta la presentatrice del programma televisivo Chi l’Acciso, in cui indaga sui delitti più misteriosi. Il sindaco e il vicesindaco di Acitrullo decidono di inscenare un omicidio, così da portare le telecamere della trasmissione nel loro sperduto e arretrato paesino. La Ferilli riesce a essere abbastanza ironica nel tratteggiare il personaggio della bella conduttrice. Peccato che il film, dopo un inizio notevole, perda subito mordente. Cosicché anche la satira di certa tv finisce per risultare poco credibile.

1 commento

  1. La Ferilli non mi è mai piaciuta, anzi se fosse rimasta nella sua Fiano Romano restando per sempre una sconosciuta, senza romperci i cabbasisi a noi, sarebbe stato molto meglio. Pensate che nella fiction tv “Anna e i cinque” le ho preferito Jane Alexander, domandandomi perché mai Pierre Cosso le preferisse quell “insignificante” della Ferilli!

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