L’ORRORE SECONDO BRIAN YUZNA IN 9 SEQUENZE

Yuzna

Negli anni ottanta il cinema americano ha prodotto un numero elevato di film dell’orrore e del fantastico di notevole qualità, sia hollywoodiani sia indipendenti. Alcuni dei migliori li ha realizzati lo statunitense Brian Yuzna, nato nelle Filippine il 30 agosto del 1949, trasferitosi a Los Angeles verso la fine degli anni sessanta e da sempre appassionato di cinema di genere (tra i suoi film preferiti ci sono 2001: Odissea nello spazio e La notte dei morti viventi).
Parte del successo iniziale lo deve anche alla memorabile Empire International di Charles Band, che domina soprattutto gli anni tra il 1984 e il 1987 con una serie di pellicole rutilanti e inventive (Troll, Terror Vision, Trancers), tanto da acquistare gli studi Dinocittà di Dino De Laurentiis. Lo slogan dell’Empire è “Our Time has Gone!”. Seguendone l’esempio, Yuzna coltiva l’ambizione di creare una factory e fonda, grazie all’apporto di capitali giapponesi, prima la casa di produzione Wild Street Pictures, poi la Fantastic (non a caso) Factory.
Sulla propria attività, Yuzna, nell’intervista realizzata da Alessandro Gamma per “Il Cineocchio – Ai confini del cinema”, si è espresso così: “Beh, negli anni ’80 c’erano effetti speciali in latex e gomma e si girava su pellicola. Oggi è tutto effetti digitali e ci sono internet e la tv via cavo. Penso che ci sia molto più horror in giro di quanto ce ne fosse in quegli anni. L’horror era davvero di nicchia un tempo, ora invece è piuttosto mainstream”.

Nel 1985 esce Re-Animator, distribuito appunto dalla Empire. Il regista Stuart Gordon ha una formazione teatrale (come Yuzna, del resto) e inizialmente proprio l’equipe con cui lavora a teatro avrebbe dovuto realizzare Re-Animator sotto forma di serial per la tv. L’entrata in scena di Yuzna permette invece di farne un film. Ispirato a un racconto di H.P. Lovecraft (Herbert West, rianimatore), in Italia arriva nell’estate del 1986, dopo essere stato premiato in alcuni festival specializzati. Sulla locandina campeggia la frase di lancio “l’orrendissimo che fa benissimo”, che sottolinea l’aspetto ludico del film, o anche goliardico-adolescenziale.
Lo studente di medicina della Miskatonic University, Herbert West, con l’aiuto del collega Dan Cain, sperimenta un siero da lui creato su un cadavere riuscendo a riportarlo in vita. Il morto, tutt’altro che pacifico, appena resuscitato uccide uno dei professori. West, per nascondere l’omicidio, rianima anche lui.
Ovviamente un’opera del genere viene accolta con giudizi contrastanti. Piace, per esempio, all’autorevole critico americano Roger Ebert. Al di là della valutazione qualitativa, riportiamo alcune significative riflessioni sul film.
“Lo splatter ricerca e trova una propria dignità artistica, una libertà di espressione creativa che oltrepassa l’effetto grafico di semplici decapitazioni, frattagliamenti e denucleazioni”. (Giuseppa Salza, Tagli, ritagli e frattaglie: ovvero anatomia dello splatter movie, in Incubi americani 68 – 86).
“Facile banale meccanica di un Re-Animator con la testa surrealisticamente sotto il braccio”. (Enrico Ghezzi, Corpi esangui, IA 68 – 86).
“Film grandguignolesco, ricco di effetti speciali (alcuni dei quali azzeccati) e con qualche buona trovata, talmente eccessivo, disgustoso e folle da risultare divertente”. Pino Farinotti, dizionario dei film di fantascienza e horror, Sugarco 1993.
“Il risultato indubitabile di questa messa a morte dei termini primari del linguaggio è l’unica risoluzione possibile in un adattamento testuale che vanifica qualsiasi impegno, nell’ottica allucinatoria di una provocazione (non gratuita, però) totalizzante e prevedibile, dove ogni cosa, per il semplice fatto d’essere ipotizzabile, viene a perdere ogni carica di sovversione visiva”. (Domenico Cammarota, Storia del cinema dell’orrore, vol. III (1976-1993), Fanucci Editore, 1993).

Il professor Pretorius e il suo assistente Crawford stanno compiendo degli studi sulla ghiandola pineale per stimolare la percezione sensoriale e aprire un varco verso un’altra dimensione. L’esperimento però materializza orrori a non finire. Seconda collaborazione tra Yuzna e il regista Stuart Gordon, From Beyond – Terrore dall’ignoto (From Beyond), del 1986, ripropone parte del cast di Re-Animator: Jeffrey Combs, anche qui scienziato folle visionario, e la splendida bionda Barbara Crampton, ancora più sensuale che nel film precedente.
Come scrisse Antonio Bruschini sul mensile Videodrome (giugno 1987), From Beyond è una “sanguinosissima e folle rivisitazione di un racconto di H.P. Lovecraft dallo stesso titolo con mostri ributtanti ed orrori viscerali in gran quantità”. E Giuseppe Salza, dal libro già citato: “Con Re-Animator e From Beyond lo splatter raggiunge il traguardo più esasperato: la dimensione della pura isteria”.

Al di fuori del cinema indipendente, visionario e sanguinolento, Yuzna verso la fine degli anni ottanta scrive una storia avventurosa per ragazzi, che viene acquistata dalla Disney. Alla sceneggiatura collaborano Ed Naha e Stuart Gordon. Nasce così Tesoro, mi si sono ristretti i ragazzi (Honey, I Shrunk the Kids), diretto da Joe Johnston nel 1989.
Protagonista è un geniale ma distratto inventore che con un congegno da lui creato finisce per rimpicciolire i figli e i loro amici. Il film si rivela un successo clamoroso al botteghino. Yuzna però, nonostante il ruolo di produttore, per questioni contrattuali non ne ricava grandi benefici economici.

Prima produzione con la Wild Street Pictures e primo film da regista per Yuzna, Society – The Horror (id., 1989). Racconta l’allucinante vicenda di un ragazzo ricco e integrato nella upper class di Beverly Hills, il quale però è turbato da strani incubi finché, a un certo punto, scopre che la sua bella famiglia fa parte di una setta esclusiva dedita a riti orgiastici e al cannibalismo. Uno dei capolavori del decennio, colpisce ancora oggi per il coraggio dell’idea e l’intelligenza della messa in scena, comprendente gli incredibili effetti speciali di Screaming Mad George. Society – The Horror è, come scrissero Stefano Marzorati e Maurizio Colombo, “il fascino mostruoso della borghesia secondo Brian Yuzna” (Almanacco della paura – marzo 1992, Sergio Bonelli Editore).

In Re-Animator 2 (Bride of Re-Animator, 1989), che Yuzna produce e dirige sempre nel 1989, il dottor Herbert West riprende gli esperimenti interrotti dopo il massacro alla Miskatonic Medical School. Grazie a un nuovo siero è in grado non solo di ridare vita ai morti, ma addirittura alle singole parti di un cadavere. Per convincere nuovamente Cain ad aiutarlo, gli prospetta la possibilità di creare una donna con membra rianimate e utilizzando il cuore della defunta fidanzata. Caratterizzando il personaggio di West grazie ad alcuni, non sempre lievi, tocchi, Yuzna aggiorna la figura dello scienziato pazzo che crede di poter emulare dio donando la vita e riesce solo a creare deformità, follia, disperazione. Una tale figura nasce certo dalla tradizione letteraria e cinematografica del Mad Scientist (sempre meno praticata dagli autori contemporanei), ma in realtà è più un deraciné, un disadattato, probabilmente con dei problemi sessuali, un misantropo forse paranoico (un pallino del regista, se si considera come viene definito Billy dalla sorella in Society, tra i film più paranoici della storia).
Almeno un paio di sequenze di Re-Animator 2 sono da storia del cinema horror.
Nella prima, West ridona vita a cinque dita e un occhio, formando una bizzarra creatura che sfugge al suo controllo e comincia ad aggirarsi per la casa. Proprio in quel momento giunge il tenente Chapman, il quale sta investigando sui fatti accaduti sei mesi prima alla Miskatonic Medical School, compresa la morte della moglie, poi rianimata e ricoverata in un reparto di alienati (interessante questo parallelo tra i rianimati e i folli). Il poliziotto vuole parlare con West e Cain. La componente umoristica della scena consiste nel fatto che i due sanno dell’esistenza della creatura e ogni tanto la vedono muoversi, addirittura passare dietro il poliziotto seduto sul divano, il quale un paio di volte nota in loro degli strani atteggiamenti ma non si accorge della presenza delle dita che sembrano un curioso animaletto. La conclusione della scena vede il tenente schiacciare senza rendersene conto la creatura con un pesante libro richiuso e sbattuto sul divano.
Nella seconda, Cain ha invitato a cena Francesca, una giovane reporter italiana conosciuta alcuni anni prima. I due fanno l’amore mentre West, proprio come un bambino alle prese con i suoi giochi e distaccato dal mondo degli adulti, irritato e distratto dai rumori provenienti dalla camera al piano superiore, continua gli esperimenti ridando vita a una gamba e cominciando a baloccarsi con le dita dei piedi che si animano, accarezzandole e suonandole come se si trattasse delle corde di un’arpa. La cosa sembra fargli tornare in mente ciò che stanno facendo l’amico e la ragazza e quindi smette, una sottigliezza che non si trova certo in tutti i b-movies horror. West prosegue poi il lavoro affidandosi all’ispirazione del momento: vede un braccio e decide di innestarlo nella gamba dopodiché versa un’abbondante dose di siero e dà vita a un’altra folle creatura. La quale appena rianimata prima gli tira un calcio in faccia e poi lo afferra alla gola. Solo con grande fatica West riesce a liberarsene, a metterla in un sacco e a murarla in una cripta del cimitero adiacente la casa, da cui nel finale si leveranno tutte le mostruose creature desiderose di vendetta.
In queste scene Yuzna rivela quanto la sua operazione sul corpo del cinema orrorifico, eseguita a cuore aperto, sia un gioco di derivazione surrealista, che sta tra le associazioni deliranti di Dalì (“la donna spettrale sarà la donna smontabile”), i freak di Tod Browning e gli incubi punk di Clive Barker.

Nel 1993 Yuzna sceglie l’americano Tony Randel (già collaboratore di Clive Barker e regista nel 1988 del secondo capitolo di Hellraiser) per girare Ticks, nato da un’idea dell’effettista Doug Beswick. Uscito in home-video con il titolo Larve di sangue, è un fanta-horror a basso budget, come tutti quelli realizzati da Yuzna, forse inferiore ai precedenti film di Randel (d’altronde lo stesso regista ha affermato di considerare Amityville 1992 il suo migliore). Almeno se consideriamo una certa caratterizzazione schematica dei personaggi (il teppista nero, la ragazza introversa per via di una violenza carnale, quella che ha un rapporto conflittuale col padre eccetera) e alcuni sviluppi improbabili. Il risultato è comunque un film discreto, ancora legato al tema delle mutazioni e agli orrori organici che hanno contraddistinto gli anni ottanta, con annessi trucchi ed effetti speciali artigianali. In questo senso gli ultimi dieci minuti di Ticks, nei quali uno dei ragazzi si trasforma in un’orribile e gigantesca zecca, sono i più riusciti dell’intera pellicola.

Nel 1993 Yuzna firma Il ritorno dei morti viventi 3 (Return of the Living Dead III), che esce negli Stati Uniti notevolmente tagliato. Ultimo capitolo della trilogia sui living dead iniziata nel 1984 da Dan O’Bannon con Il ritorno dei morti viventi (Return of the Living Dead). In questo caso la sostanza chimica usata dall’esercito serve al giovane Curt, figlio di un medico militare che la sta utilizzando nel suo laboratorio, per riportare in vita la fidanzata morta in un incidente stradale. Ovviamente la ragazza è uno zombi e deve nutrirsi di carne umana. Yuzna miscela gore e slanci romantici, carnalità e antimilitarismo in un horror meno ironico del prototipo, ma altrettanto cupo e dissacrante.

Un apparecchio, l’unità Guyver, è capace di trasformare un essere umano in un super combattente: viene trovato da Sean, un giovane studente di arti marziali. Inedito in Italia (presentato al Dylan Dog Horror Fest del 1992 con il titolo Mutronics), Guyver, basato sul manga omonimo creato da Yoshiki Takaya, segnò l’esordio dietro la macchina da presa di due maestri degli effetti speciali, Screaming Mad George e Steve Wang.

Nel 1993 Yuzna torna a occuparsi di Lovecraft, producendo l’horror Necromicon e dirigendo uno degli episodi. Gli altri sono realizzati da Shūsuke Kaneko e dal giovane regista esordiente francese (fondatore della rivista Starfix) Christopher Gans.
Allo stesso Gans due anni dopo affida un’altra produzione ispirata a un manga (creato nel 1986 da Kazuo Koike e Ryōichi Ikegami): Crying Freeman, incentrato su un killer appartenente a un’organizzazione criminale giapponese, implacabile, ma con la particolarità di piangere dopo aver ucciso. Innamoratosi di una donna, finisce per ribellarsi ai suoi capi. In anticipo sui tempi, Crying Freeman rappresenta il primo tentativo da parte di Yuzna di attirare un pubblico più ampio di quello dei fan dell’orrore, ma la regia è troppo programmaticamente elaborata e artificiosa (anche in questo in ogni caso farà scuola) per appassionare davvero.

Filmografia completa di Brian Yuzna

Regista

Society – The Horror (1989)
Re-Animator 2 (1989)
Silent Night, Deadly Night 4: Initiation (1990)
Il ritorno dei morti viventi 3 (Return of the Living Dead III) (1993)
Necronomicon (1994)
Tarzan: The Epic Adventures (1996) – (serie TV)
Tarzan: The Epic Adventures (1996) – (film TV)
The dentist (1996)
The dentist 2 (1998)
Progeny (1999)
Faust (Faust: Love of the Damned) (2000)
Beyond Re-Animator (2003)
Rottweiler (2004)
Beneath Still Waters – Dal profondo delle tenebre (Beneath Still Waters) (2005)
Amphibious 3D (2010)

Produttore

Re-Animator (1985)
From Beyond – Terrore dall’ignoto (From Beyond) (1986)
Dolls (1987)
Re-Animator 2 (1989)
Tesoro, mi si sono ristretti i ragazzi (Honey, I Shrunk the Kids) (1989)
Guyver (1991)
Silent Night, Deadly Night 5: The Toy Maker (1990)
Infested (1993)
Il ritorno dei morti viventi 3 (Return of the Living Dead III) (1993)
Necronomicon (1993)
Crying Freeman (1995)
Faust (Faust: Love of the Damned) (2001)
Arachnid – Il predatore (Arachnid) (2001)
Dagon – La mutazione del male (Dagon) (2001)
Darkness (2002)
Beyond Re-Animator (2003)
I delitti della luna piena (Romasanta) (2004)
Rottweiler (2004)
The Nun (2005)
Beneath Still Waters – Dal profondo delle tenebre (Beneath Still Waters) (2005)
Takut: Faces of Fear (2008)
Amphibious 3D (2010)
Forbidden Zone 2: The Forbidden Galaxy (2011)
I Walked with Zombie (2018)

1 commento

  1. Ottimo

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