IL NECRONOMICON DI ABDUL ALHAZRED

IL NECRONOMICON DI ABDUL ALHAZRED

Due dei più importanti elementi riconducibili alla mitologia di H.P. Lovecraft sono il libro immaginario Necronomicon e il suo altrettanto immaginario autore, l’arabo pazzo Abdul Alhazred.

Assieme a Cthulhu, il maletto grimorio (libro di magia) noto come Necronomicon costituisce uno degli elementi horror più celebri della narrativa, noti anche a coloro che non si sono mai approcciati agli scritti di Lovecraft, il Sognatore di Providence.

Il Necronomicon venne introdotto da Lovecraft in origine come espediente letterario volto ad aggiungere un senso di realismo alle ambientazioni tratteggiate nei suoi racconti. Altri scrittori del suo circolo di conoscenze iniziarono a integrare tale libro fittizio nelle proprie opere, aumentando l’impressione di realismo che lo circondava.

L’espediente letterario riuscì piuttosto bene, anche troppo.

Lo stesso Lovecraft dovette ammettere che il libro era una sua invenzione dato che molti suoi lettori erano convinti che esistesse realmente.

 

Abdul Alhazred, l’arabo pazzo

Abdul Alhazred è un fittizio demonologo creato da Lovecraft, il quale nei suoi racconti scrisse il tremendo grimorio noto ai più come Necronomicon.

La biografia dettagliata dell’arabo pazzo è narrata nella Storia del Necronomicon (scritta nel 1927, pubblicata postuma nel 1938). Il personaggio viene chiamato così spesso “arabo pazzo” che questo titolo è quasi un sinonimo del suo nome.

Il nome Alhazred è un gioco di parole creato da Lovecraft a 5 anni, ispirato dalla lettura de Le mille e una notte: è una storpiatura dell’inglese “all has read”, ovvero “ha letto tutto”.

Abdul Alhazred non è un nome corretto, contiene due articoli ravvicinati: dovrebbe essere Abd el-Hazred (anche se Alhazred non ha significato in arabo).

IL NECRONOMICON DI ABDUL ALHAZRED

Creative Commons Attribution-Noncommercial-No Derivative Works 3.0 License http://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/3.0/ – Necronomicon Abdul Alhazred https://www.deviantart.com/7resurrectionvirtues/art/Necronomicon-Abdul-Alhazred-162435902 by 7resurrectionvirtues https://www.deviantart.com/7resurrectionvirtues

 

Ci sono teorie contrastanti sull’origine del nome “Abdul Alhazred”. In una lettera Lovecraft afferma di averlo inventato lui. Nella lettera a Robert Burlow del 25 giugno 1931 conferma che il Necronomicon dell’arabo pazzo è una sua completa invenzione.

In “Alcune notazioni sulla non-entità” del 1933 dichiara che gli era stato suggerito da un anziano amico di famiglia, presumibilmente l’avvocato Albert A. Baker.

Abdul Alhazred compare la prima volta nel racconto “La città senza nome”, del 1921. In “Il cane”, del 1922, viene rivelato che è l’autore del famigerato Necronomicon.

In “La città senza nome” il narratore rievoca le parole dell’opera di Alhazred. Si afferma che il poeta pazzo sognò la città prima di esprimere il suo famoso dittico “Non è morto ciò che in eterno può attendere. E, in strani eoni, anche la morte può morire”.

Abdul Alhazred, noto anche come l’Arabo Pazzo, è un poeta di Sanaan fiorito ai tempi dei califfi di Sanaá attorno al 700 dopo Cristo. Visse nello Yemen. Nel corso della sua vita visitò le rovine di Babilonia e di Menfi, e trascorse dieci anni nel deserto meridionale di Arabia, il Roba el Khaliyeh, il cosiddetto Quartiere Vuoto del Deserto Cremisi, dove trovò i templi di Nug e Yeb.

Non era musulmano ma adorava esseri noti come Yog-Sothoth e Cthulhu. Sosteneva di avere visitato Irem, città delle mille colonne, e di avere trovato sotto una sconosciuta metropoli nel deserto i resti di una razza mostruosa più antica dell’umanità. Negli ultimi anni della sua vita si trasferì a Damasco, in Siria.

Nel 738 dopo Cristo, secondo Ibn Khallikan, un (immaginario) biografo del tredicesimo secolo, venne afferrato in pieno giorno da un mostro invisibile e fatto a pezzi davanti a un pubblico allibito.

Nella versione scritta da August Derleth in “Il custode della chiave” del 1951, la sua data di morte è fissata nel 731 ed è presente un suo sepolcro visitabile. Stando all’autore, l’arabo pazzo non venne ucciso ma rapito e portato nella Città senza nome. Dopo avere rivelato certi segreti sarebbe stato accecato, ucciso e bruciato come monito.

Il dottor Laban Shrewsbury, devoto nemico di Cthulhu al soldo del suo fratellastro Hastur, trova tra i suoi resti una copia incompleta del Necronomicon. Shrewsbury evoca lo spirito di Abdul e gli fa disegnare una copia del mondo come lo conosceva. Apprende così la posizione di R’lyeh e poi gli concede il riposo eterno.

 

Abdul Alhazred nella cultura popolare

Nel romanzo di Terry Pratchett “Stelle cadenti” è presente Achmed il Pazzo, detto Achmed Ho Un Gran Mal Di Testa, autore del Necrotelicomnicon, “l’elenco telefonico dei morti”.

Abdul Alhazred è uno dei personaggi del romanzo “XPO Ferens”. I suoi viaggi vengono menzionati nel libro “Un mondo nuovo” di Liz Braswell.
Compare come autore de “I Diari di M.O.S.K.”, un eBook di poesie pubblicato del 2016. Nel librogame “Il vecchio della Montagna”, al paragrafo 302 nella fortezza di Hasan ibn as-Sabbah troviamo Abdul, intento a trascrivere il Necronomicon. Se si sceglie di leggere il libro, si sblocca un finale nel quale il protagonista finisce pazzo a balbettare cose senza senso.
Nel fumetto “Lovecraft” di Enrique Breccia un giovanissimo Howard Phillips Lovecraft spaventa i passanti travestito da Arabo Pazzo.
Il numero 103 di Martin Mystère rappresenta fedelmente la biografia dell’arabo pazzo.

 

Il Necronomicon

Il Necronomicon (il cui vero titolo è Al Azif) è uno pseudobiblion, ovvero un libro fittizio citato all’interno delle opere di Lovecraft. “Al Azif” in arabo indica il suono di certi insetti e si crede sia anche quello dei demoni.
Lovecraft afferma che l’idea per il nome gli sarebbe venuta in sogno. Necronomicon si può tradurre come “immagine della legge dei morti”, “descrizione della legge dei morti” o “legge che regola i morti”. La traduzione più comune è Libro dei nomi dei morti. Il nome corretto potrebbe essere Kitab Al-Azif, ovvero “Libro degli ululati dei demoni del deserto”.

Creative Commons Attribution-Noncommercial-No Derivative Works 3.0 License http://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/3.0/: Necronomicon: Page Eight https://www.deviantart.com/hyper-aggie42/art/Necronomicon-Page-Eight-540961764 by Hyper-Aggie42 https://www.deviantart.com/hyper-aggie42

 

Lovecraft non scrisse mai un vero e proprio Necronomicon, ma soltanto “La storia del Necronomicon” narrata nel componimento omonimo. Tuttavia in commercio si trovano decine di edizioni di libri chiamati Necronomicon realizzati dai più svariati autori.

Pur trattandosi di un libro inventato non è da escludere che Lovecraft si fosse ispirato a qualche tomo occulto realmente esistente. Nel corso degli anni sono state avanzate numerose ipotesi sul testo ispiratore del Necronomicon, tra i molti titoli si menzionano l’Astronomicon Libri di Marco Manilio, il Libro di Toth, il Regnum Cogno di Pigafetta, il Clavis Salomonis, il Manoscritto Voynich.

Celeberrimo è il dittico del Necronomicon, citato in “La città senza nome”: “Non è morto ciò che può attendere in eterno, e col volgere di strani eoni anche la morte può morire”.

Nei suoi ultimi anni di vita Abdul Alhazred visse a Damasco, dove scrisse il Necronomicon.

Nel 950 d.C. Al Azif, che ormai aveva ricevuto una ufficiosa diffusione tra i pensatori dell’epoca, venne tradotto in greco da Teodoro Fileta di Costantinopoli, che lo ribattezzò Necronomicon.

Secondo certe versioni, la copia tradotta potrebbe includere anche ulteriori incantesimi aggiunti dal traduttore, appresi nel corso dei suoi viaggi.

Nel 1070 Teofilatto traduce di nuovo in greco Al Azif.

Per circa un secolo il libro riscosse molto apprezzamento tra gli occultisti che lo utilizzarono per i loro esperimenti, fino a quando il patriarca Michele non lo bandì.

Da allora se ne seppe poco, ma nel 1228 Olaus Wormius, un medico e storico naturalista danese realmente esistito, ne fece una traduzione in latino medievale che venne stampata due volte:

  • una nel quindicesimo secolo in caratteri gotici, probabilmente in Germania
  • una nel diciassettesimo secolo, probabilmente in Spagna

Entrambe le edizioni non hanno data e possono essere riconosciute soltanto dalle caratteristiche tipografiche. Sia la versione greca sia quella latina vennero messe all’indice (proibite) nel 1232 da Papa Gregorio IX, perché la traduzione di Wormius destava preoccupazione nella Chiesa.

Lo stesso Wormius segnala che l’originale arabo era da considerarsi perduto già ai suoi tempi. La versione greca venne stampata in Italia tra il 1500 e il 1550 in varie copie, che sparirono tutte dopo un incendio di una biblioteca privata a Salem nel 1692.

Una traduzione inglese del Dottor Dee non fu mai stampata, esiste soltanto come frammenti del manoscritto originale. Probabilmente è inquinata dalla visione manichea dell’astronomo che la trascrisse.

Del testo latino esiste una copia del XV secolo nella sezione riservata del British Museum, realizzata a opera del barone Federico I chiamata Manoscritto del Sussex.

Una copia del XVII secolo si trova presso la Biblioteque Nationale de Paris.

È possibile che esistano molte altre copie tenute nascoste, e che una del XV secolo appartenga alla collezione di un milionario americano. Secondo una voce, la famiglia Pickman di Salem sarebbe in possesso di una copia del XVI secolo, ma questa potrebbe essere stata presa da Richard Upton Pickman nel 1926.

Nei Miti di Cthulhu il libro ha una nomea terrificante, al punto che i soggetti più sensibili svengono semplicemente trovandoselo davanti.

Il grimorio è pregno di nozioni che sfidano la ragione umana, visto che è possibile impazzire leggendo le mostruose rivelazioni che contiene.

Si dice che abbia ispirato Robert Chambers nella scrittura del suo “Re in giallo”.

Nella realtà, Lovecraft non lesse Chambers che cinque anni più tardi avere citato il Necronomicon: stando a S.T. Joshi e Robert M. Price, è molto più facile che Chambers avesse preso da Lovecraft che il contrario.

Nell’ambito dei Miti di Cthulhu è probabilmente il libro più completo sulla materia, anche se non esistono al mondo due copie identiche, a causa del gran numero di traduzioni e di aggiunte che sono state apportate. Non sono rari al suo interno i passaggi in scrittura Akhlo o simbolico, allo scopo di fuorviare i suoi significati.

Contrariamente all’idea popolare ha un’apparenza molto normale: sembra un anonimo libro con copertina in cuoio che può passare facilmente inosservato, tant’è che in “Il successore” si trova semplicemente nel negozio di un vecchio ebreo come un qualsiasi altro libro.

L’impressione che se ne trae è che sia una sorta di guida ai miti ancestrali e alle creature che popolavano la Terra prima dell’avvento dell’uomo, oltre a un certo numero di formule magiche e di tremendi incantesimi.

Dagli eventi narrati nei racconti di Lovecraft, scopriamo che contiene diversi tipi di informazioni:

  • rivelazioni sulle creature che vivono al di fuori dello spazio materiale
  • informazioni su antichi esseri come Quelli Di Prima e gli Shoggoth
  • informazioni su antichi talismani e sugli esseri che divorano i cadaveri
  • formule per riportare in vita i morti, per il trasferimento della mente, per aprire passaggi per altri mondi e antichi rituali
  • istruzioni per la creazione di determinate polveri e pozioni

Nelle sue lettere Lovecraft dice che contiene storie sui ghoul, un passaggio in Naacal non tradotto, una linea di asterischi censurata persino nell’originale.

Molti altri scrittori come Henry Kuttner, Clark Ashton Smith e Ramsey Campbell hanno aggiunto rituali e informazioni relativi ad altre entità introdotte nelle proprie opere.

Tutte le religioni e molti governi lo hanno reso fuorilegge, siccome rivela tremende verità che sovvertono l’ordine precostituito, e narra dell’esistenza di tremende entità sulla Terra note come Cthulhu, gli Antichi, Shoggoth e Yog-Sothoth.

Sappiamo, da “L’orrore di Dunwich”, che il libro presenta almeno 751 pagine nella sua edizione completa, perciò ne esistono varianti più o meno complete ed esatte, siccome uno sbigottito Wilbur Whateley scopre che gli incantamenti in due edizioni sono differenti.

Sono presenti copie del libro (specialmente in latino) in diverse università, come la Miskatonic University, Harvard, Cambridge e Buenos Aires, oltre alle località aggiunte da altri autori del ciclo.

Il Necronomicon viene menzionato in 18 racconti di Lovecraft, tra cui: “L’orrore nel museo”, “L’abitatore del buio”, “La cosa sulla soglia”, “Attraverso le porte della chiave d’argento”, “L’ultimo esperimento”, “Il caso di Charles Dexter Ward” (dove viene chiamato anche Qanoon-e-Islam).

In “Il segugio”, nella biblioteca del narratore e di St. John è presente un antico libro che contiene rituali e formule di magia nera. I protagonisti trovano subito informazioni sull’amuleto del cane e sul culto dei divoratori di cadaveri di Leng.

Su “Dagli Eoni” si legge che ne esiste una copia nella biblioteca Widener di Cambridge.

In “La ricerca onirica dello Sconosciuto Kadath” scopriamo che anche Randolph Carter lo ha letto.

In “Il Prato Verde” si menziona un antico greco che ha tradotto alcune conoscenze terribili da un libro egiziano che a sua volte risaliva all’antica Meroe.

“La dichiarazione di Randolph Carter” racconta di un tale che fa uso di un vecchio libro senza nome per individuare gli accessi in un cimitero al mondo sotterraneo, i quali si rivelano presidiati dai ghoul.

“Il Successore” narra del giovane Williams che porta la sua copia del Necronomicon all’avvizzito e mezzo pazzo Lord Northam per avere un’idea in merito. Viene detto che soltanto cinque copie sono sfuggite dalla purga della Chiesa.

In “Il richiamo di Cthulhu” si afferma che il Necronomicon contiene certe frasi ambigue sul ritorno dei Grandi Antichi.

In “La ricorrenza” il protagonista torna nella casa dei suoi genitori a Kingsport: là trova una copia del Necronomicon nella versione latina di Olaus Wormius, la cui lettura lo lascia sconvolto. Il libro viene utilizzato anche dai cultisti che si riuniscono nelle profondità di Kingsport.

Il “Il diario di Alonzo Typer” Alonzo ne trova una copia in greco.

In “Le montagne della follia” il professor Dyer riconosce negli Antichi e negli Shoggoth delle creature menzionate nel Necronomicon conservato nella Miskatonic University.

In “L’orrore di Dunwich” il vecchio stregone Whateley di Dunwich possiede una copia incompleta del Necronomicon che vuole utilizzate per far riprodurre il figlio di Lavinia e di Yog-Sothoth.

Suo nipote Wilbur si reca alla Miskatonic University di Arkham per consultare la versione estesa del tomo in loro possesso, in modo da confrontare le rispettive formule di cui ha bisogno per evocare il ritorno degli Antichi.

 

Il Necronomicon nella cultura popolare

Nella saga di La casa (La casa, La casa 2, L’armata delle tenebre, Ash vs Evil Dead) il Necronomicon ex-mortis è un grimorio che permette di evocare i demoni kandariani, che a loro volta trasformano i viventi in deadite. La copertina riporta una faccia umana mutilata ed è scritto con sangue umano. Questa versione appare anche in Venerdì 13: Jason va all’inferno.

In seguito all’uscita di questa versione il libro viene spesso (erroneamente) descritto come realizzato in pelle umana, si veda l’adattamento rv de I sogni della casa stregata di Stuart Gordon.

Un film ispirato al Necronomicon è Necronomicon – Geträumte Sünden di Jesús Franco, del 1967.
In Cthulhu Mansion il libro è erroneamente chiamato “Cthulhu”.

Nel film Color Out of Space la figlia del protagonista Gardner ha in camera una copia tascabile del Necronomicon.

Compare anche nei film Le vergini di Dunwich, Mark of the devil, Necronomicon di Brian Yazuka.
Nel film Babylon AD il protagonista ha sul collo l’emblema del Necronomicon.

Nel film Necronomicon: Book of the dead, Lovecraft lo ottiene e assiste a visioni di storie d’orrore.

In Cast a deadly spell, Omicidi e incantesimi, il detective Harry Lovecraft deve ritrovare un grimorio chiamato Necronomicon.

Compare nel film animato per bambini Howard Lovecraft & The Frozen Kingdom, dove è un libro di incantesimi che apre porte per altri mondi.

Nel film Out of Mind – The Stories of HP Lovecraft il protagonista mette le mani sull’antico libro e inizia a essere ossessionato dagli scritti di Lovecraft.

In La luce fantastica di Terry Pratchett compare il Necrotelecomnicon.
Il Necronomicon compare nella biblioteca di un alchimista nel romanzo Il mercante di libri maledetti, dello scrittore Marcello Simoni.

Nell’universo espanso di Doctor Who è presente il Necronomicon di Archon, più antico di Gallifrey e di molti sistemi solari, e lo Eocene Necronomicon.

Nel fumetto di Moore e Burrows Providence, il Kitab Al-Hikmah Al-Najmiyya, detto anche Liber Stella Sapiente, è l’equivalente del Necronomicon. Allo stesso modo Khalid Ibn Yazid è l’equivalente di Abdul Alhazred. A partire dai racconti su tale libro, Lovecraft crea appunto il Necronomicon, che nell’immaginario popolare viene esso stesso creduto autentico.

Nel fumetto Lovecraft di Rodionoff e Breccia un giovanissimo Lovecraft spaventa i passanti travestito da arabo pazzo. Tutta la storia ruota sul fatto che Howard è il custode del Necronomicon e i Miti di Cthulhu vogliono riappropriarsene.

Il libro o qualche suo avatar compare nei videogiochi Alone in the dark, Fallout 3, Sherlock Holmes: Il risveglio della divinità, Warcraft III: Frozen Throne, Fable II e III, Tales of Symphonia, DotA e DotA2, Penumbra: Black Plague, Witcher 3, Corpse Party: Book of Shadows, Divinity: Original Sin, Call of Duty, Danganronpa V3: Killing Harmony, Prisoner of ice, Crusaders Kings 2.

Nei videogiochi King’s Bounty: The Legend e King’s Bounty: Armored Princess è una creatura chiamata Necronomicon.

Il videogioco Necronomicon è ispirato a Il caso di Charles Dexter Ward.

Versioni apocrife del tomo appaiono nei videogiochi Team Fortress 2, Them Fightin’ Herds, League of Legends, Persona 5.

Il Necronomicon compare nelle serie animate South Park, The Real Ghostbusters, Fanboy e Chum Chum, Fate/Zero.
Nel reboot di DuckTales appare la Necronomicassetta, che ricorda la versione di La Casa.
In Le terrificanti avventure di Sabrina è presente il Demonomicon.
Nei Simpson, il signor Burns menziona di possedere una copia del Necronomicon.
Una copia appare nella serie tv Dottor House.

Nel mondo reale, inoltre, esistono decine di Necronomicon apocrifi realizzati da appassionati e occultisti a partire dagli anni settanta, in seguito all’esplosione di interesse per le opere di H.P. Lovecraft.

 

 

 

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