BIRD BOX, SE GUARDI LE CREATURE MUORI

Bird Box, le Creature e tutti i riferimenti a Lovecraft spiegati

Bird Box è un film del 2018 diretto da Susanne Bier, con Sandra Bullock e John Malkovich, tratto dal romanzo omonimo di Josh Malerman.
Ti consigliamo di non proseguire con la lettura dell’articolo o con la visione del video se temi spoiler.

 

La storia di Bird Box

Il mondo è sconvolto da una serie di suicidi di massa indotti da quella che sembra essere un’ondata psicotica. Prima in Russia, poi in America e nel resto del mondo.

Mallorie, un’artista incinta, perde sua sorella, che si suicida nel corso del caos cittadino dopo avere assistito a qualche sconvolgente visione.

Rimasta da sola e con un figlio in grembo, si unisce a un gruppo di variegati sopravvissuti che hanno fatto fronte comune per sopravvivere e scoprire cosa sta succedendo.

Sembra evidente che il mondo sia stato invaso da una moltitudine di creature apparentemente invisibili, che spingono alla follia e al suicidio chiunque finisca per guardarle. Questi esseri nel libro vengono chiamati “le creature” e la situazione è definita “il problema”.

Con il passare del tempo la situazione si fa sempre più drammatica. Il gruppo deve muoversi per procurarsi i viveri, ma così si espone da un lato alla presenza delle creature, dall’altro agli assalti dei folli che hanno visto questi esseri. I quali, anziché suicidarsi per l’orrore, ne sono rimasti entusiasti. Ora vagano cercando di costringere i sani di mente sopravvissuti a guardare anche loro le terrificanti entità, con lo scopo di “purificare il mondo”.

 

 

Mallorie è con il suo compagno Tom (un ex militare) e due bambini senza nome, uno il figlio di Mallorie e una la figlia di Olympia, un’altra donna del loro gruppo deceduta. Riescono ad adeguarsi alla nuova situazione, imparano a muoversi senza usare la vista e a orientarsi in base ai suoni.

I due ragazzini (chiamati sempre “Bambino” e “Bambina”) crescono così tutelati dalla premurosa coppia, ma anche privi di ogni stimolo derivante dall’interazione con l’esterno e dal semplice giocare nella natura aperta. La madre li ha cresciuti con rigore militare, proibendogli distrazioni e agi che possono metterli in pericolo.

 

 

Un giorno i quattro ricevono un segnale da un certo Rick, che li informa della presenza di un rifugio sicuro abitato da un centinaio di sopravvissuti. Il viaggio nella foresta è pericoloso, e devono anche superare delle rapide. Azione che richiederà il doversi togliere le bende per guardare.
Tom riesce a salvare gli altri compagni del gruppo dall’assalto di alcuni folli armati, ma vede le creature e finisce per togliersi la vita.

 

 

Rimasta sola, Mallorie accompagna Bambino e Bambina nell’estenuante viaggio per lo più bendati. Costantemente sotto il pericolo dei pazzi che possono aggredirli e dell’influenza delle creature, che sono in grado di simulare le voci dei cari delle vittime per spingerle a guardarli.

 

Bird Box, le Creature e tutti i riferimenti a Lovecraft spiegati

 

Grazie alla costanza e al coraggio di Mallorie e alla collaborazione dei piccoli, i tre riescono infine a raggiungere il rifugio. Si tratta di un istituto per ciechi, per l’appunto popolato da persone prive della vista che in questo modo non sono cadute soggette alle tremende entità.
Lì Mallorie incontra una dottoressa sua conoscente e i bambini, rinominati Tom e Olympia, possono finalmente unirsi ai coetanei e giocare felici.

Anche se in questo film non abbiamo un’influenza diretta delle opere di H.P. Lovecraft, il Solitario di Providence, respiriamo comunque un’aria di disfattismo cosmico. Di terrore soprannaturale inconoscibile e di vacuità della vita umana.

In Lovecraft la conoscenza, e principalmente la vista, sono il canale diretto per entrare in contatto con entità incomprensibili, indescrivibili e terrorizzanti per i canoni umani. Le quali conducono alla morte o alla follia i temerari che osano squarciare il velo di ignoranza che ci permette di vivere in una placida isola d’ignoranza.

Mentre la follia è l’esito della conoscenza, qui è il mezzo per fuggire dal destino di disperazione e morte che portano queste creature. Mentre i pazzi sono proprio coloro che accettano le presenze soprannaturali, addirittura come benefiche.

La situazione insostenibile genera ovviamente paranoia, ansia e sfiducia, reazioni tipiche nei personaggi di Lovecraft portati al limite.

I Grandi Antichi e Dei Esterni sono inconsapevoli e disinteressati delle esistenze umane, che per i loro standard sono irrilevanti. Potrebbe essere anche questo il caso, ma a giudicare dalla continuità con la quale tormentano i sopravvissuti gli esseri sembrano attuare un vero e proprio piano di invasione in maniera pervasiva.

 

Bird Box spiegato

 

Le creature di Bird Box

Passiamo a descrivere le creature per quello che ci viene fatto capire dal film.

Questi esseri vengono paragonati a demoni delle antiche mitologie, gli Aka Manah, i deva dello Zoroastrismo, il Surgat (che faceva vedere alle donne incinte i loro figli non nati sotto forma di qualcosa di raccapricciante), il púca della mitologia celtica, la Huli-jing cinese. In generale, viene fatto capire che sono mostri connessi all’apocalisse e alla fine della civiltà umana.

Possiamo ipotizzare si tratti di creature di taglia umanoide, siccome tutti i personaggi le vedono ad altezza d’uomo. E che siano accompagnate da folate di vento, giacché si vedono sempre le foglie a terra smuoversi e gli alberi oscillare quando si dirigono verso le vittime.

La natura di questi esseri, posto che siano più di uno, non viene chiarita. Siccome sono inconciliabili con la vita umana possiamo ipotizzare che provengano da un’altra dimensione oppure dal qualche mondo remoto dove “le cose non sono come da noi”.
Nel film The Happening di M. Night Shyamalan, che ha un incipit simile, i deliri sono prodotti da neurotossine generate dalle piante. Potrebbe trattarsi di un fenomeno analogo, ma non vengono date conferme.

La vista delle creature provoca una mutazione fisica della retina, che diventa innaturale, scura e con delle tracce simili a una rete di tentacoli, facilmente distinguibile da quelle normali. Nella scena finale i sopravvissuti controllano appunto la retina di Mallorie e piccoli per vedere se sono infestati.

La vista delle creature spinge le persone con una mente normale a impazzire, in quanto suscitano un terrore insopportabile per una mente comune, al quale si sfugge solo dandosi la morte. Tom riesce soltanto per pochi secondi a esitare, per la priorità di difendere la sua famiglia. 

Possiamo supporre che il loro aspetto generi effetti differenti, ma sempre terribili nelle menti comuni che le vedono. Alcuni reagiscono con atteggiamento di profondo sconforto, altri con spavento: la sorella di Mallorie è possibile che abbia visto il defunto padre al quale si allude varie volte nel film.

Quando sono degli individui con problemi mentali a vedere la creatura, la percezione è completamente diversa. Anche se non sappiamo quale genere di alterazione mentale conduca a questa situazione.

Gli psicopatici ne risultano come ipnotizzati, trovano l’esperienza bellissima e non si sentono affatto tenuti a uccidersi. Anzi, vogliono far sì che tutte le altre persone vedano le creature e si adoperano per stanare coloro che si nascondono per, stando alle loro parole, “purificare il mondo”.

Possiamo quindi dedurre che, volontariamente o meno, le creature non uccidano i folli, ma che si servano di loro per spingere i sani di mente a guardarli e così a uccidersi.

Il loro effetto sulla psiche delle persone varia sulla base del grado di sanità mentale dei soggetti. Quando Olympia vede le creature, prima afferma che “non sono poi così male” e poi si suicida. Quindi mostra una reazione intermedia, sintomo di una possibile lieve malattia mentale.

Abbiamo la netta impressione che queste creature tentino volutamente di far impazzire gli umani. Quando nelle scene nel bosco Mallorie sente di essere chiamata, la donna e i bambini odono voci identiche a quelle dei loro amici. Segno che i mostri riescono a leggere i pensieri delle persone e a creare delle trappole mentali, per spingerle a togliersi la benda.

Nella scena nella quale un folle, Gary, che ha visto gli esseri, mostra gli schizzi che li ritraggono, possiamo notare che ha rappresentato degli esseri orribili di sapore lovecraftiano. Tutti diversi fra loro, anche se nessuno ricorda con esattezza una creatura dei Miti. Con l’eccezione di una faccia tentacoluta, che fa pensare a Cthulhu.

Poiché non viene fornita nessuna informazione su come sono, possiamo ipotizzare che si manifestino in una moltitudine di aspetti spaventosi che ricordano le creazioni di Lovecraft. Oppure che suscitano allucinazioni di quel genere, spingendo al delirio chi ha una mente razionale.

Queste creature probabilmente fanno percepire le peggiori paure di coloro che le guardano, come viene ipotizzato da un personaggio. Siccome una donna, prima di suicidarsi, esclama “Mamma!” come se si trovasse di fronte alla defunta madre.

La presenza delle creature ha gli stessi effetti anche nei semplici rilevamenti di calore. Quindi il loro potere va oltre la loro semplice immagine e si propaga anche guardandoli attraverso uno schermo.

Nel romanzo anche un cane di Mallorie vede una creatura e impazzisce, sintomo che la loro presenza è sconcertante anche per gli animali.

Il sensore di parcheggio di un’auto li rileva nelle immediate circostanze. Ciò significa che hanno una consistenza solida, dato che uno di loro probabilmente viene anche investito.

Nella sequenza del supermercato, una creatura è imprigionata in un’area. Questo significa che non sono in grado di attraversare gli spazi fisici. 

Gli uccellini nelle vicinanze mostrano nervosismo quando si manifestano, segno che sono percepibili dai sensi animali. Per questo i protagonisti girano con degli uccellini in gabbia, e il folle che cerca di farli entrare nella casa dei sopravvissuti per prima cosa si libera degli uccelli per non rivelare la loro presenza.

Queste creature sono del tutto inoffensive per coloro che sono effettivamente prive della vista, apparentemente non vengono nemmeno sfiorate dagli esseri. Un pericolo ben maggiore nasce, però, dai loro “adepti”. Che come nelle opere di Lovecraft sono sempre attivi per tramare ai danni dei propri simili, evocando forze occulte che non sono in grado di comprendere e di padroneggiare.

Possiamo dire quindi che, anche se in questa pellicola sono del tutto assenti veri e propri rimandi ai Miti di Cthulhu, siamo sicuramente di fronte a un film ispirato ad alcune delle tematiche del Solitario.

 

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