IL CAVALIERE NERO DELLA MARVEL NON È UNO SOLO

IL CAVALIERE NERO DELLA MARVEL NON È UNO SOLO

Il primo Cavaliere Nero della Marvel, quando ancora si chiama Atlas Comics, è Sir Percy di Scandia, cugino del Re Artù.
Le storie, ambientate nel medioevo, sono scritte da Stan Lee e illustrate da Joe Maneely, all’epoca disegnatore principe della casa editrice (fino alla morte avvenuta in un incidente sul treno nel 1958).
Il personaggio appare per la prima volta su “Black Knight” n. 1 del maggio 1955.

In Italia, la prima storia è stata pubblicata da “Il mitico Thor” n. 81 dell’Editoriale Corno, il 21 maggio 1974.


In precedenza il Cavaliere Nero era apparso nel n. 49 de “Il mitico Thor”, ma era il numero 2 della serie, del luglio 1955.

Il Cavaliere Nero di re Artù

La prima storia in breve.
Mordred trama con i “normanni” per detronizzare Artù, legittimo re di Camelot. Il perfido nipote del re finge di voler difendere il castello assediato e ordina un attacco contro gli invasori, ma, data l’inferiorità numerica dovuta all’assenza di Artù e delle sue forze, si tratta di una mossa suicida. Il misterioso Cavaliere Nero prende le redini del comando ordinando agli arcieri di coprire la ritirata dei cavalieri, disobbedendo così alle assurde direttive di Mordred, per poi radunarli nel mezzo dello scontro. Quando ormai le truppe sono al sicuro oltre il cancello del castello, il vile Mordred colpisce il Cavaliere Nero alle spalle. Il cancello si chiude, il ponte levatoio si alza e il Cavaliere Nero cade nel fossato. Riesce comunque a sfuggire ai normanni e a rientrare nel castello, giusto in tempo per vanificare l’ennesimo tentativo di tradimento di Mordred, che stava per abbassare il ponte levatoio. Proprio in quel momento re Artù ritorna con i suoi cavalieri. Il Cavaliere Nero riprende il comando delle truppe e ordina il contrattacco: presi tra due fuochi i normanni cedono. Artù elogia l’eroismo di Mordred nella difesa (ah, se sapesse la verità…) e rende omaggio anche al coraggio del Cavaliere Nero, che poco dopo riassume le sembianze del poco eroico cugino Percy: non ha prove per accusare Mordred, quindi deve fare buon viso a cattivo gioco e attendere un momento più propizio.


Le avventure di Sir Percy durano cinque numeri, usciti a cadenza bimestrale dal maggio 1955 fino ad aprile 1956.

In questi episodi Sir Percy di Scandia vive nel castello suonando il liuto e fingendo di essere un imbranato poco propenso al combattimento.


In realtà, indossando l’armatura nera e l’elmo dello stesso colore che gli copre tutto il volto, aiuta il suo sovrano brandendo la Lama d’Ebano, la spada incantata che il mago Merlino ha forgiato da un meteorite.

Nei panni del Cavaliere Nero, Percy difende il regno dalle losche trame del nipote del Re, il vile Mordred.

Il Cavaliere Nero criminale

Nell’albo “Tales to Astonish” nel n. 52 del febbraio 1963, in un’avventura di Giant-Man e Wasp scritta da Stan Lee e disegnata da Dick Ayers, facciamo la conoscenza del professor Nathan Garrett, destinato anch’esso a fregiarsi del nome di Cavaliere Nero.

Si tratta di un valente biologo e professore all’università che, affascinato dalla leggenda dei cavalli alati, si mette ad armeggiare con gli esperimenti genetici. Crea un cavallo volante che chiama Aragorn e indossa un’armatura medievale.

Con una lancia dotata di diversi congegni si mette a rapinare a destra e a manca.

Dopo essere stato sconfitto da Giant-Man, lo ritroviamo nel n. 6 di “The Avengers” del luglio 1964, in una storia scritta da Stan Lee e disegnata da Jack Kirby (pubblicata in Italia da “Il mitico Thor” n. 13 del 28 settembre 1971).


In questo episodio dei Vendicatori il criminale nazista Barone Zemo ingaggia un gruppo di supercriminali, tra cui il Cavaliere Nero, per far fuori il suo vecchio nemico Capitan America. Sarà Thor a sconfiggere il Cavaliere Nero.


Il Cavaliere Nero malvagio appare ancora nel n. 59 di “Tales of Suspense” del novembre 1964 (da noi su “L’incredibile Devil” n. 43 del 16 dicembre 1971), scritto da Stan Lee e disegnato da Don Heck.
In breve, Nathan Garrett evade dal carcere e sfida Iron Man che lo sconfigge.

Gli va molto peggio nel suo successivo scontro con Iron Man, nel n. 73 di “Tales of Suspense” del gennaio 1966 (in Italia sul n. 58 de “L’incredibile Devil” del 13 luglio 72), su testi di Roy Thomas e disegni di Gene Colan.

Al termine del duro scontro, il criminale subisce gravi ferite precipitando dal cavallo alato.

Il Cavaliere Nero supereroe

Ed ecco entrare in scena l’ultimo Cavaliere Nero, il nipote di Garrett: Dane Whitman.


Nel n. 48 degli “Avengers” del gennaio 1968, scritto da Roy Thomas e disegnato da George Tuska (da noi pubblicato da “Il mitico Thor” n. 58 del 3 luglio 1973), l’ormai moribondo Garrett si trascina a stento nel castello di famiglia dopo la caduta nello scontro con Iron Man.


Racconta tutto al nipote Dane, chiedendogli di riscattare il nome del Cavaliere Nero.


Anche lui valente scienziato esperto di fisica e ingegneria genetica e meccanica, Dane si costruisce una nuova armatura e crea un nuovo cavallo alato.


Dane Whitman, però, ha un’altra indole e finisce per combattere dalla parte del bene. Collabora con i Vendicatori per poi passare nelle file dei Difensori, dopo aver recuperato la Lama d’Ebano del primo Cavaliere Nero. In questo modo l’ultimo Cavaliere Nero si collega al primo, che scopriamo così essere un suo avo. Una parentela certo non immaginata quando Stan Lee creò il cavaliere criminale.


In seguito il Cavaliere Nero è tornato sporadicamente nelle file dei Vendicatori e nel gruppo inglese degli Excalibur, rimanendo un personaggio secondario dell’universo Marvel.

4 commenti

  1. Vabbè scusa il commento ma secondario un par di palle.
    Durante la lunghissima run di Bob Harras Dane fu uno dei protagonisti assoluti, il personaggio viene approfondito come mai prima, diventa partecipe di un triangolo amoroso con l’inumana Crystal e l’Eterna Sersi.
    Addirittura viene legato a quest’ultima diventando un Gan’Josin, un umano che ha un legame mentale con un eterno.
    Durante la bellissima saga dei raccoglitori si scopre che il cattivo Proctor è il Dane di un’altra realtà dove il legame con la spada d’ebano (il nostro eroe di terra 616 usava una spada tipo guerre stellari) e il legame con l’eterna l’ha fatto impazzire (e gli ha donato super poteri, mentre il nostro Dane grazie all’amore per Crystal spezza il legame mentale con Sersi).
    Il cattivissimo Proctor salta di realtà alternativa in realtà alternativa punendo la donna che lo ha abbandonato.
    E vogliamo anche parlare di un periodo passato nel medioevo? Una saga che ha condiviso con Exodus e Apocalisse?
    Il personaggio ha un grande potenziale anche se pochi l’hanno sfruttato a dovere.

  2. Dane è uno dei personaggi preferiti da Marco Marcello Lupoi. Ricordo di averlo letto da qualche parte nella posta di un albo Star Comics. E’ stato usato la prima volta come elemento risolutore da Roy Thomas e Sal Buscema quando sconfigge Kang colpendolo con il piatto della spada. The Black Knight non era ancora un Avenger e questo gli permette di mettere a dormire Kang al quale il Grande Maestro ha appena donato il potere di uccidere qualsiasi Vendicatore. E’ uno dei protagonisti anche del famoso centesimo episodio degli Avengers disegnato da Barry Smith da cui è tratta la prima vignetta del post.
    Ricordo anche la run di Harras /Epting /Palmer con piacere. Non tanto per l’eccessivo didascalismo di Harras quanto per le matite di Steve Epting che non erano ancora fotografiche come quelle del 21mo secolo alle quali le chine ed i colori del decano Tom Palmer aggiungevano un plus : era come vedere un John Buscema sketchy inchiostrato da Gallieno Ferri. Guilty pleasure. Perdono anche la spada laser di Dane. Mi piacevano i giubbotti colla A in stile X-Men e persino la aliena adolescente simil Wolverine Deathcry ( Harras era il curatore delle testate mutanti ).
    Una idea per una miniserie for mature readers simil Vertigo ( terreno minato per la Marvel che raramente centra il bersaglio quando si muove in quel territorio ): Dane WHITEman è il discendente di una antica casata di nobili inglesi imperialisti e latifondisti che torna al castello di famiglia dopo anni trascorsi all’estero in esclusivi colleges dove assumeva assenzio ed ostentava modi byroniani. Scopre un diario in cui un avo spiega come la Tavola Rotonda fosse un circolo framassonico di satanisti dediti ai sacrifici umani. La fortuna dei Whiteman è legata al mercato degli schiavi, allo sfruttamento della prostituzione anche infantile ed la contrabbando di sostanze stupefacenti e di armi. Dane precipita in un incubo perenne assecondato dall’assenzio in cui dialoga con i suoi avi e le loro vittime e con creature impossibili come bizzarri cavalli alati . Testi di Peter Milligan, disegni di Mark Badger. Covers di Shawn Alexander.

  3. Qui la storia è un pò più ampia, anche se sempre in sintesi soprattutto per i tempi recenti: https://anni607080edintorni.wordpress.com/2018/08/04/i-tanti-volti-del-cavaliere-nero-della-marvel-comics/

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