AVENGERS: ENDGAME – UN FILM FAN SERVICE

AVENGERS ENDGAME - UN FILM FAN SERVICE

Avengers: Endgame è il film della vita. Avengers: Endgame deve essere, per forza, il film della vita. A tutti i costi. Perché Endgame è il culmine, l’apogeo, la gemma della corona di quel Marvel Cinematic Universe che, con pazienza e soldoni, la Disney è riuscita a trasformare a vero e proprio fenomeno di costume.

Un concetto, questo, che a pensarci un attimo ha dell’incredibile. L’idea stessa del Marvel Cinematic Universe è, ormai chiaro, un modello di business spaventosamente remunerativo. Ma è pur sempre vero che una catena è forte tanto quanto il suo anello più debole. In questo senso, il Mcu proietta ombre grandi tanto quanto brilla la sua luce.

Il film dell’anno scorso, Avengers: Infinity War, era una giostra luccicante e divertente. Pur essendo solo una parte del dittico, la cui seconda metà era stata già programmata per quest’anno, funzionava.

Anche solo considerando la sua natura di carretto della vittoria, su cui far salire tutti e darsi alla pazza gioia del mega party-hard autocelebrativo, Avengers: Infinity War funzionava. Certo, restava da vedere quanto ne avrebbe guadagnato (o perso) il film, quando sarebbe arrivato Endgame. Ma comunque funzionava tutto, e pure alla grande.

Il momento topico del film, lo schiocco di dita con cui Thanos annienta metà degli esseri viventi dell’universo, è molto, come dire… suggestivo. D’altronde è cosa abbastanza inusuale vedere una storia di supereroi in cui il cattivo vince in maniera schiacciante e apparentemente definitiva.

D’altra parte, per quanto Infinity War fosse stimolante, affascinante e compagnia bella, terminava con la consapevolezza che non sarebbe mai potuto esserci un senso di finalità alla sconfitta degli eroi. Perché di certo Disney/Marvel difficilmente smetterà di strizzare una tettina ancora bella piena, che ha fruttato circa venti miliardi di dollari.

A patto di non avere sette anni, sei perfettamente consapevole di come andranno le cose. Questo è il punto. Quindi, la domanda è: ha senso tutto questo? In un universo narrativo in cui sai che gli eroi non sono mai realmente in pericolo, in cui anche la più totale e annichilente devastazione è comunque reversibile, può ancora esistere il concetto stesso di dramma?

Per questo da ieri sera, da quando lasciavo la sala mentre scorrevano i titoli di coda di Avengers: Endgame, c’è una parola che continua a sfolgorarmi in testa a caratteri cubitali: isteria. Un’isteria che sfocia inevitabilmente in un’indulgenza di manica troppo lasca.

Non sto affatto dicendo che sia un brutto film. Succedono così tante cose in Avengers: Endgame che si ha a malapena il tempo di respirare. Si riparte dal momento in cui Thanos ha schioccato le dita. Anche se il 50% della popolazione è sopravvissuto fisicamente, comunque non tutti sono sopravvissuti psicologicamente a quell’evento.

Anche e soprattutto gli eroi, sono costretti a fare i conti coi propri fallimenti. La prima parte di Endgame si concentra su questo aspetto psicologico, basato su azione e reazione. Magari un po’ (troppo) lenta ma, in ogni caso, è forse la parte più interessante. In quanto al suo interno, c’è la premessa (potenziale almeno) di vedere i personaggi sotto una luce, una prospettiva, un tantino più complessa e sfumata.

Però poi, Christopher Markus e Stephen McFeely, gli sceneggiatori del film, si ricordano all’improvviso che Avengers: Endgame deve accontentare soprattutto un pubblico fatto di bambini. Lasciandosi quindi andare giù per i dolci pendii della scontatezza e della convenienza narrativa un tanto al chilo.

Qualunque storia funziona nel momento in cui pone un problema e fornisce una soluzione brillante e intelligente. Se dico che Superman ha la superforza, può volare e sparare raggi “laser” dagli occhi sto stabilendo delle regole. Qualunque problema Superman si troverà davanti, dovrà essere risolto usando questi poteri.
Ma se lo faccio combattere contro un supertizio più forte di lui e per risolvere la situazione salta fuori che Superman ha pure l’alito di fuoco, la cosa non funziona più perché sto cominciando a inventarmi cose per pura convenienza.

A causa di ciò in Avengers: Endgame ci sono buchi logici grandi quanto una casa. Tuttavia questo non ferma i fan più incarognitissimi, di internet e non, con cui sto a discutere da quando sono uscito dal cinema. Dovrebbe essere più che chiaro che una storia, oltre a rispettare le proprie stesse regole, dovrebbe essere necessariamente capace di reggersi da sola.

Nel momento in cui io spettatore sono costretto a intervenire per giustificare, mettere pezze a una storia che fa acqua, significa semplicemente che non funziona. Ciò mi dà l’impressione di non avere visto un film, ma un clip show, uno di quegli episodi di serie tv composto da estratti di episodi precedenti.

Capisco perfettamente perché il film piaccia. Perché, come detto, in sé non è un brutto film. Soprattutto, capisco che il dover mettere insieme e fare coesistere così tanti personaggi, così tante linee narrative, diverse per toni e ritmo, non sia facile.

Avengers: Endgame è, senza dubbio, il film più ambizioso del Marvel Cinematic Universe fino a oggi. In un modo o nell’altro, è riuscito a legare più di un decennio di storytelling in un climax tutto sommato coerente. Dal punto di vista di qualunque fan, a fronte dei 14.000.605 di possibili risultati, riesce a essere sorprendente e soddisfacente.

Però, piuttosto che Avengers: Endgame, avrebbe dovuto chiamarsi Avengers: Nostalgia. Perché questa è la parola d’ordine: nostalgia. Dopo undici anni e ventidue film, i fratelli Anthony e Joe Russo (registi del film) se la sono giocata facilissima. Prendendo per mano i fan, portandoli a fare un tuffo nel passato mentre gli mostrano scorci di futuro.

In generale il film fa ridere quando deve far ridere, emoziona quando deve emozionare ed è più che epico quando deve essere epico. Ciononostante molte delle ormai marchio-di-fabbrica-gag™ sono trascinate per i capelli e fuori luogo. Non posso fare a meno di sottolineare il fatto che il peggio lo si raggiunge con Thor.

Se in Infinity War si era intravisto il vero, epico, gigantesco dio del tuono, in Endgame è stata fatta un’inversione a “u” da panico da ubriacone molesto: Thor è definitivamente diventato non il mezzo scemo di Thor: Ragnarok. No, proprio lo scemo del villaggio per intero. Per il resto, molti personaggi sono buttati lì tanto per fare fan service e niente più.

Endgame è un film, come qualunque altra cosa del resto, fatto di pregi e difetti. L’ho detto e ripeto per l’ennesima volta: è un bel film. Tutto sommato. Soprattutto perché si rivolge strettamente ai fan del Mcu. Ma è così bello da avere uno score del 96% su Rotten Tomatoes? Tanto da sentire gente che grida al miracolo?

Sul serio siamo disposti a passare su qualunque difetto? Sul serio stiamo vivendo in un mondo in cui film del genere, il cui punto di forza è l’insieme che è più della somma delle sue parti, vengono considerati “capolavori” del cinema? Personalmente credo di no.

Ebbene, direi che con questo è tutto.

Stay Tuned, ma soprattutto Stay Retro.

 

2 commenti

  1. Thor ridotto come il grande Lewbosky, thanos che nello scontro finale riesce praticamente a fare il mazzo a tutti gli avengers senza possedeee nemmeno una gemma, captain marvel antipatica,saccente, inutile nel contesto della storia e appiccicata a forza nella sceneggiatura. Hulk inutile, la storia del viaggio nel tempo nel mondo quantico ridicola.Ma quale grande film?

  2. I viaggi del tempo sono per i film di fantascienza come la kriptonite per Superman, ovvero letale.
    Nonostante in A E si sia tentato di esorcizzare il problema dei viaggi nel tempo cazzeggiandosi su e citando altri film, si è finiti col fare un gran casino.

    Thor è stato ridicolizzato tanto che alla fine si è aggregato ai Guardiani della Galassia il team più comico del Marvel C U
    Hulk è stato sottoutilizzato, mi aspettavo una bella scazzottata con Thanos e invece niente.
    Cap Marvel è stato gestito malissimo ma lo si sapeva perchè è impossibile gestire un personaggio così potente.
    Infine l’aver riportato indietro quelli cancellati da Thanos dovrebbe creare casini mortali visto che nel frattempo per quelli rimasti in vita sono passati 5 anni.
    E io sono uno al quale il film è piaciuto.

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