GHITA, LA PUTTANA CHE DIVENNE REGINA

GHITA, LA PUTTANA CHE DIVENNE REGINA

Negli anni settanta l’eroe dei comic book più carismatico era Conan il Barbaro, il personaggio creato da Robert E. Howard negli anni trenta, che Roy Thomas e Barry Smith (poi sostituito da John Buscema) hanno portato nei fumetti per la Marvel.

Nelle pagine di Conan fa capolino Red Sonja, l’eroina dai capelli rossi e con la cotta di maglia, creata sempre da Howard (della quale abbiamo parlato qui). Nel 1975, dato l’interesse mostrato dai lettori, Roy Thomas decide di far vivere alcune avventure in solitaria a questo personaggio secondario.
Il primo numero, nella testata “ombrello” Marvel Feature, presenta due storie brevi, una disegnata da Dick Giordano e una da Esteban Maroto. Nel secondo numero, uscito ufficialmente ne 1976 ma di fatto sempre nel 1975, i testi passano a Bruce Jones e arriva un nuovo disegnatore: Frank Thorne.

Tavola di Frank Thorne per il n. 2 di “Devilina” (1975), rivista in bianco e nero della effimera Atlas/Seaboard Comics

 

In questo periodo Thorne è un autore ben noto in America per il suo lavoro alla Dc Comics.
Nato nel 1930, a 18 anni Frank Thorne inizia a lavorare nei fumetti per il nascente mercato dei romance comics lanciato da Joe Simon e Jack Kirby. In seguito collabora a lungo con la Dc, disegnando il personaggio western Tomahawk (qualcosa abbiamo visto in Italia nei tre numeri del mensile Comix lanciato nel 1970 dalla Mondadori) e il bellico Enemy Ace. A metà anni settanta passa alla Atlas/Seaboard Comics, fondata da Martin Goodman dopo la sua “cacciata” dalla Marvel di cui era stato il fondatore. Dal momento che la casa editrice chiude rapidamente, Thorne si trova presto disoccupato.
Il suo stile, soprattutto per le chine dal segno “grezzo”, ricorda Joe Kubert.

La prima copertina di Thorne per Red Sonja non convince la Marvel, dato che l’art director John Romita ritocca il volto della rossa. Al sesto numero ritorna Roy Thomas per programmare un crossover con l’albo di Conan.


Nel 1977, finalmente, Red Sonja ha a tutti gli effetti una testata propria, che riprende dal primo numero. Ai testi c’è ancora Roy Thomas, insieme alla sua amica Clair Noto.


La serie piace al fandom per i disegni di Thorne, ma non ha molto successo: rimane bimestrale e chiude nel 1979 dopo 15 numeri (gli ultimi disegnati da John Buscema e dal fratello Sal).

Frank Thorne gira per le convention insieme una modella con le (ridotte) vesti di Red Sonja e collabora all’incisione di un disco

 

Thorne, ormai affezionato alla donna-guerriero, decide di realizzare un nuovo personaggio femminile sword and sorcery (il sottogenere fantasy creato da Robert Howard) per le riviste a fumetti in bianco e nero della casa editrice Warren (quella di Zio Tibia e Vampirella).
Nasce così Ghita nelle pagine del numero 7 di 1984, la nuova rivista dalla testata orwelliana della Warren. Frank Thorne non cura solo i disegni, scrive anche i testi.

Le analogie tra Red Sonja e Ghita sono evidenti, a partire dal celebre bikini corazzato che ne “ricopre” le forme e dal volto “alla Brigitte Bardot” della ragazza, la cui unica sostanziale differenza è rappresentata dalla chioma bionda al posto di quella fulva di Sonja.
Le affinità sono anche caratteriali. Entrambe ostentano un atteggiamento guascone, anche se Sonja ha un tormento interiore che non le permette di vivere pienamente i momenti felici: il suo passato è un fardello oneroso dal quale non riesce a liberarsi.
Ghita, al contrario, è sempre solare e, soprattutto, totalmente spregiudicata. La bionda non rinuncia mai ai piaceri della carne con qualsiasi tipo di partner, cosa resa possibile dal fatto che le riviste in bianco e nero, diversamente dai comic book a colori per ragazzini, sono riservate a un pubblico maturo.


Ripercorriamo brevemente la sua storia. L’adolescenza di Ghita non è facile, per vivere deve adattarsi a fare la prostituta. Finché la sua bellezza e le sue virtù amatorie la portano a diventare la concubina prediletta del re Khalia. Tutto cambia quando trafuga la spada e le componenti dell’armatura dalla tomba del guerriero Khandagon, il cui putrido cadavere si rianima per violentarla!
Il contatto fisico con l’incartapecorito essere le dona, per magia, l’abilità di un maestro di spada: sword and sorcery (spada e stregoneria), appunto.

I tre protagonisti: Dahib, Ghita e il mago Thenef

 

Sulla sua strada Ghita incontra una serie di pittoreschi e inquietanti personaggi, tra i quali il sedicente mago Thenef (raffigurato da Thorne con le proprie fattezze), che ne diventa sodale e saltuario amante, e il mezzo troll Dahib.

Ghita è in grado di praticare l’autoerotismo strusciandosi sulla propria spada

Il loro cammino li conduce ad Alizzar, capitale di un paese “fiorente prima dei regni antichi”. A palazzo reale, il potere viene esercitato da Zakk, Zamir e Zehebb, tre gemelli siamesi uniti dallo stesso… fondoschiena.
Ghita, Thenef e Dahib, uniti dal fatto di essere amanti e da un sentimento di cameratismo, lottano insieme gli imbelli sovrani e conquistano il regno di Alizzar. Niente male per una meravigliosa puttana che si è fatta strada dagli squallidi bordelli al trono.
Presto i tre si annoiano della vita di corte e riprendono il cammino per le strade dell’avventura, ma questa è un’altra storia.


In America, la serie di Ghita è stata ristampata in due graphic novel: “Ghita of Alizzar” e “Ghita Two: The Thousand Wizards of Urd”.
In Italia, Ghita è stata pubblicata per la prima volta nel 1981 dall’Editrice Nord, edizione alla quale il buon Frank ha aggiunto qualche tavola inedita.


Ghita non è un capolavoro di fumetto, tuttavia la scorrevolezza e il piacevole tratto grafico gli permettono di guadagnarsi un posticino nella ricca galleria del fantasy, e di essere un piccolo oggetto di culto tra i lettori di questo genere.

4 commenti

  1. Ricordo qualche storia disegnata da Thorne nei volumetti della Comic Art in cui erano tradotti – senza particolare rigore cronologico – i fumetti di Conan e del suo universo prodotti allora dalla Marvel. In un albo era stato pubblicato anche il crossover tra le due testate – versante Conan disegnato da John Buscema – in cui , grazie ad un magheggio che trascendeva il tempo, era anche un cameo di Kull di Valusia con il suo caschetto da prence che Mike Ploog e John Severin rendevano meno Caterina Caselli mora della deriva Big John B. Ho sempre pensato che Thorne avesse un segno moderno e di sintesi – blandamente grafico, lontano sia chiaro da Beto Hernandez o Paul Grist – e che avrebbe avuto maggior fortuna presso la Casa delle Idee se avesse bussato più tardi ( o prima , al tempo del Kirby Kubico e di Steve Ditko ). Ho visto il volume della Nord da qualche parte, ma costava un frappo e così è rimasto nello scaffale. Una curiosità : il famigerao Chas Truog ( a me piace, ma a tanti altri no ) dello Animal Man di Grant Morrison e di Peter Milligan è un fan di FT e nel suo sito è possibile vedere la ” sua ” Red Sonja far arrossire Buddy Baker a.k.a. Animal Man ( che indossava un giubbetto sopra il costume da supereroe perchè imbarazzato dalle battute di un presentatore di talk show di cui era stato ospite).

  2. I due cowboy di spalle della storia VENDETTA mi sembrano copiati da Carlos Casalla.
    Ghita comparve anche sugli ultimi numeri dell’Eternauta, carissimo Crepascolo.

  3. Io il volume della Nord lo comprai, e già avevo letto qualche storia sul 1984 americano.
    Testi deboli, molto deboli.
    Più recentemente Frank Thorne ha disegnato Lann.

  4. […] dell’albo di Korak, il figlio di Tarzan, disegnato da Frank Thorne, futuro autore di Red Sonja per la […]

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