Fin qui, appunto, la storia sempre raccontata. Ma la realtà appare, anche solo con i pochi documenti che abbiamo a disposizione, decisamente più complessa.
Il contratto del secolo
Si può solo supporre, come suggerisce tra le righe anche Ezio Ferraro, che le “amicizie” politiche di Mario Nerbini abbiano giocato un ruolo importante proprio in questo frangente. Se fosse vera la sua affermazione, già riportata, secondo la quale:
C’era poi di mezzo la complicata faccenda della cessione della testata di Topolino; per cui non riesce difficile arguire che un’altra mano gli fu data per altre vie. Se si considera poi che i diritti [dei fumetti King Features Syndacate – NdR] venivano accreditati sul conto personale di Benito Mussolini .
Ezio Ferraro, “Lotario Vecchi Editore”
Allora si potrebbe ipotizzare anche uno scenario di questo tipo: Mario Nerbini si appella ai “camerati” per difendersi dall’attacco, ma anche i milanesi hanno fatto pressioni in tal senso. Così uomini che occupano livelli politici molto alti del fascismo, magari anche di origine fiorentina, intervengono a mo’ di arbitrato, convincendo Nerbini ad accettare la perdita dei fumetti Disney ma imponendo nel contempo a Mondadori l’esborso di una cifra elevata a titolo di “buonuscita” per la cessione della testata Topolino. Anche la Kfs, che distribuisce i comics, paga uno scotto notevole, se è vera l’affermazione sopra citata di Ferraro. Inoltre Mario Nerbini ha l’assicurazione che nessuno toccherà L’Avventuroso e i fumetti americani che pubblica con crescente successo.
Il contratto tra Nerbini e Mondadori è pubblicato in forma integrale da Listri. alcuni passi ci interessano particolarmente:
Nerbini rinuncia a favore di “DISNEY” all’acquisto delle pagine domenicali e strisce in nero, disegnate da Walt Disney e concessele dalla Spett. King Features Syndicate col contratto del 19 Gennaio 1933 (…) Tutti i diritti sopra gli albums delle storielle aventi a protagonista la figura di Topolino-Mickey Mouse, già pubblicati da “NERBINI” (…) vengono esplicitamente eccettuati dal complesso di pattuizioni e rinuncie oggetto della scrittura privata presente. “NERBINI” conserva quindi il diritto di pubblicare tutti gli albums, per i quali ha già liquidato a “DISNEY” per anticipazione i relativi diritti, e si riserva la facoltà ed il diritto di effettuarne quante ristampe crederà opportuno durante un periodo di tre anni dalla data della presente scrittura (…) “DISNEY” a titolo di rimborso per le spese di lancio e di indennizzo per la introduzione, l’avviamento ed altra propaganda sostenuta da “NERBINI” per il giornale ”TOPOLINO”, la proprietà del cui titolo è sempre rimasta esclusivamente a “DISNEY” [il grassetto è mio] il quale ne aveva concesso a “NERBINI” il solo sfruttamento per un periodo definito e limitato, accetta e si impegna a versare a “NERBINI” la somma di lire trecentomila (…) si ripete e si precisa che il complesso degli impegni assunti da “NERBINI” verso “DISNEY” nella presente scrittura privata si sostanzia e si limita nel cessare la pubblicazione del giornale ”TOPOLINO” col numero recante la data del 4 agosto 1935, e nel cessare altresì la pubblicazione di ogni e qualsiasi supplemento di detto giornale a quella stessa data; (…) nella rinuncia integrale ed incondizionata di ogni e qualsiasi diritto “NERBINI” potesse avere acquistato in seguito al lancio, introduzione ed avviamento del giornale “TOPOLINO” e supplementi in base alle vigenti norme e leggi sulla stampa.
(Listri, op. cit.)
N.B.: “DISNEY” sta per Walt Disney-Mondadori.
Quando è ormai definito il passaggio a Mondadori dell’esclusiva Disney, la redazione di Topolino ovviamente tira i remi in barca. Esaurita la pubblicazione di Topolino e Pluto corridore e poi della storia in corso di Cino e Franco (La tribù degli Uomini Leopardo), come da perentori termini contrattuali, il settimanale passa a Mondadori. Il numero 135 è impaginato con lucidi di vecchie tavole prese dalla storia di Wolp e con poco altro.

Ironia della Storia, Paolo Lorenzini (Collodi Nipote), che si era teatralmente chiamato fuori alla fine del 1933, per motivi “culturali”, firma di nuovo il settimanale alla sua chiusura, come farà del resto per tutti gli altri periodici Nerbini, L’Avventuroso compreso, fino alla guerra.


Con questa pagina, termina il Topolino Nerbini. L’editore si porta via le strisce giornaliere di Cino e Franco, per i quali ha già preparato una casa tutta loro. Con il numero 137 del settimanale subentra Mondadori, che ha comunque provveduto a parare il colpo assicurandosi i diritti delle tavole domenicali degli stessi eroi, che fin dal numero successivo propone nelle stesse pagine, mutando solo il nome in Tim e Tom. Con un atto da gentiluomo di altri tempi, Nerbini pubblica addirittura un trafiletto, in cui avverte i lettori della novità.

Un bilancio del settimanale Topolino edito da Nerbini non può che essere ampiamente positivo. E ciò nonostante gli incertissimi inizi, le ricolorazioni, le traduzioni assai discutibili e un certo disordine generale.
Voglio solo sottolineare una cosa, che spero le immagini abbiano reso evidente: il Topolino Nerbini è oggi assai prezioso non tanto per la sua rarità in ambito collezionistico, quanto soprattutto per il suo valore intrinseco: intendendo con questo i contenuti a fumetti, ma anche la stampa e perfino la carta, che è di tale ottima qualità (acid free, diremmo oggi) da mantenersi ancora bianca ottant’anni dopo, a differenza di quella dei periodi Mondadori e Vecchi, fragile e ingiallita. In epoca di Ipad questi valori “tattili” sembrano non avere più dignità, ma secondo me sono invece di grande importanza per la fruibilità e in generale la leggibilità di un’opera, specie se a fumetti.
Per concludere, mi sembra interessante documentare il modo in cui Nerbini si attiene ai termini del contratto. Un catalogo Nerbini databile 1936, acquistato in asta da Claudio Gioda (che ringrazio per avermi messo a disposizione le fotografie), riporta l’elenco degli albi editi a Firenze, che Nerbini ristampa varie volte e cerca di far circolare il più possibile.


Tale pubblicità è, come abbiamo visto, ammessa esplicitamente dal contratto di cessione di Topolino. Esistono almeno due successivi cataloghi Nerbini, databili 1937 e 1940. Nel primo, di cui in questa sede riproduco solo la copertina e la pagina dedicata a Disney, sono riportati ancora i nove albi “canonici”, escluso Topolino contro Wolp.


Nel secondo, datato aprile 1940, che pure è ancora profusamente illustrato nelle pagine interne, con le immagini degli ormai proibitissimi eroi americani, Topolino è assente.



Chiedo scusa, ho letto bene?
I diritti italiani dei fumetti King Features Syndacate spettavano a Mussolini?
Caro lettore,
faccio una necessaria premessa: gli articoli che Sauro Pennacchioli pubblica su Giornale Pop, dando loro una grande visibilità, sono un po’ datati. Avrebbero bisogno di vari aggiornamenti. Molte imprecisioni e inesattezze sono state a suo tempo corrette nel saggio “Eccetto Topolino” (NPE, 2021), di cui a novembre uscirà una sospirata nuova edizione.
Detto questo, com’è specificato nel testo, l’affermazione che il KFS versava le royalties sul conto di Mussolini è (debitamente virgolettata) del compianto Ezio Ferraro, è priva di documentazione e va considerata una sua illazione. Provammo a cercare conferme, ma non le trovammo.
La realtà è molto più complessa e la invito, se vorrà, a leggere la nuova edizione di Eccetto Topolino. Grazie per l’attenzione!
Grazie a lei. La cosa singolare è che si tratta di un’ipotesi talmente inaspettata che viene addirittura da pensare: “Nessuno potrebbe inventarsela, una cosa simile”.
Mussolini aveva un contratto per un tot di articoli da vendere agli americani, se non ricordo male. Quindi i pagamenti potrebbero anche essere avvenuti in maniera tortuosa. Non si capisce comunque perché avrebbe dovuto intascare denari non suoi.
Quello che Ferraro ipotizzava, dandolo per acquisito, nel suo saggio, era proprio questo: che Mussolini non fosse pagato direttamente, per i suoi articoli sui quotidiani americani, ma dirottando sul suo conto parte delle royalties versate da Nerbini. Ripeto: ipotesi non documentata.