MILLE E UNA SERA: DA KAREL ZEMAN A OSVALDO CAVANDOLI

MILLE E UNA SERA: DA KAREL ZEMAN A OSVALDO CAVANDOLI

Mille e una Sera è stato un programma-contenitore curato dal regista cinematografico Luciano Pinelli, con la collaborazione di Gianni Rondolino. La trasmissione ha presentato cortometraggi e lungometraggi animati, anche con pupazzi, di tutto il mondo, offrendo un’ampia panoramica.
La prima edizione è stata trasmessa dal Secondo canale (l’attuale Rai Due) ogni sabato sera alle 21,15 a partire dal 10 ottobre 1970 fino al 12 giugno 1971.

Sono seguite altre tre edizioni, trasmesse sempre di sabato sul Secondo canale alle 21.15.
La seconda dal 23 ottobre 1971 fino al 29 gennaio 1972.
La terza dal 20 maggio 1972 fino al 24 giugno 1972.
La quarta e ultima partiva il 7 ottobre 1972 e finiva il 30 dicembre 1972.

Analizziamo la programmazione partendo dalla prima edizione.

Le prime quattro puntate del programma sono dedicate al regista e animatore cecoslovacco Karel Zeman (1910-1989).
I film di Zeman di genere fantastico uniscono il disegno animato, la stop motion con i pupazzi e le riprese con attori reali. Molte sue opere si ispirano ai romanzi di Jules Verne.


Il 10 ottobre va in onda La diabolica invenzione (Vynález skázy), un film del 1958 incentrato sullo scienziato Roche (Arnost Navrátil) e sul suo giovane amico Simon Hart (Tokos Lubor).


I due intendono realizzare un nuovo potente esplosivo.


Ma prima che ci riescano vengono rapiti dal conte Artigas (Miroslav Holub) che, alla guida di un sottomarino, saccheggia le navi di passaggio.


Il professor Roche è costretto a continuare il proprio lavoro per il malvagio conte, mentre Simon è tenuto prigioniero.


Il giovane tenta comunque di inviare messaggi verso l’esterno per chiedere aiuto…

 

 

La settimana successiva, il 17 ottobre, viene trasmesso: Il Barone di Munchausen (Baron Prasil), film del 1962 basato sul classico romanzo di Rudolph Erich Raspe.

Il Barone (Milos Kopecký) ha lasciato la Terra per trasferirsi sulla Luna.

Sul satellite naturale un giorno arriva anche Tonik (Rudolf Jelínek), il primo astronauta.


Da lui il Barone apprende che gli uomini, come è loro abitudine, sono bravi solo a farsi la guerra.


Il Barone accetta di tornare sul nostro pianeta per liberare la principessa Bianca (Jana Brejchová) dal malvagio Sultano (Rudolf Hrusínský) che l’ha imprigionata.

Sbaraglia l’esercito del Sultano e alla fine si rende conto che la bella Bianca è innamorata dell’astronauta Tonik. Decide quindi portare entrambi sulla Luna.

Anche questo film Karel Zeman fa muovere gli attori tra animazioni di vario tipo e fondali dipinti.

 

 

Il 24 ottobre va in onda Cronache di un vagabondo (Bláznova kronika, 1964) e il 31 ottobre I ragazzi del Capitano Nemo (Ukradená vzducholod), film del 1966 basato sul romanzo “Due anni di vacanze” di Jules Verne. Parliamo di quest’ultimo.


Cinque ragazzi (interpretati da Hanus Bor, Jan Cizek, Jan Malát, Michal Pospísil e Josef Stráník) sono a bordo di un dirigibile avveniristico per l’epoca, con il quale viaggiano per il mondo.


Devono difendersi da militari e spie, che vogliono impossessarsi del velivolo per i loro loschi motivi.


Finché i ragazzi raggiungono l’isola nella quale si trova il leggendario capitano Nemo…

Il 7 novembre quarta puntata del programma e ultima dedicata a Karel Zeman. Vengono trasmesse due opere, la prima è Viaggio nella preistoria (Cesta do praveku), un film del 1955 ispirato sempre da Verne.


Si racconta la storia di quattro ragazzi (interpretati da Vladimir Bejval, Petr Herrman, Zdeneck Hustak, Josef Lucas), i quali, con una barca, navigano su un fiume addentrandosi in una grotta misteriosa. Una volta usciti, man mano che vanno avanti lungo il percorso, viaggiano a ritroso nel tempo, ripercorrendo le diverse ere geologiche.


Inizialmente sono accolti da un mammut, poi dai dinosauri e infine arrivano all’oceano primordiale in cui la vita sulla Terra ha avuto inizio.


Tutto è realizzato con modellini animati in stop motion.

La seconda opera è Re Lavra (Král Lávra), cortometraggio del 1950 con pupazzi animati in stop motion. Racconta la storia di un re stravagante fissato con la barba e i capelli fluenti.

Dal 14 novembre inizia un nuovo ciclo a cura di Mario Accolti Gil, con la collaborazione di Gianni Rondolino e la presentazione di Enzo Jannacci. Questo ciclo è dedicato ai classici del cartone animato.

A inaugurare il nuovo blocco è Walt Disney, con il cartone animato Paperino dallo psicanalista. Nella seconda puntata del 21 novembre troviamo Qui, Quo, Qua teleutenti turbolenti.
Il 28 novembre terza e ultima serata in compagnia di Walt Disney com Il libro delle favole e Silly Symphonies – La lepre e la tartaruga (The Tortoise and the Hare),  cortometraggio del 1935 .

Il 5 dicembre si parla di Stephan Bosustow (1911-1981), un produttore cinematografico canadese che dopo aver lavorato alla Disney realizzò il personaggio di Mister Magoo. Viene infatti trasmesso Le notti arabe di Mister Magoo (1001 Arabian Nights), del 1959.

Il primo lungometraggio d’animazione prodotto dalla compagnia indipendente Upa (United Productions of America) si ispira alla favola della lampada di Aladino, con Magoo che interpreta uno zio di Aladino: Abdul Aziz Magoo.
Il malvagio Wazir vuole sposare la figlia del sultano, Yasminda, e si spaccia per un vecchio fratello di Magoo al fine di farsi aiutare da Aladino per appropriarsi della lampada magica. Ma Aladino scopre il piano e usa la lampada per combattere il malvagio Wazir, alla fine sposa lui Yasminda.

Il 12 dicembre tocca all’animazione giapponese, con Taiji Yabushita (1903-1986), regista e sceneggiatore di Hakujaden – La leggenda del serpente bianco, del 1958. Primo lungometraggio animato giapponese a colori.


Il piccolo Xu Xian compra un serpente bianco: quando si trasforma in una ragazza di nome Bai Niang è costretto ad abbandonarlo. Diventato adulto, Xu Xian, insieme ai suoi amici Panda e Mimi, ritrova Bai Niang e si innamora di lei, ma il monaco Fa-Ha dichiara che Bai Niang è uno spirito maligno mettendo i bastoni tra le ruote.

Il 19 dicembre puntata dedicata ai francesi con un cartone di Jean Image (1910-1989), regista e animatore nato in Ungheria naturalizzato francese.
Jeannot l’intrepido (Jeannot l’intrépide) è il primo lungometraggio animato francese, realizzato nel 1950.


Jeannot e i suoi fratelli si perdono nella foresta e, dopo un viaggio pieno di insidie, vengono catturati da un malvagio orco che usa un macchinario per ridurli alla dimensione di insetti.

Jeannot, riuscito a fuggire, salva un’ape regina da un’invasione di calabroni. Viene quindi accolto nella terra delle api e, alla guida dei suoi nuovi amici e di altri insetti, attacca il castello dell’orco.


Il 26 dicembre torna Stephan Bosustov con La notte di Natale di Mr. Magoo (Mr. Magoo’s Christmas Carol), storia ispirata al famoso racconto di Charles Dickens sull’avido Ebenezer Scrooge.

Con la prima puntata del nuovo anno, il 2 gennaio 1971 (realizzazione di Stefano Roncoroni, a cura di Otello Sarzi), inizia il ciclo di “Mille e una sera” dedicato ai pupazzi di Jiří Trnka (1912-1969), animatore e regista cecoslovacco, famoso per i suoi pupazzi animati con la tecnica del passo uno: i pupazzi vengono mossi dopo ogni singolo scatto della cinepresa.

Trnka segue di persona la creazione dei propri personaggi e, a volte, interviene nella creazione del pupazzo o dei suoi abiti. Le sue opere traggono spunto dalla storia e dalle leggende della propria nazione  da opere estere.


Nello stesso giorno vengono trasmessi Il canto della prateria (Árie prérie) del 1949, e La leggenda di San Procopio (Spalicek), del 1949.

Il 9 gennaio Il principe Bajaja (Princ Bajaja),  del 1950.

Il 16 gennaio Il bravo soldato Schweijk (Dobrý voják Svejk), del 1955.


Il 23 gennaio Antiche leggende boeme (Staré pověsti české), del 1953.

Il 30 gennaio L’usignolo dell’Imperatore (Císařův slavík), del 1949. Una favola di Hans-Christian Andersen su un giovane imperatore cinese e dell’usignolo dal meraviglioso canto, di cui si vuole impadronire.


Il 6 febbraio ancora Antiche leggende ceche (Staré pověsti české).


Il 13 febbraio Sogno di una notte di mezza estate (Sen noci svatojanske), del 1959.


Il 20 febbraio ultima puntata dedicata ai pupazzi di Jiri Trnka con La mano (Ruka), del 1965.

Il 27 febbraio inizia il ciclo di “Mille e una sera” realizzato da Sergio Spina, con la presentazione di Paolo Poli, dedicato alle Favole di La Fontaine (Fablio le magicien, 1969), di Georges La Grandière (1913-1972), produttore e sceneggiatore francese.


La Fontaine (1621-1695) fu uno scrittore e poeta francese che realizzò diverse favole con protagonisti gli animali.
Nella prima serata viene trasmesso Un borghese alla corte di Re Sole. Il 6 marzo Gli animali tra noi. Il 13 marzo La morale dei moralisti. L’ultima puntata del ciclo di favole va in onda il 20 marzo.

Dal 27 marzo inizia il ciclo di “Mille e una sera” dedicato al cinema d’animazione italiano. Si parte con West and Soda dell’animatore, disegnatore e regista italiano Bruno Bozzetto (nato nel 1938).


Il 3 aprile La lunga calza verde, del regista italiano Roberto Gavioli (1926-2007).

Si tratta di un cortometraggio del 1961 con la sceneggiatura di Cesare Zavattini e dello stesso Gavioli, che ci racconta gli avvenimenti che hanno portato all’unità dell’Italia.

Il 10 aprile Putiferio va alla guerra, film del 1968 sempre di Gino e Roberto Gavioli.


Si narra la lotta tra le formiche gialle e quelle rosse. La protagonista è Putiferio, una caparbia piccola formica gialla. Le formiche rosse sono le più forti e sconfiggono gli avversari, nonostante Putiferio organizzi una strenua resistenza. Anche se perde la guerra, Putiferio non si dà per vinta e organizza la guerriglia, ma incontra il comandante delle formiche rosse e si innamora di lui… L’arrivo di un comune nemico, un formichiere, fa sì che tutte le formiche, gialle e rosse, si uniscano per combatterlo insieme.

Il 17 aprile torna Bruno Bozzetto con Vip, mio fratello superuomo, presenta Tommaso Chiaretti.


I Vip sono supereroi che da tempo difendono la giustizia. Finché ne arrivano due, di cui uno super-forte come di consueto, mentre l’altro, Minivip, è imbranato e inutile. Anche se alla fine rivelerà doti nascoste.

Il 24 aprile va in onda La Rosa di Bagdad, film d’animazione del 1949 del produttore cinematografico e regista Anton Gino Domeneghini (1897-1966).


Amin suona il flauto alla corte del sultano ed è innamorato della principessa Zeila, che lo ricambia, ma il perfido visir Jafar vuole per sè la principessa, perché sposandola potrà impadronirsi del regno. Il visir si fa aiutare dal mago Burk: i tre ministri del sultano, Zirco, Tonko e Zizzibè, buoni d’animo ma imbranati, cadono vittime di un maleficio che li rende inoffensivi. Però Amin riceve l’aiuto da una mendicante alla quale aveva fatto la carità, in possesso di una potente magia.
Il film ha vinto il primo premio al Festival dei Ragazzi della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia nel 1949.

Il 1 maggio tocca a I fratelli dinamite, film degli animatori, fumettisti e registi Nino (1908-1972) e Toni Pagot (1921- 2001).


Presentato alla Mostra cinematografica di Venezia nel 1949 insieme a La rosa di Bagdad, con la quale contende il primato di primo lungometraggio di animazione italiano e a colori (la sua lavorazione era iniziata nel 1942, in piena guerra).
Il film è composto da vari episodi: si parte dall’infanzia dei tre fratellini protagonisti su un’isola selvaggia, fino al loro ritrovamento da parte di alcuni esploratori e il ritorno alla civiltà. Dopo la presentazione alla decima Mostra di Venezia, incontra scarso successo nelle sale cinematografiche italiane. Resta immagazzinato finché la Rai ne richiede una copia per la messa in onda all’interno di “Mille e una sera”.

L’8 maggio ancora cinema d’animazione italiano con la puntata intitolata “I pionieri”. Vengono trasmessi La guerra e il sogno di Momi, realizzato nel 1916 dal regista, sceneggiatore e produttore cinematografico Giovanni Pastrone (1882-1959), pioniere del cinema italiano noto soprattutto il kolossal Cabiria.


Il cortometraggio è su un ragazzino che sogna una guerra tra pupazzi in miniatura.

Seguono Pinocchio (1911) dell’attore, produttore cinematografico e regista francese, naturalizzato italiano, Polidor alias Ferdinand Guillaume (1887-1977); Barudda è fuggito (1940) di Umberto Spano e Goghi Faggioni, che mostra una galleria di personaggi in comiche avventure; Nel paese dei ranocchi (1942) di Antonio Rubino (1880-1964), noto soprattutto per le sue tavole per il Corriere dei Piccoli, narra la storia del ranocchio Tardino.


I sette colori, sempre di Rubino: un inno alla luce e ai colori dell’arcobaleno.


L’ultimo sciuscià (1948), dell’animatore, regista, fumettista, illustratore e scrittore italiano Francesco Maurizio Guido, in arte Gibba (1924-2018) narra la vicenda di un lustrascarpe sfortunato e del suo cane Matteo con il quale, una sera, sale verso le stelle per non tornare mai più.

Il 15 maggio vanno in onda svariati cortometraggi del regista cinematografico Giulio Gianini (1927-2009) e dell’animatore e illustratore Emanuele Luzzati (1921-2007):

Il castello di carte;

L’italiana in Algeri;

La gazza ladra;

I paladini di Francia;


e la sigla con i titoli di testa del film L’armata Brancaleone.

Il 22 maggio ci sono i cortometraggi del disegnatore satirico, regista e animatore Giuseppe Zaccaria alias Pino Zac (1930-1985): Superman in grigio; Teano; Il dito d’autorità; Ordine alfabetico; Bach suite inglese n. 2; Noises; Welcome to Rome; Pochi maledetti e subito.
Pino Zac utilizza attori, filmati e disegni.

Il 29 maggio vengono trasmessi, per la serie dal titolo “I cortometraggi oggi”, Un uomo sbagliato di Nedo Zanotti; La Linea di Osvaldo Cavandoli; Relax di Cingoli; L’Onesto Giovanni di Osvaldo Riccardo; Volare necesse est, Boomerang e Marriage di Max Massimino Garnier; Il sangue non è acqua di Guido Gomas; Ogni regno di Bignardi; K. O. di Manfredo Manfredi.


La Linea è l’ancora oggi noto personaggio dell’animatore, regista e fumettista Osvaldo Cavandoli (1920-2007).

Il personaggio percorre una linea infinita di cui fa parte e, lungo il suo cammino, incontra diversi ostacoli rivolgendosi al suo disegnatore con un linguaggio incomprensibile per chiedergli, in modo anche impaziente e autoritario, che intervenga a risolvergli i problemi. Nasce nel 1969, quando Cavandoli lo presentò alle agenzie che realizzavano filmati pubblicitari per Carosello della Rai. Il personaggio fu scelto dall’ingegner Emilio Lagostina, titolare dell’omonima industria di pentole a pressione, come suo sponsor. In seguito La Linea avrà vita propria, slegata dal prodotto pubblicizzato.

Il 5 giugno seconda parte dedicata ai cortometraggi dei giovani disegnatori italiani. Vengono trasmessi La sedia di Castronuovo, Uomini stanchi di Fabris e Rotocalco di Manfredi.

Il 12 giugno ultima puntata di “Mille e una sera” con un servizio “Speciale su Pinocchio”. Si rivede il Pinocchio dell’epoca del muto di Polidor, giù presentato dalla trasmissione, e alcune interpretazioni classiche del cinema estero. Due brani tratti dai film in preparazione di Cavandoli e dei fratelli Cenci. E poi l’anteprima dello sceneggiato Pinocchio di Luigi Comencini con Nino Manfredi.

La sigla del programma “Mille e una Sera” cantata dai Nomadi

 

“Mille e una sera” ha permesso di far conoscere al grande pubblico della prima serata televisiva una vasta produzione animata in tutte le sue tecniche, di vari Paesi e di diverse epoche.

 

3 commenti

  1. Ero una bambina in quegli anni, ma guardavo Mille e una sera e lo trovavo meraviglioso. Ricordo in particolare un cartone animato in cui una donna veniva, mi pare, accusata di esserevuna strega e trascinata fuori da un villaggio dagli abitanti che volevano ucciderla. Ma ad un certo punto i capelli della donna cominciavano a crescere a dismisura e, come un mare, ricoprivano ogni cosa. Erano immagini potentissime. Purtroppo non ne ricordo il titolo e non sono mai più riuscita a rintracciarlo.

  2. Sarano stati “raffinati” giacché spesso ispirati ad antiche incisioni ma… lo devo proprio dire… io trovavo i “cartoni animati” (?) di Karel Zeman enormemente noiosi e soporiferi. Oh, finalmente l’ho detto!

  3. Pazzesco: il livello dell’offerta culturale tv era davvero altissimo ai tempi!

    Impensabile, anche solo dieci anni dopo, avere animazione in prima / seconda serata… giusto Nichetti riuscìva a spuntare un Fantasy Party su Rai3, ma a ore tardissime. E ogni tanto i cartoon warner di Marco Giusti in pre-serale. Gli anni ’80/90 Rai furono ancora decenni nel complesso molto buoni, ma progressivamente sempre meno, fino al crollo post 2000.

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