IL CUORE DI CAPITAN HARLOCK NEL LEIJIVERSE

IL CUORE DI CAPITAN HARLOCK NEL LEIJIVERSE

“La nostra storia risale a tanti anni fa. Al lontano 2977, quando un pirata, deriso da un’umanità concentrata solo su se stessa, fidando in un futuro migliore, salpa, con il suo equipaggio che condivide i suoi sogni, verso gli spazi immensi del cosmo. Egli vaga verso stelle lontane. Il suo vessillo è un teschio bianco in campo nero. Vive la sua vita in uno spazio senza confini e senza domani, in armonia con le leggi dell”universo. Libero! Egli è Capitan Harlock“.

Capitan Harlock è un “pirata spaziale” nato come manga grazie ai testi e i disegni di Leiji Matsumoto, che lo ha pubblicato dal 1977 al 1979 per l’editore giapponese Akita Shoten. La serie animata è stata trasmessa in Giappone da Tv Ashai dal 1978 all’anno successivo e proprio nel 1979 è stato presento in Italia su Rai 2.

Vestito di nero, con le cicatrici che gli solcano il volto, benda sull’occhio e un uccello sulla spalla, capitan Harlock è uno dei personaggi cardine dell’universo narrativo di Leiji Matsumoto: il cosiddetto Leijiverse.
Parlare di universo coerente è però un azzardo. A prima vista ci sono un sacco di incongruenze narrative e di eventi che raccontano di tempi, luoghi e modi differenti. Chi ama Matsumoto, comunque, sa che per lui lo spazio e il tempo sono solo delle direzioni che i suoi personaggi percorrono.


Spesso Matsumoto parla di un punto in cui gli anelli temporali (toki no wa) si congiungono, e i suoi personaggi non fanno altro che percorrere questi anelli temporali ciclici in attesa che la congiuntura avvenga.
Una tematica cara all’autore è il concetto di eterno ritorno… di nuova primavera, non solo intesa come stagione ma anche come rinascita per avere nuove occasioni. È questo il destino di Lamethal, pianeta gemello alla Terra che ogni 1000 anni ne incrocia la rotta permettendo così un’effimera e breve primavera dopo un lungo e gelido inverno. I rapporti che intercorrono tra i vari personaggi, come alcuni pianeti o luoghi sono punti fermi nella narrazione.

Proveremo ora a stabilire un ordine “cronologico”, per quanto abbastanza approssimato, per orientarci nel Leijiverse.
Uno dei punti fermi dell’universo matsumotiano è l’amicizia tra gli Oyama e gli Harlock. Esempi di questo sodalizio li abbiamo in “Gun Frontier” quando Franklin Harlock e Tochiro Oyama girano in lungo e in largo per una immaginaria frontiera americana alla ricerca di immigrati giapponesi scomparsi misteriosamente.
Un altro incontro tra gli Oyama e gli Harlock avviene durante la Seconda guerra mondiale. Narrato nel film cinematografico dedicato ad Harlock tratto da una storia disegnata nel 1976, Fumetsu no Arcadia, proveniente sempre dal manga bellico “Gun Frontier”. Racconta di come Phantom Harlock II, pilota tedesco, aiuta un antenato di Tochiro a scappare dalla guerra in Svizzera. Questo metterà le basi dell’amicizia che scorrerà tra i due personaggi in futuro.


Ma il vero inizio di tutto è sicuramente quello che viene raccontato in Sennen Joo (in Italia “La Regina dei Mille Anni”) che narra la storia di Yayoi Yukino e di un ragazzino Hajime Amamori.
Yayoi non è altro che la regina dei mille anni, una misteriosa donna proveniente da Lamethal destinata a guidare l’umanità per 1000 anni. Eviterà la collisione tra la Terra e il suo pianeta natale, purtroppo condannandolo a un eterno inverno. La rotta del pianeta infatti sarà inevitabilmente cambiata e si allontanerà sempre più dal sole. Nelle opere più recenti di Matsumoto, Maetel Legend e Space Symphony Maetel, apprendiamo che, ancora in vita, Yayoi diventa la regina di Lamethal. Per dare un domani alla sua gente acconsente alla meccanizzazione facendosi convincere da Hard Gear. La meccanizzazione non cambia solo il corpo ma anche la mente della regina e questo fa sì che le sue due figlie, Maetel e Esmeralda, pur se in modo diverso si ribellino alla madre. E queste due eroine le troviamo in altre opere del Leijiverse.

Maetel farà da guida a un giovane ragazzo di nome Tetsuro Hoshino in Galaxy Express 999 nel lungo sentiero della vita aiutandolo a crescere e a sconfiggere, finalmente, la Regina di Lamethal.
Esmeralda, invece, dopo essere stata letteralmente chiamata dalla sua nave, la Queen Emeraldas, incontra Tochiro, grande amico di Harlock, diventandone l’amante.
Tochiro, ammalatosi gravemente, trasferisce la sua anima nel computer di bordo dell’Arcadia, la nave dei sogni comuni che ha con Harlock.

Capitan Harlock, il personaggio più amato da Matsumoto, incarna l’uomo libero da vincoli, pronto a vivere la sua vita in piena libertà sotto una bandiera per inseguire i propri sogni.
Il nome del personaggio nasce ai tempi della scuola, quando Matsumoto scandiva i suoi passi gridando la parola Harlock.

Se le donne matsumotiane sono tutte altissime e magrissime con una lunga chioma, in genere bionda, e gli uomini comuni sono bassi, tarchiati e non belli, Harlock invece è rappresentato alto e longilineo. Il suo volto è segnato da cicatrici e porta una benda. Queste menomazioni per Matsumoto rappresentano il simbolo della perseveranza e delle avventure che il personaggio ha vissuto, indicandone anche i principi.

Il teschio, bianco su fondo nero, vessillo di Harlock, non è utilizzato per incutere timore ma, come afferma Matsumoto, come segno di determinazione e di voglia di battersi fino alla fine.

La storia del manga di Harlock parla dell’invasione delle aliene dell’impero di Mazone. I Terrestri attraversano un’epoca di pace e di prosperità. La popolazione riceve dal governo tutto ciò di cui ha bisogno per la sua sussistenza e nessuno deve più lavorare, rendendo così l’umanità imbelle, pavida e dissoluta.
In un simile contesto giunge dal cielo un’enorme sfera nera, il Pennant, che annuncia all’umanità la venuta sulla terra della flotta Manzoniana, un potente popolo alieno.
In pochi si rendono conto del pericolo, tra questi il professor Daiba e Capitan Harlock. Quando muore il professore, suo figlio, Tadashi, sale sull’astronave Arcadia dove incontra Capitan Harlock.

Le differenze tra anime e manga stanno soprattutto nella rappresentazione del protagonista. L’Harlock del manga è sicuramente più crudo e più decadentista, più simile a un pirata rispetto a quello dell’anime. Disprezza i terrestri per quello che sono diventati, non ha problemi a depredare le navi a prescindere dal carico.


Tra i grandi ideali di Harlock c’è quello dell’amicizia, e lo si capisce in vari passi, citando il “patto” stipulato tra lui e Tochiro che crea un indissolubile legame. Ed è proprio la mancanza del suo amico che lo rende più nichilista e cinico. In qualche modo si salva da questo senso di distruzione quando, a seconda dei casi, parla con il computer dell’Arcadia o quando si ferma nelle sue stanze a riflettere assieme a Meeme.


Nell’anime invece sembra più addolcito e anche le sue incursioni sono motivate: ruba il grano per creare delle scorte da utilizzare nel momento in cui l’umanità, distrutta dallo scellerato utilizzo delle risorse, ne avrà bisogno. È più legato alla Terra anche perché lì risiede il frutto dell’amore tra Tochiro e Emeraldas, la piccola Mayu.
Mentre nel manga questa figura è solo accennata e non viene mai presentata, nell’anime, in più momenti della storia, assume ruoli importanti.

Un altro personaggio creato ad hoc per l’anime è Kirita. Assente completamente nel manga, è forse l’unico terrestre che ha ancora delle motivazioni. Il finale, aperto nel manga in perfetto stile matsumoniano, senza una vera battaglia risolutiva tra Raflesia, la regina di Mazone, e Harlock, nell’anime lo vede abbandonare la Terra, assieme alla fedele Meeme e all’Arcadia sapendo di aver lasciato il pianeta nelle ottime mani di Tadashi e del resto dell’equipaggio.


Nel 1982 viene prodotto dalla Tokyu Agency il cartone animato cinematografico di Harlock dal nome Waga Seishun no Arcadia.
La storia contiene alcune incongruenze rispetto ai fatti narrati precedentemente. Si tratta di un prequel realizzato utilizzando vari manga scritti in precedenza da Matsumoto tra cui alcuni capitoli di The Cockpit, manga a episodi di ambientazione bellica.
In questo film viene introdotto il popolo degli Illumidas che, conquistata la Terra, spingeranno Harlock a fare la sua scelta di vivere libero nello spazio.

La serie animata televisiva del 1982-1983, Harlock SSX, è la continuazione degli eventi narrati nel film. Pur se tecnicamente superiore rispetto alla prima, la sceneggiatura di questa seconda serie non raggiunge i picchi di eccellenza della serie classica.

Da ragazzo Matsumoto ascoltò la marcia funebre di Sigfrido di Richard Wagner, e fu un colpo di fulmine. Proprio per questo uno dei suoi più grandi sogni fu quello di realizzare una versione futuristica della quadrilogia dell’anello del Nibelungo utilizzando i suoi personaggi. Il primo atto di questo ambizioso progetto fu realizzato nel 1991. Da questo manga, qualche anno dopo, nel 1998, venne realizzata una serie di Oav di 6 episodi sotto il nome di Harlock Saga.

L’oro del Pianeta Reno viene rubato da un misterioso ladro che ne fa forgiare un anello, con il quale è in grado di dominare l’universo. Questo mette in allarme gli abitanti del Wahlalla, pianeta situato al centro esatto dell’universo: una stirpe antichissima che vive in una sorta di non-tempo. In questi accadimenti si trova invischiata Meeme, appartenente alla stirpe dei Nibelunghi, e amica di Harlock.

Il progetto fu continuato alla fine degli anni novanta, in piena epoca internettiana. Infatti il fumetto non fu pubblicato su carta, ma uscì periodicamente, forse il primo nel suo genere, su un sito internet.

Nel 2001 esce un nuovo anime, questa volta per la tv: Cosmo Warrior Zero. Qui Harlock è coprotagonista assieme a Cosmo Warrior, soldato dell’esercito terrestre, incaricato dal nuovo governo provvisorio, installatosi dopo la sconfitta terrestre contro i meccanoidi, di catturare un giovane Harlock. Cosmo Warrior si ritroverà alleato con il pirata spaziale nello sconfiggere HellMatia che tenta di bloccare il processo di armonizzazione tra macchine e umani.
La serie spazia in vari campi riflettendo il diverso modo di vedere dei due rivali (ma non per questo nemici), in particolare l’idea di futuro e la strada da percorrere per arrivare a esso, poiché tratta anche il tema del razzismo degli umani verso i metanoidi e viceversa.

Nel 2004, per le insistenze di Rin Taro, regista della prima serie televisiva, escono i 13 Oav di Herlock Endless Odyssey. La storia è ambientata dopo l’invasione di Mazone. L’umanità ha conquistato lo spazio trasformando la Terra in un pianeta per deboli e vecchi. Il tempo dei pirati spaziali è ricordato dai pochi solo con toni nostalgici. Ma un nuovo pericolo, questa volta proveniente dal più lontano passato, minaccia tutto l’universo: i Noo, conosciuti dalle religioni più antiche come la Bestia e il diavolo.
La partecipazione di Matsumoto in questa serie è minima e un messaggio all’inizio di ogni Oav ci fa notare come il sensei consideri questa più un’opera di Rin Taro che sua.


Come è già stato detto, la figura di Harlock appare in tante opere sia cartacee che in animazione. Oltre al citato Gun Frontier fa una fugace apparizione nel manga di Uchuu Senkan Yamato, in Galaxy Express 999 (nel primo film il suo ruolo è addirittura importante per i fini della storia), e un’altra apparizione degna di citazione è in Dna Sights 999.9.
Capitan Harlock permetterà ai protagonisti di questo Oav di intraprendere la strada verso le stelle e dare l’avvio alla nuova razza umana, agli eroi che, come lui, vivranno liberi all’ombra della propria bandiera nello spazio eterno, a dispetto di chi preferisce ballare nel proprio piccolo Mondo.

Cliccare sull’immagine per vedere la sigla della storica serie animata di Capitan Harlock

 

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