PIER CARPI, DAI FUMETTI ALL’ESOTERISMO PASSANDO PER LA P2

PIER CARPI, DAI FUMETTI ALL'ESOTERISMO PASSANDO PER LA P2

Di recente mi è capitato di leggere un caso curioso, quello del fumetto spionistico Dany Coler della Cofedit, pubblicato nel 1965, sull’interessante blog di Sauro Pennacchioli: “La P2 nei fumetti degli anni sessanta: solo una coincidenza?”.

 PIER CARPI, DAI FUMETTI ALL’ESOTERISMO PASSANDO PER LA P2

 

In questo fumetto si parla dell’organizzazione P2. La Loggia di Propaganda, fondata dalla massoneria postunitaria, era stata rifondata (P2) dopo la Seconda guerra mondiale, e negli anni sessanta era passata sotto il controllo di Licio Gelli, il quale l’aveva usata per il suo piano di controllo politico (Piano Rinascita).

Dany Coler consta di undici numeri, sceneggiati da Furio Arrasich, cronista di nera e scrittore di gialli, nonché di vari fumetti dell’età dei “fumetti neri”.

La scena del fumetto non era estranea alla vera P2, del resto.

L’editore Gino Sansoni (1907-1980) e lo scrittore e sceneggiatore Pier Carpi (1940-2000) collaborarono a quanto pare con Licio Gelli in vari gradi (del rapporto di Carpi col “maestro venerabile” si scrive ad esempio qui, sostenendo un ruolo anche importante dell’autore nelle complesse strategie gelliane, specie nel far riconoscere la massoneria italiana da quella inglese). Sansoni ne pubblicò nel 1971 Luce di stelle alpine, la raccolta di liriche gelliane (vedi qui). Carpi è una figura indubbiamente affascinante, e poco ricordata.

Pier Carpi viene reclutato ancora ventenne dall’editore Sansoni nel nuovo Bertoldo come collaboratore, e poi direttore (1961-1966). Si trattava di un tentativo di ripresa della celebre omonima rivista di anteguerra che ospitava satira di blanda “fronda” al fascismo (1936-1943), quella di Giovannino Guareschi e soci (poi nel dopoguerra Guareschi ha creato Candido).

Nel 1962, Pier Carpi ha collaborato alla creazione di Diabolik. Tra l’altro, l’ispettore Ginko, l’avversario di Diabolik, prende il suo nome da Gino Sansoni con l’inserto di una K.
Angela Giussani, milanese del 1922, era entrata nel mondo del fumetto dopo il matrimonio con Sansoni (da cui poi divorziò). Volle fondare una propria casa editrice e, secondo il mito, nel creare Diabolik si sarebbe ispirata a un Fantomas ritrovato casualmente in treno.

Pare che Pier Carpi avesse lavorato alla prima sceneggiatura. Interessante notare che Diabolik nasce con un curioso legame con la cronaca nera e la fiction: nel 1957 Italo Fasan pubblica un primo giallo-noir intitolato Diabolic, a cui si ispira un killer torinese che nel 1958 compie un omicidio firmandosi Diabolich nella lettera con cui lo rivendica alla polizia. Il caso fa scalpore e gli viene dedicato il film Totò Diabolicus (1962, poco precedente a Diabolik). Naturalmente, Pier Carpi stesso sottolineava il suo ruolo nella creazione del personaggio, mentre le Giussani lo ridimensionavano. Curioso notare che il primo interprete grafico, il disegnatore Zarcone, sia misterioso e misconosciuto, come si ricostruisce bene qui.

Il fumetto di Diabolik, all’epoca, fu attaccato da più parti per la distruzione di ogni morale all’indomani del boom economico (1958-1963) che portava l’Italia nella modernità consumista. In effetti, in Diabolik viene pienamente celebrato, come eroe ammirevole e in fondo serenamente “borghese”, un assassino totalmente privo di scrupoli morali.

PIER CARPI, DAI FUMETTI ALL’ESOTERISMO PASSANDO PER LA P2

Zakimort viene disegnata da Aulo Brazzoduro, Pini Segna, Flavio Bozzoli, Pietro Gamba e altri

PIER CARPI, DAI FUMETTI ALL’ESOTERISMO PASSANDO PER LA P2

Teddy Bob viene disegnato da Giorgio Montorio e Pietro Gamba

 

Nel 1963, Carpi passa completamente al fumetto: scrive per il settimanale Topolino, ma anche alcune storie di Superman e Batman per Mondadori. Per Sansoni crea i tascabili di Zakimort (dal 1965 al 1972), una versione femminile di Diabolik, e Teddy Bob (dal 1966 al 1972), sul mondo giovanile dell’epoca beat. E nel 1964 inizia con la scrittura giallistica letteraria, sempre sotto il segno del noir.

Pier Carpi scrive anche il romanzo di Diabolik, nel 1969, ottenendo il premio Yellow Kid per il fumetto come miglior autore italiano, che indubbiamente premia anche la sua liason tra fumetto e letteratura.

PIER CARPI, DAI FUMETTI ALL’ESOTERISMO PASSANDO PER LA P2

 

Dal 1969 al 1972 con Alfredo Castelli dirige Horror, testata dell’orrifico di qualità pubblicata da Sansoni. Carpi vi celebra anche i suoi interessi esoterici, e in massimo grado quello per Julius Evola, mistico-filosofo legato al fascismo.

 

La produzione letteraria di Pier Carpi negli anni settanta è ormai tutta di stampo esoterico. Storia della magia, Le società segrete (1968), Cagliostro il taumaturgo (1972, e adattato in film nel 1975), I mercanti dell’occulto (1973).

Alfredo Castelli, che ricorda Pier Carpi con simpatia, ricorda anche come egli stesso “si credesse Cagliostro”, sottolineando anche la sua vicinanza, tramite la massoneria, alla casa Savoia.

Un elemento che si collega alla teosofia, che identifica in alcuni “immortali” (Saint-Germain, per esempio) dei propri “superiori sconosciuti”. La figura di Pier Carpi sarebbe in questo avvicinabile all’Aglié del Pendolo di Foucault, che Umberto Eco dichiarava come una fusione di Rol e Gelli (e, in questo, Pier Carpi funzionerebbe bene).

 

 

Un’ombra nell’Ombra, romanzo di Carpi del 1975, che divenne un film nel 1979, ha una trama decisamente occultistica. Stando a Wikipedia, “Carlotta, Raffaella, Lena e Agata si consacrano a Lucifero, che impedisce loro di avere rapporti sessuali. Dalle unioni infernali nascono Annalisa, figlia di Lena, e Daria, figlia di Carlotta. Annalisa vive come una tragedia l’essere figlia del demonio e si suicida. Daria, invece, impara a convivere con i suoi terribili poteri e si compiace della sua ascendenza demoniaca. Un esorcista tenta di combatterla, aiutato da Carlotta, pentita, ma senza esito: Daria si dirige verso San Pietro, per sfidare il papa e ottenere il potere assoluto sulle anime”. Ha una fama di film sfortunato, quasi maledetto, di cui si tratta bene qui.

Nel 1975 tali temi passano anche in forma elevata-gnostica in Povero Cristo, film diretto da Pier Carpi e interpretato da Mino Reitano. Un giovane detective indaga su Cristo, per poi scoprire che è lui stesso, tramite la sua ricerca, a esserlo diventato: il tema della Nona Porta di Roman Polanski del 1999, rovesciato… Il film viene inizialmente ammesso e poi rifiutato, probabilmente per ragioni di prudenza, alla Biennale di Venezia.

Il tema esoterico-erotico è frequente nel fumetto nero e (un po’ meno) nel “cinema nero” anni sessanta e settanta, ma qui è curiosa la presenza di un autore chiaramente “esoterico” che usa, quindi, questi temi con una certa consapevolezza.

Negli stessi anni Pier Carpi è, stando a Wikipedia, in buoni rapporti con Edoardo Bratina, segretario della Teosofia Italiana (1974-1995).

 

Quindi Carpi scrive Le profezie di papa Giovanni: la storia dell’umanità dal 1935 al 2033, per Edizioni Mediterranee (1976) e La Banda Kennedy (1980, nuova edizione nel 1990).

Nel 1980 rimane coinvolto nel caso P2. Nel 1983 sarà intervistato da Enzo Biagi sui suoi legami con Licio Gelli, di cui Pier Carpi parla anche nei saggi Il caso Gelli (1982) e Il venerabile (1993). Negli anni ’90 creò anche un suo gruppo teosofico in Reggio Emilia.

 

L’amico Alfredo Castelli intanto ha portato, edulcorandoli un po’, i temi esoterici nei fumetti Bonelli con Martin Mystère (1982). Da lì a poco, Tiziano Sclavi sviluppa da par suo in Dylan Dog (1986) i temi orrorifici-esoterici.

Anche Carpi viene marginalmente coinvolto, scrivendo nel 1990 due episodi di Martin Mystère: L’eredità dei Teutoni e Il volto di Orfeo (numeri 160 e 161). Sempre per la Bonelli, scrive anche alcuni albi di Zona X, spin-off di Martin Mystere (pare abbia anche ipotizzato un numero dedicato a Cagliostro, mai pubblicato).

Pier Carpi continua comunque il lavoro propriamente esoterico, con varie opere a stampo iniziatico: Il diavolo: i riti, i sabba, gli esorcismi, tutti i segreti e i patti satanici, Editoriale Albero 1988; il film Il ventre di Maria (1992), da lui sceneggiato dal romanzo della moglie Franca Bigliardi, che presenta un nudo di Maria (poi censurato); e infine Gesù contro Cristo: tra magia e mistero, il romanzo che svela i segreti del Vangelo, Simonelli 1997, con una visione magico-gnostica della figura di Cristo.

 

Pier Carpi scompare nel 2000 a soli sessant’anni, sostanzialmente rimosso dal mondo del fumetto italiano di cui negli anni sessanta era stato uno degli autori più attivi.

La sua figura è ancora tutta da approfondire.

 

3 commenti

  1. Mi fa piacere che qualcuno ogni tanto ricordi Pier Carpi. Ringrazio anche per il link al mio vecchio blog nel quale ne scrissi (articolo riportato anche nel mio primo saggio, sulla massoneria).
    Fu un autore molto interessante e sicuramente dimenticato, forse perché troppo idealista.
    Ancora oggi, quando posso, raccolgo volentieri materiale su su lui. In uno dei suoi film, Un’ombra nell’ombra, lavorò anche un mio caro amico, ormai scomparso, che recitò la parte del tassista.

    • Come mai Carpi scelse proprio la provincia di Mantova come seconda dimora?
      E a partire da che anno?

  2. Io di Pier Carpi ricordo, chissà perché, un’intervista riportata da Graziano Origa qualche anno fa sul suo “Fumetti d’Italia”, dove Carpi raccontò che ai tempi di “Un’ombra nell’ombra” (1979) aveva tentato laidamente di portarsi a letto Marisa Mell, ma era andato in bianco !

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