I DINOSAURI PIUMATI CHE VIVEVANO IN MONTAGNA

I DINOSAURI PIUMATI CHE VIVEVANO IN MONTAGNA

Nelle rappresentazioni classiche delle faune a dinosauri mesozoici gli animali sono inseriti in un contesto climatico e ambientale abbastanza definito: una bassa pianura alluvionale, generalmente prossima al mare o a un grande specchio d’acqua, con clima tropicale-subtropicale.

Dettaglio del celebre murale di R. Zallinger: l’iconografia classica del Mesozoico

 

Poi è arrivato il Rinascimento dei Dinosauri, negli anni settanta e ottanta, e l’iconografia classica dell’ambientazione è cambiata lievemente. I dinosauri non erano più impantanati nelle paludi, bensì erano efficienti camminatori di radure subtropicali, semi-aride ma pur sempre a bassa quota.
Pur rimuovendo la palude in primo piano, le montagne restavano al massimo una remota silhouette di sfondo.

(c) G.S. Paul

 

La scoperta delle faune di dinosauri alle alte latitudini, in Australia e Alaska, fin dagli anni novanta, e le indicazioni di un clima temperato freddo per quelle regioni, non pare essersi imposta molto nell’immaginario iconografico dinosauriano.

Quelle erano pur sempre condizioni estreme, casi limite della vita dinosauriana, non la “normalità”. In ogni caso, anche in quei contesti, i dinosauri erano pur sempre collocati in scenari di pianura, a ridosso del mare, o lievemente collinare, con le alte montagne sullo sfondo.

(c) J. Lacerda

 

Pare che l’idea di avere dinosauri in ambienti montani veri e propri, sia quasi inconcepibile. Una serie di stereotipi ha influito su questa limitazione iconografica e concettuale, incanalando la nostra capacità immaginativa dentro un binario rigido di opzioni sceniche?

Temo di sì. In primo luogo, la persistenza, anche solo atrofizzata, dello stereotipo “impaludato”. I dinosauri li vogliamo vedere più o meno prossimi all’acqua, anche quando i dati paleo-ambientali li collocano in contesti aridi e persino desertici. Lo specchio d’acqua esteso pretende la pianura.
Le montagne appaiono quindi solo sullo sfondo, e sovente sono vulcani in eruzione (i vulcani che eruttano e le paludi sono due ambienti che, nella iconografia classica, immaginiamo come tipici di contesti “preistorici antichi”, sebbene entrambi esistano ancora oggi).

Ho il sospetto che questa iconografia abbia una causa storica. In particolare, temo che questa tipizzazione “ambientale” sia figlia di una narrazione iper-semplicistica e lineare della storia del pianeta, che dipingeva l’evoluzione biologica e ambientale come un progressivo allontanamento dall’acqua.
La vita nasce nel mare archeozoico, esce dall’acqua nel paleozoico, vive in basse paludi nel mesozoico, si adatta a contesti più elevati (anche evolutivamente?) e aridi nel cenozoico, divenendo polare e montana solo nel quaternario. Questa è l’iconografia classica.

In base a questa tipizzazione non è ammesso che ci sia vita in ambienti freddi e montani prima della fine del Cenozoico. Ergo, i dinosauri non possono essere immaginati in ambienti di alta montagna, con clima freddo, pareti rocciose ripide a strapiombo, strette conche fluviali  in un contesto invernale, brughiere innevate e pendii erbosi che guardano verso il fondovalle.

Spero che un giorno qualcuno vada a investigare l’origine di questi stereotipi.

Nel frattempo, a partire dalla metà degli anni novanta, sono stati scoperti i ricchi giacimenti con dinosauri piumati in Cina nord-orientale. Inoltre, seppur meno ricchi, abbiamo scoperto dinosauri piumati anche in siti tedeschi, canadesi e brasiliani.
Nel caso dei siti tedeschi e brasiliani, il contesto deposizionale è lagunare, quindi a ridosso del mare. I fossili canadesi parrebbero provenire da un contesto più continentale, ma pur sempre in un ambiente alluvionale di pianura. Nulla pare intaccare lo stereotipo.

E i siti cinesi? Quale era il contesto ambientale?

Zhang et al. (2021) svolgono analisi isotopiche sui carbonati dei paleosuoli di vari siti fossiliferi del Cretacico Inferiore della zona nord-orientale della Cina, e li combinano con le indicazioni sulla storia tettonica di quella regione.
Le analisi indicano che i contesti ambientali da cui provengono i famosi dinosauri piumati avevano una temperatura media annua di 6°C e si collocano in regioni poste tra 3000 e 4000 metri sopra il livello del mare.
Dato che questi fossili sono celebri per l’eccezionale preservazione dovuta anche alla presenza di ceneri vulcaniche, la sola spiegazione è che gli animali vivessero proprio in quota, lungo le pendici degli stessi vulcani la cui attività eruttiva dobbiamo ringraziare per l’eccezionale preservazione dei fossili.

I vulcani, e in generale i monti, non erano lo sfondo, erano l’ambiente naturale di questi animali.

Questa scoperta ha numerose implicazioni interessanti.

1) La rarità dei fossili piumati potrebbe in parte spiegarsi anche con l fatto che solo sulle pendici dei vulcani è più probabile avere le condizioni idonee alla preservazione del piumaggio.

2) I dinosauri erano evidentemente abbondanti fino a 3-4000 metri di quota, dato che è irrealistico pensare che salissero a quella altezza solo sui vulcani. Dobbiamo quindi sospettare una ricca fauna a dinosauri su tutte le catene montuose mesozoiche. Purtroppo la fossilizzazione in montagna è un evento molto più raro che in pianura, e questo spiega l’eccezionalità di questi siti. Ciò potrebbe persino spiegare alcune lacune nel registro fossile dei dinosauri.

3) Il piumaggio era sicuramente un utile adattamento per vivere ad alta quota, ma non deve essere considerato un elemento esclusivo della vita montana né una conseguenza dell’espansione dei dinosauri sulle catene montuose: i fossili di dinosauri piumati trovati in contesti lagunari dimostrano che questi animali erano piumati a tutte le altitudini, dal mare fino ad alta quota.

4) L’ambientazione montana per i siti cinesi potrebbe spiegare la rarità delle specie di grandi dimensioni trovate finora in questi siti. Gli animali di grande mole generalmente non vivono in contesti montani, ma preferiscono le pianure. Pertanto, l’assenza di specie giganti nei depositi cinesi che preservano le piume non sarebbe un “filtro deposizionale” che renderebbe difficile la fossilizzazione delle grandi specie, bensì un effetto “ecologico-comportamentale” delle condizioni ambientali di alta quota che limitano la presenza e l’abbondanza delle grandi specie.

Non ci sono più scuse per non rappresentare scenari montani e nevosi con dinosauri (ovviamente, delle dimensioni adatte a quegli ambienti).

 

(Da Theropoda).

 

 

2 commenti

  1. Che meraviglia doveva essere un mondo abitato dai dinosauri….e senza esseri umani….

  2. Andrea Cau su GiornalePop!!!!!!!!! Adesso stiamo toccando la perfezione!

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