IL TEX DI TRUSCIA VA IN TELEVISIONE

IL TEX DI TRUSCIA VA IN TELEVISIONE

Manlio Truscia non è alla sua prima esperienza fumettistica, anche se la sua carriera (che ha spaziato praticamente in tutti i settori legati al disegno) ha privilegiato principalmente il mondo della pubblicità. Nato a Enna nel 1950, da più di quarant’anni è infatti visualizer free lance. Chi l’ha visto prendere in mano i suoi pennarelli Pantone e buttar giù in cinque minuti un’illustrazione che altri autori impiegherebbero due giorni a realizzare sa di cosa sia capace questo straordinario autore.

 

Dal 1966 ha esercitato pittura, artigianato, fumetti (Corno, Universo, Ediperiodici, Edifumetto…), illustrazioni pubblicitarie ed editoriali (Mondadori, Rizzoli, supplementi Corriera della Sera e L’Unità…). Sue anche alcune copertine di una recente ristampa di Diabolik allegata a un quotidiano.

Ha insegnato in istituti professionali statali e all’Accademia Naba (Nuova Accademia di Belle Arti).

Manlio Truscia

Il suo lavoro più recente è l’insolito romanzo politico/satirico “Remolìk, il dolore del ban” realizzato nel 2014, che lo vede tornare alle nuvolette ma, credo per la prima volta, in veste di autore completo. A parte le produzioni “alimentari” per gli editori citati, l’opera con cui in precedenza si era fatto notare nel mondo del fumetto più autoriale è “Adam”, su testi di Giancarlo Malagutti, suo vecchio compagno di scorribande disegnatorie che, in un’intervista al Tex Willer Blog, così ricorda: «All’inizio con Montorio si andava piano, si discuteva, ci si fermava a prendere il caffè e fare salotto, poi con Truscia ore di lavoro frenetico, in casa, in macchina, in ascensore prima di suonare il campanello della casa editrice. Nel passato il procedimento era (permettimelo) geniale poiché la tendenza (lo è anche oggi ) è di accelerare alla fine perché i tempi stringono (e in casa editrice lo sanno) così aggiravamo l’ostacolo: si divideva la storia in tre-quattro blocchi e si partiva dall’ultimo, per saltare al secondo poi al primo e al terzo. In questo modo le tavole ultime “tirate via” erano rimescolate ed era più difficile farci le pulci».

“Remolik”, dicevo. Volume di grande formato in bianco e nero, si snoda per più di 180 pagine mettendo in scena… qualche dozzina di Tex. Ma no, non è una storia western facente parte della vastissima produzione di avventure del ranger più amato dagli italiani, e neppure una parodia della serie bonelliana. Qui i “Tex” sono in realtà gli aspiranti al ruolo del ranger in una produzione cinematografica. Durante i provini, tutti i presenti vengono sequestrati da un “narcisista geloso” che innesca suo malgrado una serie di situazioni a cascata, a cominciare dall’entrata in scena di un “matto” che crede di essere il vero Tex e vuol fare giustizia per i suoi compaesani, minacciati di licenziamento a causa del trasferimento all’estero di una fabbrica locale. Il suo messaggio, letto in tivù, fa nascere immediatamente in Rete un “movimento” che si autobattezza OccupyTex (inizialmente, doveva essere il titolo del volume, come spiega l’autore nel video qui sotto) con conseguenze imprevedibili.

Truscia si dimostra abilissimo sceneggiatore. La sua narrazione è decisamente fluida, quasi televisiva, e i dialoghi sciolti e “veri”. Il libro si legge perciò tutto d’un fiato e con continuo divertimento. Cercare di inscatolare l’opera in un genere è impossibile: l’autore costruisce il racconto con toni, contemporaneamente, da commedia, da thriller, da docufiction e da pamphlet politico. L’intento principale dell’autore è proprio quello di dire la sua sull’attuale evoluzione della situazione politica. Potrebbe essere anche il suo limite: quando ci si lega all’attualità, si rischia di veder invecchiare rapidamente storia e contenuti. In questo caso, la realtà è stata particolarmente impietosa, con l’improvvisa e inattesa scomparsa nel 2014 di Gianroberto Casaleggio attorno alla cui “filosofia” gira un po’ tutta la storia (realizzata due anni prima della morte dell’ideologo del Movimento Cinque Stelle). L’autore però trascende il dato di cronaca; collocando la vicenda in un preciso arco temporale (il 6 e 7 marzo, subito prima delle elezioni europee) la storicizza e la toglie dal piatto portando la riflessione a un livello più alto e fuori, se non dal tempo, almeno dal momento contingente.

Il disegno di Truscia (che si diverte a mettere in scena amici e conoscenti, e pure se stesso nella parte del regista del film) è quanto di più “tradizionale” si possa immaginare. Anch’esso sciolto, veloce, privo di qualsiasi barocchismo, riesce ad accompagnare la narrazione tirando dentro il lettore che si trova a seguire gli avvenimenti come se fosse in prima fila in piazza, come negli studi televisivi o, quantomeno, collegato in diretta. Ne risulta così un’opera che nell’attuale panorama del fumetto, non solo italiano, brilla per originalità e freschezza.

Gli unici elementi “critici” del volume attengono alla confezione. Forse inutile il formato così grande (21×29,7) che rende laborioso maneggiare il libro durante la lettura e non sembra richiesto dal disegno i cui pregi, anzi, sarebbero più esaltati da una dimensione ridotta, se non quella del classico 17×24 molto usato per i graphic novel, almeno quella (di poco maggiore) dei comic book. Anche la carta lucida potrebbe risultare un po’ fastidiosa in presenza di fonti luminose vicine. E, per ultimo, il titolo che pare rimandare, senza motivo e senza la forza dei richiami “diabolici”, “criminali” o “satanici”, ai protagonisti dei fumetti “neri” degli anni sessanta. In realtà Remolik, che nella storia è il nome della casa cinematografica che porta avanti il progetto del film texiano, nasce quando, alla guida del Popolo Viola di Milano, Truscia iniziò a firmare Remolo le vignette antiberlusconiane (il premier, parlando in sede europea, all’epoca si era lasciato sfuggire un “Romolo e Remolo”), evoluto poi in Remolik come nome personale per Skype.
In ogni caso, l’opera merita l’acquisto, al momento (per problemi con la distribuzione) effettuabile solo alle fiere dove è presente l’autore o direttamente scrivendo all’editore presso:
truscia.amministrazione@gmail.com

Qui sopra, un Tex e una… Texina disegnati da Manlio Truscia.

 

 

1 commento

  1. Grande Manlio, Ennese come me!!!

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