GARGOYLES, ANCORA LI RIMPIANGIAMO

GARGOYLES, ANCORA LI RIMPIANGIAMO

Per quanto oggi come oggi possa sembrare strano, c’è stato un tempo in cui la Disney rivolgendosi per lo più a un pubblico infantile/adolescenziale aveva fama di azienda produttrice di stucchevole melassa. Tuttavia, Disney era pure sinonimo di qualità. Altissima qualità. Nel momento in cui si guardava oltre la superficie, uno se ne rendeva conto e cose come i Gargoyles (da noi Gargoyles – Il risveglio degli eroi) ne erano la prova.

Manco a mettere in mezzo La spada nella rocciaGli Aristogatti o Il gobbo di Notre Dame, tanto per dirne alcuni. L’insaziabile fame di denaro e potere della Disney era direttamente proporzionale agli enormi sforzi fatti non solo per assicurarsi una certa predominanza sul mercato cinematografico, ma pure per dominare il piccolo schermo. Infatti, nei primissimi anni novanta venne lanciato Disney Afternoon: un block programming (un programma contenitore) di circa due ore.

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Aperta e chiusa parentesi: i programmi contenitore li avevamo pure noi all’epoca. Disney Afternoon, in Italia, venne spacchettato ulteriormente e mandato in onda all’interno di Solletico. Comunque la Disney cominciò a pianificare tutto verso la fine degli anni ottanta, spendendo petrodollari come se la morte non dovesse arrivare mai. Scopo ultimo era creare una serie animata di altissima qualità che schiacciasse tutti gli altri cartoni animati dell’epoca con budget molto inferiori.

Così facendo si ottenevano risultati tangibili, qualitativamente concreti come DuckTales: basata quasi interamente sui fumetti del… diciamo Duck Universe creato da Carl Barks, DuckTales è una tra le migliori serie animate di tutti i tempi. Venne lanciata in anteprima verso la fine del 1987, con un film pilota intitolato Il tesoro del sole d’oro, diviso, successivamente, in quelli che sarebbero diventati i primi cinque episodi del cartone animato.

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Il grande successo di DuckTales venne usato come trampolino di lancio per Disney Afternoon e produrre altri cartoni animati (o “contenuti”) che a livello di qualità, nonostante fossero programmi destinati a una fascia pomeridiana, non erano roba da ridere: Cip & Ciop agenti specialiTaleSpinDarkwing Duck e soprattutto Gargoyles. Era la bizzarra quanto ambiziosa risposta della Disney alla serie animata di Batman.

Allora: la storia dei Gargoyles comincia nel 1994, a Manhattan, da uno di quei grattacieli a infiniti piani fatti a posta per far arrampicare l’Uomo Ragno, da cui iniziano a piovere macerie. Mentre la folla aspetta educatamente di farsi schiacciare, arriva la polizia. Nello specifico, la detective Elisa Maza. Nonostante i blocchi di cemento continuino a piovere con nonchalance, Elisa nota che un grosso blocco è solcato da profondi segni di artigli.

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Giustamente, si chiede chi o cosa mai potrebbe essere tanto forte da lasciare impronte del genere sulla pietra. Elisa prova a guadagnarsi la pagnotta facendo la detective, la storia si sposta in Scozia.
Mille anni prima la gente cerca d’ammazzarsi l’un l’altro con disinvoltura perché… boh. In ogni caso, l’obiettivo di una parte di questa gentaglia barbara è un castello, tutto bello agghindato con le statue di gargoyles (“doccioni”, in italiano – NdR).

La battaglia infuria, gli schiaffi e gli sputi volano alti e quelli del castello le stanno prendendo malamente. All’improvviso, al calar delle tenebre le statue si animano e i Gargoyles prendono vita. Fanno un culo a capanna agli invasori. Allora il capitano delle guardie si congratula, bacioni, abbraccioni e com’è come non è, i Gargoyles sono grandi eroi, difensori indiscussi del castello. Peccato che la gente li schifi comunque. 

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In particolare li schifano la Principessa (senza nome) e il Magus, una specie di mago Merlino. Dopo la battaglia il capitano delle guardie porta Golia, il capo dei Gargoyles, al cospetto della corte per fargli avere il giusto riconoscimento e niente. Questi qua di tutta risposta lo prendono a pernacchie e male parole. Bel ringraziamento, senza di noi in questo momento eri la principessa di stocaz… di niente, pensa Golia mentre se ne va amareggiato.

Il capitano delle guardie, l’amicone per capirci, con una scusa manda Golia e l’anziano dei Gargoyles a millemila chilometri dal castello. Dopodiché, sabotate armi e difese, lascia entrare i nemici che si erano organizzati per un altro attacco. Morale della favola, grazie a questo viscido, a parte Golia e il vecchio restano in vita solo tre Gargoyles giovani e il cane.

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A questo punto, i nemici hanno conquistato il conquistabile e rapito la Principessa. Golia capisce cos’è successo, raggruppa i Gargoyles superstiti e parte con l’obiettivo di dare schiaffi in offerta con il 3×2 a tutti quanti. Il problema è che alla fine si becca pure un’ultima, grandissima inc… Nemici e traditori, tutti morti. Perfetto. La principessa è salva, benissimo. Peccato per il Magus, imbruttito al massimo.

Convinto che la principessa fosse morta a causa dei Gargoyles, il Magus scaglia un’anatema su Golia e gli altri. Inizialmente, avrebbero dovuto essere blocchi di pietra inanimata per sempre. Poi, il Magus, visto che la principessa in realtà era ancora viva, prova a metterci la pezza cambiando al volo la maledizione. Quindi, i Gargoyles resteranno semplici pietre fino al momento in cui il castello non sarà… “sopra le nuvole”.


Mille anni dopo, il castello arriva veramente sulle nuvole grazie a David Xanatos, un megadirettore di professione e un megalomane per hobby. Affascinato dalle leggende sui Gargoyles, Xanatos, perché ha i soldi, decide di comprarsi il castello in Scozia, smontarlo pezzo per pezzo e poi, sempre pezzo per pezzo, farlo rimontare in cima al suo assurdo grattacielo.

La storia torna di nuovo a Elisa che sta investigando. Una sbirciata di qua, una sbirciata di là e finisce direttamente addosso al cane dei Gargoyles e Golia. Ovviamente all’inizio trovarsi davanti di botto a un cane-mostro e un mostro-mostro alato alto due metri e qualcosa la prende malissimo. Tuttavia le cose ci mettono un attimo a cambiare quando Elisa, spaventata, cade dal parapetto del castello e Golia si lancia per salvarla.


Dopo il salvataggio Elisa diventa la nuova April, stringendo una forte amicizia con Golia e gli altri Gargoyles manco fossero quattro tartarughe. Seppur stretto agli estremi il brodo, in sostanza questo è il primo episodio dei Gargoyles. Un primo episodio intitolato Il Risveglio e proprio come i DuckTales diviso in ben cinque parti. Fra le quali passa una grossa differenza, però.

Cioè, la prima stagione dei DuckTales contava sessantacinque episodi. Quella dei Gargoyles, invece, di episodi ne contava appena tredici. In altre parole, significa che l’introduzione di personaggi e vicende, da sola, copre quasi la metà dell’intera prima stagione. Un fatto simile, una simile cura riposta nell’introduzione dello show al pubblico, da sola basterebbe per farsi già un’idea di come Gargoyles, fosse una delle serie più ambiziose del periodo. 


Come detto, in quegli stessi anni Warner Bros stava spaccando tutto lo spaccabile con Batman – The Animated Series, altra voce nel piccolo elenco delle migliori serie animate di tutti i tempi. Quindi, visto e considerato che spesso e volentieri Batman – TAS tutto sembrava tranne che un prodotto indirizzato a un pubblico preadolescenziale, la Disney provò ad adeguarsi e seguire la scia.

C’è comunque da specificare il fatto che i Gargoyles, almeno inizialmente, non riscossero il successone che i moneymen della Disney si aspettavano. La ragione era che si trattava di uno show molto lontano nei toni e nelle ambientazioni tipiche del loro pubblico consueto. In fondo, la serie si trovava a competere con Paperino, Pippo, Cip e Ciop da un lato e tutto il resto dell’armata Disney dall’altro.


Inoltre, a questo e a parte Batman, c’erano pure altre cose che in quel periodo tiravano malamente, tipo la neonata Cartoon Network e i Power Rangers, per dire. Però ci sarà un motivo se a distanza di decenni la gente continua a parlare dei Gargoyles, no? Ecco, metti che a un certo punto i Gargoyles cominciarono a distinguersi molto dal panorama dell’epoca grazie a una trama oscura e complessa, il carattere dei personaggi ben sviluppati e l’ambientazione unica.

I primi tredici episodi sono solo le basi di una narrazione via via sempre più complessa, stratificata e vorticosa. Greg Wiseman, lo sceneggiatore della serie, a un certo punto si lasciò totalmente andare, riuscendo a mettere insieme una serie di storie che andavano dai miti celti al ciclo arturiano, finendo addirittura con pesanti citazioni Shakespeariane. Il tutto, senza mai perdere di vista l’obiettivo di umanizzare i personaggi. 


Cioè gli diede una connotazione tonda, a 360°, facendoli evolvere dallo status di semplici macchiette bidimensionali. La serie, infatti, va molto al di là del tradizionale set-up buoni contro cattivi. Evolvendosi, continuava a estendere e sviluppare il suo intricato mondo, mentre affrontava temi profondi come l’identità, la giustizia, l’onore e il pregiudizio. Anche se molti episodi erano storie stand alone (autoconclusive), la maggior parte erano interconnessi da una trama orizzontale.

Insomma, roba che tutto era tranne la norma per una serie animata di quel tempo. Purtroppo la Disney chiuse Gargoyles dopo sessantacinque episodi divisi in due stagioni. La serie venne poi affidata alla Abc che realizzò una terza stagione intitolata Golia Chronicles: una purissima chiavica.

Greg Wiseman non c’era più, il team di sceneggiatori originale venne sciolto e questi nuovi decisero d’ignorare bellamente tutto il lavoro fatto in precedenza. Di quella cura per le storie, mai banali e sempre interessanti, non c’era più manco l’ombra. La dignità con cui venivano rappresentati i personaggi, anche quelli secondari, neanche. Tutto era stato appiattito e banalizzato agli estremi. Morale della favola? Golia Chronicles chiuse meritatamente i battenti in appena dodici episodi. A riprova del fatto che niente di bello dura per sempre.

Ebbene, detto questo anche per stavolta è tutto.

Stay Tuned, ma soprattutto Stay Retro.



(Da Il sotterraneo del Retronauta).






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