FILM ANNI ’80 AMBIENTATI A LOS ANGELES

FILM ANNI OTTANTA AMBIENTATI A LOS ANGELES

È uscito da qualche settimana negli Stati Uniti il libro Neon Nightmares – L.A. Thrillers of the 1980s. L’autore è il regista americano indipendente Brad Sykes (ha diretto una ventina di film horror e fantascientifici, mai distribuiti in Italia), che ha avuto l’idea di analizzare le pellicole degli anni Ottanta ambientate a Los Angeles.
Come si può intuire dal titolo, la maggior parte sono thriller e polizieschi e alcuni sono autentici capolavori. Sempre il titolo fa un giusto riferimento alle luci al neon onnipresenti nei film del decennio, anche se per la verità non solo in quelli girati nella “città degli angeli”.
Vediamo quindi alcuni film degli anni Ottanta ambientati a Los Angeles, quasi tutti trattati da Sykes nel suo libro.

Blade Runner (id., 1982), di Ridley Scott
Ridley Scott dirige uno dei film più significativi della nuova industria spettacolar/culturale americana “post-nuova Hollywood”, certamente imprescindibile per comprendere appieno le tendenze cinematografiche (e non solo) dei primi anni Ottanta. Tratto dal romanzo di Philip K. Dick “Il cacciatore di androidi”, Blade Runner mescola sapientemente la fantascienza all’hard boiled. Infatti l’ex-poliziotto Deckard (Harrison Ford) è un detective incaricato di scovare alcuni pericolosi replicanti in fuga. Qualsiasi opinione si abbia su Blade Runner, è innegabile che l’ambientazione nella Los Angeles del 2019, caotica e tecnologica, sia di quelle che restano impresse in maniera indelebile.



Tuono blu (Blue Thunder, 1983), di John Badham

Los Angeles è vista dall’alto per gran parte del film. Il protagonista è infatti l’agente Murphy (Roy Scheider), che controlla la metropoli a bordo di un elicottero. Un giorno gli viene affidata una missione speciale. Pilotare il Tuono Blu, un sofisticato apparecchio computerizzato e armato con una mitragliera in grado di sparare 4.000 colpi al minuto.



Omicidio a luci rosse (Body Double, 1984), di Brian De Palma
Un attore che soffre di claustrofobia, Jake Scully (Craig Wasson), dalle finestre della lussuosa casa che gli ha prestato un collega, assiste all’omicidio di una donna. Tra le tante qualità registiche di Brian De Palma, c’è quella di esaltare i luoghi che fanno da sfondo alle vicende dei suoi film: in precedenza ricordiamo almeno, per quel che riguarda gli anni Ottanta, New York in Vestito per uccidere, Filadelfia in Blow Out, Miami in Scarface. In Omicidio a luci rosse troviamo alcune delle più belle locations losangeline mai viste. Non a caso la locandina è stata scelta per la copertina del libro di Sykes.



Terminator (The Terminator, 1984), di James Cameron
Il film di Cameron inizia in un’epoca molto lontana, almeno rispetto all’anno in cui è stato realizzato. Siamo a Los Angeles nel 2029. Qui è in atto una guerra tra le macchine che hanno preso il controllo del pianeta e la resistenza umana. Un cyborg (Arnold Schwarzenegger) viene inviato nel 1984 perché uccida Sarah Connor (Linda Hamilton), prima che possa partorire il futuro leader dei ribelli. Ma anche un membro della resistenza torna indietro nel tempo per salvarla. In Terminator di luci al neon se ne trovano in abbondanza, come di sparatorie e inseguimenti (girati magistralmente da Cameron) tra le strade di Los Angeles.



Tutto in una notte (Into the Night, 1985), di John Landis
Il film di Landis si apre con una serie di riprese notturne di Los Angeles. La notte e Los Angeles del resto sono davvero protagoniste della pellicola. Anche l’ingegnere aerospaziale Ed Okin (Jeff Goldblum), depresso e perennemente insonne è il protagonista del film. Un giorno scopre che oltretutto la moglie lo tradisce. Non riuscendo come al solito a dormire, una notte comincia a vagare per le strade di Los Angeles finché si imbatte in Diana (Michelle Pfeiffer), una bionda con una vita piuttosto movimentata che lo coinvolge in una pericolosa avventura.



Vivere e morire a Los Angeles (To Live and Die in L.A., 1985), di William Friedkin
Il film di Friedkin può essere considerato il miglior film d’azione degli anni Ottanta e uno dei migliori mai realizzati. Ma anche il migliore girato a Los Angeles (basterebbero le sequenze iniziali ad attestarlo). Protagonista è l’agente federale Chance (William Petersen) che, insieme al partner John Vukovich (Bill Bankow), dà la caccia allo spietato falsario Eric Masters (William Dafoe).



Cobra (id., 1986), di George Pan Cosmatos
Il tenente Marion Cobretti (Sylvester Stallone), soprannominato Cobra, è un poliziotto dalla pistola facile. Mentre Los Angeles è terrorizzata dalle gesta criminali di una setta di fanatici, Cobra è incaricato di proteggere la modella Ingrid (Brigitte Nielsen), testimone di un omicidio commesso da un membro della setta. Stroncato quando uscì, Cobra (prodotto dalla Cannon di Golan e Globus) ha però una tenuta narrativa ammirevole e l’ambientazione losangelina è sfavillante. Ric Waite, d’altronde, è stato uno dei primi direttori della fotografia a riempire l’immagine di luci, neon e colori (in 48 ore). Da non dimenticare poi che Waite nel 1976 si è occupato della fotografia della serie televisiva La città degli angeli.



52 – Gioca o muori (52 Pick-Up, 1986), di John Frankenheimer

Sempre una produzione Cannon per uno dei migliori film di Frankenheimer, tratto dal romanzo omonimo dello scrittore americano Elmore Leonard (che lo ha anche sceneggiato). Los Angeles in questo caso fa da sfondo alla vicenda di un ricco imprenditore, Harry Mitchell (Roy Scheider), sposato con Barbara (Ann-Margret), che è impegnata in politica. L’uomo ha una relazione con una ragazza, Cindy (Kelly Preston). Una banda di balordi, con a capo il regista di film erotici Alan (John Glover), lo scopre e comincia a ricattarlo. Harry in un primo momento si rifiuta di pagare e non si rivolge alla polizia, per non compromettere la carriera della moglie. Poi però Cindy viene uccisa e le cose si complicano.



Arma letale (Lethal Weapon, 1987), di Richard Donner
Negli anni Ottanta i film con protagonisti due poliziotti (quasi sempre con caratteri opposti) rappresentarono quasi un sottogenere. Arma letale, tra i vari realizzati, è quello che ottiene il maggiore successo, tanto da dare vita a una vera e propria saga (giunta ormai al quinto film). Al sergente della omicidi di Los Angeles Roger Murtaugh (Danny Glover) viene affiancato l’agente Martin Riggs (Mel Gibson), trasferito dalla narcotici per problemi comportamentali. Dopo le consuete schermaglie iniziali, Murtaugh e Riggs riescono a sconfiggere un’organizzazione criminale dedita al narcotraffico. La parte migliore di Arma letale inizia con una spettacolare sequenza nel deserto losangelino.



Una pallottola spuntata (The Naked Gun: From the Files of Police Squad!, 1988), di David Zucker
Il trio ZAZ (Jerry Zucker, Jim Abrahams, David Zucker) propone questa volta sul grande schermo le esilaranti avventure del tenente di Los Angeles Frank Drebin, già protagonista della serie televisiva Quelli della pallottola spuntata. La vicenda di Drebin, che indaga su un’organizzazione che contrabbanda eroina per poi scoprire il piano per uccidere la regina Elisabetta, è esilarante ma anche le locations losangeline funzionano egregiamente. Il film segna la separazione del trio ZAZ. Scrivono la sceneggiatura, insieme al vecchio collaboratore Pat Proft, ma a dirigere è il solo David Zucker.


Indagine ad alto rischio (Cop, 1988), di James B. Harris

Tratto dal romanzo di James Ellroy Le strade dell’innocenza, è un poliziesco-noir che ha per protagonista il sergente della buoncostume Lloyd Hopkins (James Woods). Dopo aver trovato il cadavere di una giovane donna brutalmente assassinata, il poliziotto è ossessionato dall’idea di trovare il colpevole. Se la parte iniziale non è priva di lungaggini, l’ultima mezz’ora è cinema puro, di grande qualità. Non per nulla il regista ha prodotto i primi capolavori di Stanley Kubrick.



Essi vivono (They Live, 1988), di John Carpenter
Il ritorno di John Carpenter al cinema di fantascienza avviene nel 1988 con un film che è il trionfo della paranoia, dell’anticapitalismo, dello sberleffo, e di una cupezza pessimista che da questo momento in poi non abbandonerà più il regista americano. Trasferitosi da Denver in cerca di lavoro, John Nada (Roddy Piper) inforca casualmente degli strani occhiali da sole e scopre che Los Angeles è invasa da mostruosi alieni che inducono gli umani a consumare e ubbidire.



Trappola di cristallo (Die Hard, 1988), di John McTiernan
Los Angeles si rivela una città pericolosa anche per il poliziotto John McClane (Bruce Willis). In trasferta da New York per far visita alla moglie, manager in carriera in una multinazionale giapponese, McClane si trova a fronteggiare, nel grattacielo sede della società, un gruppo di terroristi armati fino ai denti. Non mancano nei dialoghi del film riferimenti ironici alla vita californiana.



Colors – Colori di guerra (Colors, 1988), di Dennis Hopper

Chiudiamo con l’ottimo (e oggi non molto ricordato) film diretto da Dennis Hopper. Protagonisti sono ancora una volta due poliziotti, Bob Hodges (Robert Duvall) e Danny McGavin (Sean Penn), che lavorano nella sezione che si occupa di controllare le numerose bande giovanili di Los Angeles. Di conseguenza la città diventa davvero il fulcro della pellicola. L’approccio del regista è più “realistico”, con poche concessioni alle tendenze visive di quegli anni (infatti i neon e i luccichii di varie colorazioni sono quasi del tutto assenti). Nella scelta ha avuto sicuramente un certo peso l’apporto del grande direttore della fotografia Haskell Wexler.

https://www.youtube.com/watch?v=DkGLIu6lnT4




1 commento

  1. Aggiungerei all’elenco Beverly Hills Cop.
    Invece, per chi ha nostalgia dei film anni ’80 ambientati a LA, suggerisco Drive che, pur essendo girato nel 2011, contiene diversi richiami alla filmografia del periodo.

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