LE ATMOSFERE NOIR DI THOMAS KEITH

LE ATMOSFERE NOIR DI THOMAS KEITH

LE ATMOSFERE NOIR DI THOMAS KEITH, FOTOSTORIA 9, 1840-1860

 

A chi ama le atmosfere alla Edgar Allan Poe o alla Howard Phillips Lovecraft, o comunque certi stati animati da una sospensione tra la vita e la morte, tipiche dello spirito anglosassone e che trovano la loro origine nel Settecento, piaceranno senz’altro alcune fotografie di Thomas Keith.

Non c’è, forse, una città migliore di Edimburgo dove immergersi in quel filo sottile che collega, o forse separa, il mondo dei vivi e dei fantasmi, la realtà e la fantasia. Uno scozzese, non mi ricordo chi, scrisse: “L’aria stessa di Edimburgo è affollata di fantasmi”.

William Skeoch Cumming: “Dr Thomas Keith, 1827 – 1895. Surgeon”.
Acquerello su carta, 1893

Due immagini  stereoscopiche di membri della Photographic Society of London, a Craigmillar Castle, Edimburgo, nel 1856. John Hannavy (vedi indicazioni bibliografiche in fondo) ritiene che Thomas Keith sia uno dei membri del gruppo.

Thomas Keith (1827-1895), scozzese, fu un medico specializzato in ginecologia, oltre a essere un pioniere della fotografia e un maestro del negativo su carta. E fu innovativo in entrambi i campi, anche se la sua carriera di fotografo si rivelò breve, iniziata e conclusa nell’arco di circa cinque anni, più o meno dal 1852 al 1857. Negli anni successivi si limitò a esibire suoi lavori in mostre o manifestazioni fotografiche.

T. Keith: Edimburgo, Holyrood Abbey, I

T. Keith: Edimburgo, Holyrood Abbey, II

T. Keith: Edimburgo, Holyrood Abbey, III

T. Keith: Edimburgo, Holyrood Abbey, IV

Nato in un piccolo villaggio delle Highlands, si era recato a Edimburgo per studiare medicina. Lì sbocciò un grande amore: i passaggi stretti e bui e le vecchie case dai tetti spioventi nel cuore della città esercitarono un grande fascino agli occhi del futuro medico.

In due anni scattò 200 fotografie di architetture e paesaggi, prima che gli impegni professionali e la salute cagionevole lo costringessero a rinunciare alla sua passione fotografica, il che avvenne dopo il 1859. Sono fotografie che rappresentano il paesaggio, gli spazi urbani, l’architettura.

T. Keith: Edimburgo, Cardinal Beaton’s House, The Cowgate, circa 1860

T. Keith: Edimburgo, Angolo di West Bow e Lawnmarket

T. Keith: Edimburgo, Confine orientale di Grassmarket

T. Keith: Edimburgo, Somerville’s Land, Castlehill

T. Keith: Edimburgo, II Grassmarket, e il Castello, circa 1860

T. Keith: Edimburgo, II Grassmarket, circa 1860

T. Keith: Edimburgo, II Grassmarket, circa 1860

T. Keith: Edimburgo, II Grassmarket, 1855

A differenza della maggior parte dei fotografi di quel periodo, continuò a utilizzare i negativi di carta del calotipo, anche dopo l’invenzione del procedimento al collodio (che invece avveniva attraverso un negativo di vetro, più facile da stampare).

T. Keith: Edimburgo, Il Castello da George VI Bridge, si vedono Magdalen Chapel e Assembly Hall

T. Keith: Edimburgo, Il Castello da Greyfriars Churchyard

T. Keith: Edimburgo, Il Castello da  Grassmarket, 1855

T. Keith: Edimburgo, Il Castello da Vennel

T. Keith: Edimburgo, Il Castello dall’Esplanade, 1856

In un documento del 1856, presentato alla Photographic Society of Scotland, di cui era stato un membro fondatore, scrisse: “Se mi doveste domandare a quale circostanza attribuisco il mio successo, non potrei attribuirlo a particolari mie capacità di manipolazione, o a particolari soluzioni di impiego, ma interamente a questo: non espongo mai la mia carta fin quando non ho una luce di prima qualità”.

Infatti fotografava soltanto d’estate, e solo prima delle sette del mattino o dopo le quattro del pomeriggio, quando “la luce è più morbida e le ombre più grandi”.
Lo studio e l’attenzione per la luce, uniti alla predilezione per ombre angolari, danno ai suoi scatti potenza e dinamicità.

T. Keith: Edimburgo, Holyrood Palace

T. Keith: Isola di Iona, St. Orans Chapel

T. Keith: Edimburgo, Royal Scottish Academy, 1856

T. Keith: Edimburgo, Royal Scottish Academy e National Gallery

T. Keith: Isola di Iona, le rovine medievali dell’Abbazia di Iona, 1856

T. Keith: Senza titolo

In fotografia utilizzò il procedimento della carta cerata (waxed paper process), cioè carta negativa rivestita con cera fusa che ne riduce la grana. Fu una tecnica sperimentata da Gustave Le Gray. Tecnica che gli permetteva di preparare le lastre in anticipo, sebbene con una resa di un grado inferiore di sensibilità alla luce. Per ovviare a questo, i suoi tempi di esposizione andavano dai 2 agli 8 minuti, perché il negativo su carta richiedeva tempi più lunghi rispetto al procedimento su collodio. Cosa che comunque non influiva sulla resa finale, perché il procedimento da lui utilizzato era particolarmente adatto ai soggetti statici che prediligeva.

T. Keith: Edimburgo, Heriot’s, 1856

T. Keith: Edimburgo, Tomba di Bluidy Mackenzie, Greyfriars

T. Keith: Edimburgo, Tombe di Sir Thomas Henryson e John Byres of Coates

T. Keith: Edimburgo, Torre di St. Giles dalla Casa del Parlamento

I suoi lavori mostrano abilità artistica e una grande padronanza dei processi chimici coinvolti.
Fu suo compagno d’avventura il fotografo, nonché cognato, John Forbes White, con il quale fotografò in stretto contatto. Sebbene la loro produzione sia avvenuta nell’arco di un tempo ristretto, il loro contributo alla storia della fotografia in Scozia fu fondamentale. Come altri pionieri di quel periodo, produssero più negativi che fotografie finite. Infatti, le loro stampe su carta salata d’epoca sono rare.

T. Keith: Alberi, circa 1856

T. Keith: Edimburgo, luogo non identificato, probabilmente Reid’s Close, 1854-56

T. Keith: Edimburgo, Whitehorse Close

 

Indicazioni bibliografiche

Sinclair Minto, Charles: Thomas Keith 1827-1895, Surgeon and Photographer: The Hurd Bequest of Photographic Paper Negatives with Notes on the Collection (Libraries and Museums Department Occasional Publications, 1972)

John Hannavy: Thomas Keith’s Scotland, The Work of a Victorian Amateur Photographer (Littlehampton Book Services, 1981)

Taylor, Roger / Larry J. Schaaf: Impressed by Light: British Photographs from Paper Negatives, 1840–1860, catalogo della mostra (New York, The Metropolitan Museum, 2007

John Hannavy: The Victorian photographs of Dr. Thomas Keith and John Forbes White (John Hannavy Publishing, 2015)

Fotostoria, indice degli articoli
ARTE MECCANICA E PRECURSORI (vai in fondo all’articolo)

 

 

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1 commento

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