MARIA ROSARIA OMAGGIO NELLA COMMEDIA EROTICA

MARIA ROSARIA OMAGGIO NELLA COMMEDIA EROTICA

La bellezza sensuale e provocante di Maria Rosaria Omaggio viene scoperta dalla televisione, che sfrutta il suo charme fatto di capelli splendenti, occhi castani, zigomi pronunciati e volto regolare. Il cinema verrà dopo…

Maria Rosaria Omaggio nel 1972 ha quasi vent’anni, quando compare per la prima volta in Tv accanto a Raf Vallone, ne “Il suo nome per favore”. Poi, nel 1973, si vede affidare la rubrica domenicale sui programmi televisivi intitolata “Prossimamente, programmi per sette sere”. La sua bellezza colpisce e intriga, i fotografi ne fanno un obiettivo prediletto.

Nel 1973, il quotidiano milanese “Il Giorno” pubblica una bella foto della giovane presentatrice romana e titola con un gioco di parole: “È l’Omaggio che preferiamo”. Maria Rosaria viene sempre più conosciuta e apprezzata dal grande pubblico televisivo grazie al tradizionale show del sabato sera abbinato alla Lotteria di Capodanno: prende parte all’edizione 1973-74 di “Canzonissima”, condotta da Pippo Baudo e Mita Medici. La bellezza della Omaggio surclassa l’insapore Medici, che canta e balla ma è davvero poco sexy.

Siccome in televisione non era richiesta la sensualità, la Omaggio si sfoga nelle pagine patinate di “Playboy”, dove mette in mostra tutta la sua prorompente bellezza. La rivista pubblica anche in seguito le sue foto senza veli contribuendo a lanciarla nel mondo del cinema.

A metà anni settanta, Maria Rosaria Omaggio è pronta a provare l’esperienza del set cinematografico e l’esordio sul grande schermo avviene nei “poliziotteschi”. Sono due le pellicole che la vedono impegnata: “Roma a mano armata” di Umberto Lenzi (1976) e “Squadra antiscippo” di Bruno Corbucci (1976).

Il film di Lenzi è il primo episodio di collaborazione tra il regista toscano e il biondo attore romano Maurizio Merli. Sempre in “Roma a mano armata” un grande Tomas Milian interpreta Gobbo, un criminale violento e spietato che pare inafferrabile. Maria Rosaria Omaggio è Anna, la donna del commissario interpretato da Merli, psicologa progressista del Tribunale dei minori. In una scena viene picchiata e violentata dalla banda del Gobbo.

In “Squadra antiscippo”, Maria Rosaria Omaggio è la signorina Cattani, affascinante agente letterario di una casa editrice. Il film di Corbucci, primo di una serie composta da undici episodi, interpretato da un grande Tomas Milian nei panni dell’ispettore Giraldi, introduce elementi atipici di comicità e di turpiloquio romanesco sui collaudati stereotipi del poliziottesco. Maria Rosaria è anche in questo caso frequente bersaglio di percosse, pure da parte dello stesso Milian. Una scena ce la mostra in tutta la sua bellezza giovanile, malmenata e denudata da alcuni scippatori. L’attrice, seminuda con un ridotto bikini nero, fa scrivere al critico de “Il Messaggero”: “è convincente la graziosa Maria Rosaria Omaggio”.

La bella attrice romana torna in televisione nel 1976, affiancando il cantante romano Lando Fiorini nello spettacolo in quattro puntate “Er Lando Furioso”. La sua bellezza dai marcati tratti latini la porta in Spagna come protagonista di una pellicola in costume. Il film è “L’Andalusa”, ambientato nella Roma papale, dove Maria Rosaria Omaggio interpreta il ruolo di Lozana, una bella donna che fa innamorare tutti di sé. Protagonista maschile del film è Enzo Cerusico, del cast fa parte anche Francisco Rabal. Il film, inedito in Italia, è il primo di tre lavori interpretati in Spagna dalla Omaggio con il regista Vicente Escrivà, che la dirige anche in “Visantela, estàte quieta” (1979) e “Gata caliente” (1979). Pure questi inediti sui nostri schermi.

La carriera italiana di Maria Rosaria Omaggio prosegue con la commedia sexy-comica “La segretaria privata di mio padre” (1977), diretta dallo specialista Mariano Laurenti, che cerca di lanciare la castana bellezza dell’attrice romana come alternativa a Edwige Fenech e Barbara Bouchet. Nella farsa erotica di Laurenti Maria Rosaria è la segretaria contesa tra padre (un ottimo Renzo Montagnani) e figlio (Stefano Patrizi), in una girandola di mogli ex segretarie (Giuliana Calandra) e di disponibili segretarie svedesi (Anita Strindberg, bellezza nordica adottata dal nostro cinema). Malgrado la concorrenza di prodotti simili interpretati dalle bellezze del tempo, il film di Laurenti ottiene un buon successo al botteghino.

La critica non è mai stata tenera con le commedie sexy e pure qui non si smentisce, a parte Marco Giusti che è un appassionato del genere e su “Stracult” segnala il bel debutto nell’erotico da parte della Omaggio. Giovanna Grassi, nel “Corriere della Sera” scrive, invece: “Il film presenta come ciliegina la ormai d’obbligo valletta o presentatrice televisiva con aspirazioni cinematografiche. Caste sul video, queste neo dive degli anni Settanta hanno trovato nel filone erotico-provinciale palestra per le loro svestizioni di ogni indumento e di ogni seria ambizione”. Il quotidiano romano “Paese Sera” rincara: “Maria Rosaria Omaggio ha un bel seno. Nient’altro da segnalare”.

Maria Rosaria torna al poliziottesco con “La malavita attacca… la polizia risponde!”, di Mario Caiano (1977). Maria Rosaria è la figlia paralitica di un criminale, adottata dal temibile boss soprannominato il Principe (Chris Avram) e segretamente amata dal commissario Baldi (Leonard Mann alias Leonardo Manzella). La trama vede una serie di regolamenti dei conti interni a una malavita senza onore e dignità. Il commissario interpretato da Mann è un poliziotto più umano e anticonformista, rispetto al prototipo del duro alla Merli. In ogni caso, il commissario uccide il Principe per salvare la bella paralitica. Tra gli sceneggiatori del film di Caiano c’è anche il giornalista Arrigo Petacco, ed è forse a causa sua che il film è pieno di dialoghi al limite del ridicolo. Maria Rosaria Omaggio: “Abbiamo parlato per un’ora dell’ultimo libro di Sciascia. Ti ho suonato otto preludi di Chopin, adesso tira fuori il rospo…”. Pietà, fatela tacere, verrebbe da dire. Ma non è colpa sua se gli sceneggiatori le mettono in bocca frasi assurde. Giovanni Buttafava scrive ironicamente ne “Il Patalogo” del 1980: “Maria Rosaria Omaggio, ex valletta domenicale tv … rappresenta nel poliziottesco il massimo della cultura”.

 

Nel 1979, Maria Rosaria Omaggio viene scelta dal grande imitatore Alighiero Noschese come soubrette nella commedia “L’inferno può attendere”, di Mario Amendola e Bruno Corbucci. Il debutto, previsto per il 15 dicembre a Milano, viene bloccato dal suicidio del popolare attore. Maria Rosaria, sconvolta dal tragico gesto di Noschese, ricorda il collega con commozione: “Lui aveva detto che non ce la faceva, ma chi poteva pensare che fosse sconvolto fino a quel punto? Ecco, mi tormenta il rammarico di non avere creduto la forse piccola, allora, verità di quelle parole. Questa rentrée avrebbe potuto costituire per lui un ritorno alla vita. Non più gli spettacoli in tono minore degli ultimi tempi, ma finalmente ancora le grandi cattedrali della commedia… Purtroppo noi attori spesso tiriamo troppo la corda. Il palcoscenico è una specie di droga con la quale non si capisce quando è il momento di dire basta. Se a questo si aggiungono poi i casi personali, succede il crac…” (Roberto della Rovere, “Noschese era disperato e l’aveva detto”, Corriere della Sera 04/12/1979).

“La moglie dell’amico è sempre più… buona” (1980), coproduzione italo-spagnola diretta da Juan Bosch, segna il ritorno di Maria Rosaria, affiancata dall’americana Sydne Rome, sui set ormai in decadenza della commedia erotica. Altra coproduzione italo-spagnola con la Omaggio è l’ottimo zombi-movie “Incubo sulla città contaminata” (1980) di Umberto Lenzi. La presenza dell’attrice romana, bellezza zombificata uccisa a malincuore dal compagno militare Francisco Rabal, scatena nella critica la solita ironia. Claudio Carabba su “L’Europeo” scrive: “Lenzi … commette qualche errore fatale: come inserire nel cast Maria Rosaria Omaggio. Altro che horror, sembra di essere a Domenica in…”.

Maria Rosaria Omaggio e Renato Pozzetto nell’episodio “Un uomo, un uomo… evviva una donna!” del film “Culo e camicia” di Pasquale Festa Campanile

 

Nel musicarello “L’Ave Maria” (“L’artista”, 1982) di Ninì Grassia, Maria Rosaria è ‘o malamente in gonnella che seduce e turlupina l’ingenuo Nino D’Angelo. Ma questo ci interessa poco. Nel 1983, il giornalista de “L’Espresso” Dante Matelli inserisce Maria Rosaria in un folto gruppo di dive incamminate sul viale del tramonto. L’inchiesta, intitolata “Stelline cadenti”, definisce Maria Rosaria una ex presentatrice della televisione da anni alla ricerca della grande occasione cinematografica. Dopo una malinconica constatazione dell’attrice capitolina (“Se non hai l’uomo giusto alle spalle sei fregata, non vai da nessuna parte”), il giornalista, annotando che “Maria Rosaria Omaggio … ormai è apparsa per la terza volta, stranuda, sulle pagine levigate di Playboy, raccoglie l’appassionata difesa della nostra: Ma con i soldi che ho guadagnato (con Playboy) ho potuto fare un film con la Muzzi Loffredo, un film d’arte. E pur di recitare una parte che sentivo non ho avuto esitazioni a invecchiarmi, a farmi le rughe”  (L’Espresso, 08/05/1983). Ma non è che il film della cantante e regista teatrale Muzzi Loffredo, “Occhio neo, occhio biondo, occhio felino”, pur presentato alla Mostra del cinema di Venezia del 1983, sia un capolavoro. Si tratta di una operazione produttiva nata sotto l’egida della Rai che non decolla e il successo non arriva neppure questa volta.

Maria Rosaria la rivediamo al cinema nel 1984 con “Hercules II (Le avventure dell’incredibile Ercole)” di Luigi Cozzi, nel ruolo di Hera. Nello stesso anno la troviamo anche in “Era una notte buia e tempestosa”, diretto ed interpretato da Alessandro Benvenuti, nella parte dell’amante di uno sfortunato e stralunato cabarettista.

Gli anni ottanta e novanta vedono Maria Rosaria Omaggio molto impegnata in tv e in teatro. Per la tv conduce programmi (“Incredibile”, di cui è anche autrice dei testi), e interpreta telefilm (“Racconti fantastici”, 1979, di Daniele D’Anza), varietà (“Tutto compreso” con Massimo Boldi, Teo Teocoli, Ezio Greggio), film tv (“Sarto per signora”, 1982, di Paolo Cavara, “Il generale”, 1986, di Luigi Magni), teleromanzi (“L’edera”, 1992, e “Passioni”, 1993, entrambi diretti da Fabrizio Costa), telenovelas (“Micaela”, 1993, di Rodolfo Hoppe), serial tv (“Paolina Bonaparte” di Robert Mazoyer, Francois Villon di Serge Nicolaescu, “La valigia delle indie” e “L’uomo di Suez”, entrambi diretti da Christian-Jaque, “Caro maestro 2”, 1996, “Leo e Beo”, 1998, e “Una donna per amico”, 1998, tutti diretti da Rosella Izzo).

Ricca e nutrita anche l’attività teatrale che spazia da Carlo Goldoni (“La schiava d’oriente”, 1988, regia di Augusto Zucchi) a Dumas figlio (“La moglie di Claudio”, 1994, regia di Antonio Venturi), dalla commedia romanesca di Luigi Magni (“La santa sulla scopa”, 1989) alla trasposizione teatrale di un fortunato romanzo di Domenico Starnone (“Sotto banco”, 1999). Crea un certo scalpore l’interpretazione di Maria Rosaria nella commedia “Gin and tonic”, presentata nell’ambito del Festival di Spoleto 2001, che vede la nostra impegnata in un rapporto orale (simulato) con il suo giovane amante.

Maria Rosaria Omaggio scrive anche saggi per le Edizioni Mediterranee, volumi sull’incredibile (tema mutuato dalla citata trasmissione televisiva) e sulle capacità curative dei metalli e delle pietre. Nel 1998 ha esordito nella narrativa con un romanzo pubblicato da Corbaccio: “C’è sempre e ci sarà ancora”. Scrivono tutti… poteva mancare la Omaggio? Agli editori in fondo serve il personaggio che fa vendere un libro. E poi, dato che un premio non si nega a nessuno, pare che la Omaggio abbia vinto anche il Premio Chiantino nel 1998.

Tra la fine degli anni ottanta e gli anni novanta, Maria Rosaria Omaggio torna al cinema per rapide apparizioni. La ricordiamo in “Rimini Rimini – un anno dopo” di Bruno Corbucci e Giorgio Capitani (1988), dove è la moglie di Maurizio Micheli, coinvolta in un forzoso scambio sessuale. “Un paradiso di bugie” di Stefania Casini (1996) la vede interprete di se stessa. Nel film “Intolerance – sguardi del cinema sull’intolleranza” (1996), è l’interprete dell’episodio (“Un’altra di lei”) diretto da Rocco Mortelliti.

Nel 2001, Maria Rosaria Omaggio lavora in due serial tv a sfondo poliziesco. In “Donne di mafia” (Rai 2, 2001), miniserie in due puntate diretta da Giuseppe Ferrara, Maria Rosaria rende credibile la figura di Antonietta Pennisi, moglie intellettuale di un capo mafia. Nel settembre 2001, Maria Rosaria fa la maitresse in un episodio della serie poliziesca di ambientazione partenopea “La squadra” (Rai Tre).

Maria Rosaria Omaggio è stata la stupenda icona del poliziottesco, si è concessa spesso senza veli in riviste maschili e si è riservata ruoli modesti nel cinema erotico. La sua bellezza resta ineguagliabile per il sorriso tentatore e lo sguardo magico, che ne ha fatta una donna desiderata da milioni di telespettatori e appassionati di cinema.

INTERVISTA A MARIA ROSARIA OMAGGIO DEL 2013

 

FILMOGRAFIA DI MARIA ROSARIA OMAGGIO

Roma a mano armata di Umberto Lenzi (1976)
Squadra antiscippo di Bruno Corbucci (1976)
L’Andalusa di Vicente Escrivà (1976)
Visantela, estàte quieta (1979)
Gata caliente (1979)
La segretaria privata di mio padre Mariano Laurenti (1977)
La malavita attacca… la polizia risponde! di Mario Caiano (1977)
La moglie dell’amico è sempre più… buona di Juan Bosch(1980)
Incubo sulla città contaminata di Umberto Lenzi(1980)
L’Ave Maria (L’artista) di Ninì Grassia (1982)
Occhio neo, occhio biondo, occhio felino di Muzzi Loffredo (1983)
Hercules II (Le avventure dell’incredibile Ercole) di Luigi Cozzi (1984)
Era una notte buia e tempestosa di Alessandro Benvenuti (1984)
Rimini Rimini – un anno dopo di Bruno Corbucci e Giorgio Capitani (1988)
Un paradiso di bugie di Stefania Casini (1996)
Intolerance – sguardi del cinema sull’intolleranza – episodio Un’altra di lei – di Rocco Mortelliti (1996)
Guido che sfidò le Brigate Rosse (2007)
The Museum of Wonders (2010)
Bloody Sin (2011)
To Rome with Love (2012)
Walesa – L’uomo della speranza (2013)

 

 

Scrivi un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.I campi obbligatori sono evidenziati con *

Dichiaro di aver letto l'Informativa Privacy resa ai sensi del D.lgs 196/2003 e del GDPR 679/2016 e acconsento al trattamento dei miei dati personali per le finalità espresse nella stessa e di avere almeno 16 anni. Tutti i dati saranno trattati con riservatezza e non divulgati a terzi. Potrò revocare il mio consenso in qualsiasi momento, integralmente o parzialmente, con effetto futuro, ed esercitare i miei diritti mediante notifica a info@giornalepop.it

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>

*