JOKER COMICS DELLA MARVEL HA ISPIRATO MAD

JOKER COMICS DELLA MARVEL HA ISPIRATO MAD

Mad è la rivista umoristica americana più importante degli ultimi decenni, anche se negli ultimi anni praticamente non esce più, se non come raccolta di ristampe.
Nasce nel 1952 come comic book (albo a fumetti) e tre anni dopo assume il formato magazine (rivista).

La casa editrice di Mad è la Ec Comics di William Gaines, nota soprattutto per la produzione di fumetti horror di qualità.
Curatore e creatore, nonché autore di tutti i testi e dei layout sui quali lavorano i disegnatori, è Harvey Kurtzman.

Mad inizia come albo antologico, cioè presenta diversi fumetti ogni numero. Con spirito goliardico fa la parodia ai personaggi dei media, dai film ai fumetti, e una vaga satira di costume.

Per farci un’idea di come si presenta l’albo agli inizi, diamo un’occhiata a qualche pagina del primo numero e degli immediatamente successivi.

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La prima storia, disegnata da Jack Davis, è una parodia delle storie horror. Quindi, praticamente, un’autoparodia, data la produzione di fumetti horror della Ec Comics.
L’incipit ricorda molto l’inizio del successivo film The Rocky Horror Picture Show.

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Seguono le parodie di personaggi famosi della narrativa popolare e del cinema, come Tarzan disegnato da John Severin (che a dir la verità nel fumetto umoristico non brilla molto: funziona meglio nei generi western e bellico).

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E parodie di fumetti, come Superman (disegnato da Wally Wood).

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Tra gli autori occorre ricordare il grande Basil Wolverton, benché poco sfruttato in quanto preferisce scriversi da solo le storie. Robert Crumb ha preso il proprio stile da lui.

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Harvey Kurtzman pubblica anche qualche fumetto interamente disegnato da lui: sono le tavole autoconclusive intitolate “Ehi, guarda!”.
Proprio queste tavole ci portano alla fonte di ispirazione misconosciuta di Mad…

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Ci riferiamo a Joker Comics, un albo antologico di 64 pagine della Marvel (all’epoca Timely), uscito dal 1942 al 1950.

Joker Comics presenta fumetti umoristici per un pubblico non necessariamente infantile. I personaggi sono molto diversi tra loro, per stile e genere.
Uno dei più ricorrenti e tradizionali è la bella Tessie la dattilografa, che potrebbe essere benissimo un personaggio di contorno di Archie.

Ospita anche, una decina di anni prima rispetto a quella che abbiamo visto su Mad, la parodia a Superman: Stuporman, di Harry Douglas.

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L’autore più presente su Joker Comics è il grande Basil Wolverton, soprattutto con il suo forzuto Powerhouse Pepper (Giornale POP ha pubblicato qui una storia tradotta appositamente da Fortunato Latella).

Non solo rivedremo Wolverton su Mad, ma ancora di più vi rivedremo all’opera Al Jaffee, che qui disegna la stravagante “Squat Car Squad”.
Si tratta di uno dei più grandi umoristi del fumetto, purtroppo sconosciuto in Italia.

Oltre ai brevi fumetti veri e propri, come il futuro Mad, l’albo pubblica pagine illustrate in maniera stravagante, come questa di Lou Paige.


O questa del solito Basil Wolverton.

O anche questa del diciottenne Harvey Kurtzman, il futuro fondatore di Mad, appunto.

“Ehi, guarda!”… sì, è proprio la serie che verrà riproposta da Mad!
Fatto piuttosto insolito, perché un tempo i diritti dei fumetti rimanevano all’editore, in questo caso la Timely/Marvel.

Nel 1946 Stan Lee sembra prendere maggior controllo di Joker Comis, che probabilmente ha diretto sin dal primo numero (con una parentesi al tempo del servizio militare durante la Seconda guerra mondiale, quando è stato sostituito da Vince Fago).

Stan Lee dirada l’umorismo goliardico che ispirerà Mad, per dare più spazio alle commedie con personaggi femminili a lui più congeniali. Dopo Tessie la dattilografa arriva Millie la modella.
Lee inizia anche a scrivere i fumetti, facendoli disegnare dall’ottimo Dan DeCarlo (futuro autore di punta di Archie).

La testata, che non ha mai venduto bene, passa da bimestrale a trimestrale (quando la periodicità ideale in America è mensile), e infine chiude con il numero 42 (1950). Forse perché il target di Joker non è mai stato focalizzato bene. Si trattava di un albo per bambini o per ragazzi?
Mad non commetterà questo errore, puntando direttamente ai ragazzi e ai giovani adulti. Tra i quali ci sarà anche Hugh Hefner, che vorrà Harvey Kurtzman come collaboratore di Playboy.

Soffermiamoci un attimo sull’albo gemello Krazy Komics, che vediamo pubblicizzato nella parte in fondo di questa seconda pagina di copertina di Joker Comics.

Eccolo in un’altra pubblicità interna.

Il meno duraturo Krazy Komics (1942-1947) presenta anch’esso dei buoni autori, alcuni dei quali pure finiranno su Mad, ma i suoi fumetti sono decisamente infantili e convenzionali

Lo citiamo perché, togliendo la storpiatura delle iniziali, notiamo che “Crazy Comics” è sinonimo di “Mad” comics: significa fumetti matti o fumetti pazzi.

In conclusione, Harvey Kurtzman si è ispirato a Joker Comics per la formula… e all’albo gemello Krazy Komics per la testata!

L’editore Martin Goodman riutilizza la testata Joker per una pubblicazione in bianco e nero di formato più grande, dedicata alle vignette salaci.
Del resto, il suo comparto delle riviste “per adulti” è piuttosto ampio e negli anni cinquanta sarà più remunerativo di quello dei fumetti.

Joker dura fino al 1976, quando, alla libreria Algani di piazza Scala a Milano, ne comprai una copia che ormai proponeva solo ristampe.
La rivista me l’ha poi fregata Gianni Bono, ma ricordo che c’era un episodio in bianco e nero di Powerhouse Pepper di Basil Wolverton, diverse vignette umoristiche di Dan DeCarlo e Bill Ward (conosciuto per il fumetto Torchy realizzato per la Quality Comics). Insieme a qualche foto in bianco e nero di modelle svestite.
Insomma, un format in disuso pure in Italia.

Curiosamente, anche in questo destino Mad ricalca, in un certo senso, le orme di Joker Comics, dato che diventa rivista nel 1955. In questo caso si tratta di una rivista elegante nella forma e sofisticata nei contenuti.

Gli autori sono sempre quelli della precedente edizione comic book, come Wally Wood.


Jack Davis (che si dice abbia ispirato Giorgio Cavazzano, soprattutto nei lavori degli anni settanta).

Billy Elder (che diverrà famoso, con i testi di Harvey Kurtzman, per le tavole satirico-erotiche di Little Annie Fanny pubblicate da Playboy), e altri ancora.


Insomma, nessuno inventa nulla, nemmeno il geniale Harvey Kurtzman.

La cosa buffa è che la Marvel, ideatrice della formula iniziale, negli anni settanta finirà per imitare pedissequamente Mad con una rivista intitolata Crazy… chiaramente derivato dal nome dell’albo gemello di Joker Comics!

 

 

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