LE RIVISTE PER ADULTI DELLA MARVEL

Martin Goodman (1908-1992), oltre a essere stato l’editore dei fumetti Marvel, ha pubblicato diverse “riviste d’avventura” per adulti.
All’inizio degli anni quaranta queste pubblicazioni erano la versione popolare del sofisticato maschile generalista “Esquire”, mentre alla fine della loro parabola editoriale, nei tardi anni settanta, si erano trasformate in riviste di fotografie porno. Le pubblicazioni che Goodman faceva uscire con l’etichetta Magazine Management comprendevano anche riviste umoristiche con vignette erotiche e di altro genere.
Nei primi anni settanta alcuni fumetti Marvel vennero pubblicati su riviste in bianco e nero, pur non confondendosi con quelle della Magazine Management. La rivista più longeva fra queste ultime è stata “The savage sword of Conan”: nelle cui pagine, a differenza dei comic book, si potevano vedere ragazze scollacciate.
Tornando alle riviste per uomini di “stampo giornalistico”, i titoli dei mensili più diffusi di Goodman erano “Stag”, “For Men Only” e “Male”.
Nel 1957, le 13 riviste maschili di Goodman gli permisero di riassestarsi economicamente dopo il tracollo del fumetto causato dalla famigerata caccia alle streghe scatenata dallo psicologo infantile Fredric Wertham. Proprio grazie a questi ricavi, Stan Lee poté richiamare Jack Kirby alla Marvel fino al rilancio dei supereroi. In quegli anni, l’ufficio dei fumetti Marvel era solo uno stanzino tra i locali della grande Magazine Management.
All’inizio, le riviste presentavano soprattutto tematiche avventurose indirizzate al pubblico adulto. Con il tempo gli articoli, le foto, le illustrazioni interne e della copertina diventarono sempre più di genere “sadomaso”.
Diamo in generale un’occhiata a tutte queste pubblicazioni, anche a quelle degli altri editori. Tra le altre case editrici di fumetti che pubblicavano le men’s adventure magazine c’erano Fawcett (Captain Marvel), Hillman (di Airboy), “Busy” Arnold (di Plastic-Man), Charlton e Crestwood.
Come redattori e collaboratori alle riviste di Goodman lavoravano scrittori di buon livello. Da Mario Puzo, futuro autore del romanzo “Il Padrino” (dal quale è stato tratto il film di Francis Ford Coppola con Marlon Brando), al giallista post hard-boiled Mickey Spillane. Puzo provò a scrivere anche storie per i fumetti Marvel, ma si arrese subito a causa delle obiezioni di Stan Lee. Altri autori erano lo scrittore pulp Walter Gibson (creatore di The Shadow) e sceneggiatori di fumetti come Otto Binder (Captain Marvel e Superman), Ed Herron e il grande William Woolfolk (Blackhawk, The Spirit). Anche Stan Lee scrisse qualcosa.
Grande importanza avevano le illustrazioni di copertina e quelle interne, spesso su due pagine. Il disegnatore più interessante era Norman Saunders. Seguivano Norman Eastman, James Bama, George Gross, Mort Kunstler, Earl Norem, Vic Prezio e altri. Alcuni erano anche autori di fumetti, come Bernard Bailey, L.B. Cole, Bob Powell e Sid Shores.
L’AVVENTURA DIVENTA TRAGEDIA
Molto utilizzata come ambientazione nelle illustrazioni di copertina era la Seconda guerra mondiale.
A proposito, perché qualche regista non gira un film sulle battaglie aeree con gli effetti speciali di “Guerre Stellari”?
L’illustrazione qui sotto rende l’idea di quello che potrebbe diventare.
In queste riviste una gita in barca iniziata tumultuosamente…
… può finire così.
Le belle ragazze sono sempre benvenute come vittime…
… o come aguzzine.
Oppure, si finisce nei casini in coppia.
NAZI CHE PASSIONE
Se serve qualcuno che uccida donne o marchi a fuoco le carni femminili, i crucchi di Hitler sono sempre a disposizione.
Ma con un po’ di coraggio si può sempre evadere…
… e fargliela pagare, ai nazi bastardi!
Acc…! Stavolta qualcosa è andato storto!
Le giappe della Seconda guerra mondiale sono stronze come le aguzzine bionde.
E i loro colleghi limoncini non sono da meno, com’è noto.
ARRIVANO I ROSSI
A partire dal 1956, anno dell’invasione dell’Ungheria da parte delle truppe sovietiche, ai nemici nazisti si aggiungono le canaglie comuniste: una evasione da Berlino Est, con tuffo nelle gelide acque della Sprea; o una fuga dai “barbudos” cubani, non la si nega a nessuna pupattola. A meno che non siano maoiste.
INTERLUDI METROPOLITANI
Ecco alcuni momenti di relax in un dormitorio studentesco, nella cucina di un ristorante alla moda e in camerino con un manager insistente.
DECADENZA DELLE RIVISTE “D’AVVENTURA”
Gli anni settanta furono il canto del cigno delle riviste per uomini, che ormai avevano poco di “avventuroso”. Le copertine diventano ironiche, ma vanno sul pesante: alcuni lestofanti aggiustano la mira del loro ferro rovente verso le zone erogene della loro vittima e si arriva a postulare l’esistenza di teppisti che roteano le catene mentre surfano (due perversioni in una).
Soprattutto, le illustrazioni scompaiono pian piano per lasciare spazio a foto di cronaca nello spirito pseudodocumentarista del film “Mondo cane”.
LA MARVEL SCONOSCIUTA
Nel 1975, Stan Lee si è fatto fotografare davanti alle riviste della casa editrice: nelle rastrelliere non è inquadrato neppure un comic book della Marvel da poco abbandonata dal fondatore Martin Goodman (che però con il figlio Chip continuerà a pubblicare riviste nello stile di Playboy).
Nella colonna di destra vediamo numerose riviste a fumetti in bianco e nero: “Crazy” (una imitazione di “Mad” abbastanza longeva) e le versioni a fumetti di personaggi in concessione o comunque non ideati dalla Marvel, come “Doc Savage”, “Conan”, “Il Pianeta delle scimmie”, “Dracula” eccetera.
Ci interessa particolarmente la colonna centrale, con le ex riviste avventurose: ormai le copertine presentano solo foto di modelle, che nel giro di un paio di anni si ritroveranno senza alcun indumento addosso.
La sola presenza di fumetti all’interno delle riviste per adulti è rappresentata da “Pussycat”. Ecco una tavola di Bill Ward, creatore di Torchy negli anni quaranta e successivamente prolifico vignettista erotico. Più sotto, le avventure di Pussycat ristampate in un unico fascicolo con la copertina di Bill Everett, creatore di Sub-Mariner.
Come detto, alcune riviste della Magazine Management pubblicavano vignette umoristiche a sfondo erotico. Uno dei principali autori era Dan DeCarlo, disegnatore di Millie the Model alla Marvel e poi autore principe di Archie.
La copertina sotto mostra il livello erotico al quale erano giunte le riviste per adulti gestite dalla Marvel, quando il nuovo direttore Jim Shooter decise di disfarsene perché vendevano sempre meno, svendendo le testate tra la fine degli anni settanta e l’inizio degli anni ottanta (insomma, non ricordo di preciso).
MADE IN ITALY
Da noi non abbiamo avuto riviste di genere “giornalistico” ricche di illustrazioni equivalenti alle men’s adventure magazine. Però, nel campo dei fumetti, possiamo dire che Hessa ci andava vicino nelle tematiche.
Creato nel 1970, il tascabile mensile della casa editrice Erregi, scritto da Ennio Missaglia e disegnato dal duo Giovanni Di Stefano-Nevio Zeccara, durò 47 numeri. La serie racconta le avventure di Hessa, responsabile della sezione femminile delle Ss.
Questa “eroina” vive una serie di situazioni paradossali: vergine convinta, si trova sempre in mezzo alle orge; aguzzina nazista, ama perdutamente un partigiano olandese. Nei suoi fumetti, i gerarchi nazisti vengono rappresentati come degenerati, quindi non si può considerare Hessa un fumetto filonazista. Anche se si potrebbe eccepire sul buon gusto di una simile operazione editoriale (parte di un suo fumetto lo si può leggere in questo mio articolo).
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[…] innumerevoli testate Marvel, provocando la catastrofe). Infine, Shooter cede le sempre meno vendute riviste porno a un altro […]
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