IL REALISMO FUMETTOSO DI WALLY WOOD

Il fumetto realistico non deve per forza essere “fotografico”, come quello che imperversa oggi. Lo ha dimostrato la carriera di Wally Wood, che pure si “vantava” di copiare qua e là.
Prendiamo la storia di Wood pubblicata nel numero 7 di “Daredevil” del 1965, e proviamo a immaginarci come sarebbe stata realizzata da un disegnatore “fotografaro”.

Intanto un fotografaro spesso non ha la fantasia per creare situazioni immaginarie come una Atlantide subacquea (in precedenza, Bill Everett, creatore di Sub-Mariner, chiamava questa città semplicemente Sottomarina).
La sceneggiatura di Stan Lee è, come al solito, piuttosto tirata via: si salva con le battute brillanti che inserisce qui e là.
Il generale Krang smania di attaccare i terricoli per mettere in imbarazzo il mezzosangue Namor detto Sub-Mariner, il quale, a sua volta, propone di stringere un non molto chiaro accordo con la gente di superficie.
Si osservino le vignette della pagina sotto: la prima verticale ha un campo lunghissimo; la seconda è un controcampo con molte persone sullo sfondo; le ultime vignette rappresentano il distruttivo ingresso nell’edificio.
Usando queste inquadrature, Wood descrive lo svolgimento degli avvenimenti nel modo più chiaro possibile, mentre un fotografaro avrebbe realizzato la solita sequenza di mezzibusti, primi piani e piani americani: lo sceneggiatore, sapendolo in anticipo, non gli avrebbe neanche scritto una sequenza come questa, immaginando il modesto (e poco comprensibile) risultato grafico finale.
Namor chiede all’avvocato Matt Murdock di perorare la causa del suo popolo. Non siamo di fronte a Will Eisner: le vignette sono semplici, ma emanano perfettamente il dramma della storia. Di fronte alle difficoltà che l’avvocato gli fa presente, Namor decide di creare casino per attirare l’attenzione.
Matt Murdock, indossati gli attillati panni di Devil, cerca di fermare Sub-Mariner.
Quella sotto è una delle tante sequenze che uno sceneggiatore di oggi rinuncerebbe a scrivere ben sapendo che il disegnatore, necessitando di fotografie praticamente impossibili da scattare, non la realizzerebbe in maniera degna.
All’improvviso l’orgoglioso Sub-Mariner accetta di farsi processare e, per chiudere in qualche modo questa storia sconclusionata, lady Dorma fa da deus ex machina richiamando il principe Namor ad Atlantide per domare una rivolta.
In realtà tutto l’episodio è una promo per la nuova serie di Sub-Mariner che uscirà nell’albo n. 70 di “Tales to Astonish”, con i disegni di Gene Colan (che si firma Adam Austin).
Adesso Wood gioca fin troppo al risparmio, disegnando solo gli elementi strettamente necessari al racconto.
Le figure di Wood sono spesso intere, magari inquadrate dall’alto per sfinarle e farle interagire con il contesto. Tecniche efficaci quasi impossibili da realizzare per un fotografaro, cioè dalla maggioranza dei disegnatori d’oggi. Probabilmente Wood, come John Byrne, utilizzava i pupazzetti.
La tavola sotto, posta dopo la fine della storia nel comic book originale, nella prima edizione italiana della Corno è stata inserita tra la penultima e l’ultima pagina della storia (dove mio fratello Gabriele l’ha ricalcata fino allo sfinimento).
Sub-Mariner e Devil sono due personaggi ideati da Bill Everett, il primo da solo nel 1939 e il secondo insieme a Stan Lee nel 1964; per saperne di più leggete questo mio articolo: “L’uomo che creò Namor, Devil e… Geppo?”.
Il modo di disegnare correttamente i fumetti, cioè senza ricalcare dei modelli in posa, richiede un lavoro preparatorio per definire le proporzioni dei personaggi.
Wally Wood, nato nel 1927, si afferma nei primi anni cinquanta come disegnatore di fumetti di fantascienza.
Ecco un suo ritratto realizzato dall’autore underground Robert Crumb.
Nel 1952, Wood disegna alcune delle ultime storie di Spirit, su testi di Will Eisner. Del quale studia, con profitto, lo storytelling (il modo di raccontare la storia attraverso sequenze di disegni).
Per la fin troppo (oggi) famosa Ec Comics, Wood realizza le sue storie di fantascienza più interessanti.
Da notare che Wood, curiosamente, disegna quasi sempre i mostri nello stile comico di Basil Wolverton.
La Ec Comics adattò senza autorizzazione diversi racconti dello scrittore di fantascienza Ray Bradbury, il celebre autore di “Cronache marziane” e di “Fahrenheit 451”. Quando Bradbury se ne accorse, si limitò a comunicare all’editore Bill Gaines che doveva essersi trattato di un semplice ritardo, se non gli erano ancora arrivati gli assegni. Che a quel punto arrivarono celermente.
Una storia di Ray Bradbury adattata da Al Feldstein e disegnata da Wally Wood, nella versione in bianco e nero rimontata nel formato tascabile dell’Oscar Mondadori “Il popolo dell’autunno – Domani a mezzanotte”, venne proposta nel 1972 per la prima volta in Italia con altro materiale della Ec Comics. Si tratta dell’episodio intitolato “Dolce cadrà la pioggia…” (There will come soft rains), uscito in origine nel 1953, nel n. 17 di “Weird Fantasy”. Ecco la tavola iniziale con i bei colori di Marie Severin, in seguito passata alla Marvel.
A causa della reazione inconsulta del popolino armato di forconi davanti alle edicole che esponevono aggraziate copertine come questa sotto, la Ec Comics (come la maggior parte delle case editrici di fumetti americane) deve chiudere la linea dei comic book a metà anni cinquanta.
Oltre ai fumetti, Wood realizza svariate illustrazioni.
La sovrabbondante tecnologia di questa immagine si ispira chiaramente a Jack Kirby, che Wally Wood ha inchiostrato nella seconda metà degli anni cinquanta nella strip quotidiana Sky Masters.
Sempre per la Ec, Wood disegna i fumetti umoristici di “Mad”, la rivista creata da Harvey Kurtzman.
La parodia del film “Il Selvaggio”, pubblicata quando Mad era ancora un comic book a colori, è particolarmente riuscita anche grazie agli schizzi preliminari di Kurtzman.
Mad, diventata una rivista “per adulti”, sfugge alla mattanza dei comic book durante la caccia alle streghe.
Chi riconosce tutti i personaggi delle strip presenti nella doppia pagina?
Essendo un ubriacone molesto, nei primi anni sessanta Wally Wood finisce per essere bruscamente licenziato dal permaloso direttore di Mad, Al Feldstein.
Sopra, una vignetta a tutta pagina per “Playboy”.
Sotto, la copertina di una sorta di fanzine realizzata per pochi numeri dallo stesso Wally Wood.
Wally amava le ambientazioni storiche e fantasy.
Non avendo la necessità di modelli da fotografare, gli bastava la documentazione (fin troppo stereotipata) dei libri illustrati.
Il guanto dell’armatura che si muove da solo ricorda il personaggio dei fumetti inglesi “Steel Claw”, disegnato dal compianto Jesus Blasco.
A proposito, ho lavorato con Blasco e mi sono trovato male perché, utilizzando le foto senza troppa fantasia, ha ridotto una mia sceneggiatura di 94 pagine (probabilmente già brutta di suo) in un fumetto da dimenticare.
Wood ha disegnato anche supereroi, come abbiamo visto all’inizio.
In questa illustrazione della fine degli anni sessanta per “Tv Guide”, il “Sorrisi e Canzoni” americano, mostra il sopravvanzare dei “minacciosi” supereroi sui “teneri” personaggi dei cartoni animati nell’immaginario infantile. Naturalmente il tema della copertina gli è stato indicato dalla redazione.
Nella seconda metà degli anni sessanta, per la casa editrice Tower, Wood lancia una serie di supereroi-spionistici di scarso successo, soprattutto a causa dei testi deboli.
In Italia vengono pubblicati dai fratelli Spada.
Le storie di genere militare sono particolarmente amate da Wood.
Cannon, realizzato per una pubblicazione distribuita ai militari, presenta situazioni sul genere delle riviste avventurose per adulti, settore nel quale era presente anche Martin Goodman, l’editore della Marvel.
Il primo numero del comic book “Total War” della Gold Key rappresenta bene le possibilità espressive del fumetto realistico realizzato con un disegno non incatenato alle fotografie ricalcate.
La copertina è di George Wilson. Il testo dell’episodio di Leo Dorfman (Roy Thomas si ispirerà per il n. 70 degli Avengers, disegnato da John Buscema: in Italia sarà pubblicato nella testata di Devil, data la presenza di questo personaggio).
Una passione di Wood è sempre stata l’erotismo.
Famosa, per esempio, è la sua parodia trasgressiva dei personaggi Disney.
In questa tavola Dale Arden, storicamente perseguitata da ogni sorta di bruto, si toglie uno sfizio su Flash Gordon.
Colpito da malattie invalidanti che gli impediscono di disegnare decentemente e dalla depressione, negli ultimi anni Wood lavora soprattutto come inchiostratore per la Dc Comics, realizzando di tanto di tanto fumetti erotici con le proporzioni dei corpi sbagliate (se avesse usato le foto, anche con gli occhi a pezzi avrebbe imbroccato l’anatomia).
Nel 1981, decide di suicidarsi all’età di 54 anni
Bellissimo articolo illuminante . Wally wood mi è sempre piaciuto per i motivi che hai detto. Il suo namor è il mio preferito. E poi ha uno stile sensuale . i suoi corpi femminili sono un vero piacere . sono stato innamorato del corpo di Sally forth
[…] Stalker, scritto da Paul Levitz e disegnato dall’incredibile coppia formata da Steve Ditko e Wally Wood (inedito in […]