IL DOLORE DI BERSERK PROVIENE DA HELLRAISER

IL DOLORE DI BERSERK PROVIENE DA HELLRAISER

Berserk, capolavoro dark-fantasy del fumetto giapponese, si ispira a diverse opere del calderone pop occidentale, dal quale ha tratto anche l’idea del dolore che lo pervade. Tema specifico che deriva da Hellraiser di Clive Barker, soprattutto dalla sua trasposizione cinematografica: vediamo dunque in che modo è stato fatto proprio da Kentaro Miura.

 

I CENOBITI

Hellraiser – Conosciuti anche come Supplizianti, sono degli esseri extradimensionali guidati da Pinhead.
Demoni di un inferno parallelo, una volta furono uomini. Venuti a contatto con l’Entità che governa la dimensione che hanno raggiunto, sono stati tramutati in esseri sovrannaturali.
Intervengono sulla Terra quando qualcuno riesce a dischiudere la Configurazione del Lamento, un cubo/puzzle misterioso di cui parleremo più avanti.
Il loro scopo? Donare piacere e dolore eterni ai suppliziati: non solo nel nostro mondo, ma anche nella dimensione parallela da cui i Cenobiti stessi provengono.
Pinhead è pressoché onnipotente e di volta in volta si accompagna a nuovi Supplizianti.

LA MANO DI DIO

Berserk – Un gruppo di arcidemoni che persegue l’oscuro disegno di una profonda entità maligna vive in dimensioni profonde, da dove può essere richiamato sulla Terra attraverso uno strano amuleto.
Guidati da Void, che funge da vero e proprio sacerdote del male, ogni membro della Mano di Dio nasce a distanza di 216 anni dal precedente. Ognuno di loro, un tempo, fu umano. Dischiudendo per volontà del fato il Behelit Cremisi, il prescelto apre il portale che richiama la dimensione oscura dove si consuma la Cerimonia che lo trasformerà in demone a costo di un grande sacrificio.
La Mano di Dio è composta, oltre che da Void, da Ubik, Conrad, Slan e Femto.

 

LA CONFIGURAZIONE DEL LAMENTO

Hellraiser – Chiamata anche Scatola di Lamerchand, è un misterioso cubo che in origine non era altro che un puzzle ludico.
Creato nel Settecente da un inventore francese, fu però oggetto di un rito proibito che trasformò la scatola stessa in una chiave per aprire il passaggio extradimensionale con il mondo dei Cenobiti.
Da allora appare nelle più svariate occasioni e chi risolve questo rebus (solitamente spinto da una certa ossessione nel voler aprire il cubo) finisce, a seconda della propria indole, torturato per l’eternità oppure, più raramente, trasformato esso stesso in un cenobita.
La prima scatola ad apparire nella saga viene acquistata in Marocco.

 

IL BEHELIT

Berserk – È una pietra a forma di uovo che esiste in due colorazioni diverse: quella rossa, destinata a chi dovrà diventare un membro della Mano di Dio, e quella verde/azzurra (di cui esistono tanti esemplari) che serve a richiamare la Mano di Dio aprendo le porte della loro dimensione.
I Behelit sono misteriori amuleti creati da uno spirito di altissimo grado e inviati sulla terra: direttamente connessi con il destino di chi dovrà dischiuderli, sono pietre “vive” che rappresentano un volto umano scombinato che però si “riordina” nel momento designato interconnettendo i due mondi.
Il Behelit si apre attraverso “sangue e disperazione”: quando tutto è perduto e non resta che trascendere la condizione umana per continuare a vivere (seppur in forma maligna), la Mano di Dio offre la possibilità di diventare un Apostolo, innestando il male nella crepa del cuore ferito, lenendo il lamento dell’anima che ha aperto l’amuleto. In cambio, però, è necessario sacrificare la propria metà.

 

L’INFLUENZA DEL DOLORE

Sulla falsariga di Hellraiser in Berserk persiste un profondo dolore connesso con la condizione di chi apre l’accesso a un mondo parallelo.
La Mano di Dio, che anche graficamente assomiglia ai Supplizianti, è la rilettura berserkiana del mito di Hellraiser, così come il Behelit (da notare come spesso anche queste pietre provengono da paesi esotici/orientali) ha una funzione davvero similare alla Configurazione del Lamento.
Qualcosa di più di un omaggio, dunque, che un grande autore giapponese, Miura, ha fatto a un grande autore inglese, Barker.

 

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