CABAL (NIGHTBREED), CLIVE BARKER CONTRO I PRODUTTORI

CABAL (NIGHTBREED), CLIVE BARKER CONTRO I PRODUTTORI

Clive Barker è un artista poliedrico che ho sempre trovato affascinante, soprattutto perché nelle sue opere l’orrore non è mai fine a se stesso.
Cabal (Nightbreed), film del 1990 scritto e diretto dallo stesso Barker, probabilmente è l’esempio più chiaro possibile che si possa fare in questo senso.

L’orrore ha sempre un valore allegorico-simbolico: segni, azioni, espressioni e via dicendo traslano la figura per assumere un significato più complesso che deve essere, necessariamente, interpretato. Dietro l’orrore, Cabal è un film sull’odio e sulla paura.

L’odio verso le minoranze oppresse, verso i reietti. L’odio che nasce dalla paura di qualcuno che è “diverso”. Tutto racchiuso in una sorta di mitologia soprannaturale.

A pensarci bene, la cosa buffa è che l’orrore, quello vero, fu…

… ciò che la 20th Century Fox fece a Cabal.

CABAL (NIGHTBREED), CLIVE BARKER CONTRO I PRODUTTORI

Per quei pochi che non lo sapessero, il film Cabal è l’adattamento del romanzo omonimo scritto da Barker nel 1988. In Europa il film uscì con il titolo del romanzo, mentre in America stranamente venne cambiato in Nightbreed.

Romanzo e film si concentrano su Aaron Boone, interpretato da Craig Sheffer, che tra un b-movie e l’altro tornerà dieci anni dopo come protagonista di Hellraiser 5. È un tizio ossessionato da Midian, una terra leggendaria a metà strada tra il sogno e l’incubo popolata da orribili creature.
Boone non è un vero e proprio spostato, piuttosto ha un equilibrio psicologico alquanto fragile.

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A causa dei costanti incubi riguardanti la terra dei mostri, Boone comincia a sentirsi sempre più estraneo, “fuori posto” rispetto alla realtà che lo circonda. Così, parte alla ricerca di Midian.
La situazione va completamente all’aceto quando viene accusato di essere un serial killer colpevole di agghiaccianti omicidi che non ricorda assolutamente, ma di cui si convince.

In realtà il colpevole è il suo fidato psichiatra Dr. Philip K. Decker, interpretato da David Cronenberg (non si tratta di un omonimo, ma proprio del famoso regista).
Abile professionista di giorno, sociopatico assetato di sangue e violenza di notte, incastra Boone facendo ricadere su di lui la colpa degli omicidi.

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La storia di Boone è la linea narrativa principale di Cabal, tuttavia serve solo a costruire lo spannung prima di raggiungere il vero explicit del film.
Insomma, la storia di Boone è un pretesto. Perché la vera attrazione di questa oscura e delirante fiaba è il serraglio degli spauracchi e dei seducenti mostri che chiamavano casa la terra di Midian.

Proprio in virtù dei tentativi di Barker di tirar su questa specie di mitologia, una fiaba a metà fra il fantastico e l’orrore, tra l’onirico e il realistico, totalmente estranea ai soliti papponi riscaldati in cui si annegava all’epoca, cosa decise la Fox? Semplicemente di sparare un colpo dritto in testa al film. Alé.

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Quando uscì nel 1990, la tagline sui poster di Nightbreed era: “Lori pensava di sapere tutto sul suo fidanzato… Lori si sbagliava!”.
Neanche a farlo apposta questo slogan non avrebbe potuto lisciare tanto malamente il punto del film.

Il romanzo Cabal era, e di conseguenza il film avrebbe dovuto essere, una riflessione su come e in che misura viene percepito dal resto della società chi è costretto a vivere ai margini. L’orrore è una metafora usata per esplorare ciò che potrebbe trovarsi al di sotto di ciò che consideriamo normale.

La “parabola” che coinvolge Boone, la sua fidanzata Lori, Midian e lo psicopatico dottor Decker (non a caso il nome del personaggio è una citazione a Philip K. Dick) è, in effetti, un’espressione figurata. Riguarda il significato di ciò che separa l’uomo dal mostro e cosa, di preciso, renda tale l’uno e l’altro.

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Vero che Lori ha una parte ben visibile nel film, ma comunque resta marginale. Quella tagline, che in qualche modo suggeriva fosse lei la protagonista, non solo faceva a cazzotti con quel che era di fatto la storia. Peggio ancora hanno fatto i manifesti del film.

Su molte locandine capeggiava il capoccione di Peloquin. Certo, è uno dei mostri più iconici del film, ma che nell’economia della storia conta poco o nulla. Su altre c’era Decker armato di coltelli, con indosso la maschera con cui compie i suoi orrendi crimini.

In altre parole, l’obiettivo del marketing era quello di far passare Cabal quanto più simile possibile a un qualunque film slasher. Questa promozione fatta a minchia, tanto per usare una espressione strettamente tecnica, fu solo una delle tante scelte sbagliate della Fox.

CABAL (NIGHTBREED), CLIVE BARKER CONTRO I PRODUTTORI

Chiunque all’epoca si fosse trovato davanti la pubblicità del film non ci avrebbe capito niente: i fan del Clive Barker di Hellraiser se ne sbattevano altamente di un film dell’orrore su “Il fidanzato di Lori”. Mentre gli spettatori casuali si trovavano davanti una roba confusa e insensata.

Nei poster una volta era raffigurato un mostro e un’altra un assassino tipo Michael Myers/Jason Voorhees/Leatherface. Oppure ancora, un tizio circondato dai mostri in un cimitero. Guardando il film non si capiva come quella bizzarra storia si collegasse a immagini promozionali e slogan del tutto fuori contesto.

Dulcis in fundo, Barker non aveva ottenuto dai produttori il final cut. Morale della favola, il film era stato sforbiciato di oltre quaranta minuti rispetto alla durata originale prevista.
Alla fine Cabal risultò caotico, confuso, disordinato e, in larga parte, incomprensibile. Diciamo pure che fu normale il conseguente disastro al botteghino.

Quelli della Fox non erano nuovi a sparate del genere. Tanto per dire, diedero il tormento a Carpenter con Grosso guaio a Chinatown e stavano per far impazzire Fincher con Alien 3.

Persino quel disastro di Fantastic Four, a detta del regista Josh Trank fu colpa dei produttori.
Trank non perse tempo a esprimere la sua frustrazione su Twitter: “Un anno fa avevo una versione fantastica di questo film che avrebbe ricevuto ottime recensioni”. Alla Fox, non soddisfatti del taglio, ordinarono di girare ex novo le scene chiave.

Fantastic Four è uno schifo e siamo d’accordo. La colpa, però, di chi è? Le parole di Trank hanno un fondo di verità o sono i deliri di un tizio che gioca a scaricabarile?

Considerata la situazione, qualche piccolo dubbio è lecito.
Per esempio, sul sito ufficiale di Clive Barker c’è una sezione in cui è possibile visionare tutte le interviste rilasciate da Barker negli anni.

Ecco cosa diceva in una di queste, dal titolo “Come Fox ha pasticciato Nightbreed per Clive Barker”, scritta da Alan Jones nel 1990 per Cinemafantastique.

“Qualcuno alla Morgan Creek mi ha detto: ‘Sai, Clive, se non stai attento ad alcune persone piaceranno i mostri’. Parliamo di perdere completamente il punto! Persino la compagnia per cui stavo girando il film non riusciva a capire cosa stavo cercando di ottenere”.

“[…] La lezione che ho imparato è che molte persone non vogliono nulla di diverso. Non vogliono che tu abbia una visione originale. Ma perché fare film che chiunque avrebbe potuto fare? Bene, ne ho pagato le conseguenze, ma sono impenitente”.

Nel 2012, Clive Barker intervistato da Owen Williams su Empire è tornato sull’argomento. Provando a spiegare la situazione sottolineando le differenze tra lavorare su Nightbreed e Hellraiser.

“Questa è una situazione molto diversa. Hellraiser era Hellraiser. Un film da $ 900k e non c’era nulla che avrei fatto diversamente. Ma Nightbreed mi è stato portato via. Si pensava che il suo significato non fosse… Che il suo significato non fosse in sintonia con i produttori. Il pensiero di fare un film in cui i mostri erano i bravi ragazzi per loro era solo un suicidio finanziario”.

“[…] Il gentiluomo che poi ha preso il controllo, Jim Robinson, non aveva letto la sceneggiatura, non sapeva che stavamo girando un film in cui i mostri erano i bravi ragazzi, e non penso che avrebbe mai dato il via libera al film. Avrebbe pensato fosse una vendita difficile”.

“In un certo senso, in realtà non penso avesse torto. C’è una parte di pubblico che vuole convenzioni nei film horror. La convenzione dell’orrore è che i mostri sono i cattivi, giusto? La mia tesi, se vuoi, è che i mostri sono molto più interessanti e complessi di così”.

Alla Fox manco per caso, ma tipo di sfuggita, avevano capito che il punto di Cabal non erano i mostri in senso stretto del termine. Il punto era il rapporto che ci connette ai mostri, la risposta al perché spesso e volentieri facciamo il tifo per il cattivo.

Più e più volte nel corso degli anni Barker ha dovuto specificare i come e i perché Cabal fosse finito all’aceto a causa di troppe mani sul progetto. Nonostante tutta la serie di riflessioni e metafore annesse e connesse, fossero state bellamente sfanculate, in tutto questo, fortunatamente, resta un punto fermo.

Ovvero che più o meno tutti si resero conto del grande potenziale inespresso del film. Ho sempre sostenuto la tesi sull’inutilità di pontificare: un film così come esce resterà per sempre. I se e i ma sono un’inutile battaglia contro i mulini a vento.

Se Barker avesse fatto a modo suo, che tipo di film sarebbe venuto fuori? Per anni si è favoleggiato sul famigerato Barker’s Cut. Le possibilità di vedere questa fantomatica versione sembravano più o meno le stesse di osservare un chupacabra in pieno giorno.

Per anni tanti appassionati di Cabal riuniti nel movimento Occupy Midian hanno effettuato ricerche in lungo e in largo per trovare copie della versione integrale. Ben ventitré anni dopo, grazie al materiale raccolto con santa pazienza dai fan irriducibili e al ritrovamento di alcune pellicole di prova originali in perfetto stato, la casa di distribuzione Shout Factory si è presa l’onere di rimasterizzare il film.

Con la supervisione di Clive Barker avviene un restauro definitivo: il film viene rimontato e revisionato. Così Cabal Director’s Cut è diventato disponibile in Dvd e Blu-ray dal 2014.

L’idea originale di Barker, era quella di realizzare “un film che facesse riflettere la gente sul perché amano i mostri”. Gli risposero: “Sai, Clive, se non stai attento ad alcune persone piaceranno i mostri”.
Scommetto che non sapevano quanto le persone hanno sempre amato i mostri. Ecco cosa rende Cabal un film tanto potente ancora oggi.

 

Ebbene, detto questo credo sia tutto.

Stay Tuned, ma soprattutto Stay Retro.

 

 

 

2 commenti

  1. Non ho capito se il Cabal Director’s Cut riesce ad esprimere il potenziale o se anche quello rimane a metà strada.

  2. Ma che bel giornaletto alla salsa di censura

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