STALLONE GIRÒ ROCKY CON POCHI SOLDI

STALLONE GIRÒ ROCKY CON POCHI SOLDI

Il “vero” Rocky

Per risalire alle origini del film di Rocky occorre tornare al 24 marzo 1975, quando Don King decide di organizzare un incontro tra il campione in carica dei pesi massimi Muhammad Ali e il pugile soprannominato “il sanguinolento di Bayonne” (Bayonne era la sua città natale), Chuck Wepner, per via del fatto che spesso si riduceva, durante i suoi incontri, a una maschera di sangue in quanto coraggioso incassatore, ma non certo un campione. L’esito dell’incontro doveva essere scontato e, forse, Wepner sarebbe stato dimenticato se non fosse riuscito a resistere in piedi per 15 riprese con il campione del mondo, mettendolo addirittura rocambolescamente al tappeto durante la nona ripresa (anche se, secondo alcune fonti, Ali sarebbe caduto perché perse l’equilibrio calpestato involontariamente da Wepner al piede destro e non per effetto del destro al corpo ricevuto), per finire giù, rialzandosi, a pochi minuti dalla fine dell’incontro. È in quel momento che l’arbitro decreta il ko tecnico a favore di Ali, ma da allora nessuno avrebbe dimenticato l’eroica resistenza dell’indomito Wepner.

Riprese 8, 9 e 10 dell’incontro Wepner-Ali per il titolo dei pesi massimi (24 Marzo 1975)

Tra gli spettatori c’è il giovane Sylvester Stallone che, dopo aver assistito all’epico match, impressionato dal coraggio di quel goffo pugile che aveva tenuto testa fino alla fine al campione del mondo, riversa di getto in tre giorni 90 cartelle di sceneggiatura per un film su una vicenda simile: Rocky.

Stallone propone a Wepner 70mila dollari subito o l’1% sugli incassi del film per avere il diritto di raccontare la sua storia.

Wepner è in crisi con la moglie che ha problemi di soldi e di droga, sceglie i 70mila dollari maledetti subito. Il destino del “vero” Rocky e di quello fittizio viaggiano in direzioni opposte. Rocky incassa milioni e milioni di dollari e Stallone comincerà la sua ascesa nello Star System. Wepner, al contrario, va incontro a un crollo verticale. La sua carriera pugilistica ha una battuta d’arresto e continuano i suoi problemi economici. Divorzia dalla moglie e fallisce anche il secondo matrimonio, si dà al wrestling, ma a un certo punto finisce in prigione per anni a causa della droga.

Uscito di prigione il vento comincia a cambiare, forse anche grazie a un importante indennizzo economico ottenuto a titolo di compensazione dalla causa intentata a Sylvester Stallone per la vicenda dello sfruttamento della sua storia nel film. Sì, da quel momento le cose cominciano a girare. Fa un’apparizione al cinema nel film The Gig del 1985, nel 2011 esce il film documentario The Real Rocky sulla vicenda in relazione alla sua carriera pugilistica e al film Rocky, scrive un’autobiografia, fa apparizioni televisive e nel 2016 esce un altro film, The Bleeder, che questa volta fa riferimento esplicito alla sua storia.

 

La prima sceneggiatura e la determinazione di Sly

Tornando alle 90 cartelle della sceneggiatura di Sly sulla vicenda Wepner-Ali, si trattava solo di una bozza, corrispondente a circa il 10% della sceneggiatura definitiva, ma le potenzialità di quella storia colpiscono i produttori Irwin Winkler e Robert Chartoff, che Sly aveva conosciuto a un provino per ottenere una parte da attore.

All’inizio Winkler e Chartoff offrono a Sly 350mila dollari per la cessione dei diritti sulla sceneggiatura, ma Stallone rifiuta, benché in quel momento fosse praticamente in miseria (pare con soli 106 dollari in banca e stesse meditando di vendere il suo cane perché non poteva permettersi di nutrirlo), in quanto è sua ferma intenzione di non rinunciare al ruolo di attore protagonista per il suo film.

A quel punto i produttori si convincono di dargli questa possibilità a condizione che Sly lavori al minimo sindacale come attore e del tutto gratis come sceneggiatore. Quando sottopongono la sceneggiatura alla United Artists per avere i 2 milioni di dollari previsti dal budget, la major pretende un attore protagonista di riconosciuta fama, proponendo nomi come Robert Redford, Ryan O’Neal, Burt Reynolds o James Caan.

I due produttori fanno notare che l’acquisizione dei diritti sulla sceneggiatura è subordinata alla scrittura di Sylvester Stallone come attore protagonista, così la United Artists abbassa il budget a un milione di dollari e aggiunge che Winkler e Chartoff si sarebbero fatti carico personalmente di eventuali spese aggiuntive.

Il film viene effettivamente prodotto dal regista John G. Avildsen con 1,1 milioni di dollari, i 100mila mancanti vengono forniti dai due produttori mediante un’ipoteca sulle loro proprietà.

 

Il casting

Per il ruolo di Apollo Creed inizialmente viene contattato Ken Norton, ma questi abbandona il film pochi giorni prima delle riprese per un altro impegno. Per la parte, allora, viene ingaggiato Carl Weathers che, secondo Stallone, possiede tutte le caratteristiche fisiche e mentali del personaggio di Apollo. Durante il provino di Weathers, lui e Stallone improvvisano un breve combattimento. In quella occasione Weathers colpisce realmente al volto Stallone per sbaglio, al che Sly gli intima di andarci piano, dato che si trattava solo di un provino. Weathers risponde che se gli venisse permesso di fare il provino con un vero attore, anziché con un sostituto, potrebbe fare molto meglio. Avildsen lo informa che non solo Sly è l’attore protagonista, ma anche lo sceneggiatore del film. Weathers scruta Stallone con aria perplessa e dice: “Be’, forse migliorerà”. Solo a quel punto Sly offre definitivamente il ruolo a Carl Weathers.

Per rendere l’incontro tra Rocky e Apollo più realistico, Sly trascrive una vera e propria coreografia, descrivendo la sequenza di mosse dettagliatamente. Lui e Weathers per giorni la provarono sul ring per impararla a memoria.

Coreografia di Sylvester Stallone dell’incontro tra Rocky Balboa ed Apollo Creed

Per la parte di Adriana viene fatto un provino a Susan Sarandon, ma Sly la scarta perché troppo bella, mentre Carrie Snodgress rifiuta il ruolo in mancanza di un accordo con la produzione sul compenso. Alla fine Sly trova più fedele al personaggio che ha immaginato Talia Shire, scritturata poco prima dell’inizio delle riprese.

Burgess Meredith viene scritturato per la parte di Mickey dopo il rifiuto degli altri attori scritturati, che avevano ritenuto insultante essere sottoposti a un provino dal semisconosciuto Sylvester Stallone.

 

Creatività a basso costo

I tagli al budget impongono mezzi limitati e tempi di produzione strettissimi. Alla fine il film viene girato in soli 28 giorni: le poche risorse disponibili determinarono errori che vengono risolti con creatività e improvvisazione.
Facciamo alcuni esempi.

In una scena del film il poster sul ring del match tra Rocky e Apollo mostra Rocky che indossa calzoncini rossi con banda bianca, mentre in realtà il pugile ha calzoncini bianchi con banda rossa. Sly risolve la questione improvvisando una scena in cui è Rocky stesso, nel film, a far notare l’errore. Stessa soluzione, con il protagonista che si lamenta della cosa, per la taglia troppo grande dell’accappatoio. Entrambi errori degli addetti alla scenografia che non hanno avuto il tempo e le risorse per risolvere.

Trailer originale di Rocky

Sempre nell’ottica di risparmiare soldi e tempo, per il cane di Rocky viene impiegato quello di Stallone e alcune scene nella città di Philadelphia vengono girate in modo estemporaneo senza chiedere autorizzazioni alle autorità per girare, creando a volte, involontariamente, un risultato forse più realistico ed efficace che in scene costruite a tavolino.

Per esempio, la maggior parte delle sequenze di jogging attraverso la città vengono girate in questo modo, come quella in cui Rocky corre sul molo davanti alla barca ormeggiata.

In quel momento il furgone dello staff passa accanto alla barca il cui equipaggio è realmente in manovra e Avildsen, vista la scena per caso, pensando che sia uno sfondo efficace, fa scendere al volo Sly facendolo correre lungo la banchina mentre lo riprende sporgendosi dal veicolo.

Una ripresa estemporanea ancora più efficace è quella della corsa attraverso il mercato, in cui i banchisti guardano Rocky esterrefatti. La scena del film suggerisce che sono stupiti nel vedere il famoso sfidante di Creed allenarsi attraversando il mercato, ma nella realtà gli astanti non avevano idea di chi fosse quello sconosciuto che attraversava i banchi correndo mentre veniva ripreso da una telecamera, perché il tutto fu improvvisato sul momento. Per esempio, è stato lo stesso fruttivendolo che, non avendo idea di finire in una scena di un film, prende l’iniziativa di lanciare l’arancia a Sly in corsa, il quale la afferra al volo dando vita a una delle sequenze più famose della pellicola.

Per la sequenza del pattinaggio sul ghiaccio, Stallone aveva previsto circa 300 comparse sulla scena, ma a causa dei limiti di budget la produzione non può permetterselo e, al momento di girarla, Sly scopre con orrore che è disponibile una sola comparsa. Così Stallone improvvisa la scena della pista chiusa e si accorda con il custode per aprirla e lasciar pattinare Adriana. Paradossalmente, questa sequenza è diventata poi una delle più note di tutta la saga dei Rocky.

La scena priva di comparse della pista di pattinaggio

Il sogno americano si avvera

Sylvester Stallone in quella fase della sua vita è un aspirante attore frustrato. In alcune interviste dichiarerà che la sceneggiatura di Rocky, pur essendo ispirata alla vicenda di Wepner-Ali, è anche una sorta di trasposizione autobiografica di quel suo periodo difficile nei panni del protagonista del film. Pensava che al pubblico non sarebbe interessato un protagonista depresso e frustrato perché non riusciva a diventare un attore di successo, così ha trasposto il suo dramma personale nella frustrazione di un aspirante pugile.

Per ironia del destino, la narrazione di quel senso di impotenza causato dalle avversità della vita è per Sly la chiave di volta per raggiungere il successo.

Nonostante le premesse e gli inconvenienti durante le riprese, l’azzardo dei produttori Winkler e Chartoff risulta vincente perché al botteghino, seppure Stallone sia un attore semisconosciuto, il film “Rocky” incassa 225 milioni di dollari di allora nel mondo (di cui oltre 117 milioni negli Usa).

Grazie al film Rocky, Sylvester Stallone rimane oggi l’unica persona nella storia del cinema, insieme a Charlie Chaplin e Orson Welles, ad aver ricevuto per il medesimo film la nomination agli Oscar sia per il miglior sceneggiatore sia per il miglior attore protagonista.

Per Sly fu il sogno americano che si realizza.

 

 

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