UN INDIZIO DELL’ESISTENZA STORICA DI GESÙ

UN INDIZIO DELL’ESISTENZA STORICA DI GESÙ

Abbiamo prove dell’esistenza storica di Gesù? I quattro Vangeli canonici hanno un intento propagandistico, più che storico. D’altra parte sono gli unici scritti che parlano in maniera dettagliata della vita di Gesù e quindi non possiamo ignorarli. Diversamente da quanto si credeva fino a poco tempo fa, l’analisi di questi testi ha rivelato che, in particolare il Vangelo di Marco, non sono stati scritti troppi decenni dopo la morte di Gesù.
Nei Vangeli ci sono storie fantastiche insieme a episodi realistici, che non per questo sono necessariamente veri. Gesù vi appare come un predicatore-guaritore con un gruppo di discepoli-collaboratori: un collega alla lontana di Apollonio di Tiana, del quale abbiamo parlato QUI.

All’interno dei Vangeli troviamo anche episodi straordinariamente realistici che non depongono in favore di Gesù. In Marco 3:21, i familiari cercano di trattenere Gesù dalla sua missione pensando che sia impazzito: I suoi … uscirono per impadronirsi di lui, poiché dicevano: “È fuori di sé”.

Lontano da casa Gesù può anche farsi passare per un grande uomo, ma quando torna a Nazareth, dove tutti lo conoscono bene, non fa un grande impressione. In Marco 3:6, gli abitanti dicono: “… non è egli il falegname, il figlio di Maria e fratello di Giacomo, di Giuseppe, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle non sono qui tra noi?”. E si scandalizzarono di lui.
Si definisce Gesù un falegname, condizione umiliante nel mondo antico perché si tratta di un lavoro manuale (e infatti gli altri evangelisti glissano in proposito). Lo si chiama figlio di Maria: all’epoca il nome della madre veniva usato solo quando il padre era incerto. Sappiamo da fonti storiche che i fratelli, malgrado all’inizio lo considerassero un pazzo furioso (come abbiamo appena visto e come dice anche Giovanni 7:3: … nemmeno i suoi fratelli credevano in lui), dopo la morte di Gesù e il rapido sviluppo del cristianesimo accettarono di essere integrati nella Chiesa. In particolare Giacomo venne messo a capo dell’importante comunità di Gerusalemme, con tutti i benefici che ciò comportava.

Se nei Vangeli c’è qualcosa di vero, la parte dove si descrive il disprezzo nutrito verso Gesù da parenti e conoscenti direi che lo sia: non si inventano “figuracce” in una storia che vuole essere edificante. Le si inseriscono solo perché indotti da testimonianze troppo note ai contemporanei per essere taciute.

Sempre nei Vangeli, spesso Gesù non è descritto come ci si aspetterebbe. È venuto il Figlio dell’uomo che mangia e beve, e dicono: “Ecco un mangione e un bevitore, amico dei pubblicani e dei peccatori” (Matteo 11:19). In diverse occasioni Gesù mostra un lato “frivolo”, come nel famoso episodio in cui i discepoli lo sgridano perché Maddalena spalma sul suo corpo una grande quantità di costosissimo unguento profumato, che sarebbe stato meglio rivendere per rimpinguare la cassa vuota. Anche qui doveva esserci un’affermata tradizione biografica su Gesù che non lo dipingeva affatto come asceta.

Ci sono anche altre connotazioni “negative” di Gesù che traspaiono dai Vangeli, non eccessivamente pubblicizzate durante la messa.
In ogni caso, chi poteva raccontare questi e altri particolari su Gesù? Solo coloro che lo avevano conosciuto: gli ebrei, sia quelli diventati cristiani sia quelli che non avevano cambiato religione. Non dimentichiamoci che il cristianesimo è nato in Palestina all’interno dell’ebraismo e chi all’inizio scriveva di Gesù doveva fare i conti con chi l’aveva conosciuto veramente.

Cosa raccontavano di Gesù, invece, gli ebrei che non si erano convertiti al cristianesimo? Se Gesù non fosse esistito lo avrebbero detto sicuramente, dato che combattevano duramente i cristiani considerandoli una serpe in seno.

Il martire cristiano Giustino, nel Dialogo con Trifone, scrive che gli ebrei propagandavano sistematicamente una verità opposta alla loro, secondo cui, per esempio, Gesù non era risorto ma il corpo era stato sottratto dal sepolcro durante la notte dai discepoli.
Gli ebrei, quindi, non negavano l’esistenza di Gesù. Negavano solo che fosse l’atteso messia.

I cristiani raccolsero le testimonianze degli amici di Gesù nel Vangelo attribuito a Marco, il più realistico e alla base dei successivi Vangeli, i quali contengono, invece, diverse storie favolose come la stella cometa seguita dai “re magi” a loro volta inseguiti da un re Erode massacratore di bambini.
Anche gli ebrei, probabilmente, andarono a interrogare i testimoni diretti della vita di Gesù per scrivere la loro “controrelazione”. L’accusa più nota degli ebrei rivolta a Gesù, che secondo la nostra sensibilità non è affatto una colpa, ma all’epoca era considerata tale e pure grave, riguarda Maria. Accusa ben nota e ripresa, sia pure per confutarla, anche da un padre della Chiesa come Tertulliano.

Come abbiamo notato, Gesù in un passo del Vangelo viene chiamato “figlio di Maria”, che nel linguaggio dell’epoca indicava un figlio illegittimo. Secondo gli ebrei, non si sa se in malafede o a seguito di indagini accurate, Maria era stata cacciata dalla casa del marito Giuseppe perché adultera (la lapidazione non era più di moda per influsso della cultura greca). Divenne prostituta e poi, attraverso la relazione con un soldato chiamato Pantera, ebbe Gesù. Tra parentesi, in Germania è stata trovata la tomba di un arciere di nome Pantera, dalla stele funebre si apprende che era un mediorientale vissuto all’epoca di Gesù. Naturalmente questa scoperta moderna non dimostra niente.

Poco importa di chi fosse veramente figlio Gesù, ma è sintomatico il fatto che gli ebrei non ne negarono affatto l’esistenza, diffondendo invece precise notizie sul suo conto. Fondate o meno che fossero.
Successivamente il cristianesimo si staccò completamente dall’ebraismo, preferendo convertire i più numerosi “pagani”, e di queste scabrose polemiche rimase solo una eco lontana.

Immagine d’apertura tratta da “Jesus Christ Superstar”, film del 1973 diretto da Norman Jewison (trasposizione del musical omonimo di Tim Rice e Andrew Lloyd Webber).

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2 commenti

  1. L’unico vangelo che parla dei “re magi” è quello di Matteo. Quasi un curioso riconoscimento della tradizione orientale nei confronti del messia.
    Per il resto c’è scritto chiaramente che Giuseppe NON ripudiò la moglie.

    • Maria viene ripudiata per la tradizione anticristiana ebraica.
      Marco fa una cronaca abbastanza realistica. Negli altri Vangeli si cerca invece di correggerlo e di arricchirlo aggiungendo elementi fantastici come l’angelo che va da Maria, i re magi, la cometa, re Erode che massacra i bambini eccetera. Inoltre nel Marco originale non c’è nemmeno la resurrezione: tutti gli esperti dicono che gliela hanno aggiunta in seguito perché lo stile è completamente diverso.
      Gli altri Vangeli correggono sistematicamente il primo Vangelo, quello di Marco: per esempio Luca chiama Gesù figlio di Giuseppe dove Marco dice di Maria eccetera. Io credo che il Vangelo di Marco sia stato scritto dalla comunità che conobbe Gesù, mentre i successivi per offrire dei Vangeli meno realistici e più propagandistici.

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