BILANCIO BONELLI IN ATTIVO MA CROLLANO LE LIBRERIE

BILANCIO BONELLI IN ATTIVO MA CROLLANO LE LIBRERIE

Il bilancio 2020 di Sergio Bonelli Editore (SBE) arriva un po’ in ritardo rispetto al solito. Si tratta di un bilancio che, come tutti i bilanci del mondo, in questa fase storica probabilmente risente della crisi Covid.

 

Il conto economico

Il fatturato d’azienda di Sergio Bonelli Editore nel 2020 è stato di 27,7 milioni di euro, in calo del 9,4% rispetto al dato 2019 di 30,6 milioni, scendendo al di sotto del dato 2016, il più basso registrato da quando scriviamo questa paginetta di analisi annuale.

Il dato delle librerie segna il crollo dai 2,6 milioni di euro del 2019 a 1,7 milioni, passando a un’incidenza del 6,1% del fatturato totale, quando era arrivato a superare l’8%. Perdono anche le edicole con 24,5 milioni di euro dai 26,1 milione del 2019, ma l’incidenza sul totale torna a 88,3% per il calo delle altre fonti di ricavo.

I ricavi da diritti di pubblicazione tengono a 1,5 milioni di euro dai 1,6 del 2019, posizionandosi però ai minimi degli ultimi anni (aveva fatto peggio solo il 2017 con 1,3).

Significativamente ridotto il fatturato da merchandising, che insieme agli altri ricavi segna meno di 100 mila euro, dagli oltre 400 mila dell’anno scorso.

Probabilmente i dati di fatturato nell’anno del Covid non sono sono da considerarsi permanenti, bensì soggetti a ripresa nel corso dell’anno, ma è lecito domandarsi se riusciranno a tornare ai livelli precedenti in un mercato in ricostruzione, con la chiusura continua delle edicole (indica il bilancio che il 15% delle edicole ha chiuso nel corso della pandemia, alcune con l’intenzione di riaprire al termine della crisi), e con impatti significativi sul mercato delle librerie.

Il bilancio cita di sfuggita che la chiusura del punto vendita all’interno della Mondadori di Milano non è stata decisa da Bonelli, ma una scelta imposta da Mondadori.

Al di fuori della gestione caratteristica, aumentano gli altri proventi a 3,3 milioni di euro da 1,7, ma di questi la gran parte ha un effetto non monetario in quanto capitalizzazione di costi interni.

Determinante la riduzione di costi da parte di Bonelli in tutti i comparti, che significa comprare meno, bloccare le assunzioni o licenziare.

Il risultato è un EBITDA (Earnings Before Interest, Taxes, Depreciation and Amortization: utili prima degli interessi, delle imposte, del deprezzamento e degli ammortamenti) di 4 milioni di euro (in aumento del 65% dai 2,4 milioni del 2019) e un profitto dopo le tasse di 2,2 milioni (quasi triplicato dai 0,8 milioni del 2019), con il profitto e l’EBITDA più alti da quando svolgiamo queste piccole analisi.
In termini di flussi di cassa, l’azienda incrementa la cassa di 1,5 milioni di euro quest’anno, contro una perdita di oltre 4,5 milioni dell’anno scorso.

Non entriamo in dettagli patrimoniali, che comunque migliorano generalmente in conseguenza del conto economico.

L’esito finale è che, tra contenimento del calo dei ricavi (-9,4%, la variazione del fatturato di Bonelli, è un dato non troppo dissimile dal -8,9% media Italia nel 2020, nonostante la contrazione strutturale del mercato del fumetto), e la forte riduzione dei costi, Bonelli ha retto all’impatto della crisi Covid, recuperando anche redditività.

Rimane il dubbio su quanto della riduzione di ricavi sarà recuperato tra il 2021 e il 2022, e quanto rimarrà come eredità della crisi. Sotto questa luce si spera all’apertura di nuovi mercati: il bilancio in più punti cita i progetti del cartoon Dragonero e del film su Dampyr.

Nel bilancio Bonelli sono inoltre significative, e immagino che abbiano costituito un campanello d’allarme nell’azienda, le perdite di ricavi nel settore librerie e merchandising.
Va notato soprattutto il dato delle librerie, che erano indicate come la promessa per la crescita dell’immediato futuro. Finisce per essere invece un canale da ricostruire, visto che il mercato delle librerie in Italia ha chiuso il 2020 in pareggio rispetto al 2019, performance che Bonelli non è riuscita a emulare.
Nel frattempo, il sofferente mercato delle edicole, pur in riduzione strutturale da anni, continua a essere l’unico porto sicuro per Bonelli.

 

 

9 commenti

  1. A mio avviso i lettori si sentono traditi, con aumenti anche in piena crisi, medagliette che per avere tutte devi spendere quasi 150 €, fumetti spesso con storie scadenti (un esempio per tutti Nathan Never, un tempo eccellente prodotto).

  2. Io comprerei qualche fumetto in più. Ma tra spazio e il lavoro che non ho sono scarso. A parte che dopo poco, per motivi di spazio, li devo fare fuori.

  3. Io ho la casa piena….ma ai fumetti Bonelli non rinuncio. Sono i soldi meglio spesi del mio Bilancio. Tenete duro !! Nathan e’ sempre un piacere, se qlche numero piace meno, e’ soggettivo e normale. Guai nn ci fosse più !

  4. Leggo Bonelli da sempre….il mio primo fumetto è stato Mr. NO che mi comprava papà nei pack quando andavamo al mare.
    Sono convinto che il mercato può risalire senza problemi, basterebbe qualche accortezza nella distribuzione.
    Da anni mi balenano idee che con un briciolo di presunzione potrebbero essere vincenti.
    Le librerie calano perché gli adepti non sono appassionati….spesso vedo i fumetti abbandonati in un angolo buio e quando chiedi informazioni trapela la mancanza di conoscenza e soprattutto l’assenza di passione.
    I punti di distribuzione dovrebbero essere in zone strategiche come per esempio i centri commerciali….ma non solo nelle grandi città….anche nei paesi….dove i giovani si ritrovano (soprattutto se c’è un cinema o aree tipi sale giochi).
    Il Bonelli point è il Top….persone competenti e preparate….ma è limitato solo a quel luogo.
    Incontri con autori o disegnatori in luoghi con un grande afflusso porterebbe ancora più appassionati incuriosendo anche chi non lo è….ma si trova a passare di lì.
    Quando è uscito il Texone del maestro Claudio Villa ho visto persone che arrivavano da tutta la provincia di Milano….immaginate se questa dimostrazione fosse stata ripetuta in più punti comodi da raggiungere e da pubblicizzare.
    Da “fumettaro” sarebbe il mio sogno poter gestire un punto dove decantare la mia passione per i fumetti Bonelli….ovviamente con i miei mezzi, ovviamente anche con l’aiuto ed il supporto del marchio.
    Lo stesso discorso vale per le edicole….è vero che sono in crisi….ma è anche vero che non sono più come quando ero bambino dove il Sig.Ercole o Enrico di turno sapevano consigliarti suoi fumetti che uscivano….ora sono surrogati di cartolerie o altro….la vendita dei giornali e fumetti è diventata un condimento all’interno del business.
    Per fare un esempio l’edicola vicino a casa mia è gestita da un ragazzo più giovane di me che non sa nemmeno che Dylan Dog è un investigatore e che Mr.NO è un veterano di guerra.
    Sfruttare l’affluenza di un posto può essere una carta vincente….poi ovviamente chi non risica non rosica.
    Dal canto mio Bonelli non mancherà mai nella mia fumetteria personale e continuerò a fantasticare con la mente sognando un posto tutto mio dove poter tramandare la mia passione, confrontarmi con altri cultori ed insegnare alle nuove generazioni il mito dei miei eroi.
    Il mercato è ampio e la concorrenza americana è giapponese è pesantissima….anche grazie ai Film e gli Anime….ma posso garantire che se Attica (che è un capolavoro sia per la scrittura che per il tratto….trasposizione di una favola in una storia con attributi enormi) fosse stata illustrata con passione alle persone incuriosite da un vero appassionato non avrebbe avuto niente da invidiare al mondo Marvel, DC, Image e Manga.
    Scusate la lungaggine….ma tutto questo è perché tiferò sempre per il mondo che mi ha coccolato e fatto sognare fin da bambino.
    Un forte abbraccio, Christian

  5. Sono d’accordo con quanto detto dal Sig. Christian. Io non sono Bonelliano come lui, a parte qualche Dylan Dog o un Tex estivo ogni tanto non seguo le serie nostrane. Sono un Marvelliano della prima ora, ma mi accomuna lo stesso sviscerato amore per l’edicola. Era il tempio del fumetto una volta, e quando ci andavi vedevi tutti gli albi in bella mostra, che ti facevano venire l’acquolina in bocca. Erano uno dei punti forti e non passavano inosservati. Erano il posto giusto per un prodotto così, e io, come Christian, andavo alla mia edicola preferita dove sapevo di poter rimirare le copertine di tutti i fumetti anche se poi ne prendevo solo uno. Ora somigliano più a spacci che a rivendite di carta stampata. I fumetti sono finiti nel dimenticatoio, e se li trovi sono messi in modo confuso, senza un senso logico ne il rispetto che meritano. Ancora adesso mi trovo spesso ad entrare in una edicola, quando la vedo bella e ricca, e rimanere invariabilmente deluso da ciò che vedo e non trovo più. Ma al di là di tutta questa nostalgica rimembranza concordo sul fatto che é li che il fumetto può e deve rinascere. Le fumetterie e le librerie non sono il luogo giusto, ma un accanimento terapeutico su un prodotto che deve essere riportato in vita come merita. In edicola si giocherà la partita della rinascita, con albi accessibili economicamente ai ragazzi, e idee coraggiose e innovative. Gli autori li abbiamo, ma secondo me mancano coraggio e idee, anche promozionali, con progetti a medio e lungo termine. Non è vedere l’adulto uscire dalla fumetteria col pacco di fumetti il polso della ripresa, ma il ragazzino che esce dall’edicola col fumetto in mano, aperto per l’impazienza di leggerlo. Allora si sarà centrato l’obiettivo. Perche vorrà dire che si sarà ricreata la magia, perché cosa sono i fumetti se non MAGIA! Secondo me si può fare.

    • Grazie Fabio per il supporto e concordo con te sul discorso che fumetterie e librerie sono un accanimento terapeutico.
      Difatti nella mia testa immagino rifugi (come in alta montagna) dove poter dimenticare la quotidianità per immergermi nel mio mondo.
      Un mondo dove tutte le persone che incontri parlano la tua lingua….con magari preferenze diverse….ma tutti sulla stessa lunghezza d’onda….un luogo dove non hai neanche bisogno di conoscerti….un luogo dove è la passione che parla.
      Oggi leggevo un articolo su un quotidiano conosciuto di una fumetteria altrettanto conosciuta e sono stato travolto da una profonda amarezza.
      Un tempo eravamo noi fumettari ad andare in cerca dei nostri rifugi….un tempo era la nicchia (anche se in realtà siamo in tanti) ad elogiare i luoghi….un tempo non si sarebbe mai pensato di considerare il lockdow come un’ opportunità di crescita….un tempo non c’era bisogno di scrivere articoli….perché eravamo noi con la nostra parola a creare l’importanza.
      È per questo che sempre con un briciolo di presunzione ripeto che la rinascita deve essere associata a luoghi con un grande afflusso di gente….perché è la curiosità a portare il ragazzino o l’adulto dentro il rifugio….ed è la passione a convincerlo almeno a provare.
      Oggi alle fumetterie interessa solo vendere….a volte ingannando anche la singolare curiosità….decantado prodotti senza nemmeno averli letti, raccontando trame che poi si rivelano false.
      Le fumetterie (io preferisco rifugi) devono tornare come le bancarelle che giravo da ragazzino….dove si odorava il profumo di passione e si mangiava pura fantasia.
      La magia di cercare il numero mancante….la fatica per trovarlo….e la gioa di averlo trovato sono impagabili…. .
      Concludo dicendo che prima o poi riuscirò ad aprire il mio rifugio….e realizzato il mio sogno mi dedicherò alla futura generazione….insegnandogli che il profumo della carta è di gran lunga superiore all’ on-line tanto di moda adesso.
      Ciao Christian

  6. Grazie per l’appuntamento annuale con il bilancio Bonelli. Con quel minimo di analisi dei numeri che fa capire, meglio di tante chiacchere, lo stato dell’azienda.

  7. Tantissime edicole a Milano hanno chiuso. Sostanzialmente sono rimaste solo quelle poste agli ingressi delle stazioni della metropolitana, una vera e propria ecatombe di cui nessuno ha davvero parlato o ha prestato attenzione. Le edicole fino a qualche anno fa rappresentavano anche un presidio culturale nelle varie zone milanesi ,anche periferiche.

  8. Ci sono informazioni sulle le vendite online di fumetti Bonelli cartacei o digitali tramite siti? Editori come Shockdom sembrano usare molto questo canale…

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