IPPEI KURI DEI FRATELLI YOSHIDA: DA KYASHAN A YATTAMAN

IPPEI KURI DEI FRATELLI YOSHIDA: DA KYASHAN A YATTAMAN

Il primo luglio 2023 è mancato a 83 anni Ippei Kuri, nome d’arte di Toyoharu Yoshida. Non tutti sapranno chi era, a parte gli esperti di cartoni giapponesi. Eppure lo studio che fondò con i fratelli Tatsuo e Kenji Yoshida realizzò alcuni manga e anime tra i più originali e affascinanti, tuttora oggetti di culto e di rivisitazioni. È un altro importante autore di cui finora si sono visti in Italia soltanto un paio di fumetti, a differenza di tanti dei cartoni che produsse.

(Per il significato dei titoli sono dovuto ricorrere al traduttore automatico. Mi scuso in anticipo di eventuali errori, che chi sapesse il giapponese può segnalarmi).

Toyoharu Yoshida era nato a Kyoto il primo gennaio 1940. Alla fine della Seconda guerra mondiale aveva meno di 6 anni e i suoi fratelli, Tatsuo e Kenji, ne avevano 13 e 10. Vedere il paese occupato dagli americani gli fece sentire “di non voler essere giapponese”, e non era il solo.

Molti giapponesi subirono un’identificazione con i miti dell’occupante. Com’è noto, Osamu Tezuka si ispirò ai cartoni animati di Walt Disney e dei fratelli Fleischer per la grafica dei suoi fumetti, che dal 1947 si impose come il nuovo stile tipico dei manga giapponesi.

Le truppe americane portarono con sé albi di supereroi che, una volta letti, distribuivano ai ragazzi del posto. Tra questi, i fratelli Yoshida furono affascinati soprattutto da Superman e fu ricopiandone i fumetti che Tatsuo e Toyoharu impararono a disegnare sempre meglio. Toyoharu dichiarò che voleva disegnare un manga come quello, da grande…

Tatsuo divenne illustratore per il quotidiano di Kyoto, Miyako Shinbun, ma ciò che voleva era disegnare manga, perciò a 22 anni, nel 1954, si trasferì con la moglie a Tokyo, trovando lavoro all’editrice Akita Shoten. Ebbe subito successo disegnando per la loro rivista mensile Shōnen Shojo Bōken-ō (Re di avventure per ragazzi e ragazze) il manga sul wrestling Tetsuwan Rikiya (Rikiya braccio di ferro) su testi di Ikki Kajiwara, il futuro autore di Taiga Masuku (L’Uomo Tigre) e Ashita no Joe (Rocky Joe), e lo disegnò fino al 1957. Quell’anno, per poter produrre di più, chiamò in aiuto i fratelli: per raggiungerlo Toyoharu lasciò il liceo a 17 anni.

Tatsuo affidò gli affari amministrativi a Kenji e prese come assistente ai disegni Toyoharu, che dopo un paio d’anni iniziò a lavorare come mangaka autonomo sotto pseudonimo, così da non essere confuso con il fratello. Una volta gli chiesero “Perché i tuoi occhi scoppiettano?” e allora usò il cognome Kuri (castagna) e il nome Ippei, perché in ideogrammi Kuri Ippei si legge anche ‘kuri ichitaira’ (un piatto di castagne – Caldarroste? NdR).

Ma nei disegni iniziali di Ippei Kuri, almeno fino al 1961, le composizioni di pagine e scene le abbozzava molto spesso il più esperto Tatsuo.

Nel 1959 Tatsuo Yoshida realizzò il suo sogno d’infanzia disegnando la versione giapponese di Superman per l’editrice Shōnen Gao Sha con l’autorizzazione della Dc Comics, nello stile del classico disegnatore Wayne Boring.

Nello stesso anno Ippei Kuri pubblicò a 19 anni il suo primo manga, Abare Tengu (Folletto furioso), un samurai ispirato a demoni nipponici che uscì in albo e poi in appendice a Z-Boy, un altro eroe di Kuri apparso nel 1959, sulla rivista Hinumaro e in un supplemento a lui dedicato. Kuri definì Z-Boy un “Superman trasformato in bambino”, realizzando così quel sogno d’infanzia a sua volta, e forse lo disegnò per primo, poiché lo chiamava anche “il suo debutto nei manga”.

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Abare Tengu (Folletto Furioso), 1959


Tra i primi manga disegnati da Ippei Kuri ci furono gli adattamenti di quattro telefilm giapponesi del 1960. Allah no Shisha (Messaggero di Allah) su un supereroe islamico scritto dall’autore del romanzo originale Yasunori Kawaguchi, uscito su Bōken-ō nel 1959-1960. Kaiteijin 8823 (L’Uomo Sottomarino 8823), su un supereroe acquatico chiamato Hayabusa (Falco Pellegrino), scritto dall’autore del serial tv Ken Kuronuma, uscito su Shōnen nel 1959-60.

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Kaiteijin 8823 (L’Uomo Sottomarino 8823), 1959-1960


Ashire! Shirobai (Corri, moto della polizia!), su una moto della stradale che soccorre i cittadini, su Shōnen Book nel 1960. E infine Shōnen Tetsukamen (Il giovane Maschera di Ferro), su un samurai che cerca il padre tra antiche lotte intestine, scritto dallo sceneggiatore della serie tv Yasunori Kawaguchi, uscito su Shōnen nel 1960-1961.

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Shōnen Tetsukamen (Il Giovane Maschera di Ferro), 1960-1961


Dal 1960 Tatsuo, disponendo di vari assistenti, diminuì il lavoro di disegnatore per dedicarsi all’ideazione e alla supervisione. Quindi passò sempre più fumetti da disegnare a Ippei Kuri, che quell’anno su Manga-ō (Re dei Fumetti) realizzò i racconti di Misairu Kintarō (Kintaro il missile), un ragazzino che volava a cavallo di un razzo.

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Misairu Kintarō (Kintaro il Missile), 1960


Su Bōken-ō creò le avventure fantastiche del samurai Shirayuki Kennosuke (Kennosuke Nevebianca), scritte da Koji Hase.

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Shirayuki Kennosuke (Kennosuke Nevebianca), 1960


Su testi di Minoru Kume, e con l’aiuto di Tatsuo, Kuri disegnò poi la serie del motociclista Mach Sanshirō su Weekly Shōnen Sunday, tra 1960 e 1961. Disegnò quella dell’aviatore Shōnen Supido-ō (Il giovane re della velocità) su Shōnen nel 1961.

Per Bōken-ō uscirono due fumetti di spionaggio di Kuri, Shirei Surī Zero (Comando Tre Zeri) nel 1961 e Hariken G-men (i G-men di Hurricane) dal 1961 al 1963. Nel secondo, scritto da Ikki Kajiwara, l’ex judoka e lottatore wrestler Kenji Kazamaki, detto Hurricane Kid, è il primo agente giapponese dell’Fbi.

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Un giovane Ippei Kuri con il suo personaggio Hurricane Kid, in una foto della rivista Bōken-ō


Su Shōnen Book uscì tra 1961 e 1962 il manga Jūdō Bōi (Il ragazzo del judo) con Yutaka Arai ai testi, Tatsuo Yoshida agli schizzi e Ippei Kuri ai disegni, il cui eroe è un giovane judoka. Esce nel 1962-1963 un manga di Kuri su un campione di wrestling intitolato Faita Ken (Ken il lottatore).

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Jūdō Bōi (Ragazzo del Judo), 1961-1962


Il Jūdō Bōi del 1961-62 non va confuso, come molti fanno, con il ben diverso Kurenai Sanshirō (intitolato Judo Boy solo in Occidente), scritto e diretto da Kuri in manga e anime del 1968-1969, dallo stile molto più realistico e drammatico.

Ippei Kuri realizzò anche diversi fumetti bellici, in cui i giapponesi potevano ancora sperare di vincere la Seconda guerra mondiale, come Kaiyō Shōnentai (Il corpo dei giovani fanti della marina) su un gruppo affiliato ai boy scout giapponesi, uscito su Manga-ō nel 1962. Ōzora no Chikai (Vicini al cielo) sui duelli aerei, uscito nel 1962-64 su Weekly Shōnen Sunday. E Marē Byakkotai (Brigata malese Tigre Bianca) su un’unità di carristi, uscito su Shōnen Book nel 1963 e proseguito nel 1964 come Byakko Sensha-tai (Brigata carri armati Tigre Bianca).

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Ōzora no Chikai (Vicini al cielo), 1962-1964


Sì svolge invece nella Prima guerra mondiale il suo manga Chintaoy Saibakugeki Meirei (Ordine di bombardamento della Fortezza di Qingdao) su Bōken-ō, che è del 1963 come il film da cui è tratto (in Occidente L’assedio di Fort Bismarck).

Nella carriera del giovane mangaka, appena avviata con tanto entusiasmo, qualcosa stava per cambiare. Già il manga storico, disegnato da Kuri, del ninja Sutobi Rikimaru (Rikimaru il saltatore), uscito su Weekly Shōnen Magazine nel 1963, venne progettato dalla Tatsunoko Production, società fondata da Tatsuo e dai suoi fratelli che per ora si occupava di fumetti, ma solo per ora.

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Sutobi Rikimaru (Rikimaru il saltatore), 1963


Per gestire i loro manga, nel 1962 i tre fratelli Yoshida crearono la società Tatsunoko (letteralmente Figlio di drago, ovvero Cavalluccio marino). Tatsuo Yoshida voleva portare i manga in tv come faceva Osamu Tezuka, ma non si intendeva di animazione, così fece trasporre il suo manga del 1963 Shōnen Ninja Butai Gekkō (Chiar di luna unità Giovani Ninja) in un telefilm dal vero. La Tōei ne trasse un film e si interessò al manga Z-Boy di Ippei Kuri.

Shōnen King n. 23 del 1964, con in copertina l’eroe di Shōnen Ninja Butai Gekkō (Chiar di luna unità Giovani Ninja) di Tatsuo Yoshida


Tatsuo ne propose uno simile per un anime e Tōei fornì loro dei corsi da animatori. Ma poi, per non perdere i diritti, gli Yoshida, ipotecata la casa di famiglia, lo produssero da sé aiutati da Hiroshi Sasagawa, un ex-assistente di Tezuka.

Nacque così Uchū Ēsu (Asso Spaziale), alieno rifugiato sulla Terra da piccolo che poi cresce, ispirato a Superman: pubblicato a fumetti nel 1964-66 su Shōnen Book, con disegni di Ippei Kuri attribuiti a Tatsuo Yoshida, e anime in tv nel 1965-66, con Ippei Kuri character designer e co-regista.

Uchū Ēsu (Asso Spaziale): versione manga scritta da Tatsuo Yoshida e disegnata da Ippei Kuri (non accreditato come autore), 1964-66


Da allora i tre Yoshida lavorarono a produzione, regia e design dei loro anime. Tatsuo risultava il creatore, Ippei Kuri il produttore esecutivo delle serie d’avventura e Kenji di quelle più comiche, con validi collaboratori come Jinzō Toriumi e Akiyoshi Sakai ai testi, Hiroshi Sasagawa, Seitarō Hara e Hisayuki Toriumi alla regia e Mitsuki ‘Koki’ Nakamura alla direzione artistica.

Gli Yoshida si ispirarono a due loro manga passati, Pilot Ace di Tatsuo e Mach Sanshirō di Kuri, anche per Mach GoGoGo, serie automobilistica a fumetti firmata da Tatsuo nel 1966, su Shōnen Book, e anime a colori dall’inedito realismo delle auto in corsa nel 1967-68, famoso negli Usa come Speed ​​Racer (in Italia Superauto Mach 5). Mach 5 era l’auto e Go Mifune il pilota, da cui il titolo.

Go Mifune, protagonista di Mach GoGoGo, disegnato da Ippei Kuri


Invece su Weekly Shōnen Sunday, nel 1967 uscì il manga di Ippei Kuri sul baseball: Danganji (Il Ragazzo Proiettile). Nel 1968 il manga di arti marziali Kurenai Sanshirō, con Ippei Kuri ai testi e Mamoru Uchiyama ai disegni, attribuiti a Tatsuo Yoshida. L’eroe, a caccia dell’assassino del padre, mischiava vari stili di combattimento (jujitsu, karate, taekwondo, kung fu) come nel jeet kune do creato da Bruce Lee.

Danganji (il Ragazzo Proiettile), manga di Ippei Kuri, 1967-68


Nel 1969 uscì un secondo ciclo su Weekly Shōnen Jump e la versione anime (in Occidente, Judo Boy) con direzione generale, storyboard e regia di Ippei Kuri, character design e direzione dell’animazione di Eiji Tanaka. Per mantenere realistici i disegni usarono montaggi innovativi, i primi fermo immagine pittorici, effetti live action e colori dai toni accesi. Il rosso, simbolo nipponico d’eroismo, ricorreva in kimono, moto e nome dell’eroe (Kurenai significa Cremisi).

Dopodiché interruppero la produzione di nuovi manga concentrandosi sulla creazione di soli anime originali, a volte poi trasposti a fumetti.

Nel 1970-71 Ippei Kuri diresse Konchū Monogatari Minashigo Hatchi (L’orfano Hutch di una storia d’Insetti, in Italia Le avventure dell’Ape Magà).

Minashigo Hatchi (L’orfano Hutch), disegnato da Ippei Kuri, 2001


Seguì nel 1971 Animentarī Ketsudan (Decisioni – Documentari animati), anime sulla Guerra del Pacifico da un libro di Jo Kojima, con Ippei Kuri direttore generale e co-regista, l’illustratore Takashi Yorimitsu ai disegni, il direttore dell’animazione Sadao Miyamoto e l’animatore Masami Suda agli inediti effetti e movimenti dei mezzi meccanici.

Nel poco fedele anime su Pinocchio del 1972 Kashinoki Mokku (Mock di quercia, in Italia Le nuove avventure di Pinocchio), diretto da Kuri nella versione al cinema, esordì da character designer il ventenne Yoshitaka Amano, che poi visualizzò gli eroi Tatsunoko per ben dieci anni.

Kashinoki Mokku (Mock di quercia), anime, 1972


Contribuì, non accreditato, anche a Kagaku Ninjatai Gatchaman (Gatchaman squadra ninja della scienza), su cinque superagenti di cui Tatsuo e Kuri crearono concept e design ispirandosi ai cinque eroi di Ninja Butai Gekkō e ai supereroi americani.

Sviluppato da tre sceneggiatori, con all’animazione Miyamoto e Suda che sfruttarono le tecniche mecha introdotte in Ketsudan, Gatchaman fu tra i primi anime a trattare temi ambientali e politici. Proseguì per due stagioni dal 1972 al 1974, in un film e altre due serie tra 1978 e 1980. In Occidente, imitando Star Wars, divenne Battle of the Planets, con tagli e scene spaziali in più.

Studio base disegnato da Ippei Kuri per il film dei Gatchaman, 1978


Gli anime Tatsunoko avevano trame e grafiche più coerenti di altre compagnie grazie a nuove figure professionali: direttori generali, consulenti scientifici come Rei Kosumi e mecha designer come Kunio Ōkawara, il primo definito tale.

Dopo Kerokko Demetan (Demetan la raganella, in Italia La banda dei ranocchi) del 1973, Tatsuo e Kuri si rifecero ai cyborg del telefilm Kamen Rider, lasciando ad Amano libertà di design, per produrre Shinzō Ningen Casshān (Casshan il neo-umanoide, in Italia Kyashan il ragazzo androide) del 1973-74, il Neo-Human contro le macchine che forse ispirò il Neo di Matrix.

Casshān disegnato da Ippei Kuri


Poi presero volto e mosse di Bruce Lee per il loro supereroe Hurricane Polimar del 1974-1975, la cui tuta di polimeri prendeva forme di veicoli dieci anni prima dei Transformers. Di entrambi uscirono i manga di Tatsuo Yoshida e Shigeru Akimoto (disegnatore di Mazinger e Grendizer).

E tra i registi di entrambi c’era Yoshiyuki Tomino, che poi creò Daitarn 3 e Gundam per Sunrise.

Colonna sonora originale di Hurricane Polimar, Cd con copertina di Ippei Kuri


Alla Tatsunoko i robot erano solo veicoli per eroi umani, come il samurai high-tech Uchū no Kishi Tekkaman (Tekkaman il cavaliere dello spazio) del 1975, o l’ennesimo quintetto di Gowapper 5 Godam del 1976, con l’esperto di mecha Masami Suda direttore dell’animazione.

Tekkaman disegnato da Ippei Kuri, 1981


Con lo studio Topcraft (poi confluito in Studio Ghibli) crearono anime più leggeri, come Taimu Bokan (Navi del Tempo, in Italia La macchina del tempo) del 1975-1976, primo d’un ciclo di sette, e Pōru no Mirakuru Daisakusen (Le miracolose strategie di Paul, in Italia Il fantastico mondo di Paul) del 1976-1977, su due bambini con giochi magici contro un demone di un altro mondo.

Taimu Bokan (Navi del Tempo), primo anime della serie, 1975-1976


La serie-parodia Yattāman (massimo successo Tatsunoko) del 1977-1979 e Fūsen Shōjo Tenpuru Chan (Temple la Ragazza sul Pallone, in Italia Temple e Tamtam) del 1977-1978 furono le ultime prodotte da Ippei Kuri con il fratello Tatsuo, che nel 1977 morì di cancro al fegato a 45 anni.

Doronjo, la cattiva di Taimu Bokan Shirīzu Yattāman (Navi del Tempo – Serie Yattāman, il secondo anime del ciclo), in un disegno di Ippei Kuri


La presidenza della Tatsunoko andò a Kenji e la presidenza della filiale Anime Friend a Ippei Kuri, che, tra le serie uscite tra 1978 e 1982, curò anche i design di Gordian, Muteking e Gold Lightan.

Tōshi Gōdian (Gordian il combattente), anime, 1978-1979


Tra 1981 e 1983 animarono i manga Dash Kappei (Lo scattante Kappei, in Italia Gigi la Trottola) e Mirai Keisatsu Urashiman (Urashiman poliziotto del futuro), tra 1982 e 1984 Macross, Southern Cross e Mospeada (poi fusi negli Usa nel 1985 come Robotech).
Nel 1987 Kenji lasciò la presidenza a Kuri, che creò molte nuove serie dei vecchi eroi. Animò nel 1989 il manga Tenkū Senki Shurato (Shurato delle Guerre Celesti),nel 1990 Robin Hood, nel 1992 Tekkaman Blade, nel 1995 la serie Neon Genesis Evangelion, nel 1996 Cenerentola e molti altri.

Ippei Kuri illustrò inoltre i suoi ricordi d’infanzia nel libro Kyo no Yoru, Ashita no Omoide (Sogni di Kyoto, Ricordi di domani), uscito nel 2004.

L’anno dopo, ceduta la Tatsunoko all’azienda di giocattoli Takara, andò in pensione ricevendo il premio Animation Kobe per una vita dedicata agli anime. Fu professore ospite all’Università d’Arti e Mestieri di Kyoto, pubblicò altri due libri di illustrazioni (Art Works nel 2012 e Past & Future nel 2016).

In otto anni disegnò il suo ultimo manga su testi di Akiyoshi Sakai, la saga horror raffinata e intensa del samurai Kurayami Dōshin Tsubanari Kenshirō Onryōkiri (Kenshiro Tsubanari dal cuore oscuro, squartatore di demoni) uscita in Giappone nel 2019 e in Italia nel 2022 come Kenshiro Tsubanari e la Spada Squartademoni. Così il cerchio si è chiuso con i miti nipponici, a cui dedicò il primo manga 60 anni prima, rivisti con l’arte dell’esperienza.





1 commento

  1. Un ricordo goliardico. Nel 1979 al tempo della diffusione di Tekkaman in Italia, in Veneto si sentiva dire: “Ti xe ti el Tega-Men ?” e chi lo diceva rideva, infatti “Tega” in Veneto ha lo stesso significato di “Minchia” in Sicilia.

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