HIGHLANDER II, IL PEGGIORE SEQUEL DELLA STORIA

HIGHLANDER II, IL PEGGIORE SEQUEL DELLA STORIA

Blade Runner, Dune, e perfino Scientology: tutto riappare sgangheratamente frullato insieme in Highlander II, il sequel più pazzo e odiato della storia del cinema.

Come dicevamo l’altra volta, Highlander – L’Ultimo Immortale fu un parziale flop al botteghino, salvo poi rifarsi alla grande con l’home video tra vendite e noleggio. Ciò permise la messa in cantiere di un sequel.
Russell Mulcahy fu riconfermato alla regia, ma stavolta il soggetto non fu del creatore Gregory Widen, bensì del produttore William Panzer e dal suo collega Brian Clemens (un pezzo di storia della tv inglese: tra le altre cose diresse il primo episodio di Avengers – Agente Speciale).
Il soggetto fu sviluppato dallo sceneggiatore Peter Bellwood, che già aveva contribuito al primo capitolo.

Le riprese ebbero luogo in Argentina dove, a causa di una forte inflazione, si sforò il budget previsto. Per terminare il film, la produzione chiese un prestito a una compagnia del posto, che in cambio si riservò il diritto di apportare modifiche al montaggio finale della pellicola.
Il risultato? Leggete la trama e fatevi un’idea.

HIGHLANDER II, IL PEGGIORE SEQUEL DELLA STORIA

Highlander II parte con una premessa ecologista che all’epoca andava di moda: il buco nell’ozono.
Nel 1999 (il film uscirà nel 1991) lo strato d’ozono si è estinto e milioni di persone iniziano a morire. Tra questi anche Brenda, la consulente della scientifica di cui Connor MacLeod (Christopher Lambert) si era innamorato nel primo film.
Connor (rimasto l’ultimo immortale) è divenuto un comune mortale, ma con tutta la conoscenza accumulata dai suoi simili nel corso dei secoli. Sfrutta quindi il suo cervellone per mettere a punto uno scudo spaziale che salva l’umanità dai raggi Uv, sprofondando però la Terra in una notte perpetua.

Nel 2024, l’ormai invecchiato Connor (con un make-up che rasenta I Soliti Idioti), s’abbiocca a teatro durante un’opera lirica. In sogno si ricorda d’essere una sorta di ribelle/condottiero del pianeta Zaist, e di essere stato esiliato sulla Terra insieme all’amico Ramirez (Sean Connery) dal generale/dittatore Katana (Michael Ironside).
MacLeod, Ramirez, Katana… strani nomi per degli alieni.

HIGHLANDER II, IL PEGGIORE SEQUEL DELLA STORIA

Roland Emmerich, prendi appunti per Stargate

 

Sta di fatto che tutti gli immortali che MacLeod e Ramirez avevano affrontato sulla Terra erano in realtà dei sicari inviati da Katana per impedire loro di tornare su Zaist.

Ormai a corto di scagnozzi, Katana giunge personalmente sul nostro pianeta, dove si allea con David Blake (John C. McGinley, il dott. Cox di Scrubs!), capo della Scudo Corporation, la società che gestisce lo scudo spaziale ideato da Connor e che, per salvaguardare il potere della compagnia su tutti i governi, nasconde al mondo il fatto che lo strato di ozono si è rigenerato.

HIGHLANDER II, IL PEGGIORE SEQUEL DELLA STORIA

Nel frattempo MacLeod sconfigge Corda e Reno, due tirapiedi di Katana, riacquistando giovinezza ed immortalità. Con l’aiuto dell’ecoterrorista Louise (Virginia Madsen) e del fido Ramirez, resuscitato (?!) per l’occasione, Connor dovrà affrontare Katana e distruggere lo scudo spaziale, al fine di restituire la libertà a Zaist e sole e cielo azzurro alla Terra.

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I problemi nella sceneggiatura di Highlander II 

Il poeta romantico Samuel Taylor Coleridge (quello della Ballata del Vecchio Marinaio) fu il primo a dare un nome a qualcosa di vecchio come il mondo: la “volontaria sospensione dell’incredulità”, o “sospensione del dubbio”. Si tratta di un implicito patto tra chi racconta una storia e chi lo ascolta. Tu, ascoltatore, per appassionarti alla trama, sospendi il tuo giudizio critico e fingi di prendere per vere cose che in realtà sai essere inverosimili. Io, narratore, per facilitarti la cosa, devo fare in modo che le cose che racconto non siano in contraddizione tra loro. Il narrato per quanto irrealistico per funzionare deve avere un senso.

Se io narratore racconto che la magia esiste e che chiunque può padroneggiarla, ma solo dopo anni di studio, non posso inserire un personaggio che lancia incantesimi senza aver mai toccato un libro di magia. Nel caso lo inserisca devo inventare una spiegazione (tipo che alcuni eletti possiedono la magia come un gene innato, e quindi per loro lanciare incantesimi è un riflesso condizionato) oppure le cose non quadrano, il fruitore della storia non si raccapezza più e perde interesse.

Ecco, Highlander II è il più grosso “chi se ne frega della sospensione dell’incredulità” che sia mai stato concepito da mente umana.
Se tutti gli immortali che MacLeod e Ramirez hanno affrontato erano sicari inviati da Katana, per quale motivo combattevano anche tra di loro?
Il “ne resterà soltanto uno” viene perciò a perdere di significato, così come il concetto di “reminiscenza”. Perché accumulare conoscenza se l’intento degli immortali era semplicemente quello di tornare su Zaist?

I pesci in faccia alla logica di Highlander II non si fermano qui.
Se Connor ha il potere di richiamare in vita Ramirez ogni qualvolta ha bisogno di lui, perché non l’ha evocato nel primo film, per lo scontro finale con Kurgan?
E ancora: Connor ha un flashback sulle sue origini e subito Katana (dopo anni che lo lasciava in pace) invia Corda e Reno a fargli la pelle. Perché? MacLeod era ormai un mortale decrepito che sarebbe morto di lì a poco tempo e non sembrava aver la minima intenzione di tornare su Zaist. Allora perché complicarsi la vita?
Insomma, sembra che Panzer e Clemens abbiano buttato giù il soggetto in fretta e furia senza rileggerlo una sola volta prima di dare inizio alle riprese.

Un pasticciaccio insalvabile, quindi? No, qualcosa si salva: la confezione.
Russel Mulcahy, per quanto scettico nei confronti della sceneggiatura, infuse nuovamente nella pellicola tutto il suo estro visivo.

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Alex Proyas, prendi appunti per Dark City

Guardando Highlander II possiamo immaginarcelo sul set, intento a scegliere l’angolazione prospettica più cool e il movimento di macchina più virtuosistico.
E poi la sci-fi anni ottanta e primi anni novanta in mano a Mulcahy è un autentico spettacolo.

Mentre le poche scene su Zaist riecheggiano Dune di David Lynch (per costumi e scenografie), quelle sulla Terra fanno tesoro della lezione del Blade Runner di Ridley Scott: la notte perpetua, i vicoli sporchi e malfamati, gli uffici delle multinazionali…
Al tempo stesso certe architetture rivelano qua e là il tocco gotico-retrò dell’allora recentissimo Batman di Tim Burton, in un cocktail che anticipa Il Corvo e Dark City, due capolavori anni novanta di Alex Proyas, guarda caso un altro genio visivo destinato a perdersi con il tempo (vedi il giocattolone Gods of Egypt).

“Vado dallo stesso stilista di Michael Keaton!”

Gli effetti speciali e i duelli non sono niente male, i costumi sono di Bob Ringwood (quello del citato Batman burtoniano). Sono parecchio coraggiosi certi tocchi di splatter e humor nero (non solo le decapitazioni, ma anche la scena in cui Katana dirotta un treno provocando una strage), impensabili oggi che i film hollywoodiani cercano di mantenere il PG-13 per attirare il più vasto pubblico possibile.

Anche un po’ di Atto di Forza, dai…

Dal punto di vista delle musiche, Stewart Copeland dei Police tenta di sostituire i Queen, ma la base di Who Wants To Live Forever torna a fare capolino nelle scene romantiche.

Highlander 2: The Quickening uscì nelle sale U.S.A. il primo novembre del 1991. Alla première il regista Russel Mulcahy uscì dopo 15 minuti, disgustato da come i finanziatori argentini avevano manomesso il montaggio finale.

Chistopher Lambert e Sean Connery, che tornarono nei rispettivi ruoli per il piacere di lavorare nuovamente insieme, reagirono in maniera opposta. Il primo attraversò addirittura un periodo di depressione, che però non gli impedì di riprendere il ruolo di MacLeod in film successivi, mentre il secondo la prese con classe e leggerezza, limitandosi a dire che non avrebbe più interpretato il “pavone spagnolo”.

Tornando a Mulcahy, dubbioso fin dall’inizio nei confronti dello script, e unico che ce la mise tutta per portare a casa la pagnotta, fu quello che più d’ogni altro si ritrovò la carriera compromessa, tornando a dirigere solo altri due film ad alto budget, L’Uomo Ombra (1994) e Resident Evil Extinction (2007).

Quattro anni dopo realizzò per l’home video un’edizione rimontata, Highlander 2 – The Renegade Version: in questa versione gli immortali sono originari di un’antica civiltà terrestre, condannati all’immortalità dai loro sacerdoti. Una scelta dettata forse dal fatto che l’idea degli alieni in esilio somigliava troppo alla storia galattica dell’umanità in cui credono i seguaci di Scientology.

 

Nel 2004 è uscita la Special Edition: tornano gli alieni, ma le immagini sono state migliorate digitalmente e il montaggio ha reso la storia più digeribile.

 

Tornando alla prima versione di Highlander II, per quanto considerata uno dei peggiori sequel e film di fantascienza mai realizzati, il film incassò 15 milioni di dollari, comunque il triplo del primo film, diventando il capitolo più proficuo della saga. Il che diede l’opportunità ai produttori di sfornare altri sequel e una serie tv riparatrice. Ma di questo parleremo un’altra volta.

 

(Immagini trovate nel Web: © degli aventi diritto).

 

 

 

3 commenti

  1. Si effettivamente fu una ciofeca di film.
    Recuperai tutti i film e la serie ma questo ha meno senso di tutti anche se il highlander 5 mi pare era una schifezza.
    Il primo e il terzo meritano, gli altri possono andare nel ramo spinoff

  2. Ho visto il primo film + volte – ricordo persino la proiezione notturna al mare in spiaggia – e ho sempre pensato che sarebbe stato molto meglio se la ricompensa per cui gli immortali si uccidevano fosse qualcosa di meglio di diventare mortali e di guidare telepaticamente i tizi nelle stanze dei bottoni. Alla faccia dell’anticlimax. In quei gg era comunque un saporito succedaneo di un cinecomics con supereroi. Al posto i Russ avrei terminato il primo film senza rivelare ” il premio ” ( gimme the prize cantava Freddie M. ). Bastava trovare un pretesto per non tagliare l’ultima capoccia. Qualche anno fa Ghost Rider è scappato dall’inferno inseguito da 666 frazioni del diavolo. Se le avesse uccise tutte, avrebbe condannato la realtà – non ricordo i dettagli – e Johnny Blaze ne cattura uno e non lo ammazza. Daniel Way e Javier Saltares/Mark Texeira. Russ avrebbe potuto lavorare in quella direzione. Lo Highlander in trench non decapita Kurgan il punk. Lo perdona come uno Spidey tre di Raimi qualsiasi. O lo imprigiona per sempre nella Zona Fantasma. Una cosa così. Mai visto i numero due e tre e seguenti, ma grazie per la sintesi della storia. Ho visto in rete anche dei comics USA disegnati dal nostrano Andrea Mutti. Mi son sembrati ben fatti, ma Mutti normalizza il volto di McCloud che non ha quindi la fronte ampia, lo sguardo miope ed inquietante, il naso importante e i labbroni di Lambert. Peccato. Era più Highlander il Dottor Morgue di una miniserie Star Comics di qualche anno fa, anche se il protagonista in teoria era un Adrien Brody sempre cupo. Forse in questo anni di cinecomics è il momento di un remake con il concept di immortali che attraversano il tempo mescolandosi a chi invece dura meno di Sentieri. Non mi sembra il caso si taglino vicendevolmente la testa. Potrebbero essere marzialisti psionici. Uno zinzino scanners uno zinzino doctor Strange, ma in grado di usare i loro poteri solo quando sono molto vicini. Duelli. Non adunanza che evoca l’idea di assembramento. Walton Goggins o Viggo Mortensen nel ruolo Highlander, Daniel Day Lewis nel ruolo di Ramirez e The Rock nei panni di Kurgan. Olè. Ne resterà solo uno. In città. L’altro in un carcere multidimensionale a meditare sulle vite sprecate.

  3. Sequel bruttissimo, come giustamente sottolineato dal Sig. Alessi, che guadagna al botteghino il triplo del primo (non lo avrei mai detto) solo grazie all’onda lunga creata da quest’ultimo. Capisco che il cinema è fatto per guadagnar quattrini, ma certi scempi andrebbero vietati. A parte pochissime eccezioni (vedi Il Padrino 2 – Rocky 2, Alien 2, Lo Squalo 2, La Casa 2 e poco altro), i sequel dei grandi film sono quasi sempre delle “CAGATE PAZZESCHE”, per dirla alla Fantozzi.

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