CAMPIONE PER FORZA (MR. BASEBALL) – IL POTERE DEL BAFFO

CAMPIONE PER FORZA (MR. BASEBALL) – IL POTERE DEL BAFFO

Sotto un certo punto di vista Campione per forza è un titolo più azzeccato dell’originale, Mr. Baseball (1992). Sai com’è, il caro vecchio Tom Selleck, aka l’attore più sfortunato di sempre. Carriera proficua, una certa abilità nel cimentarsi in ruoli spesso diversi. Pratico nella commedia, competente nel dramma, valido nell’azione.

Eppure il suo nome era, è, e presumibilmente resterà legato a quello di Thomas Magnum. Effettivamente, Magnum P. I. è un pezzo della storia del piccolo schermo e ha dato a Selleck notorietà. Tuttavia Magnum è pure la causa per cui dovette rinunciare a essere Indiana Jones. Così, dopo aver perso l’occasione della vita, Tom e i suoi baffi hanno dovuto ripiegare un po’ qui e un po’ là fino a…

… un baffo diventato Campione per forza.

 

Com’è ‘sto Tom Selleck in Campione per forza? Mettiamola in questo modo: Campione per forza è un po’ come una cheesecake. Nel senso che ognuno ci può schiaffare dentro quel che gli pare, ma di base la ricetta è sempre la stessa. In altre parole, è l’ennesima goccia nel mare di un genere di film tutti tremendamente uguali.

Jack Elliott (Tom Selleck) è un campione di baseball. O meglio, lo era. Aveva grandi meriti sportivi e tanti record. Poi sono arrivati i big soldoni, fama, successo e con loro pigrizia, eccessi e vita sregolata. Tutte cose che l’hanno portato verso un lento, ma inesorabile declino. Tutti, dagli spettatori ai compagni di squadra, si sono resi conto che Jack manco per sbaglio ne azzecca più una.

L’unico che ancora non ha capito qual è la situazione è proprio Jack: nel mondo delle favole in cui vive è convinto di essere ancora il numero uno. Ma l’ultima partita di una lunghissima serie andata a schifo porta la direzione a prendere la decisione di scaricarlo.

CAMPIONE PER FORZA (MR. BASEBALL) – IL POTERE DEL BAFFO

 

Saputa la cosa, quella di sbattersi male è la prima reazione di Jack, ancora convintissimo di essere unico e insostituibile. Poi, quando si rende conto che, alla fin fine, nessuna squadra della lega maggiore ha fatto offerte per lui, è costretto a ridimensionare un attimo i toni. Per la precisione, gli unici ad aver fatto un’offerta sono i Dragons, una squadra di baseball giapponese.

Metti pure che la sua immagine pubblica dopo essere stato fermato per guida in stato di ebrezza è colata a picco, et voilà! Via verso l’altro lato del mondo. Arrivato in Giappone, manco il tempo di fare mente locale che Jack viene portato allo stadio per un allenamento di prova a cui assisterà la direzione della squadra e la stampa.

Proprio perché ha gli occhi di tutti puntati addosso, prende la cosa a ridere, trasformando l’evento promozionale in una carnevalata. Cosa che lo metterà in prima fila, dritto sulle balle del coach dei Dragons, Uchiyama (Ken Takakura). Ex giocatore con una valanga di record, la cui visione del baseball è quella tipicamente giapponese. Cioè niente gioco, solo lavoro, sacrificio, impegno e dedizione totale.

CAMPIONE PER FORZA (MR. BASEBALL) – IL POTERE DEL BAFFO

 

A sciropparsi le pacchianate di Jack c’è pure Hiroko (Aya Takanashi), la curatrice d’immagine e pubbliche relazioni dei Dragons. La quale è stata assegnata “all’americano” come assistente personale, giusto per farlo ambientare quanto prima alla sua nuova vita giapponese. “Colpo di scena”, Hiroko è pure figlia di Uchiyama.

Ecco, Campione per forza è tutto qui. Inizia e in cinque minuti, manco il tempo di ammirare i virilissimi baffi di Tom Selleck, già si è capito il finale. Ogni sequenza, no, anzi, ogni singolo fotogramma di Campione per forza risulta scontato. Prevedibilissimo entro 1,8 secondi netti.
Allora perché Campione per forza è un bel film?

Suppongo perché in un film di genere come questo lo stile sia importante quanto la storia. Si diceva che, magari, come titolo Campione per forza è più azzeccato dell’originale Mr. Baseball. Proprio perché il vecchio Tom “Baffo” Selleck riesce perfettamente a dar vita a Jack come personaggio.

 

Roba già vista, certo. L’americano rozzo e buffone alle prese con la stereotipata società giapponese anni ottanta-novanta che non capisce. Anzi. Diciamo pure che Campione per forza è tutta una sequela di cliché appiccicati l’uno sull’altro. Ma è pur sempre godibile.

Classica storia tipo from zero to hero che, insomma, piace un po’ a tutti. C’è ovviamente una donna. C’è sempre in questo tipo di film. Hiroko è una professionista e, sì, lei e Jack si innamorano. Però, una volta tanto, non è un copia-e-incolla: la relazione è difficile e allo stesso tempo divertente per l’ignoranza di Jack. Che sbattendosene di cultura e modi giapponesi continua a offendere e a mettere in imbarazzo tutti.

CAMPIONE PER FORZA (MR. BASEBALL) – IL POTERE DEL BAFFO

 

Campione per forza è un film semplice e piacevole. Jack è il perno principale e Tom Selleck l’elemento determinante nell’economia della situazione, ok. Il suo personaggio rimane coerente mentre continua a evolvere, senza quella brutta impressione di cambio faccia improvvisa. Questo è l’importante.

Il fatto è che in Campione per forza ogni elemento del film è in funzione a questo. Non è sovrascritto, è plausibile e non tenta di sembrare più di quel che è in realtà. Scorre tranquillo, senza pretese. La storia è appagante, divertente e le trame secondarie si risolvono in modo soddisfacente. In fin dei conti, non è questo l’importante?

 

Ebbene, detto questo credo che sia tutto.

Stay Tuned, ma soprattutto Stay Retro.

 

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