ATTENTI AL COUP DU PÈRE FRANÇOIS!

ATTENTI AL COUP DU PÈRE FRANÇOIS!

Una delle cose che più temo passeggiando per le vie di Parigi, o di una qualsiasi altra città francese, è il “coup du père François” (la mossa di papà Francesco).
Al dire il vero l’espressione oggi significa semplicemente una fregatura, un tiro mancino. Ma fino a pochi anni fa quando facevano quella mossa la vittima non sempre ne usciva viva. Di che cosa si trattava?

Immaginiamo un pacifico turista attardatosi in una via deserta ad ammirare le vetrine della ville lumière. Nessuno in giro, a eccezione di quel tizio che si avvicina, sigaretta tra indice e medio, e gli chiede: “Vous avez du feu?”  (Ha da accendere?). Nel mentre un complice si apposta dietro il turista, gli passa una cinghia intorno al collo e, spalla contro spalla, lo solleva da terra così come farebbe con un sacco di patate. È chiaro che il povero turista cercherà in tutti i modi di liberarsi dalla cinghia che gli stringe il collo senza pensare minimamente al portafoglio che gli gonfia la tasca dei pantaloni. Il primo malandrino avrà così tutto il tempo per frugare le tasche della vittima. Una volta portato a termine il furto, non rimarrà ai due mascalzoni che darsela a gambe abbandonando il malcapitato, spesso più morto che vivo, davanti alla vetrina.

Sì, è una mia fobia. Sarebbero molti i modi di fregare un turista, dal “tesoro spagnolo” al “furto all’americana” passando per il classico borseggio nei mezzi pubblici, ma quello appena descritto lo temo maggiormente. Tanto più che in passato è ben documentata a Parigi l’esistenza di gang che avevano la malsana abitudine di strangolare i poveri passanti per alleggerirli dei loro amatissimi portafogli. I giornali titolavano “La gang degli strangolatori” oppure “Il coup du père François a Parigi”.

 

ATTENTI AL COUP DU PÈRE FRANÇOIS!

Gli strangolatori di Parigi

 

ATTENTI AL COUP DU PÈRE FRANÇOIS!

Il coup du père François

 

Il coup du père François

Il coup du père François

 

Ma poi chi era questo père François?

Una delle teorie più accreditate ci fa risalire fino a metà dell’Ottocento, quando un certo Arpin, colosso savoiardo, seminava il terrore tra gli avversari che l’avevano imprudentemente sfidato nella sua specialità: la lotta grecoromana. Era soprannominato “il terribile savoiardo”, ma anche “le père François”. E sappiamo che nella sua disciplina gli strangolamenti sono all’ordine del giorno.
Questo per l’origine del nome, ma la tecnica di strangolamento non risale certamente a questo Arpin.

Apprendiamo dal web che il nome originario del coup du père François era “le charriage à la mécanique”. Qui siamo in pieno argot (slang) parigino.
Charriage” possiamo tradurlo con “caricamento”, e “mécanique” con “spalla”: praticamente l’espressione significherebbe qualcosa come “caricamento a spalla”. C’era però una differenza: il “charriage à la mécanique” non era praticato con una cinghia, ma con un fazzoletto.

Sentiamo che cosa ne diceva un esperto come Vidocq nel suo “I veri misteri di Parigi” del 1844:
“Ben prima che si parlasse in Francia di Burke e dei resurrezionisti di Edimburgo  [che tra il 1827 e il 1828 uccidevano e vendevano il cadavere delle loro vittime al dottor Knox ai fini di studio e vivisezione], dei scellerati i cui nomi sono spesso citati negli annali della polizia, i vari Nifflet, Casque, Filoufi, Postillon, Lorgnebé, Lasonde, Brasseur e Barbaro, avevano fatto professione di rubare i cadaveri recentemente inumati, per venderli ai chirurghi e agli studenti di medicina. Ma molto spesso, prelevando di notte questi cadaveri, prendevano un vecchio al posto di un adolescente, un soggetto maschile anziché uno femminile; allora i loro clienti non volevano più pagare il prezzo pattuito: da cui la delusione di questi scellerati che intascavano soltanto due o tre monete di cinque franchi mentre si aspettavano una somma ben più consistente. Per poter servire la loro clientela a dovere cominciarono allora a strangolare la prima persona, corrispondente ai desideri del cliente, che incontravano di notte per strada. Fu allora che fu inventato il charriage à la mécanique. Avevano una duplice opportunità: la prima, i beni della vittima; la seconda, la vendita del suo cadavere”.

Frugando in rete tra gli articolisti che trattano l’argomento coup du père François leggo la seguente frase: “Il Regno Unito avrebbe importato la tecnica dalle Indie, ispirandosi alla setta dei Thug, la cui missione è di ridurre il numero degli abitanti della Terra, senza versare il loro sangue, e per fare questo hanno messo a punto delle tecniche originali e molto efficaci”.

Leggiamo poi in Wikipedia quanto segue: “L’attività principale dei thug era la depredazione di carovane di pellegrini o di mercanti. La loro tecnica consisteva nell’unirsi al gruppo e prestare servizio per conto di essi, vincere la loro diffidenza e conquistarsi la loro fiducia per poi ucciderli nel sonno e derubarli di tutti i loro beni. Gli appartenenti alla setta uccidevano le loro vittime per strangolamento (si dice tramite un laccio, ma pare si trattasse invece di una sorta di sciarpino a fazzoletto, chiamato infatti rumal, che in bengali moderno significa appunto “fazzoletto”) e poi nascondevano i loro corpi”.

Alcuni thug distraggono la loro vittima prima di strangolarla

 

Ci sono tutti gli elementi: distrazione della vittima, attacco furtivo da dietro e strangolamento. C’è però qualcosa che non convince. Manca il caricamento a spalla, e quando manca il caricamento a spalla non è più il coup du père François.

Ne evinciamo che il “charriage à la mécanique” e la sua variante il “coup du père François” sono invenzioni francesi o forse più precisamente parigine.

No, a certe ore non è consigliabile passeggiare da soli in certe vie di Parigi, ma senza il suo coup du père François Parigi non sarebbe più Parigi.

 

 

 

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