ADRIAN LYNE E IL REMAKE DI CHABROL

ADRIAN LYNE E IL REMAKE DI CHABROL

Per quel che concerne il discorso riguardante i remake resta aperta la questione se i film tratti dallo stesso romanzo possano essere considerati uno il rifacimento dell’altro o, piuttosto, versioni diverse dell’opera letteraria.
Qualora si preferisca privilegiare il testo originale, due pellicole del regista inglese Adrian Lyne non possono essere ritenute dei remake.
Il riferimento è a Lolita, diretto nel 1997 e tratto dal celebre capolavoro di Vladimir Nabokov. Aveva attinto allo stesso romanzo Stanley Kubrick per realizzare un film magistrale, uscito nel 1962.
L’ultimo lavoro dell’inglese Adrian Lyne, Acque profonde (Deep Water), del 2022, è invece la trasposizione cinematografica del romanzo omonimo di Patricia Highsmith. Anch’esso era stato già adattato per il grande schermo nel 1981 dal francese Michel Deville.

Di conseguenza, l’unico vero remake dell’autore di Nove settimane e ½ e Attrazione fatale è L’amore infedele – Unfaithful (Unfaithful), del 2002, rifacimento americano del film di Claude Chabrol Stéphane, una moglie infedele (La femme infidèle), del 1969.

ADRIAN LYNE E IL REMAKE DI CHABROL
L’amore infedele – Unfaithful


Nell’originale, Charles (Michel Bouquet), un ricco assicuratore, sospetta che la moglie Hélène (nella versione italiana il nome diventa Stéphane, proprio come quello del’attrice Stèphane Audran) lo tradisca. Assume un investigatore privato per averne la certezza e quando scopre che l’amante della moglie è Victor (Maurice Ronet), un giornalista (proveniente anch’egli da una famiglia facoltosa), lo va a trovare. L’incontro è cordiale, Charles afferma che lui e Hélène sono una coppia che crede nella libertà reciproca. Non sembra inizialmente avere cattive intenzioni. Poi però visitando l’appartamento di Victor trova nella camera da letto un voluminoso accendisigari da tavolo che aveva regalato a Hélène. Colto da un accesso d’ira, lo usa per colpire Victor, fino a ucciderlo.
Chabrol tratta nel film una situazione che gli è congeniale, il tradimento, all’interno di un ambiente tra i suoi preferiti, la famiglia altoborghese. In Chabrol, la borghesia ha sempre dei lati oscuri, tra cui la gelosia ossessiva, che il regista francese rappresenta in molte delle sue storie, da L’amico di famiglia, del 1973, a L’inferno, del 1995.

ADRIAN LYNE E IL REMAKE DI CHABROL
Stéphane, una moglie infedele



La gelosia è presente anche in quasi tutti i film di Adrian Lyne e la vicenda di Stéphane, una moglie infedele non poteva quindi non interessarlo.
Apporta però delle modifiche alla sceneggiatura firmata da Chabrol insieme a Sauro Scavolini.
Mentre in Chabrol Hélène e Victor hanno già una relazione (inoltre Victor entra in scena più o meno a metà film), in Unfaithful Lyne cambia inizialmente il punto di vista e fa di Connie (Diane Lane) la protagonista della prima parte. Mostra poi l’incontro tra la donna e Paul (Olivier Martinez), in una delle sequenze iniziali, ambientata in un quartiere newyorchese spazzato dal vento.
Dal minuto 36′ Edward, il marito (interpretato da Richard Gere) comincia ad avere dei sospetti e poco dopo assume un investigatore privato (mentre in Chabrol l’incontro col detective avviene prima, al minuto 29). In questa parte del film diventa Edward il protagonista e in un certo senso lo spettatore ne assume il punto di vista.
La scena nella quale il marito va a trovare l’amante e lo uccide è nel complesso abbastanza simile, anche se quella girata da Chabrol è più lunga e ha un dialogo più elaborato.
Una differenza sostanziale riguarda però l’arma del delitto. In L’amore infedele, infatti, Edward usa per colpire Paul lo stesso oggetto trovato nella camera da letto e che lui aveva regalato a Connie: una palla di vetro con carillon e all’interno riprodotte una figura femminile e maschile che ballano.

Non è questa l’unica differenza di un certo rilievo.
In Lyne Connie appare più turbata di Hélène, si sente maggiormente in colpa per il tradimento. Anzi, a dire il vero Hélène non sembra sentirsi per nulla in colpa. D’altronde lo stesso marito dice che la moglie ha avuto probabilmente altri amanti.
La differenza caratteriale tra le due protagoniste deriva forse dalle diverse epoche nelle quali sono ambientati i film. La fine degli anni Sessanta per Chabrol, l’inizio dei Duemila per Lyne.
Del resto, il regista inglese è solito esasperare i toni, che in altri registi magari sono sottesi. E non è necessariamente un difetto.
In ogni caso, a sottolineare lo stato d’animo di Connie basta la splendida scena in cui la donna spegne inavvertitamente la luce mentre il marito sta lavorando.
Nel complesso, i personaggi di Connie ed Hélène sono caratterizzati in modo diverso (come del resto i mariti: Edward manifesta anch’egli una maggiore emotività rispetto a Charles).
Connie, per esempio, finisce per essere essa stessa gelosa dell’amante, quando lo sorprende con un’altra donna (a dimostrazione di quanto i punti di vista mutano in Lyne rispetto a Chabrol).
Hélène, dal canto suo, dopo aver bruciato la foto di Victor trovata nella tasca del cappotto del marito, sorride quasi compiaciuta per il fatto che Charles si sia dimostrato geloso tanto da arrivare a uccidere.
Differenti sono anche le scelte espressive adottate dai registi. Lyne fa largo uso di dettagli e piani ravvicinati, com’è nel suo stile.
Chabrol al contrario non li utilizza o quasi. Si limita infatti all’inquadratura di un giradischi e (due volte) di un televisore.
Lyne focalizza nell’ultima parte del film l’attenzione sulla complicità tra i coniugi dopo il delitto, più sfumata in Chabrol.
Sono comunque da rilevare anche le somiglianze tra Stéphane e Unfaithful. Alcune saltano all’occhio, come i dialoghi a tavola tra i coniugi e il figlio piccolo. Uguale è addirittura la disposizione dei personaggi.
Sia in Lyne che in Chabrol, poi, gli amanti vanno al cinema. Solo che in Stéphane lo veniamo a sapere dall’amante ed è proprio al cinema che Hélène e Victor si conoscono (Victor sottolinea il particolare che il film era brutto).
In Unfaithful invece Connie e Paul si recano in un cinema quando hanno già una relazione. Il film che vanno a vedere è tutt’altro che brutto. Si tratta di Le vacanze di Monsieur Hulot, un capolavoro del 1953 diretto e interpretato da Jacques Tati.
Altro riferimento/omaggio alla cinematografia d’oltralpe, evidentemente molto apprezzata da Adrian Lyne.
Un’ulteriore somiglianza che al contempo differenzia i due film riguarda il finale.
Sospeso, enigmatico, memorabile in entrambi (con soluzioni diverse, tuttavia), da lasciare da scoprire a chi guarderà Stéphane, una moglie infedele e L’amore infedele – Unfaithful per la prima volta.




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