ROBBY IL ROBOT, STAR HOLLYWOODIANA DI METALLO

ROBBY IL ROBOT, STAR HOLLYWOODIANA DI METALLO

Nel 2017 è stato battuto all’asta Robby il robot al prezzo record di 5milioni e 375mila dollari presso la casa d’aste Bonhams di New York.

La gloriosa storia di Robby risale agli anni cinquanta, durante la prima grande ondata dei film di fantascienza, nel film Il pianeta proibito ed è continuata con comparsate in altri film e telefilm…

 

Disegnato e assemblato dall’ingegnere americano Robert Kinoshita, Robby il robot vide la luce il primo luglio del 1955 negli studios della Metro-Goldwin-Mayer di Culver City, in California. Era praticamente una sorta di scatolone con gli arti, alto circa 2 metri e pesante 140 chili.
L’intera operazione costò 125mila dollari (cifra considerevole per l’epoca): i suoi movimenti furono affidati a un “mago” degli effetti speciali, Glen Robinson, mentre per l’interpretazione vocale venne scelto un attore di talento, Marvin Miller.

ROBBY IL ROBOT, STAR HOLLYWOODIANA DI METALLOROBBY IL ROBOT, STAR HOLLYWOODIANA DI METALLO

A guardarlo, l’automa non aveva nulla di eroico, anzi, risultava goffo e grottesco, eppure sarebbe diventato una delle icone della science fictios cinematografica. Una parte del successo, probabilmente, fu dovuta a una precisa scelta autoriale. Robby, infatti, rappresentò la prima presentazione sul grande schermo delle cosiddette “tre leggi della robotica” elaborate dallo scrittore Isaac Asimov.

1) Un robot non può recare danno a un essere umano, né può permettere che, a causa del suo mancato intervento, un essere umano riceva danno.
2) Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani, purché tali ordini non contravvengano alla prima legge.
3) Un robot deve proteggere la propria esistenza, purchè l’autodifesa non contrasti con la prima e la seconda Legge.

Il successo di Robby è indissolubilmente legato al film “Il Pianeta Proibito” (Forbidden Planet, Usa 1956), tratto dal romanzo omonimo di W.J. Stuart (a sua volta ispirato a “La Tempesta” di William Shakespeare). Alla regia troviamo Fred M. Wilcox.

 

Una spedizione guidata dal comandante Adams (Leslie Nielsen) atterra sul pianeta Altair 4, alla ricerca del gruppo di esploratori terrestri arrivato su quel mondo venti anni prima. I superstiti sono pochissimi: il dottor Morbius (Walter Pidgeon), uno scienziato un po’ megalomane, la giovane figlia di questi, Altaira (Anne Francis) e un robot tuttofare denominato affettuosamente Robby.

ROBBY IL ROBOT, STAR HOLLYWOODIANA DI METALLO

Sul pianeta sono rimaste tracce evidenti degli antichi abitatori alieni, i Krell, ideatori di una gigantesca macchina comandata dagli impulsi elettromagnetici del cervello. In breve, un misterioso nemico semina la morte tra i componenti dell’equipaggio. Si scopre che la macchina dei Krell ha il potere di risvegliare i “mostri dell’id”, gli istinti distruttivi sepolti nel subconscio freudiano. A causa di questi impulsi violenti, un’evolutissima razza si autosterminò in una sola notte.

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Il dottor Morbius ha liberato nuovamente questa “ bestia primordiale” e solo in un momento di consapevolezza lo scienziato si rende conto che l’unica via di uscita è la distruzione del macchinario dei Krell, anche a costo della propria vita. Dopo avere affidato la figlia ad Adams ed alle amorevoli cure di Robby, innesca un congegno di distruzione che fa esplodere Altair-4.

 

Dopo questo film, l’ubbidiente e servizievole Robot diventa una autentica star. Anche in Italia, doppiato dal giovane Alberto Lupo, Robby suscita grandi simpatie e persino il fumetto gli rende omaggio sulle pagine de “Il Monello” n. 43 del 1948. Purtroppo, il successivo film con Robby non fu all’altezza del suo talento: “Il Robot e lo Sputnik” (The Invisible Boy, Usa 1957), non ottenne grande successo. Tuttavia, la fama di Robby non venne scalfita dal “flop”.

Robby e Robin Williams

Per cinquant’anni, il gioviale automa continuerà a calcare le scene. Alla fine metterà insieme 23 ruoli, partecipando a serie come “L’Uomo Ombra” del 1958, “Ai Confini della Realtà” (in due episodi del 1963 e del 1964), “La Famiglia Addams (1966), “Lost in Space” (in due episodi del 1966 e del 1967), Project Ufo (1978) fino a Mork & Mindy (1979). Troverà persino modo di far capolino nel poliziesco “Colombo”, nell’episodio “Mind Over Mayhem” del 1974.

 

Sul grande schermo, Robby si farà vedere in pellicole come “L’Astronave Fantasma (1961), “Gremlins” (1984), “Le ragazze della Terra sono facili” (1988) e “Looney Tunes: Back in Action” (2003). L’ultima sua apparizione risale al 2005, nell’episodio “Gavin’s Pipe Dream” della serie televisiva “Una Pupa in Libreria”.

Poi, anche per Robby giunse il momento della pensione. Ci piace pensarlo in ciabatte e con la papalina sul testone, mentre si gode il meritato riposo in un personalissimo Sunset Boulevard che speriamo non troppo malinconico…

 

 

2 commenti

  1. Pochi ricordano che Robby fu anche “ospite” in una puntata di “Lascia o raddoppia” del 1957. In realtà, a giudicare dalle foto che ho trovato su vecchie riviste italiane, sembrerebbe si sia trattato più che altro di un “clone” di Robby, costruito da chissà chi. Anche la voce che gli diedero non era l’originale della versione italiana del film “Il pianeta proibito” (Alberto Lupo), ma quella di Ignazio Colnaghi (1924-2017), più noto in seguito per essere la voce del pulcino Calimero dei Caroselli!

  2. Per precisare meglio, questo pseudo-Robby apparve in una puntata del programma “Lascia o raddoppia” del dicembre 1957, perché una concorrente del quiz, tale Anna Maria Serra D’Orsi, si presentava sul tema dell’astronautica (ricordate che all’epoca, e anche dopo, i mass-media mainstream facevano spesso confusione fra astronautica, fantascienza, ufologia, ecc).

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