LA TOURNÉE IN ITALIA DEL 13ENNE MOZART

LA TOURNÉE IN ITALIA DEL 13ENNE MOZART

Ben prima di Sanremo, la nostra Penisola costituiva un importante palcoscenico in campo musicale e canoro, oltreché un trampolino di lancio per tanti giovani talenti.

Nel Settecento, in particolare, chiunque ambisse a far carriera nell’arte cara ad Euterpe doveva passare da qui, non solo per affinare vocalità e melodia, ma anche per impratichirsi nella lingua italiana, perché allora le opere si componevano e recitavano quasi sempre in italiano.

Il signor Leopold Mozart, padre affettuoso e al tempo stesso dotato di senso degli affari, sul finire del 1769 decise dunque di partire dalla nativa Salisburgo per accompagnare il figlio Wolfgang Amadeus, nato il 27 gennaio del 1756, in un lungo viaggio destinato a toccare quasi tutto il Belpaese.

Doveva infatti mostrare agli Italiani e al mondo intero i prodigi che quel giovinetto era capace di compiere in campo musicale. Si trattava di un ragazzo che aveva iniziato a suonare il clavicembalo a 4 anni, composto i primi minuetti a 5 e a 6 si era esibito al suo primo concerto ufficiale tenutosi a Monaco, davanti al Duca di Baviera Massimiliano III.

Bisognava allora che quel bimbo prodigio si facesse conoscere anche oltre confine, in particolare nella patria del bel canto.

Valicato il Brennero il 20 dicembre del 1769, Wolfang si esibì per la prima volta a Rovereto, in casa del barone Todeschi, nel giorno di Santo Stefano.

Fu l’inizio di una tournée trionfale che l’avrebbe via via portato a suonare a Verona, Cremona e Mantova dove, al termine di un concerto tenuto alla presenza, fra gli altri, del noto operista tedesco Johann Adolf Hasse, quest’ultimo rimase talmente colpito da esclamare: “Il ragazzo ci farà dimenticare presto tutti quanti!”.

Sempre curioso e interessato anche ai minimi dettagli, il giovane Wolfgang tenne un diario di viaggio nel quale annotò le sue impressioni, recensendo gli alloggi, le locande e le città dove si soffermava.

Se certi alberghi gli apparvero come squallidi tuguri, notò invece con stupore che in alcune ville nobiliari “tutto è d’argento, persino il pitale”.

Milano, dove si esibì nella Chiesa di San Marco davanti al plenipotenziario austriaco e conobbe Giovanbattista Sammartini, uno dei compositori più in voga di quei tempi, lo entusiasmò.

Viceversa rimase deluso da Napoli, città che, pur essendo allora la capitale musicale italiana per la contemporanea presenza di tanti maestri quali Francesco De Majo, Niccolò Jommelli e Giovanni Paisiello, lo snobbò, tanto che Ferdinando IV di Borbone si rifiutò di riceverlo in forma ufficiale, concedendogli solo una visita di cortesia nella Reggia di Portici.

Ma la consacrazione ad “arcistar” Mozart se la guadagnò a Roma, presso la corte pontificia, dove cardinali, nobili e alti prelati accorsero a frotte per ascoltarlo.

Poco dopo essere giunto nell’Urbe, il 10 aprile del 1770 Wolfgang Mozart assisté a una celebrazione liturgica nella Cappella Sistina durante la quale ascoltò, estasiato, il “Miserere” di Gregorio Allegri, una complicatissima composizione a due cori per nove voci la cui esecuzione era strettamente riservata all’orchestra della Cappella Papale.

Quel brano gli piacque tanto che, appena rientrato nel suo alloggio, riuscì a trascriverne tutta la partitura a memoria, commettendo – pare – solo un paio di errorini e dando così prova di possedere, oltre che un formidabile orecchio musicale, una capacità mnemonica fuori dall’ordinario.

Saputa la notizia Papa Clemente XIV l’insignì del titolo di Cavaliere dello Sperone d’Oro per premiare “te, quem in suavissimo cymbali sonitu a prima adolescentia tua excellentem esse intelleximus” (cioè: “te, che abbiamo saputo essere fin dalla prima adolescenza eccellente nel soavissimo suono del cembalo”).

Quando nel marzo del 1771 rientrò a Salisburgo al termine del suo primo Gran Tour, il “Wunderkind” era pronto per passare alla storia come il più grande genio musicale di tutti i tempi.

LA TOURNÉE DEL 13ENNE MOZART IN ITALIA



Il piccolo Mozart in una tournée a Verona, attribuito a Giambettino Cignaroli


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