LA PRIMA GUERRA MONDIALE NEL LINGUAGGIO QUOTIDIANO

LA PRIMA GUERRA MONDIALE NEL LINGUAGGIO QUOTIDIANO

La Prima guerra mondiale, ancora oggi conosciuta come la Grande Guerra, ha lasciato in eredità numerose conseguenze che hanno interessato ambiti differenti, condizionando la vita di milioni di persone.

Al termine di questo conflitto, che si protrasse dal 1914 al 1918, l’Europa cambiò completamente volto. Vennero, per esempio, spazzati via l’impero austro-ungarico, quello russo e quello ottomano. Furono ridefiniti i confini nazionali, basti pensare all’Italia e alla sua amarezza per la mancata concessione di alcuni territori dati invece alla Jugoslavia, un dolore che fu sublimato nell’espressione dannunziana di “vittoria mutilata”.

Sul campo di battaglia persero la vita quasi dieci milioni di soldati e intere generazioni sparirono. Oltre a questo, tra i lasciti meno conosciuti della prima guerra mondiale ci sono anche alcune espressioni coniate in quei drammatici anni, che sono pervenute fino a i giorni nostri entrando nel linguaggio comune.

Chi sapeva, per esempio, che la parola cecchino è nata per indicare l’imperatore Francesco Giuseppe d’Austria, soprannominato dagli italiani Cecco Beppe? Molto più intuitivo il termine caporetto, dal luogo della disfatta italiana, invece, che sta a significare un disastro, una tragedia. Ancora, la parola crucco, con la quale noi indichiamo in maniera sprezzante i tedeschi, deriva da un termine, “kruth”, che significa pane, adoperato dagli affamati soldati fatti prigionieri.

E l’espressione rompere le scatole? Conosciamo tutti il significato, ma in molti ne ignoriamo le origini. In trincea, infatti, questo era il comando impartito ai soldati perché scartassero le confezioni in cui erano contenute le pallottole adoperate per gli assalti. Più complessa è la genesi dell’espressione avere le palle girate, con la quali oggi rappresentiamo uno stato d’animo “alterato”. Durante il conflitto questo modo di dire era legato alla pratica, tanto diffusa quanto vietata dalle leggi di guerra, di capovolgere il verso della pallottola per ottenere un effetto deflagrante più devastante.

La prima guerra mondiale ha rappresentato l’avvento del conflitto moderno, creando i presupposti per la ben più sanguinosa seconda guerra mondiale, ma qui abbiamo preferito ricordare come questa esperienza bellica abbia contribuito ad accrescere il nostro vocabolario.

Digressione finale. Anche i nomi di persona ebbero dei contributi, sia pure meno resistenti nel tempo. Per esempio, il telegramma in cui si dichiarava la fine della guerra, dettato dal generale Armando Diaz, finiva con “Firmato Diaz”: alcuni, pensando che firmato fosse il nome di battesimo, chiamarono così i loro figli! Pure Nazario Sauro, il patriota giustiziato dagli austriaci, ispirò diversi genitori dell’Italia centrale che, scambiando il cognome per un nome, chiamarono Sauro i loro figli.

 

 

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