DRAGNET, IL “POLICE PROCEDURAL” DALLA RADIO AL FUMETTO

DRAGNET, IL “POLICE PROCEDURAL” DALLA RADIO AL FUMETTO

Se al giorno d’oggi ci sono decine di serie tv a sfondo poliziesco riconducibili al filone giallo denominato police procedural lo dobbiamo a un radiodramma che in seguito è diventato una serie televisiva: Dragnet.

 

Dobbiamo partire da Jack Webb, un attore nato a Santa Monica, in California, il 2 aprile del 1920. Cresciuto dalla sola madre, dopo la fuga del padre avvenuta a solo un anno dalla sua nascita, Jack ha studiato Arte alla Saint John’s University nel Minnesota. Sarebbe rimasto nell’anonimato se non avesse avuto l’intuizione di creare e produrre il primo “police procedural” della storia dei media.

Dopo aver lavorato come speaker e come attore per commedie e drammi radiofonici (in una delle quali con il più celebre collega, e futuro Perry Mason della tv, Raymond Burr), per Webb arriva l’occasione di una particina come scienziato forense della polizia nel film del 1948 Egli camminava nella notte (He walked by night). Il film narra la vera vicenda di Erwin Walker, un reduce psicologicamente disturbato, basandosi sui reali rapporti di polizia del sergente Marty Winn, che funge anche da consulente per il film.

La veridicità del racconto e lo stile semidocumentaristico adottato nel film colpiscono l’attore, che vede la possibilità di creare uno show radiofonico basato interamente sulle attività quotidiane degli agenti di polizia, senza le forzature del melodramma, tipiche dei radiodrammi (il format radiofonico che ha preceduto e ispirato il telefilm) incentrati sugli investigatori privati. A colpire particolarmente Jack Webb è la procedura investigativa penale, che intende presentare nella maniera più realistica possibile.

 

Il primo police procedural della radio

Per preparare il progetto da presentare alla radio, Webb affianca spesso il sergente Winn, che aveva conosciuto alla lavorazione del film, durante le pattuglie quotidiane. Visita gli uffici dei commissariati e la scuola di polizia, imparando e assimilando il gergo autentico dei poliziotti.

La proposta per il radiodramma, realizzata con la collaborazione dello sceneggiatore James E. Moser, viene sottoposto ai vertici della Nbc, i quali rispondono positivamente anche se senza troppo entusiasmo. Viene data l’autorizzazione per una produzione radiofonica del progetto per un periodo limitato di tempo. Saranno gli ascoltatori a decidere il destino della serie. Come sempre, del resto.

A Jack Webb preme ottenere anche il benestare dei responasabili della polizia locale per riceverne la collaborazione attiva. I quali si convincono dopo l’ascolto di un piccolo provino radiofonico, e soprattutto dopo aver ricevuto rassicurazioni dall’attore/produttore su di una rappresentazione sempre positiva della polizia. Tutto è ormai pronto per la messa in onda.

Lo show si intitola Dragnet. Termine che nel gergo della polizia racchiude tutto l’insieme delle procedure, delle indagini e delle misure adottate per arrestare i criminali.
Il protagonista è il Sergente Friday, interpretato dallo stesso Jack Webb, uomo tutto d’un pezzo, uno sbirro nel senso buono del termine. Politicamente lo si potrebbe definire un “premuroso conservatore”. Una specie di Dick Tracy realistico, insomma.
La parte del poliziotto co-protagonista Frank Smith, dopo la morte accidentale del primo prescelto, viene presa da Ben Alexander.

La registrazione di un episodio radiofonico di Dragnet

 

Tutto viene registrato e diretto quasi come un docu-drama, pochi dialoghi, ma netti e decisi. Indagini condotte senza fronzoli incentrate sul lavoro reale della polizia: pattuglie, carte da verificare, pedinamenti, lavoro di laboratorio e gli immancabili interrogatori.

Non mancano momenti di alleggerimento dati da brevi scambi di battute dei due protagonisti, quasi sempre incentrati su aspetti della loro vita privata. Friday, per esempio, ogni tanto accenna a fidanzate che puntano al matrimonio, piccoli siparietti che però non entrano mai direttamente nelle vicende degli episodi.

Ogni racconto viene introdotto da una breve musica potente e riconoscibile (il nome del tema è “Danger head”). Soprattutto, ogni episodio viene preceduto da un incipit che ha fatto la storia della radio e della tv americana, una voce calda e decisa dice: “Signori e signore, la storia che state per ascoltare è vera. Solo i nomi sono stati cambiati per proteggere gli innocenti”.

Il 3 giugno 1949 va in onda la prima puntata, e la serie continuerà ad andare ininterrottamente in onda alla radio fino al 26 febbraio 1957.

La popolarità è tale che l’episodio natalizio del 1949, incentrato sulla scomparsa di due ragazzini, porta a un acceso dibattito tra il pubblico. Nel radiodramma uno dei due ragazzini scomparsi si era accidentalmente ucciso, giocando con il fucile del suo amico appena regalatogli per Natale dal padre. L’amico era poi fuggito terrorizzato per l’accaduto.
La Nbc riceve immediatamente migliaia di lettere di protesta dai sostenitori del “secondo emendamento”, che concede a ogni cittadino americano il diritto di armarsi liberamente, e una formale protesta dalla potente National Rifle Association, che lamenta la cattiva pubblicità fatta al libero uso delle armi.
Webb si consulta col capo della polizia di Los Angeles e in risposta alle proteste promette altre dieci puntate sulla follia del regalare armi ai bambini.

 

Dragnet in televisione

Dato il successo radiofonico si incomincia a parlare di una produzione televisiva, che puntualmente arriva.
L’intero cast di attori, sceneggiatori e curatori si trasferisce alla tv, contraddicendo un detto dell’epoca secondo il quale i realizzatori di produzioni radiofoniche non sono in grado di adattarsi alla nuova forma di intrattenimento costituita dal mezzo televisivo.

 

La prima trasmissione televisiva va in onda il 16 dicembre 1951, con l’adattamento dell’episodio radiofonico più popolare, “La bomba umana”, in cui Joe Friday e Frank Smith hanno meno di trenta minuti (la durata dell’episodio) per fermare un uomo che minaccia di far saltare il municipio di Los Angeles con un bomba. L’episodio funziona soprattutto per la tensione crescente, una cosa nuova per le serie televisive dell’epoca.

La produzione televisiva, rispetto alla radio, offre l’opportunità di aumentare il realismo, non solo nelle vicende che prendono spunto diretto dalla consulenza della divisione omicidi della polizia di Los Angeles, ma anche nelle scenografie con ricostruzioni accurate degli uffici e dei luoghi principali della metropoli.

Nonostante la concorrenza diretta della serie popolarissima Lucy ed io (I love Lucy), interpretata dalla funambolica Lucille Ball, Dragnet prosegue per ben otto anni fino al 1959.
A quanto pare la fine giunge non per scelta della rete Nbc, che avrebbe proseguito con la produzione, ma per la stanchezza di Jack Webb, desideroso di provare nuove strade artistiche.

 

La nuova serie tv

La storia di Dragnet alla televisione, però, non finisce qui. Con l’avvento della tv a colori ritorna l’interesse di Jack Webb per la propria creatura e, nel 1966, produce un film pilota da sottoporre alla Nbc per il rilancio della serie. Viene chiamato un altro attore come partner del sergente Friday, in quanto Ben Alexander è impegnato in altre produzioni. La scelta cade su Harry Morgan, che interpreta l’agente Bill Gannon.

 

La serie parte nel 1967. Per distinguerla dall’originale degli anni cinquanta ogni stagione viene datata, così per i nuovi quattro anni avremo Dragnet 1967, Dragnet 1968, 1969 e 1970.
Questa serie viene diffusa anche in altri Paesi, tra cui l’Italia, e nel 1968 genera uno spin off incentrato sugli agenti di polizia impegnati nelle auto pattuglie: Adam 12.

La nuova serie di Dragnet si distingue per lo sforzo di modernizzare le tematiche, affrontando temi come la contestazione giovanile e il mondo degli hippies, guardati quasi sempre con occhio critico.

Terminata anche questa esperienza televisiva, Jack Webb decide di dedicarsi principalmente alla produzione di Adam 12 e di Emergency, secondo spin off di Dragnet uscito nel 1972. E ad altre serie di medio successo, tra le quali ricordiamo la docu-fiction del 1978-1979, nota anche in Italia, intitolata Project Ufo.

Qundo Webb scompare nel 1982, la polizia di Los Angeles lo celebra come se fosse morto un suo agente e il sindaco fa esporre le bandiere a mezz’asta. Viene sepolto con il distintivo della polizia n. 714, lo stesso che indossava nella serie.

Negli anni successivi assistiamo a due tentativi di riproporre la serie tv, nel 1989 e nel 2003, ma senza particolare successo.
Più interessante il film del 1987, intitolato semplicemente Dragnet (La Retata, in italia). Una commedia interpretata e prodotta da Dan Aykroyd nei panni di Joe Friday (nipote dell’originale) e Tom Hanks in quelli dell’agente Streetbeck. Il film, una parodia della vecchia serie televisiva, ottiene buoni risultati al botteghino in tutto il mondo.

 

I fumetti di Dragnet

A dimostrazione della popolarità raggiunta dalla serie, nel 23 giugno 1952 comincia ad apparire nei quotidiani una strip a fumetti dedicata a Dragnet. Preceduta da una settimana di annunci nei quotidiani, la striscia si presenta come una fedele trasposizione su carta della versione televisiva.

La strip viene realizzata dal Los Angeles Mirror Syndicate, piccola società di distribuzione di strip per quotidiani nata nel 1949. Rispetto a un colosso come la King Features, pubblica quasi solo riduzioni a fumetti di celebri serie tv quali Hopalong Cassidy e La mia amica Irma. Quest’ultima, tra l’altro, realizzata da Stan Lee, il direttore della Atlas/Marvel, e dall’ottimo Dan DeCarlo.

La striscia non dura molto, terminando la sua pubblicazione dopo tre anni, il 21 maggio del 1955.
Una ragione dell’insuccesso la si deve proprio al suo essere una strip derivata da una serie tv: per molti non ha senso seguire una strip quotidiana con i tempi di narrazione e di lettura dilatati quando si può avere a disposizione una puntata nuova, fatta e finita ogni settimana del prodotto originale in televisione.
Anche se ci sono delle notevoli eccezioni, come la striscia del Dottor Kildare.

Un altro motivo si può sicuramente ascrivere all’incertezza grafica della serie: cambiare tre disegnatori in meno di tre anni non è certo un buon segno. Quando Jack Webb trova infine il disegnatore giusto ormai è troppo tardi.
I tre disegnatori che si alternano sono Joe Sheiber (dal 23 giugno 1952 al 20 settembre 1952), Bill Ziegler (dal 22 settembre 1952 al 9 gennaio 1954) e Mel Keefer, il più conosciuto e valido dei tre (dall’11 gennaio 1954 al 21 maggio 1955).

L’autore dei testi, rimasto sconosciuto per molto tempo, risulta essere, per le dichiarazioni dei disegnatori, Jack Robinson, uno dei principali autori del Dragnet radiofonico e televisivo.

Questa striscia, un po’ dimenticata, vista anche la sparizione del syndicate che la distribuiva, è difficile da trovare in giro. Anche per questo abbiamo deciso di tradurre e adattare in maniera un po’ artigianale un episodio completo che rispecchia perfettamente le tematiche e le atmosfere del Dragnet televisivo.

 

 

La storia che abbiamo appena visto contiene le strip dal 26 gennaio 1953 al 7 marzo 1953. I testi, come già detto, sono di Jack Robinson, autore radiotelevisivo. I disegni sono di Bill Ziegler, all’epoca giovane disegnatore reduce dalla pagina domenicale di Annie Oakly, realizzata per la stessa agenzia.

Dopo la breve esperienza con Dragnet, Bill Ziegler passa a occuparsi a lungo delle chine e degli sfondi della celebre striscia “sentimentale” di Mary Worth. Dal 1986 al 1990 ne diventa il disegnatore titolare, relizzando le matite. Lavoro che lo occupa per grande parte della sua carriera.

 

Parallelamente collabora con la Dell, realizzando storie western e d’avventura di vario genere.

 

Gli ultimi suoi contributi nei comic book sono per Grimm’s Ghost stories e per La Famiglia Addams, pubblicati dalla Western/Gold Key negli anni settanta e inediti in Italia.

 

 

Scrivi un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.I campi obbligatori sono evidenziati con *

Dichiaro di aver letto l'Informativa Privacy resa ai sensi del D.lgs 196/2003 e del GDPR 679/2016 e acconsento al trattamento dei miei dati personali per le finalità espresse nella stessa e di avere almeno 16 anni. Tutti i dati saranno trattati con riservatezza e non divulgati a terzi. Potrò revocare il mio consenso in qualsiasi momento, integralmente o parzialmente, con effetto futuro, ed esercitare i miei diritti mediante notifica a info@giornalepop.it

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>

*