SCOOP! UNA NUOVA RIVISTA A FUMETTI?

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History is littered with hundreds of conflicts over the future of a community, group, location or business that were “resolved” when one of the parties stepped ahead and destroyed what was there. With the original point of contention destroyed, the debates would fall to the wayside. Archive Team believes that by duplicated condemned data, the conversation and debate can continue, as well as the richness and insight gained by keeping the materials. Our projects have ranged in size from a single volunteer downloading the data to a small-but-critical site, to over 100 volunteers stepping forward to acquire terabytes of user-created data to save for future generations. The main site for Archive Team is atarchiveteam.organd contains up to the date information on various projects, manifestos, plans and walkthroughs. This collection contains the output of many Archive Team projects, both ongoing and completed. Thanks to the generous providing of disk space by the Internet Archive, multi-terabyte datasets can be made available, as well as in use by theWayback Machine, providing a path back to lost websites and work. Our collection has grown to the point of having sub-collections for the type of data we acquire. If you are seeking to browse the contents of these collections, the Wayback Machine is the best first stop. Otherwise, you are free to dig into the stacks to see what you may find. The Archive Team Panic Downloadsare full pulldowns of currently extant websites, meant to serve as emergency backups for needed sites that are in danger of closing, or which will be missed dearly if suddenly lost due to hard drive crashes or server failures. Da qualche giorno è in edicola la tredicesima uscita di Internazionale Extra. Leprecedentierano normali numeri di informazione giornalistica tematica, due delle quali riservati ai ragazzini. Stavolta, con la testataScoop!,si è deciso di dare spazio ai fumetti… pardon:graphic articles. La rivista è infatti dedicata algraphic journalism. Diamo una occhiata ai contenuti. In “Un bacio contro la guerra”,Edmond Baudoinraffigura la ferocia dei conflitti con tavole d’ispirazione espressionista. Seth Tobocman, con tratto marcato e spigoloso, condensa a modo suo cento anni di lotte antirazziste negli Stati Uniti in “Iconoclastia”. Leila Abdelrazaqin “Diario dal confine”, con bianco, nero e un pizzico di rosso, racconta la paura che può assalire una palestinese davanti a una frontiera. Gli acquarelli diBarbara Yelindelineano altre storie di frontiere, quelle attraversate da un ragazzo scappato dall’Eritrea: “In fuga”. Il franceseLaurent Maffre, ne “La macchina mangiadita”, parla dello sfruttamento della manodopera straniera nelle fabbriche degli anni settanta. Fa lo stesso l’autrice taiwanese61 Chi, analizzando le problematiche dei pescatori sulle navi taiwanesi in “Isole nell’oceano”. Olivier Kugler, per parte sua, con “La resistenza del fish and chips” affronta il tema delle speculazioni edilizie che stanno cambiando il volto di Londra, in pagine ricchissime di appunti, trascrizioni e cifre. Zuzuriassume in una vignetta la denuncia di un’incarcerazione ingiusta. E di carcere parla ancheZerocalcare, con un reportage sulle rivolte dei detenuti italiani del marzo 2020. Sam Wallmanci racconta dell’esistenza nel deserto australiano di una base militare statunitense che compie azioni di intelligence in tutto il mondo. Scoop!è una bella notizia, per chi rimpiangeva le riviste di fumetti della fine del secolo scorso? Sì e no.Sì, perché il fumetto “d’autore” (si accetti per comodità questa discutibile categorizzazione) dimostra di essere sempre vivo e capace di reggere l’edicola (forse). No, perché quella di cui parliamo non è una rivista di fumetti nel senso che abbiamo sempre dato a questa definizione. Cosa la distingue dagliAlter Alter,L’EternautaeOrient Express? Indubbiamente i contenuti. Le riviste di fumetti degli anni settanta e ottanta ospitavano narrativa a fumetti, riuscendo a trasportarci in mondi fantastici e a farci conoscere personaggi incredibili impegnati in storie dalla più diversa ambientazione e genere.Scoop!non è questo. Piuttosto è unnewsmagazine(l’inglese sembra essere d’obbligo, ormai, per parlare di fumetti) che ha scelto il linguaggio dell’arte sequenziale al posto dell’accoppiata “parole & foto” dei giornali tradizionali. Ma quelli che ospita sono comunque articoli, sia pure in forma grafica. Questo, per l’appassionato di fumetto, mi appare essere lo scoglio principale della pubblicazione, destinata più ai lettori dell’Espresso che a quelli diCorto Maltese. Diversotarget, diverso modo di utilizzo del linguaggio. Che si riflette anche sulle modalità di uso delmedium: a un disegno che, accompagnando una narrazione, si proponeva di farlo con gradevolezza e bel segno, che fosse quello un po’ barocco diAlex Raymondo quello elegantemente sintetico diHugo Pratt, qui si opta per un diverso tipo di scelte grafiche. Si va così da un disegno “illustrativo”, anche molto bello come quello di Kugler o artisticamente gradevole come quello di Yelin, a disegni decisamente più scarni e talvolta bruttarelli, qualche volta perché li si ritiene forse più congeniali al testo (può essere il caso del sintetico Tobocman), talaltra perché probabilmente non si è capaci di fare meglio (come è per l’incerto disegno di Abdelrazaq o l’indeciso ripasso di Maffre). In questa altalena qualitativa, giusto al centro si piazza Zerocalcare, che riesce a conciliare un’indagine giornalistica “come quelle di una volta” con le sue vignette un po’ sgraziate ma stilisticamente coerenti ed efficaci, dimostrando una volta di più la notevole capacità di comunicare, che si tratti difictiono cronaca. I fumetti di questo speciale sono diversi anche da quelli di una rivista storica comeLinus, pure nella sua incarnazione più politica degli anni ottanta, perché, comunque, la satira opera una distorsione creativa della realtà. Dunque, benvenutoScoop!(sembra che avrà un seguito), ma – ahimè – le riviste dell’altro millennio continuano a giacere dove sono state seppellite.