THOR E L’EPICA DI JACK KIRBY

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La storia di otto pagine (una lunghezza abbastanza tipica per i fumetti dell’epoca) fu pubblicata su Red Raven n. 1 dell‘agosto 1940. Si tratta di una storia molto semplice. Giove, il padre degli dei olimpici, è preoccupato per le macchinazioni del malvagio Plutone, dio dei morti, che incoraggia la guerra e la distruzione sulla Terra. Del resto siamo all’inizio della Seconda guerra mondiale, nella quale gli Stati Uniti non sono ancora entrati. Giove manda suo figlio Mercurio a risolvere il problema, cosa che il giovane dio fa in modo non violento, rubando gli ordini degli stati maggiori in modo che le truppe smettano di combattere. Jack Kirby in questo episodio dimostra di conoscere bene il pantheon degli dèi greco-romani, anche se l‘idea di un dio che manda il proprio figlio a salvare l’umanità ricorda più il messia giudaico-cristiano.Kirby era un appassionato di mitologia. Non solo degli dei dell’Olimpo, ma anche delle divinità norrene, in primo luogo di Thor, il dio del tuono adorato dai popoli del nord. Nel 1942 Kirby presenta un primo prototipo diThorin un’avventura diSandman, pubblicata su Adventure Comics n. 75 della Dc Comics. Conoscendo bene questa divinità, Kirby lo disegna con la barba rossa e il martello come lo descrivono le leggende.Jack Kirby riprenderà a più riprese il personaggio del Dio nordico dai lunghi capelli nel corso della sua carriera, fino ad arrivare alla sua versione definitiva suJourney into Mystery n. 83 dell’agosto del 1962. Journey into Mystery era un albo antologico nato nel 1952, che fino ad allora aveva pubblicato solo brevi episodi autoconclusivi di genere horror, fantasy e fantascienza, molti dei quali frutto di collaborazioni tra Stan Lee, Steve Ditko e Jack Kirby. In quel periodo l’editore della MarvelMartin Goodmanaveva impresso una nuova direzione. In seguito al risveglio di interesse per il genere dei supereroi, declinato alla fine degli anni quaranta, aveva fatto pubblicare i Fantastici Quattro e l’incredibile Hulk.Goodman intendeva presentare supereroi anche sugli albi antologici. Il primo a farlo sarebbe stato appunto Journey into Mystery. La prima storia di Thor non è firmata, anche se risulta evidente che l’autore dei disegni è Jack Kirby, al quale deve essere anche riconosciuto il lavoro di elaborazione grafica del personaggio che era andato maturando nel corso degli anni.Forse l’idea diDon Blakefu diStan Lee, che amava gli alter ego pieni di problemi. Ecco allora un medico americano “fragile”, smilzo e zoppo che durante una vacanza in Norvegia, mentre tenta di sfuggire agli alieni, trova il martello di Thor. La seconda storia riporta la firma Kirby-Ayers, come tanti racconti di mostri di fine anni cinquanta e inizio sessanta.Solo dal quarto episodio cominciano ad apparire i nomi degli autori in maniera completa. A Stan Lee è attribuito il soggetto e a suo fratelloLarry Lieberla sceneggiatura. I disegni sono di Jack Kirby. Le prime storie non sono molto riuscite e gli elementi del mito fanno fatica a integrarsi nella narrazione. Dopo aver fatto fuggire gli alieni nel primo numero, Thor combatte i comunisti nel secondo e poiLoki, dio del male, nel terzo. Loki non è indicato come fratello di Thor in questa storia, ma la prima pagina introduceAsgard, una città su un’isola galleggiante in un paesaggio stellare collegata alla Terra da Bifrost, il ponte arcobaleno. La storia successiva, in cui Thor combatte un viaggiatore del tempo, introduce il padre di Thor,Odino(raffigurato da Kirby con entrambi gli occhi sani, mentre secondo la mitologia ne ha perso uno). I pezzi del puzzle mitologico cominciano lentamente a unirsi, ma il quinto numero propone di nuovo i comunisti malvagi, il sesto un altro scontro con Loki e il settimo una rissa con i gangster.Le storie sono brevi: dieci o tredici pagine, con il resto dell’albo occupato da brevi storie di fantascienza autoconclusive. Thor appare inizialmente come un supereroe standard. L’infermiera di Don Blake, la insipidaJane Foster, serve soltanto per sostenere il tipico triangolo amoroso supereroico: la bella attratta allo stesso modo dall’eroe e dalla sua identità segreta. Le storie risentono della rappresentazione piuttosto scialba delle donne tipica di Stan Lee, oltre che degli avversari comunisti privi di spessore tipico dei fumetti Marvel dell’epoca.In questa fase non sembra esserci niente di particolarmente interessante in Thor. Jack Kirby abbandona la sua creatura, in cui probabilmente non crede più di tanto, per dedicarsi agli X-Men e ai Vendicatori, oltre che ai Fantastici Quattro e altro ancora.Larry Lieber continua a occuparsi delle sceneggiature insieme aRobert Bernsteinfino al numero 96. Stan Lee riprende il personaggio dal n. 97 (il 14esimo episodio di Thor). I disegni vengono affidati di volta in volta a disegnatori diversi, per lo più aJoe Sinnott, che in seguito si limiterà a fare solo l’inchiostratore. Kirby fa due comparsate sui n. 93 e 97. Le storie continuano a essere poca cosa. Nemici evanescenti come Sandu il maestro del soprannaturale e un mago Merlino impazzito, oltre agli ennesimi “pericoli rossi” come l’uomo radioattivo non riescono ad accendere la fantasia. Solo i periodici ritorni di Loki destano un certo interesse attorno alla serie. La discesa in campo di Stan Lee però si fa sentire. Il sorridente crea, conDon Heck, il primo villain decente della serie: Klaus Voorhees detto il Cobra, sul n. 98. Siamo sempre in pienasoap operacon Jane Foster che abbandona Don Blake per un altro medico, che però si dimostra un vile di fronte alla minaccia del Cobra spingendola a tornare all’ovile.I disegni dello spigoloso Don Heck non convincono per niente. Il dio del tuono sembra una caricatura di se stesso. Sul numero successivo Lee si ripete creando un secondo supernemico: Calvin Zabo detto Mister Hyde. Stan Lee si arrabatta per inventare sempre nuovi problemi per il nostro eroe, che da una parte deve continuamente salvare la sua bella da innumerevoli pericoli e dall’altra viene costantemente redarguito dal divino padre iroso e brontolone.Il tutto ha un po’ il sapore di una commedia mal riuscita. Si sente la mancanza di Kirby anche per il fatto che in questa fase i riferimenti ad Asgard sono ridotti al minimo. Quando verso la fine del 1963 le vendite di Journey into Mystery passano da 132mila copie al mese a 187mila, Jack Kirby torna a prendere in mano il proprio eroe. Questa volta si fa a modo suo. Kirby comincia a introdurre personaggi sempre più grandiosi e motivi mitici all’interno della saga. Sul numero 103 compare il duo asgardiano dell’Incantatrice e dell’Esecutore ad aggiungere epicità alle storie. Sul numero successivo ha luogo una spettacolare battaglia che vede Thor, Odino e il nobileBalder(brevemente presentato come amico di Thor sullospin off“I racconti di Asgard” nelle ultime pagine dell’albo) contro Skagg, il gigante delle tempeste, e Surtur, il gigante del fuoco.Abbiamo qui uno dei primi apici della serie nelle storie ad ambientazione asgardiana. La tensione che si crea tra l’epica divina di Jack Kirby e le trame dasoap operalegate a Jane Foster, tanto care a Stan Lee, raggiunge comunque in questo periodo un interessante equilibrio.Anche le storie dove Thor combatte avversari non asgardiani come Mister Hyde, il Cobra, Magneto e Gargoyle non mancano di presentare motivi di interesse. La copertina del numero 111 mostra la spada di Balder che trafigge l’arcobaleno posto tra Asgard e la Terra, prefigurando quello che succederà nei numeri a venire: una collisione tra i due mondi, l’irruzione del divino nel mondano. È indubbio che a partire da qui Kirby tenderà a spostare l’azione dalla Terra alla dimora degli dei, dando sempre più spazio a storie grandiose e senza tempo. Sul n. 114 compare l’Uomo Assorbente, uno dei nemici più riusciti del dio del tuono. Sul n. 117 appaiono i vietcong nella parte dei cattivi, in una delle ultime storie anticomuniste della serie.Le storie cominciano ad allungarsi, a estendersi su più numeri passando senza interruzione di continuità da un arco narrativo all’altro. Col n. 124 gli dei dell’Olimpo greco-romano irrompono nella saga aggiungendo epica a epica in un inedito crossover.Ercole, che era apparso per la prima volta su Journey into Mystery annual n. 1 del gennaio 1965, torna in questa storia che vede lui e Thor battersi contro Plutone, il diabolico signore dell’ade.A questo punto, Kirby è al massimo della sua gloria. Il mese in cui la testata, con il n. 126, viene rinominata “The mighty Thor” (il potente Thor), continuando la numerazione di Journey into Mystery, è lo stesso in cui iFantastici Quattroincontrano Galactus.Le due saghe condividono la stessa titanica potenza creativa. Dopo aver affrontato gli dei dell’Olimpo, nel n. 132 assistiamo all’introduzione di Ego il pianeta vivente. Leggenda e fantascienza si fondono. Kirby parte dai miti per creare altri miti. Non c’è distinzione tra arcaico e futuristico.Tornato sulla Terra, Thor scopre che Jane Foster è stata rapita dagli agenti di un essere chiamatoAlto Evoluzionario, uno scienziato in grado di far evolvere gli animali in Uomini Nuovi simili agli umani.