GIL KANE, UN GENIO ALLA MARVEL

GIL KANE, UN GENIO ALLA MARVEL

Il disegnatore Howard Chaykin racconta che quando era un avido lettore di fumetti di supereroi, tra la fine degli anni cinquanta e l’inizio dei sessanta, i disegnatori preferiti da lui e dai suoi amici non erano quelli delle principali serie della Dc Comics, Superman e Batman, ma di gran lunga quelli che lavoravano sui personaggi minori.
In particolare i più amati dal giro di Chaykin erano Carmine Infantino su Flash, Joe Kubert su Hawkman e naturalmente Gil Kane su Lanterna Verde.

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Gil Kane era apprezzato anche per il suo lavoro sul bizzarro supereroe Atom, sempre per la Dc Comics.
Kane non era così dinamico come Infantino e nemmeno così personale come Kubert, ma la sua profonda sapienza anatomica rimaneva impressa nella mente i molti lettori.
Il suo disegno è accurato e limpido, le sue figure sono morbide e assumono pose plastiche che molti cercheranno di copiare senza mai arrivare alla stessa fluidità.

GIL KANE, UN GENIO ALLA MARVEL

Nato in Lettonia nel 1926 in una famiglia ebrea, con il nome di Eli Katz, Gil Kane aveva lavorato per la Atlas/Marvel nella prima metà degli anni cinquanta per poi trasferirsi alla Dc Comics, della quale era diventato una delle colonne portanti.
Torna alla Marvel a metà degli anni sessanta, per contribuire con le sue eccelse matite a farla diventare grande. La sua collaborazione con la Casa delle idee, pur rimanendo nel cuore di molti di fan, lascia tuttavia un po’ d’amaro in bocca.

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Si ha la sensazione che l’immenso talento del disegnatore lettone sia stato disperso in mille titoli diversi senza mai riuscire a concentrarsi su di un unico personaggio per dare vita a un lungo arco narrativo, come quelli di Jack Kirby sui Fantastici Quattro e Thor, quello di John Romita sull’Uomo Ragno o di Gene Colan su Devil.

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Si può dire che il suo inimitabile genio grafico fu utilizzato dai vari editor della Marvel più per tappare i buchi che si aprivano sulle varie serie che per portare avanti una lunga saga avventurosa che rimanesse nel tempo.

Nonostante questo unico, ma grande, motivo di rammarico, la sua rimane pur sempre una storia che vale la pena di essere raccontata.

 

Tales to Astonish

Nel 1966, Gil Kane inizia a collaborare con la Marvel su Tales to Astonish n. 76, dove disegna una storia di Hulk usando il nome di Scott Edward poiché era ancora sotto contratto con la Dc.
I disegni, come succedeva spesso in quegli anni, vennero realizzati su schizzi di Jack Kirby, per introdurre il nuovo artista al mondo Marvel. Purtroppo l’inchiostrazione approssimativa di Mickey Demeo dà vita ad un risultato incolore.

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Realizza altre quattro storie per questo titolo, dal numero 88 al 91. Il disegno di Gil Kane acquista sempre più personalità anche se il suo stile, fatto di corpi slanciati e affusolati, non funziona bene con un fisico massiccio come quello di Hulk.
Il n. 90 è il più importante della serie perché vi viene presentato un nuovo nemico di Hulk: Abominio.

 

Tales of Suspense

Nel 1967 disegna anche quattro numeri di Tales of Suspense, dal n. 88 al 91, dove si occupa di Capitan America subentrando a Jack Kirby.
Nemmeno su queste pagine Gil Kane riesce a dare il meglio. A parte due notevoli splash page, il suo elegante disegno si perde in una sequenza di vignette assolutamente ordinarie che non gli fanno onore.

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La Marvel non è la Dc e Gil Kane se ne sta accorgendo a proprie spese. Alla Marvel i lettori si aspettano qualcosa di più. In questa breve run Kane disegna due tra i personaggi chiave della saga: Bucky Barnes e il Teschio Rosso, senza riuscire a conferire loro la necessaria drammaticità.
Ma niente paura, di lì a poco le cose sarebbero cambiate.

 

Capitan Marvel

Nel 1969, Gil Kane approda a Capitan Marvel. Lo sceneggiatore Roy Thomas racconta che aveva già preparato la trama di Capitan Marvel n.17 e l’aveva praticamente consegnata nelle mani di Don Heck, quando Gil Kane entrò nel suo ufficio. Si era già accordato con Stan Lee per lavorare su Capitan Marvel, un titolo di nessun successo, per vedere se poteva contribuire ad aumentarne le vendite.

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Quando il lavoro fu finito non c’erano dubbi, non c’era più traccia del disegnatore indeciso ed esitante che aveva lavorato su Hulk e Capitan America. Al suo posto c’era un gigante della matita immediatamente riconoscibile.
Quando Roy Thomas vide la splash page iniziale fu elettrizzato. In seguito Kane gliela regalò e Thomas ancora oggi la possiede. Capitan Marvel che fluttua nell’iperspazio, ripreso dall’alto, immobile ma con tutti i muscoli del corpo in tensione. Un inizio con il botto.

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Non finisce qui, altre immagini iconiche ci aspettano nelle pagine successive. Rick Jones assieme a Hulk che dà di matto, Capitan America che corre in una caverna. E poi Rick Jones che sbatte insieme i bracciali di antimateria… tutto sembrava annunciare una space opera mai vista prima.

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Si tratta di un Gil Kane ai massimi livelli che fa un uso estremo, ma coerente, della prospettiva, con molte figure inquadrate di scorcio o da punti di vista anomali. C’è una esasperazione delle posture plastiche, sempre diverse e originali, a rimarcare la tensione dei corpi.
Tutto ciò esalta la drammaticità dei personaggi e contribuisce a creare un’atmosfera inquieta.

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Gil Kane disegnò cinque numeri di Capitan Marvel, dal n. 17 al 21 dell’agosto 1970.
Il livello dei disegni si mantiene altissimo, mentre la storia comincia a ingranare. Peccato che all’improvviso Kane fu dirottato sull’Uomo Ragno perché John Romita aveva bisogno di una mano.

 

L’Uomo Ragno

Con il n. 89 dell’ottobre 1970 Gil Kane fa la sua apparizione sulle pagine dell’Uomo Ragno, inchiostrato da John Romita.
“Stan Lee e io eravamo entrambi convinti che disegnasse Peter Parker troppo alto e troppo magro”, ricorda Romita. “Così durante il lavoro di inchiostrazione gli allargavo la faccia per farlo apparire alto un metro e ottanta invece di uno e novanta”.

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“Spesso sbagliava le espressioni facciali di Gwen o Mary Jane, che io dovevo correggere. Intendiamoci, disegnava delle belle ragazze, ma non erano la Gwen e la Mary Jane che il pubblico era abituato a conoscere. Quando disegnava le figure sullo sfondo, le teste e le mani erano semplici cerchi a matita, che io mi dovevo inventare durante l’inchiostrazione”, racconta sempre Romita in una intervista.GIL KANE, UN GENIO ALLA MARVEL

A dispetto di ciò, Gil Kane rimane ancora oggi uno dei disegnatori preferiti dai fan dell’Uomo Ragno, pur avendone realizzati soltanto venti episodi. Forse perché tra questi ce ne sono almeno due o tre che sono passati alla storia.

Nel n. 90, gli autori decidono di fare morire il capitano Stacy, padre di Gwen, la fidanzata di Peter Parker. La morte del capitano fu un punto di non ritorno. La storia colpì profondamente i lettori, che erano affezionati al personaggio.

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Un altro numero memorabile fu il 101, dove compare il vampiro futuristico Morbius, uno dei nemici più riusciti dell’arrampicamuri.
In questa storia Peter si trova ad avere sei braccia: se contiamo anche le due gambe, fanno otto arti come quelli dei ragni. Ciò dà a Kane l’occasione per realizzare tavole di grande complessità, dove i due antagonisti si combattono tra prospettive ardite e punti di vista estremi, dando vita a vignette mozzafiato.

Ma è il n. 121 a consacrare Gil Kane nell’Olimpo dei disegnatori Marvel. “La notte in cui morì Gwen Stacy” rimane uno dei fumetti di supereroi più strazianti mai pubblicati.
Gil Kane aveva realizzato la pagina decisiva concludendola con due vignette verticali, nelle quali l’Uomo Ragno lanciava la sua ragnatela sulle gambe di Gwen arrestandone la caduta. Quando lo sceneggiatore Gerry Conway le vide, la posizione incurvata della ragazza gli suggerì l’idea che sarebbe stato proprio il contraccolpo a uccidere Gwen, spezzandole l’osso del collo e lasciando Spidey alle prese con i suoi sensi di colpa per il resto della vita.

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Dal punto di vista grafico l’Uomo Ragno non rappresenta il meglio di Kane alla Marvel. L’accoppiata con le chine di Romita snatura completamente le sue matite. Anche per motivi di continuity grafica è il segno di Romita a prevalere, impedendo al pregevole disegno dell’artista lettone di emergere.
Un po’ meglio va con Frank Giacoia, inchiostratore che rispetta maggiormente le matite di Kane, mettendo in evidenza la perfetta struttura anatomica dei corpi e i volti ripresi da punti di vista inconsueti.

Nel complesso, Kane riesce solo raramente a realizzare un Tessiragnatele efficace dal punto di vista dinamico, come nelle tipiche pose impossibili alle quali ci avevano abituato Steve Ditko e poi, in parte, John Romita.

 

Conan il barbaro

Gil Kane disegnerà in tutto undici albi di Conan il barbaro: tre nei primi anni settanta, gli altri una decina di anni dopo, nei primi anni ottanta.
Si tratta di storie che contengono poderose scene d’azione con corpi che si proiettano in tutte le direzioni, dando luogo a movimenti di una cinetica esasperata fino all’impossibile. Anatomie perfette che si scontrano in battaglie senza tempo.
Cosa avrebbero potuto desiderare di più i fan del cimmerio?

Quello che mancava nello stile di Kane erano le ombre, essenziali per conferire alle storie del barbaro quell’alone di mistero che ne costituiva fin dall’inizio uno dei punti di forza. Le tavole del disegnatore lettone erano troppo pulite, mancavano il sangue, il sudore e le lacrime che da sempre accompagnano le avventure del personaggio di Robert E. Howard.

 

Warlock

Nel 1972 Kane si dedica alla saga di Warlock, inizialmente sui primi due numeri di Marvel Premiere e poi sui primi cinque numeri dell’albo dedicato a lui.
Si tratta di uno dei personaggi più riusciti di Roy Thomas, che ebbe l’idea, mutuata dal musical Jesus Christ Superstar, di unire cristianesimo e cultura hippie.

Per realizzare questo nuovo messia dei fumetti, Thomas pensò a Gil Kane, detto “El Greco” per la sua propensione a realizzare figure umane lunghe e affusolate, ideali per la rappresentazione della spiritualità del personaggio.
I primi due numeri di Marvel Premiere ci mostrano un disegnatore all’apice delle sue possibilità.

È lui che dà a Warlock l’aspetto di un dio greco, che ha l’idea di riproporre il fulmine sul petto del Capitan Marvel della Fawcett e che gli pone sulla fronte la gemma dell’anima a rimarcare l’elemento spirituale.
Il parallelo cristologico viene reso visivamente dalla splendida posa di Warlock sulla copertina del primo numero, che ricorda la crocifissione.

Le immagini iconiche all’interno si sprecano. Nella splash page iniziale il corpo di Warlock galleggia nel vuoto nell’ennesima posa da crocifisso raffigurato di tre quarti e ripreso dal basso.
A pagina 10 la potenza della battaglia tra lui e Thor, inserita in una complicata gabbia prospettica, forse supera anche la versione che ne aveva dato Kirby.

A pagina 15 c’è la stupenda illustrazione dell’Alto Evoluzionario, uno scienziato diventato una specie di dio-padre, mentre crea la Controterra, un mondo libero dagli istinti omicidi che orbita dall’altra parte del Sole rispetto alla nostra Terra.
Infine, a pagina 24 una ennesima magistrale splash page raffigura Warlock mentre esce dal proprio bozzolo in tutta la sua esplosività.


Sorprendentemente nei numeri successivi Kane non riesce a mantenere la stessa qualità di disegno e, dopo qualche numero senza infamia e senza lode, abbandona quella che avrebbe potuto essere la sua saga definitiva.

 

Marvel Team-Up

Tra il 1972 e il 1974 Kane disegna 10 numeri di Marvel Team-Up. La serie che presentava l’Uomo Ragno come personaggio fisso accompagnato, di volta in volta, a personaggi dell’universo Marvel sempre diversi.

Non giovarono qui all’arte di Kane né dover raffigurare personaggi sempre differenti, con i quali aveva scarsa dimestichezza, né il fatto di essere inchiostrato ogni numero da un inchiostratore diverso e magari poco avvezzo alle sue matite.
Non deve stupire che una delle storie più riuscite sia quella del n. 16, dove il partner dell’Uomo Ragno è Capitan Marvel, una vecchia conoscenza del nostro.

 

1972

Nel corso del 1972 Gil Kane illustra anche un numero di Capitan America, tre di Creatures on the Loose, due di Astonishing Tales e due di Journey into Mistery.

L’albo più riuscito del mazzo è il n. 15 di Astonishing Tales, dove il nostro si dedica a una storia del tarzanide Ka-Zar, personaggio che gli riusciva particolarmente bene.
La splash page iniziale è un omaggio a una famosa illustrazione di The Spirit disegnata da Will Eisner negli anni quaranta.

 

1973

Il 1973 è un anno decisamente dispersivo per Gil Kane, che passa da un titolo all’altro come una trottola impazzita.

Illustra un numero di Supernatural Thrillers, due di Worlds Unknown, uno di Monsters Unleashed e due di Werewolf by Night (Licantropus per gli italiani), l’11 e il 12. In questi ultimi gli riesce veramente male la resa del licantropo.

 

Savage Sword of Conan

Dal 1974 al 1983 realizza ben quattordici episodi della rivista in bianco e nero Savage Sword of Conan. La cosa interessante è che di quattro di questi episodi risulta l’autore unico della storia, mentre in tre firma il testo insieme ad Archie Godwin.

Erano storie realizzate in modo strano, un misto tra i primi “para-fumetti” di avventura privi di balloon e i fumetti odierni. Contenevano una serie di illustrazioni accompagnate a lunghe didascalie e a qualche balloon, in pagine prive della classica struttura a vignette. Non risultarono memorabili.

 

Giant-Size Conan the Barbarian

Tra il 1974 e il 1975 si dedica a quattro episodi di Giant-Size Conan the Barbarian. Forse la sua migliore interpretazione del personaggio di Conan.


Aiutato dalle chine evocative di Tom Sutton, che riempie di neri “giusti” le sue matite, ottiene un risultato finale in linea con le atmosfere fantasy e ricche di mistero.

 

1974

Durante l’anno Gil Kane disegna due episodi di Marvel Two-in-One, uno di Adventure into Fear, uno di Jungle Action, uno di Savage Tales, uno di Giant-Size Super-Heroes, un episodio di Vampire Tales e un episodio di Giant-Size Defenders.
Su Vampire Tales n. 5, una rivista in bianco e nero di grande formato del genere “new horror” in voga nella metà degi anni settanta, ripropone Morbius (per la precisione si tratta della ristampa retinata di un capitolo dell’albo dell’Uomo Ragno con le origini di Morbius – NdR).

In quell’anno la Marvel stava moltiplicando a dismisura la sua presenza in edicola con sempre nuove riviste e su tutte sembrava mettere il suo marchio Gil Kane.

 

1975-1976

Durante questi due anni Kane realizza un numero di Kull and the Barbarians, uno di Deadly Hands of Kung-Fu, tre numeri di Inhumans, due di Amazing Spider-Man Annual, uno di Ghost Rider e uno di Marvel Premiere.
Il numero di Marvel Premiere è 15, dove appare per la prima volta il personaggio di Iron Fist.

L’idea del personaggio è dello sceneggiatore Roy Thomas, mentre la storia delle origini si deve in gran parte allo stesso Kane, che per l’occasione rielabora una vecchio racconto di Amazing Man, un personaggio che Bill Everett aveva creato alla fine degli anni trenta per un editore minore.

 

Devil

Tra il 1977 e il 1978 Gil Kane disegna cinque numeri di Devil. Siamo in un periodo confuso del personaggio: Gene Colan se ne è andato e Frank Miller deve ancora arrivare.
Jim Shooter cerca di rivitalizzarlo scrivendo storie cupe e malinconiche che sembrano presagire l’arrivo di Frank Miller.

Il lavoro di Kane si fa apprezzare, soprattutto sui numeri 147 e 148, dove è ben assistito dalle chine di Klaus Janson, che riempie di neri spessi e decisi le linee pulite della sua matita.
Come spesso gli succede, disegna il corpo del protagonista un po’ troppo affusolato e la cosa non fa molto piacere ai fan.

 

John Carter Warlord of Mars

Tra il 1977 e il 1978 Kane disegna i primi dieci numeri di John Carter Warlord of Mars.
Nel giugno del 1977 la Marvel, con intuito e tempismo (a fine maggio era uscito Star Wars), pubblica una serie fantascientifico-avventurosa tratta dalla pionieristica serie di romanzi scritti da Edgar Rice Burroughs, l’autore di Tarzan.


La serie, di enorme influenza sulla letteratura fantascientifica successiva, è uno dei più grandi esempi di letteratura pulp.
Ambientata su Marte, racconta le vicende di John Carter, ex ufficiale della cavalleria sudista, che, rifugiatosi in una caverna per scappare dagli indiani, viene misteriosamente trasportato sul Pianeta Rosso.

Il disegno di Kane è qui appesantito dalle chine piene di ombre sbagliate di Rudy Nebres, che cerca di normalizzare l’estro di un artista di caratura superiore trasformandolo in un mestierante qualsiasi.
Ancora peggio risulta l’accoppiata con Rudy Mesina, un altro filippino, che si sforza inutilmente di venire a capo delle matite altamente strutturate del disegnatore lettone sommergendole pure lui con neri invadenti.

Le matite di Gil Kane, come al solito, erano prive di nero ed erano piuttosto aperte. Quello che le caratterizzava era la struttura, il movimento e il dinamismo.
Riempiendole di ombre arbitrarie si rischia di distorcere completamente l’idea di partenza.

 

1977-1979

Durante questi tre anni Kane realizza due numeri di What if?, uno di Marvel Treasury Edition e uno di Marvel Prewiew.
What If?, era una serie antologica le cui storie esploravano come si sarebbe potuto sviluppare l’Universo Marvel se i momenti chiave della sua storia fossero andati diversamente.

Su richiesta di Stan Lee, allo scenggiatore Tony Isabella fu commissionata una storia che prendeva in considerazione come avrebbe potuto svilupparsi l’universo Marvel se Gwen Stacy non fosse morta.
A Gil Kane, l’uomo che l’aveva fatta morire, fu affidato il compito di realizzare le matite, quasi a dargli una possibilità di redenzione.

Gil Kane realizzò l’artwork per la storia, ma lasciò la Marvel prima di terminarlo.
La Casa delle idee affidò a Frank Giacoia il compito di finire il lavoro di Kane. Il problema era che Kane non aveva realizzato matite convenzionali, dato che pensava di inchiostrarsi da solo. Aveva realizzato miniature in pennarello su carta dattilografica in formato A4, disegnando a mano i bordi delle vignette.

Avrebbe poi fotocopiato in formato più grande le sue miniature e avrebbe riportato tutto sui classici fogli Marvel con l’episcopio.
Anche se il risultato finale è piuttosto buono, Giacoia non mancò mai di ricordare quanto fosse stato lungo e laborioso ottenerlo.
Dal 1979 al 1981 le collaborazioni di Kane con la Marvel cessano poiché era impegnato a disegnare le gloriose pagine domenicali di Tarzan, entrando così in un club di grandi artisti che comprende Hal Foster, Burne Hogarth e Russ Manning.

 

Micronauti

Nel 1982 Kane disegna sei numeri dei Micronauti. I Micronauti prendono vita come personaggi dei fumetti quando il figlio dello sceneggiatore Bill Mantlo, Adam, a Natale riceve da alcuni parenti una linea di action figure della Mego Corporation.
Vedendo i giocattoli, Bill Mantlo viene immediatamente ispirato a scrivere le loro avventure. “È il fumetto più difficile da disegnare che abbia mai fatto”, ha ricordato Kane in un’intervista.

“Ci sono spesso quattro, cinque o sei di questi personaggi in un unica vignetta, e questo può andare avanti per diverse pagine. C’è da impazzire cercando costantemente di organizzare schemi interessanti nella scene statiche e in quelle di combattimento”.
Kane impazziva, ma i risultati da lui raggiunti su questo titolo sono piuttosto ordinari. Il filippino Danny Bulanadi, che inchiostrava Kane come se fosse Michael Golden, non gli fece esattamente un buon servizio.

 

Marvel Fanfare

Nel 1983 Kane si occupò dei testi e dei disegni di una storia in quattro episodi tratta dal Libro della giungla di Kipling, che apparve su Marvel Fanfare. Una rivista antologica bimestrale che presentava personaggi e ambientazioni provenienti da tutto l’Universo Marvel.
Era stata concepita, non senza una certa ambizione, come una vetrina per presentare i lavori dei migliori talenti dell’industria dei fumetti.

In questi quattro numeri Kane è libero di esprimersi al meglio disegnando la storia di Mowgli. Con le sue chine Craig Russel evita di aggiungere troppi neri alle matite, rispettandone l’eleganza e la fluidità delle linee.
L’impegno di Russel rende il lavoro del disegnatore lettone molto moderno, in linea con le suggestioni che provenivano da riviste come Heavy Metal, che presentava Moebius e altri autori europei. Notevole anche la rappresentazione anatomica degli animali, sempre precisa e puntuale.

 

Gli anni ottanta

Gil Kane collabora con la Marvel fino al 1983, dopo di che torna alla Dc Comics.
Durante questi anni disegna un numero di Star Trek, uno di Conan the Barbarian Annual, tre di Ka-Zar the Savage e uno di Thor.

Su Ka-Zar the Savage illustra i racconti della tigre dai denti a sciabola Zabù scritti da Bruce Jones, dove si distingue per la rappresentazione particolarmente riuscita degli animali della giungla.

 

Gli anni novanta

Kane ritorna alla Marvel negli anni novanta. Realizza un numero di Web Spider-Man Annual, uno di Hulk, uno di Marvel Comics Presents, uno di Spider-Man, uno di Scarlet Spider e uno di Heroes and Legends.

In questa fase il disegno di Gil Kane ha perso tutta la grandezza dei suoi giorni migliori, sostanzialmente sembra un frettoloso disegno anni settanta colorato con le tecniche degli anni novanta. E non è un bel vedere.

Il disegnatore di origine lettone è venuto a mancare nel 2000.

 

 

 

5 commenti

  1. De gustibus- io poi sono un nevrotico da Guinness- ma amo il Kane ( anche il Colan) del crepuscolo colle matite schizzate e le chine che ne seguono il solco. Gil ha disegnato in quel mood anche una mini della Malibu, i personaggi di Liefeld su testi di Moore, una Legend of DK su testi di Chaykin ed un paio di Supes nel periodo in cui sfoggiava l’ineffabile mullet. Mi piace pensare che il cartoonist finalmente abbia potuto fare come trovava giusto. Per me il suo Spidey ( insieme a quello di Andru) era la modernità dei seventies. Magari avesse disegnato uno zilione di Conan senza pesanti neri! Avrei comprato anche una storia con zia May che molla un destro a doc Ock che cade dalle scale del clone del Bates Motel in cui Pavido Parker cerca di curare l’eccesso di arti . Il suo Cap con lo Hydra che ha messo telecamere spia ovunque e sbircia il risveglio di Sharon Carter e Steve Rogers è visionario in anni in cui 007 era una cosa camp. Il team up tra x-men in borghese e Spidey contro Morbius. La Cosa incontra l’Uomo Cosa. Morbius e Man-Wolf vs Arrampicamuri. E moltissime covers. Grande Gil!

  2. Bellissimo articolo, pieno di gustose notizie su un vero BIG. Ho sempre amato lo stile di questo artista, e quando riconoscevo il suo tratto compravo sempre l’albo, anche se non era la serie che seguivo. Come ben sottolineato dall’autore dell’articolo, il suo nome avrebbe meritato di rimanere legato a un personaggio, ma così non fu. Il suo talento, a mio avviso, non è stato sfruttato a dovere dalla Casa delle Idee. Chissà perché. Qui è venuto a mancare l’intuito del “Sorridente”, o forse ci sono stati altri fattori che l’ hanno impedito (contrattuali, caratteriali etc…). Mi piacerebbe saperlo.
    Kazar, Warlock, Morbius, e lo stesso Conan se degnamente inchiostrato, erano perfetti per lui. Neal Adams parlando di Kirby, disse che un disegnatore può definirsi veramente grande quando risulta immediatamente riconoscibile. Ecco, questo è sicuramente vero per questo GENIO (giustissimo il titolo) e chi ama i fumetti non può che provare riconoscenza per il lavoro che ha fatto.

  3. Kane era sicuramente notevole ed è tra i disegnatori più iconici di quell’era (Kirby-Ditko-Buscema-Romita-Colan-Kane), certo era molto schematico e la qualità del suo lavoro scadeva molto con inchiostratori non all’altezza (al contrario di Kirby o Buscema). Il connubio preferito per me è stato con P.C.Russel, con l’odiato da molti Chan in Bloodstar e più di tutti con Romita che però rifaceva tantissimo del suo lavoro. In rete ci sono alcune matite da confrontare con le tavole finite. Poco riuscito anche il suo connubio con Neal Adams per la poca sintonia tra i due stili. Sicuramente è stato un modello per i primi lavori di Miller su Devil.

  4. Proprio vero: è un peccato che Gil Kane non sia rimasto abbastanza a lungo su un personaggio da farlo suo. Eppure, se penso a Cap Marvel e Warlock e li confronto con quelli tanto osannati di un altro grande come Jim Stalin, mi accorgo che alla fine preferisco i cicli di Kane.

  5. ¨Per me, Gil Kane si ch’é legato ad alcuni personnaggi come Green Lantern, Atom, Captain Marvel, Warlock, Spiderman, Conan o John Carter.

    Grazie alle copertne é legato a tutti i personnaggi della DC o della Marvel.

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