MUSICA E FUMETTO DAI BEATLES A DE ANDRÉ

History is littered with hundreds of conflicts over the future of a community, group, location or business that were “resolved” when one of the parties stepped ahead and destroyed what was there. With the original point of contention destroyed, the debates would fall to the wayside. Archive Team believes that by duplicated condemned data, the conversation and debate can continue, as well as the richness and insight gained by keeping the materials. Our projects have ranged in size from a single volunteer downloading the data to a small-but-critical site, to over 100 volunteers stepping forward to acquire terabytes of user-created data to save for future generations. The main site for Archive Team is atarchiveteam.organd contains up to the date information on various projects, manifestos, plans and walkthroughs. This collection contains the output of many Archive Team projects, both ongoing and completed. Thanks to the generous providing of disk space by the Internet Archive, multi-terabyte datasets can be made available, as well as in use by theWayback Machine, providing a path back to lost websites and work. Our collection has grown to the point of having sub-collections for the type of data we acquire. If you are seeking to browse the contents of these collections, the Wayback Machine is the best first stop. Otherwise, you are free to dig into the stacks to see what you may find. The Archive Team Panic Downloadsare full pulldowns of currently extant websites, meant to serve as emergency backups for needed sites that are in danger of closing, or which will be missed dearly if suddenly lost due to hard drive crashes or server failures. Musica e Fumetto sono forme di espressione più o meno complementari, che proprio per questo possono sembrare inconciliabili.Ovviamente la musica in sé non può contenere immagini e le storie a fumetti non possono produrre suoni (per unire dimensione visiva e sonora si deve necessariamente ricorrere a trasposizioni teatrali, animate o cinematografiche), eppure questi due media apparentemente lontani hanno interagito spesso e in vari modi. Un primo punto di contatto consiste nel testo, le parole che entrambi utilizzano regolarmente in forme più o meno sintetiche ed evocative e, in certi casi, non è quindi troppo difficile trasporre le canzoni in immagini. Vari fumettisti hanno usato testi di canzoni come didascalie, per esempio l’autore undergroundRobert Crumb, che ha disegnato brevi storie surreali basate su brani blues, o l’illustratoreCharles Vess, che nel volume “Ballads” (Ballate) del 1997 ha trasformato alcuni brani della tradizione celtica e britannica in fumetti dallo stile minuzioso e raffinato quanto quello di antiche incisioni. O ancora il disegnatoreClaudio Villa, che in un breve episodio fuori serie di Dylan Dog del 1996 ha reso in immagini il brano “Le Vie dei Colori” di Claudio Baglioni. Altro caso di fumetto ispirato a una canzone è il volume “Unico indizio le scarpe da tennis”, di Davide Barzi, Marco Villa e Sergio Gerasi. Una storia noir che prende spunto dal brano di Enzo Jannacci “El portava i scarp del tennis”. A vantaggio di chi sa leggere uno spartito, a volte è inserita a margine delle sequenze a fumetti anche la precisa scrittura delle note musicali, come in certi episodi diKen ParkerdiGiancarlo BerardieIvo Milazzo, in uno dei quali a cantare è una sosia di Marilyn Monroe.Lo stesso accade in diverse storie diCinzia Leone, i cui fumetti sono spesso accompagnati da una vera e propria colonna sonora scritta. Benché accada più di rado, niente vieta di usare brani originali: un episodio del 1947 dell’ironica serie poliziescaThe SpiritdiWill Eisnere il romanzo a fumetti fantapoliticoV for VendettadiAlan MooreeDavid Lloydcontenevano una canzone inedita, con tanto di spartito, scritta dallo sceneggiatore e solo in seguito incisa in un disco. Altri fumettisti si sono cimentati nella trasposizione di intere opere liriche, avvantaggiati dalla forma narrativa di questosettore musicale. Della“Tetralogia dell’Anello dei Nibelunghi”di Richard Wagner esistono due versioni a fumetti, una diRoy ThomaseGil Kane, e un’altra più lunga diP. Craig Russell. Russel è un autore specializzato nella “lirica disegnata”, che ha adattato in immagini con stile meravigliosamente cesellato varie opere, da “Parsifal” a “Il Flauto Magico”, fino a “I Pagliacci” e a “Cavalleria Rusticana”. In Italia, nello stesso genere, va segnalata una serie di quattro opere verdiane adattate a fumetti in modo estroso e originale dallo sceneggiatoreStefano Ascarie dai disegnatoriAlberto PagliaroeCesare Buffagni. In quest’ultimo caso gli albi a fumetti sono anche stati allegati ai relativi Cd musicali, il ché ne fa una proposta editoriale abbastanza innovativa per l’Italia, ma non una novità assoluta. Tra i fumetti allegati a dischi si possono citare anche un albo del mutante Wolverine disegnato dall’artista ingleseJohn Boltonin allegato al disco “Wolverine Blues” degli Entombed; il fumetto “Break the Chain” diKile Bakercon allegata una cassetta del rapper Krs-One; il volume “Heroes of Blues, Jazz & Country” diRobert Crumbcon allegato un Cd di brani scelti dall’autore: e il piccolo album a fumetti “Noir” diAltan, dall’insolito formato quadrato perché allegato all’omonimo disco jazz del trombettista Enrico Rava, che è anche protagonista della vicenda disegnata. D’altronde diversi disegnatori di fumetti si sono dedicati in parallelo allecopertine di dischi, a partire daGuido Crepax, autore anche di un esplicito omaggio alla musica jazz con l’album a fumetti “L’Uomo di Harlem”, passando per l’artista underground americanoRichard Corben, fino all’illustratore ingleseDave McKean, autore di affascinanti collage di foto e disegni.In casi più rari, si è assistito a tentativi di fusioni sperimentali tra dischi e fumetti, fino a trasformare gli interni della copertina in un libro per immagini vero e proprio, come nel caso dell’Lp “Il Grande Sogno” di Roberto Vecchioni, illustrato da un’intera squadra di grandi fumettisti (Andrea Pazienza, Hugo Pratt, Milo Manara, Moebius e Sesar), o del disco “From Beyond the Grave!” illustrato daJohn Romita. Ovviamente possiamo trovare copertine dalla grafica fumettistica, o con sopra gli eroi stessi dei fumetti, anche su alcuni dischi che ai fumetti si sono direttamente ispirati, come “Ken” di Pippo Pollina, esplicito omaggio alla saga western dello scout Ken Parker, o come “La ballata di Tex Willer”, un 45 giri pubblicizzato nel 1980 sugli albi di Tex. Altri brani, come “Tex” dei Litfiba, sono solo vagamente ispirati ai fumetti omonimi, mentre dischi a tema ufficiali sono stati composti per le versioni cinematografiche di fumetti, come la colonna sonora di “Flash Gordon” realizzata dai Queen, o quella di “Batman” firmata da Prince per il film di Tim Burton del 1989. Non si contano poi le sigle televisive, soprattutto per le serie animate tratte da fumetti, sigle per lo più realizzate appositamente ma non sempre, come il brano “Planet O”, il cui 45 giri fu ridistribuito con in copertina un’immagine tratta dal fumettoLupin IIIdiMonkey Punch, solo dopo essere stato usato come sigla dell’omonima serie animata. Un po’ più rari sono i personaggi dei fumetti che agiscono in ambito musicale: si va dalla cantante mutanteDazzler, creata nel 1980 daTom DeFalcoeJohn Romita Jr., che ha il potere di trasformare la musica in energia luminosa, all’eroinaGea, ideata nel 1999 daLuca Enoch, che oltre a lottare contro demoni di altre dimensioni suona in un complesso rock. Capita che qualche personaggio si dedichi alla musica saltuariamente, come l’androideRanxeroxcreato daStefano TamburinieTanino Liberatore, che alla fine del primo episodio del 1981 si esibisce in un musical cantando e ballando dopo aver registrato nella sua memoria artificiale l’intero repertorio di Fred Astaire, o la giovane protagonista della serie horrorHouse of Secretsdel 1996, che inizialmente compone testi di canzoni per un gruppo grunge. Anche nei fumetti della rivista franceseMetal Hurlant, uscita nel 1974, sono apparse spesso storie con musicisti in cui si esasperano atteggiamenti ed eccessi del mondo dello spettacolo, un genere in cui si è specializzato in particolareAlain Voss, autore dell’albumHeilman, su un cantante dal look nazista. Quando nel 1977 è uscita l’edizione Usa della testata, Metal Hurlant è stato tradottoHeavy Metal, collegandosi così a un genere musicale ben preciso(siamo sicuri che tale espressione fosse già diffusa? noi di quegli anni ricordiamo l’hard rock – NdR), e nell’edizione italiana della rivista è uscito uno speciale “Metal Extra” interamente dedicato al rock. In Italia cantanti immaginari apparsi in storie simili, slegate da una serie, sono stati Francesco Stella, la cui stralunata carriera pop ambientata in un’immaginaria Italia del futuro è stata dipinta splendidamente daAndrea Pazienzain poche grandi vignette dell’omonima storia uscita nel 1979 sulla rivista Cannibale.Oppure Tristan Homer, rockstar del futuro con la faccia di Jim Morrison protagonista del fumetto “Primo in Classifica” di Albano, Lavagna e Liani, apparso nel 1992 sulla rivista Cyborg. Un altro fumetto con un rapporto molto stretto con la musica è la miniserie darkThe Crow(Il Corvo) diJames O’Barr, ispirata da un’esperienza dell’autore e da un fatto di cronaca, ma anche dalle canzoni dei Joy Division e dei Cure, i cui testi furono riportati in appendice agli albi originali, o citati nei titoli dei primi capitoli della storia. Gli stessi Cure collaborarono alla colonna sonora del film tratto dal fumetto, che fu affidata a vari gruppi dark e rock, per cui, nel caso de Il Corvo, fumetto e musica finirono per ispirarsi a vicenda, interagendo sempre più strettamente grazie a una versione cinematografica la cui regia fu affidata non a caso ad Alex Proyas, specializzato nella direzione di videoclip musicali, mentre lo stesso protagonista, Eric Draven, nel film divenne un musicista rock. Del resto, a una versione di questo fumetto in tiratura limitata del 1993 era stato anche allegato un CD del complesso dei Trust Obey, di cui faceva parte lo stesso O’Barr. Non mancano gli autori di fumetti che si sono cimentati in campo musicale: alcuni sono stati chitarristi e cantanti, come l’artista multimedialeJim Sterankoe il disegnatore undergroundVaughn Bodé, altri hanno composto canzoni, come gli sceneggiatori italiani Giancarlo Berardi, Tiziano Sclavi e Gianfranco Manfredi. O come l’ingleseAlan Moore, che è stato anche cantante in un gruppo chiamato “The Emperors of Ice Cream”. Vari testi delle canzoni di quest’ultimo sono stati poi adattati a fumetti nei volumi “Liriche di Sangue”, illustrato dallo spagnoloJuan José Ryp, e “Magical Mystery Moore”, opera di altri suoi connazionali, mentre Moore stesso ha prodotto con i musicisti David J e Tim Perkins dei Cd sperimentali di performance dal vivo, a loro volta adattati a fumetti daEddie Campbell. Tra i cantautori-fumettisti più famosi si può ricordareFrancesco Guccini, che alla fine degli anni sessanta ha scritto le sceneggiature di una serie di fumetti di fantascienza e di alcuni caroselli animati in collaborazione con l’amico disegnatoreBonvi.Anche Don Backy si è cimentato più volte nel campo del fumetto ispirandosi alle proprie esperienze discografiche, ma con risultati non eccelsi. Un altro cantautore, Luciano Ligabue, è arrivato al fumetto indirettamente con il suo romanzo di fantascienza “La neve se ne frega”, uscito nel 2004 e adattato a fumetti nel 2008 da Matteo Casali e Giuseppe Camuncoli. Il versatileDavide Toffoloriesce a condurre due carriere in parallelo, come autore di romanzi a fumetti e come membro del gruppo musicale “Tre allegri ragazzi morti”, con buoni risultati in entrambi i campi. Gli “Allegri ragazzi morti” nel 1999 sono stati poi protagonisti di una fantasiosa serie a fumetti dello stesso Toffolo, ma non è l’unico caso in cui un gruppo o un cantante reale ha ispirato un fumetto. La prima apparizione diCattivik, abbozzata da Bonvi alla fine degli anni sessanta, vedeva questa perfida caricatura degli eroi neri perseguitare il gruppo dell’Equipe 84, ma anche altri fumettisti hanno dedicato storie a cantanti noti, come il già citato fan del blues Robert Crumb, o i francesi Philippe Manoeuvre eSerge Clerk, che nella serieRock City, uscita su Metal Hurlant tra gli anni settanta e ottanta, hanno rievocato a fumetti la carriera di vari gruppi musicali dell’epoca, come i Blondie e i Cramps, ma stravolgendone completamente la biografia. Su una falsariga simile, a metà tra realtà e fantasia, sono due storie a fumetti su veri cantanti rock, scritte dal giornalista musicale Red Ronnie e disegnate da Ghiro sotto la supervisione di Bonvi, che sono uscite a puntate nel 1981 sul supplemento “Strisce e Musica” del quotidiano La Nazione, con l’intento di denunciare il cinismo dello show business e le manipolazioni mediatiche del potere. Nello stesso periodo, il fumettista che si è più specializzato in campo musicale èMassimo Cavezzali, un autore che prende in giro i cantanti più noti con caricature dallo stile scarno ma efficace, sia in semplici vignette o tavole pubblicate su riviste specializzate che in volumi dai titoli scherzosi, come “Piglia e Dalla in Concerto”, “A Ovest di De Gregori” e “Rock, Amore e Chewingum”, usciti tra il 1981 e il 1982. Da parte sua, la Marvel Comics negli anni settanta ha pubblicato un album a fumetti deiBeatlese altri sul grupporock glamourdeiKiss.Sull’alboTime Spirits, edito dalla sezione Epic della Marvel, nel 1985 è apparso lo spirito di Jimi Hendrix, una delle migliori citazioni di una rockstar all’interno di una serie a fumetti. In seguito è stata varata la lineaMarvel Music, dedicata a fumetti collegati alla musica. L’opera più importante di questa etichetta è probabilmenteThe Last Temptation(L’ultima tentazione), una affascinante miniserie horror del 1994, diNeil GaimaneMichael Zulli, prodotta insieme all’omonimo concept album del cantante hard rock Alice Cooper.Questi appare nel fumetto come un demoniaco imbonitore teatrale, che rende schiavo chi accetta di partecipare al suo spettacolo (un monito a non vendersi allo show business per ambizioni di successo). L’editrice americana indipendenteRevolutionary Comicsnei primi anni novanta ha pubblicato una linea di fumetti sulle rockstar realizzata da esordienti, mentre è stato curato da autori più esperti un albo del 1992 intitolato al cantante Prince, rappresentato come un eroe che usa la chitarra e l’energia della musica come una sorta di superpoteri. Passando a un fumetto italiano di vent’anni dopo, è fantasiosa anche la serie in quattro volumi iniziata nel 2013Punk is Undead, diPaolo BaroneErnesto Carbonetti, in cui, seguendo la moda del momento, alcuni famosi cantanti e musicisti rock scomparsi da tempo resuscitano sotto forma di zombie. Tra i fumetti più fedeli alla reale vita dei cantanti, uno degli esempi più affascinanti è senz’altro un episodio del detectiveAlack Sinnerdel 1990 intitolato “Billie Holiday”, degli argentiniCarlos SampayoeJosé Muñoz, una storia dallo stile sintetico ed evocativo dedicata alla travagliata esistenza della più famosa cantante blues. Anche negli ultimi tempi non è raro trovare in volume biografie a fumetti di cantanti famosi, più che altro scomparsi come Jim Morrison o Giorgio Gaber, o un’antologia di storie a fumetti dedicate ai Beatles e non manca neanche “La storia del rock a fumetti” e “La storia del metal a fumetti” (realizzate dall’esperto del settoreEnzo Rizzisotto il titolo “Heavy Bone”, con un paio di pagine sulla biografia di ogni gruppo). Dal punto di vista artistico, anche solo per l’alta qualità delle immagini, i due libri più interessanti del genere usciti negli ultimi anni sono forseUomo Faber, in cui la vita di Fabrizio De André è rievocata in modo leggero e poetico, eThe Fifth Beatle: the Brian Epstein Story, sui retroscena poco noti di come un intraprendente manager dilettante rese i Beatles il gruppo più famoso del mondo.