MERAVIGLIE MARVEL DEGLI ANNI SESSANTA

Se si ripensa a ciò che fu la Marvel negli anni sessanta non si può che rimanere stupefatti di fronte a un tale incredibile spiegamento di fantasia creatrice. Ciò fu possibile grazie a una concentrazione di talenti, a partire da Stan Lee, Jack Kirby e Steve Ditko, che nel fumetto è difficile ritrovare in altre epoche.
Molte sono le pietre miliari che questi talenti posero, mentre stavano costruendo un universo fumettistico ancora oggi vitale e fecondo.
Ne abbiamo selezionate 50, soffermandoci soprattutto sulle creazioni dei personaggi e sulla loro evoluzione editoriale.
1961
Fantastic Four n. 1 – Novembre 1961
La storia dei Fantastici Quattro e di come ottennero i loro superpoteri è la pietra angolare di tutto l’universo Marvel, la più importante, quella che sorregge l’intera costruzione.
Stan Lee e Jack Kirby pensavano probabilmente di avere realizzato l’ennesima storia di mostri, solo che al posto del contorno di persone normali c’erano quattro super tizi. Era qualcosa di totalmente differente. Era l’inizio di una nuova era: The Marvel age of comics.
1962
Tales to Astonish n. 27 – Gennaio 1962
La prima apparizione di Henry Pym (non ancora Ant-Man) avviene in questo fumetto, che in partenza doveva essere autoconclusivo, di sole 7 pagine.
Jack Kirby era un appassionato lettore di fantascienza: qui si ispira al raggio riducente, una delle invenzioni più gettonate del genere.
Hulk n. 1 – Maggio 1962
Il secondo personaggio di Lee e Kirby ad avere un titolo tutto suo è l’Incredibile Hulk. Anche le origini del gigante verde sembrano tratte da un fumetto di mostri. Kirby racconta che l’idea di Hulk gli venne quando vide una donna sollevare la parte posteriore di una macchina per liberare il figlio intrappolato sotto di essa.
“Improvvisamente mi è venuto in mente che nella disperazione tutti noi possiamo farlo: possiamo abbattere muri, possiamo impazzire e diventare invincibili”. L’apparizione di Hulk all’inizio non fu un successo e la testata chiuse dopo soli 6 numeri.
Journey into Mystery n. 83 – Agosto 1962
La prima storia di Thor che appare su questo numero non è nemmeno firmata dall’autore dei disegni, che è inequivocabilmente Jack Kirby.
Forse non credeva molto in questo personaggio, nato dalla sua passione per la mitologia norrena, che aveva già proposto in altre storie in diverse versioni. Don Blake, il medico zoppo che fa da alter-ego, pare invece sia un’invenzione di Stan Lee, anche se il soggetto è attribuito a suo fratello Larry Lieber.
Amazing Fantasy n. 15 – Agosto 1962
Se i Fantastici Quattro sono la prima realizzazione della Marvel, l’Uomo Ragno, che compare per la prima volta su questo numero, è indubbiamente il suo personaggio più famoso.
Stan Lee raccontava di essersi battuto per pubblicare la storia di un ragazzo con i poteri di ragno, idea che l’editore Martin Goodman trovava piuttosto orripilante e sulla quale non avrebbe scommesso.
Fu certamente Steve Ditko a immergere il protagonista in un mondo ostile che lo emargina o dal quale vuole volontariamente allontanarsi. Di Lee è la storica frase “Da grandi poteri derivano grandi responsabilità”, che traccia la linea da seguire per le storie che verranno.
Tales to Astonish n. 35 – Settembre 1962
In questo numero ritorna, su richiesta dei lettori, lo scienziato Henry Pym, l’inventore del siero riducente. Siccome le formiche lo avevano aiutato nella precedente avventura, stavolta Pym costruisce un elmetto per comunicare con loro.
Si dota, inoltre, di un costume per (come dice lui) proteggersi da possibili morsi o punture. Ant-Man non ebbe mai un gran successo.
Strange Tales n. 101 – Ottobre 1962
La prima serie spin-off dell’era Marvel è dedicata alla Torcia Umana, il membro più giovane dei Fantastici Quattro.
Questo episodio contiene tutta la leggerezza che i fratelli Lieber sapevano infondere nelle loro creazioni di quel periodo (i due fratelli sono Stanley Lieber, il vero nome di Stan Lee, e Larry Lieber). Kirby disegna questa serie senza molta passione, e la cede presto ad altri.
Il personaggio da solo sembra non funzionare tanto bene, malgrado la Torcia Umana originale avesse una propria serie negli anni quaranta.
1963
Tales of Suspense n. 39 – Marzo 1963
Il primo episodio, che ci racconta come il miliardario costruttore di armi Tony Stark diventò il potente Iron Man, riflette la situazione politica del tempo dominata dalla guerra fredda.
Tony Stark si trova in un campo di battaglia contro le forze comuniste, che lo prendono prigioniero.
In un intervista Stan Lee disse che aveva creato il personaggio di Tony Stark volutamente antipatico per farcelo poi amare una volta diventato Iron Man.
Don Heck disegna su schizzi di Jack Kirby.
Amazing Spider-Man n. 1 – Marzo 1963
Finalmente l’Uomo Ragno, con la seconda avventura, ha un titolo tutto per lui. Lee e Ditko mettono subito in chiaro che Peter Parker non sarà il solo ad avere dei problemi: anche il suo alter-ego, lo stupefacente Uomo Ragno, ne avrà e naturalmente saranno super.Fa qui la sua prima apparizione l’editore-direttore J.J. Jameson, che sul proprio giornale, il Daily Bugle, individua nell’Uomo Ragno una pericolosa minaccia. Antipatia a prima vista che non sarà mai spiegata del tutto in maniera convincente. Paradossalmente Peter Parker sbarca il lunario vendendo le foto dell’Uomo Ragno, cioè di se stesso, proprio a Jameson.
Sgt. Fury and his Howling Commandos n. 1 – Maggio 1963
Stan Lee era talmente esaltato dal buon andamento degli albi Marvel, anche se ancora non erano i più venduti, tanto da scommettere con Martin Goodman che avrebbe potuto creare un personaggio di successo anche con il nome più stupido del mondo.
Così diceva di ricordare: Stan Lee amava infiorettare il passato con aneddoti divertenti.
Creò così Sgt. Fury and his Howling Commandos. Niente da dire, il nome è davvero… particolare. Il successo portò la serie fino al quinto posto nelle vendite Marvel, per poi calare quando Kirby lascò i disegni della testata a Dick Ayers.
Tales to Astonish n. 44 – Giugno 1963
Nel tentativo di aumentarne le vendite, Stan Lee cercò di movimentare la vita di Henry Pym. Su questo numero scritto da H.E. Huntley compare Janet Van Dyne, la bella Wasp. Si tratta di un’eroina più indipendente rispetto al tipo di donna che popolava le storie Marvel del periodo.
La storia non è un granché: vede la coppia Ant-Man e Wasp combattere insieme contro un già visto e rivisto mostro venuto dallo spazio.
Strange Tales n. 110 – Luglio 1963
Apparentemente la storia che introduce il Dr. Strange nell’universo Marvel non è molto diversa dai tanti fumetti del mistero che Stan Lee e Steve Ditko avevano sfornato negli anni cinquanta. Qui però c’è il personaggio. E che personaggio.
Soprattutto Steve Ditko è il talento inimitabile che sta dietro al Dr. Strange. Il maestro visivo che per l’occasione crea altre dimensioni poste oltre l’immaginazione e mondi inquietanti senza paragoni. Steve Ditko è… strano! E “Dottor Strano” è la traduzione italiana del nome del personaggio.
Avengers n. 1 – Settembre 1963
L’idea di partenza fu quella di ispirarsi a quello che aveva fatto la Dc Comics con la Justice League: mettere insieme gli eroi della casa editrice (che allora erano ancora pochi) in un supergruppo stellare.
Per l’editore Martin Goodman e il suo direttore Stan Lee c’erano ragioni di marketing per compiere questa scelta. Gli eroi Marvel erano stati appena lanciati e necessitavano di essere consolidati nella loro immagine, magari facendoli combattere uniti.
Occorreva diversificare al massimo il carattere dei personaggi, in modo da mantenere l’individualità di ogni membro senza perdere di vista il senso di unità della squadra.
In sostanza, bisognava creare un gruppo dove l’equilibrio tra le spinte individuali e quelle unitarie sarebbe diventato il motore delle storie. Lee e Kirby ci riuscirono e fu un successo, anche se non travolgente come avrebbe meritato una testata con tanti personaggi famosi.
Non fanno parte del gruppo i due eroi creati da Steve Ditko, l’Uomo Ragno e Dottor Strange, che probabilmente Kirby non riteneva di dominare bene.
X-Men n. 1 – Settembre 1963
Nello stesso mese in cui Stan e Jack crearono i Vendicatori mettendo insieme alcuni dei loro supereroi esistenti, lanciarono una seconda squadra composta da sei nuovi supereroi nuovi di zecca.
Con il suo tipico tono ironico, Stan Lee ha affermato di aver puntato sul concetto di “mutanti” in modo da non dover escogitare un’origine diversa per ciascun personaggio. Inutile dire che quello dei mutanti diventerà un concetto basilare per l’universo Marvel.
Tales to Astonish n. 49 – Novembre 1963
L’introduzione di Wasp non aveva portato a nessun aumento nelle vendite, così a distanza di pochi mesi Lee e Kirby trovarono un nuovo espediente: Henry Pym, oltre alla pillola che rende piccoli, inventa quella che fa diventare grandi.
Diventa così un gigante e si chiamerà Giant-Man.
Mentre Ant-Man come eroe rimpicciolito aveva una controparte nel personaggio di Atom della Dc, non si era ancora visto un eroe capace di aumentare le dimensioni.
1964
Avengers n. 4 – Marzo 1964
Il Capitan America scongelato in questo numero è piuttosto diverso da quello tutto d’un pezzo degli anni quaranta. Anche lui è ora un supereroe con super problemi, un anacronismo vivente schiacciato dal senso di colpa per il destino della sua ex spalla, Bucky.
Cap scelse un momento particolarmente sconvolgente per ritornare. Avengers n. 4 era ancora in fase di realizzazione quando, il 22 novembre del 1963, arrivò la notizia che avevano sparato al presidente John Kennedy.
“Stavamo rientrando da pranzo e la gente ascoltava la radio nelle auto con le portiere aperte”, avrebbe ricordato Flo Steinberg, mitica segretaria di direzione alla Marvel. “Non avevamo la televisione in ufficio, quindi ci ritrovammo tutti in una grande stanza seduti ad ascoltare la radio fino a quando non annunciarono che il presidente era morto. Allora ce ne andammo tutti quanti… così, senza una meta precisa”.
Tutti tranne Stan Lee. “Lui stava ancora lavorando ai fumetti come se fossero la cosa più importante del mondo”, racconta lo scrittore Mario Puzo, in seguito autore del romanzo Il Padrino, che a quei tempi lavorava nella redazione per le riviste per adulti di Martin Goodman.
X-Men n. 4 – Marzo 1964
In questo numero Magneto guida contro gli X-Men un gruppo di “mutanti malvagi” di cui fanno parte anche Quicksilver e Scarlet, futuri membri dei Vendicatori.
In una bella sequenza disegnata da Kirby, Magneto e Xavier si affrontano con i loro corpi immateriali in un “piano astrale” mettendo a confronto le loro due opposte visioni sul rapporto tra umani e mutanti.
Magneto vorrebbe schiavizzare gli umani, mentre Xavier si batte per una integrazione dei mutanti. È stato detto che il contrasto Xavier/Magneto rappresentasse quello tra Martin Luther King e Malcolm X: il primo non dava importanza al colore della pelle e lottava pacificamente, mentre il secondo voleva imporre il “potere nero” con metodi violenti.
Tales of Suspense n. 52 – Aprile 1964
C’è lo sceneggiatore Don Rico, che qui utilizza lo pseudonimo di N. Korok, dietro il personaggio della Vedova Nera, che appare per la prima volta su questo numero. L’esordio esce in piena guerra fredda, con Kruscev ancora per poco al Cremlino e Lyndon Johnson subentrato a John Kennedy.
Avviene in un’avventura di Iron Man, che fu forse l’ultimo eroe ad abbandonare l’anticomunismo tipico dei fumetti Marvel dei primi anni sessanta.
La Vedova non ha ancora un costume: Madame Natasha è una classica spia “alla Mata Hari” che cerca di sedurre Tony Stark per conto dell’Unione Sovietica.
Daredevil n. 1 – Aprile 1964
L’idea di un supereroe cieco (probabilmente del disegnatore Bill Everett, che aveva una figlia con questo problema) rappresenta l’apoteosi del concetto di supereroe con super problemi, centrale nella filosofia Marvel.
Molte furono le lettere che la Marvel ricevette da parte di organizzazioni che aiutavano le persone con handicap, in particolare i ciechi. Le lettere raccontavano della calda accoglienza riservata alle avventure di Devil dai lettori disabili, i quali sentivano di aver finalmente trovato un eroe che li aiutava a rafforzare la propria autostima.
Tales of Suspense n. 57 – Settembre 1964
Personaggio ispirato a Freccia Verde (Green Arrow) della Dc Comics, Occhio di Falco appare per la prima volta come avversario di Iron Man, contro cui combatte per amore della Vedova Nera, ma anche per dimostrare di essere un eroe al pari del vendicatore d’oro grazie alla sua abilità con arco e frecce.
Apparentemente un giovane ribelle tipo James Dean, si trattava di un bravo patriota come testimoniano le sua parole alla Vedova Nera: “Ti aiuterò a combattere Iron Man, ma non tradirò mai il mio Paese diventando un comunista”.
Tales to Astonish n. 60 – Ottobre 1964
Hulk come titolare di testata non aveva riscosso successo. Avevano destato più interesse le sue apparizioni negli albi dei Vendicatori e le sue comparsate nelle altre testate Marvel.
Stan Lee decise di sfruttare il momento favorevole realizzando nuove storie del gigante verde. Questa volta alle matite c’è Steve Ditko, che ha la grande intuizione di legare la trasformazione di Bruce Banner in Hulk quando si arrabbia.
Tales of Suspense n. 59 – Novembre 1964
Il ritorno di Capitan America sul n. 4 dei Vendicatori aveva avuto un successo tale da indurre la Marvel a produrre nuove avventure. Dal punto di vista dell’introspezione psicologica dei personaggi, non furono particolarmente memorabili, dato che erano essenzialmente d’azione.Poiché erano storie di una decina di pagine, Stan Lee non aveva modo di aggiungere molti altri elementi alle fantasiose storie di Jack Kirby che, in questo primo episodio, tratta ancora una volta la minaccia comunista.
1965
X-Men n. 10 – Marzo 1965
In questo numero gli X-Men incontrano Ka-Zar e la sua tigre dai denti a sciabola Zebù nella Terra selvaggia.
Ka-Zar è un personaggio dalla lunga storia. Viene ideato da Bob Byrd nel 1936 in alcuni racconti a puntate della rivista pulp omonima pubblicata da Martin Goodman prima che si lanciasse nei fumetti.
Ka-Zar viene trasposto nei fumetti dal 1939 al 1942, disegnato da Ben Thompson per la Timely Comics (prima incarnazione della Marvel). Riappare negli anni cinquanta con il nome di Lo-Zar, pubblicato dalla Atlas Comics (seconda incarnazione della Marvel).
Comunque da questo vecchio personaggio, un normale tarzanide, Lee e Kirby prendono solo il nome.
Avengers n. 16 – Maggio 1965
Si tratta di un numero fondamentale nella storia del fumetto americano. È la prima volta che, all’improvviso, un supergruppo cambia quasi completamente i suoi componenti.
Per di più i tre ingressi, Scarlet, Quiksilver e Occhio di Falco sono tutti degli ex criminali, ma il confine tra bene e male nei fumetti Marvel a volte non è così netto.
Capitan America è l’unico della vecchia squadra a rimanere, diventando grazie alla sua esperienza il leader dei giovani e irrequieti membri.
Strange Tales n. 135 – Agosto 1965
Fantastic Four n. 21 aveva stabilito che Nick Fury stava lavorando per la Cia, mentre continuavano a essere pubblicate le sue avventure al tempo della guerra.
Circa un anno e mezzo dopo, prende il posto delle mosce avventure della Torcia Umana nelle pagine dell’albo Strange Tales, guidando l’organizzazione spionistica nota come Shield.
Jack Kirby amplifica le atmosfere alla James Bond, iniettando tanta fantascienza e tanta azione. E al posto della Spectre, nemesi di 007, troviamo l’organizzazione criminale con sfaccettature neonaziste dell’Hydra.
Tales to Astonish n. 70 – Agosto 1965
Sub-Mariner prende il posto di Giant-Man & Wasp nelle pagine di Tales to Astonish, segnando un cambiamento di rotta verso storie più complesse e lunghe.
Prende il via una vera e propria epopea che riaffermerà la posizione di Namor come monarca di Atlantide. L’atmosfera epica è rafforzata dai disegni di Gene Colan, accreditato in questi numeri con lo pseudonimo di Adam Austin.
Fantastic Four n. 45 – Dicembre 1965
Jack Kirby disegna sempre meglio, grazie al fatto che ora può lavorare a un numero più limitato di testate. E all’arrivo di Joe Sinnott, un inchiostratore con cui è in sintonia.
In questo numero dei Fantastici Quattro ci presenta il gruppo degli Inumani. Un’intera galleria di nuovi personaggi si fa strada in questo interessante arco narrativo.
La separazione tra la bella inumana Crystal e Johnny Storm fu interpretata dai lettori come una metafora della guerra fredda, riecheggiando la separazione tra gli abitanti di Berlino dopo la costruzione del muro.
1966
Thor n. 126 – Marzo 1966
Journey into Mystery, la gloriosa serie della Atlas nata nel 1952, cambia nome in Thor a partire dal n. 126.
Già due numeri prima gli dei dell’Olimpo greco-romano avevano fatto irruzione nella saga di Thor, aggiungendo epica a epica in un inedito crossover mitologico.
Ercole, apparso per la prima volta su Journey into Mystery annual n. 1 del gennaio 1965, torna in questa storia per allearsi a Thor contro Plutone, il diabolico signore degli inferi.
Fantastic Four n. 50 – Maggio 1966
Uno dei momenti più alti della Marvel. In questo numero Silver Surfer, l’araldo di Galactus che avevamo conosciuto nel n. 48 dei Fantastic Four, assurge al ruolo di protagonista.
Nella versione originale di Jack Kirby, Silver Surfer è una sorta di incarnazione di Ermes/Mercurio, il messaggero degli dei. È un essere freddo ed enigmatico, intermediario tra il divino (il divora pianeti Galactus) e l’umanità.
È Stan Lee, affascinato dalle potenzialità che intravede nel personaggio, a trasformare Silver Surfer con i suoi dialoghi, facendone una figura nobile e generosa, capace di sfidare il proprio signore, per amore degli umani.
Avengers n. 28 – Giugno 1966
Il dottor Henry “Hank” Pym non può certo essere considerato uno dei supereroi meglio riusciti della premiata ditta Lee e Kirby.
In particolare, Kirby non lo amò sin dall’inizio perché trovava difficile realizzare storie epiche con il minuscolo Ant-Man. Né si trovò meglio nel formato gigante.
Dopo che le sue storie in proprio erano cessate nel luglio 1965, per un anno Henry Pym era scomparso dalle pubblicazioni Marvel. Si ripresenta in questo numero con il nome di Golia, sfoggiando un costume più azzeccato del precedente, senza però cambiare nulla di sostanziale nel personaggio.
Fantastic Four n. 52 – Luglio 1966
Numero storico in cui viene presentato il primo supereroe africano, Pantera Nera, pochi mesi prima che il nome fosse fatto proprio da una famosa organizzazione di attivisti neri.
Jack Kirby aveva creato T’Challa dopo aver preso coscienza che i suoi fumetti erano seguiti anche dalle persone di colore. Riesce a creare un personaggio africano senza cadere nei soliti stereotipi: peccato che la sua maschera venne fatta cambiare dall’editore per evitare che la sua pelle nera apparisse nelle copertine esposte nelle edicole degli stati del Sud…
Amazing Spider-Man n. 39 – Agosto 1966
La run di John Romita su Spidey non poteva iniziare in modo più spettacolare. Forse per rendere indolore l’abbandono di Ditko, Lee e Romita confezionano un racconto pieno di colpi di scena che resterà negli annali.
Finalmente viene svelata la vera identità di Goblin, evento preparato da Ditko già da diversi numeri, anche se avrebbe voluto vedere qualcun altro sotto la maschera. Uno degli apici dell’età Marvel.
1967
Ghost Rider N. 1 – Febbraio 1967
Roy Thomas, che aveva iniziato a lavorare in Marvel nel 1966, riprende un personaggio della Golden age creato da Ray Krank (testi) e Dick Ayers (disegni) per la casa editrice Magazine Enterprises sull’albo Tim Holt n. 11 del 1949.
Si tratta di un giustiziere mascherato con poteri soprannaturali e uno spettrale costume bianco fosforescente. I disegni sono ancora di Dick Ayers, che nel frattempo era arrivato alla Marvel. Durerà appena 7 numeri.
Negli anni settanta il suo nome verrà dato a primo supereroe motociclista della Marvel.
Fantastic Four n. 67 – Ottobre 1967
In questo numero facciamo la conoscenza di Lui (Him), un essere “perfetto” creato da un gruppo di scienziati. “Lui” è una creatura nata già adulta dentro un bozzolo, senza quindi alcuna esperienza di vita.
Di conseguenza appare estremamente confuso e tormentato. Il personaggio, nonostante le potenzialità, non venne mai sviluppato da Kirby. Ci penseranno Roy Thomas e Gil Kane, che gli cambieranno il costume e lo ribattezzeranno Warlock.
Marvel Super-Heroes n.12 – Dicembre 1967
Capitan Marvel nasce solo per esigenze editoriali. Martin Goodman voleva evitare che qualcun altro editore si appropriasse del nome “Capitan Marvel”, dopo che era scaduta la registrazione legale del personaggio della Fawcett.
Si tratta del secondo supereroe inventato da Stan Lee senza la collaborazione di Jack Kirby o Steve Ditko (il primo è Devil, realizzato con Bill Everett, già creatore in solitaria di Sub-Mariner).
Capitan Marvel è stato il primo alieno ad avere una testata in casa Marvel, anticipando di vari mesi il più celebre Silver Surfer.
1968
Iron Man & Sub-Mariner n.1 – Aprile 1968
Si tratta un titolo Marvel pubblicato per un solo numero, avendo la funzione di traghettare i due eroi dalle pagine di Tales of Suspense e di Tales to Astonish a quelle delle loro serie personali.
La storia di Iron Man era cominciata su Tales of Suspense n. 99 prima di continuare in Iron Man n. 1. Quella di Sub-Mariner era cominciata su Tales to Astonish n. 101 e continua in Sub-Mariner n. 1.
Captain America n. 100 – Aprile 1968
Tales of Suspense, la gloriosa testata nata nel 1959 ai tempi della Atlas per pubblicare brevi fumetti di fantascienza e horror, scomparve con il n. 99. Negli ultimi anni si era adeguata al successo dei supereroi, ospitando le avventure di Iron Man e Capitan America.
Capitan America ne continua la numerazione partendo dal n. 100. Lo fa con una storia non proprio memorabile che vede Cap battersi al fianco di Pantera nera.
Hulk n. 102 – Aprile 1968
Hulk, invece, continua la numerazione di Tales to Astonish che, nata nel 1959 per pubblicare storie di fantascienza, si era pure essa concentrata sul genere supereroistico, ospitando Ant-Man, Hulk e Sub-Mariner.
Per i ritorno del gigante verde su una testata tutta sua vengono utilizzati lo sceneggiatore Gary Friedrich e la disegnatrice Marie Severin.
Iron Man n. 1 – Maggio 1968
Iron Man passa da Tales of Suspense al suo titolo personale proprio alla fine della run di Gene Colan durata 28 numeri, che ce lo mostra con un disegno più realistico del solito.
La storia, scritta dal promettente Archie Goodwin, vede Iron Man prigioniero della misteriosa organizzazione tecno-terroristica denominata Aim. I disegnatori che raccolsero il testimone di Colan, purtroppo, non si mostrarono all’altezza.
Sub-Mariner n. 1 – Maggio 1968
Il primo numero di Sub-Mariner vede John Buscema subentrare a Gene Colan alle matite. Il cambio giovò al personaggio, che con il suo corpo seminudo permetteva i virtuosismi anatomici di Buscema.
Gene Colan aveva disegnato 18 episodi quasi sempre su testi di Stan Lee. Big John ne disegnerà 11 su testi di Roy Thomas, che porterà un maggiore pathos nelle storie.
Captain Marvel n. 1 – Maggio 1968
Capitan Marvel ottenne il suo titolo personale non in seguito al riscontro di pubblico ma semplicemente perché così doveva essere.
Stan Lee intanto si era già stufato del guerriero Kree disceso sulla Terra, nato male e continuato senza troppa fantasia, che passò nelle mani di Roy Thomas. Gene Colan continuò a realizzare le matite ancora per qualche numero, prima che passassero al legnoso Don Heck.
Nick Fury, Agent of Shield n. 1 – Giugno 1968
Jim Steranko, che aveva esordito su Strange Tales n. 155, si era presto rivelato l’ennesimo maestro del fumetto di casa Marvel. In questa serie completamente dedicata alle storie dello Shield alza ulteriormente l’asticella. Ogni pagina sembra uscita da una scuola d’arte moderna.
Se gli episodi precedenti guardavano a James Bond, questo ricorda più la serie tv Il prigioniero. Il nemico qui è Skorpio, forse fratello di Nick Fury.
Doctor Strange n. 169 – Giugno 1968
Il Dr. Strange riprende la numerazione da Strange Tales, che chiude col n. 168. Roy Thomas rinarra le origini dello stregone supremo.
I disegni, quasi sempre ricalcati da illustrazioni di altri autori e riadattati, sono di Dan Adkins, che se la cavava scuramente meglio come inchiostratore L’Editoriale Corno, presentando nel 1970 il personaggio in appendice al primo numero dell’Uomo Ragno, decise di iniziare da queste storie, presentando quelle di Steve Ditko in un secondo tempo.
Silver Surfer n. 1 – Agosto 1968
Silver Surfer, creato dal solo Jack Kirby nel 1966, fu immediatamente adottato da Stan Lee che lo arricchì di aspetti messianici.
In questo primo numero Lee tenta anche di farne una specie di portavoce della filosofia hippie in voga ai tempi, con esiti non completamente riusciti. Per fortuna le storie vengono illustrate da un irripetibile John Buscema in stato di grazia.
Avengers n. 57 – Ottobre 1968
Roy Thomas in questo numero crea il suo primo personaggio: il vendicatore Visione. Grande appassionato di fumetti della Golden Age, quando Lee gli chiede di aggiungere un nuovo membro alla squadra, il buon Roy modifica un vecchio personaggio della Timely rimasto inutilizzato da quando lo aveva disegnato Jack Kirby negli anni quaranta.
Stan Lee volle che questa nuova versione della Visione fosse un androide, un robot dalle fattezze umane. Thomas lo delineò psicologicamente come una sorta di signor Spock.
Avengers n. 59 – Dicembre 1968
In questo numero facciamo la conoscenza di un’ennesima identità di Hank Pym, che ora si chiama Calabrone. Il personaggio si caratterizza per una certa arroganza e la storia è alquanto contorta.
Roy Thomas stava lentamente trasformando lo storytelling scanzonato della Marvel di Lee in qualcosa di più adulto, approfondendo la psicologia dei personaggi.
Nella storia del Calabrone, incentrata sul suo matrimonio con Janet Van Dine, Thomas potrebbe aver inserito alcuni dei suoi dilemmi personali, dato che finì di scriverla durante il viaggio di nozze.
1969
Avengers n. 63 – Aprile 1969
Hank Pym si trova talmente a proprio agio nella sua nuova identità di Calabrone che non ha alcun interesse a rivestire i panni di Golia.
Rimane così vacante il ruolo di gigante del gruppo. Roy Thomas fa bere a Clint Barton, alias Occhio di Falco, il siero creato da Hank Pym che lo trasforma in Golia, con un nuovo costume confezionato da Wasp.
In questo modo lo sceneggiatore gli impedisce di continuare a fare l’arciere, a suo parere un ruolo poco consono per un supereroe.
Captain America n. 117 – Settembre 1969
Arriva Falcon, il primo supereroe afroamericano della Marvel (essendo Pantera Nera del tutto africano).
Ricorda Gene Colan: “Alla fine degli anni sessanta le proteste contro la guerra del Vietnam e quelle per i diritti civili erano eventi regolari e Stan, volendo essere sempre in prima linea, iniziò a portare questi temi nei fumetti”.
“Io suggerii l’idea di presentare un eroe afroamericano e Stan ne fu subito entusiasta”.
Il personaggio, diversamente dall’aristocratico Pantera Nera, è un attivista. Dato un certo riscontro di pubblico nel febbraio del 1971, con il numero 134, arriva ad affiancare il proprio nome a quello del capitano sulla testata.
Captain Marvel n. 17 – Ottobre 1969
Dopo aver abbandonato Capitan Marvel dopo 4 numeri, Roy Thomas viene richiamato a causa delle continue basse vendite. A questo punto ha un colpo di genio che movimenterà la vita di questo uomo venuto dalle stelle.
Regala al personaggio un alter-ego, imprigionandolo in una doppia identità con Rick Jones, l’ex giovane partner di Hulk e poi di Capitan America.
La complessa relazione tra questi due uomini coraggiosi che si scambiano continuamente di posto tra Terra e “zona negativa”, mediante lo sfregamento di due bracciali Kree, innalza l’interesse dei pochi lettori che lo seguivano, che però rimangono, appunto, pochi.
X-Men n. 58 – Luglio 1969
Roy Thomas e Neal Adams rilanciano anche gli X-Men, portando dei piccoli cambiamenti nella composizione del gruppo. Nel n. 54, Thomas aveva introdotto Alexander Summers, il fratello di Ciclope che scopre di essere un mutante dai poteri che vanno al di là della sua immaginazione prendendo il nome di Havok.
Thomas ne fa un personaggio tragico, quasi shakespeariano, portando l’intero gruppo degli Uomini X in una dimensione diversa dalla solita. Anche in questo caso, l’innovazione non basta per portare al successo la serie.
Del resto, la fine degli anni sessanta coincide con la crisi dei comic book, dovuta soprattutto a scelte distributive sbagliate, che sarà superata solo da Jim Shooter a partire dalla fine degli anni settanta.
Inoltre, la fine degli anni sessanta ha visto anche l’abbandono della Marvel prima di Steve Ditko e poi di Jack Kirby, i co-fondatori con Stan Lee di un mito che non arriverà più a quelle altezze leggendarie .