LE VIGNETTE DI QUINO DOPO MAFALDA

LE VIGNETTE DI QUINO DOPO MAFALDA

“Non credo alle mie illusioni, ma non riesco ad abbandonarle”
Quino

 

LE VIGNETTE DI QUINO DOPO MAFALDA

Autoritratto di Quino

 

Il secondo volume di vignette e tavole senza prsonaggio fisso di Quino uscito in Argentina nel 1972, A mí no me grite! (alla lettera “Con me non alzi la voce!”, pubblicato in Italia da Bompiani nel 1973 con il titolo Lei non sa chi sono io), ha un tale riscontro di vendite che l’anno dopo esce un terzo volume, Yo que usted… (“Io al suo posto…”), inedito da noi.
Tra il suo primo libro di vignette e il secondo erano invece trascorsi nove anni.

LE VIGNETTE DI QUINO DOPO MAFALDA

Edizione italiana di “A mì no me grite”, Bompiani 1973

 

È chiaro che il successo internazionale di Mafalda ha aumentato la popolarità anche di tutti gli altri lavori di Quino.

Inoltre, nel periodo trascorso in gran parte a disegnare le strisce della sua creazione più famosa, lo stile di Quino si è evoluto e affinato. Ora nelle vignette usa spesso graffianti dialoghi allusivi, nelle tavole padroneggia sempre meglio il linguaggio sequenziale a fumetti e risulta più efficace anche la sua capacità di evidenziare i complessi, le ipocrisie e le pulsioni autoritarie della società.

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Copertina kafkiana di “Yo que usted…”, edizione argentina del 1973

 

Senza assolvere nessuno, Quino evidenzia sempre di più gli aspetti di un mondo che non funziona e di cui non riesce proprio ad accettare passivamente le storture e ingiustizie.

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Candida satira di Quino contro le dittature

 

Sia pure in modo generico e senza mai riferimenti a personaggi precisi, Quino mette in ridicolo istituzioni e politici, burocrati e militari, ideologie e religioni, sistemi economici, educativi e sanitari.

I soli valori che Quino difende sono l’umanità, la giustizia, i diritti umani, la possibilità per tutti di vivere una vita libera e felice, ed è per questo che il suo umorismo resta valido sempre e dovunque, in qualunque epoca o paese.

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“Cene eleganti” e conflitti sociali in una illustrazione di Quino

 

Tanto è vero che da metà anni settanta Mafalda inizia ad apparire anche in alcuni paesi asiatici, come Giappone e Taiwan, mentre in Spagna e Italia le sue strisce sono riadattate anche in libri per bambini, editi da noi prima da Mondadori e poi da Fabbri.

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Edizione taiwanese di Mafalda

 

Il caso della Spagna è significativo, perché negli anni del regime di Franco i volumi di Mafalda erano vietati ai minori, il che non ne impedì il successo e la diffusione a livelli mai raggiunti da una strip umoristica straniera.

Dopo la morte del dittatore, avvenuta nel 1975, la democrazia spagnola inizia a rendere accessibile anche ai bambini un personaggio che parla di diritti umani.

Invece nel clima politico dell’Argentina di allora, Quino sembra rischiare la vita anche solo per le idee di libertà espresse nel suo lavoro. Nell’autunno 1975 una squadraccia armata fa irruzione a casa sua per intimidirlo e una bomba viene collocata davanti alla sede dell’Editorial Abril, la casa editrice per cui lavora.

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Mafalda si preoccupa per il futuro

 

Nel marzo 1976, quando un golpe porta al potere il sanguinario regime del generale Jorge Rafael Videla, Quino lascia il paese insieme alla moglie per trasferirsi in Italia, a Milano, per poi soggiornare anche a Barcellona, Madrid e Parigi.
Per promuovere i propri libri viaggerà in Germania, Messico e Stati Uniti.

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Il colpo di stato in una vignetta di Quino

 

Torna brevemente a disegnare Mafalda su invito dell’Unicef, in dieci vignette e un poster che illustrano la Dichiarazione dei diritti del bambino, con il suo consueto umorismo provocatorio.

Data la sua esperienza dell’esilio, si comprende perché in una delle vignette faccia dire a Mafalda che il vaccino di cui ci sarebbe bisogno è quello “contro il dispotismo”.

Contro il dispotismo, una delle vignette di Quino per l’Unicef

 

A parte le ennesime angosce inflittegli, tutto ciò che la dittatura ha ottenuto è stato di rendere più stretti i rapporti tra Quino e gli editori europei e di facilitare così la diffusione dei suoi lavori e dei suoi libri nel mondo.

La nuova raccolta in volume del 1976 non esce solo in Argentina, ma è contemporaneamente pubblicata in Italia da Bompiani con il titolo Bene, grazie, e lei?, in Spagna da Editorial Lumen con il titolo originale Bien, gracias. ¿Y usted?, in Germania da Stalling Verlag come Der grösse Quino e in Francia da Glénat, due anni dopo, con il titolo Pas mal, et vous?.

Copertina della edizione argentina di “Bien, gracias. ¿Y usted?”, 1976

 

Nel 1977 Quino vince il primo premio al Salone internazionale dell’umorismo di Bordighera per i disegni sul tema “La burocrazia”.
Lo stesso anno un altro volume esce in Spagna, Messico e Argentina con il titolo Hombres de bolsillo (Uomini tascabili), mentre in Italia la Bompiani lo intitola Capirà, caro lei!. Con il titolo italiano si perde però il riferimento al concetto di ”uomo da taschino”, che pur cambiando fisionomia è l’ideale protagonista di molte vignette e tavole di Quino.

Un piccolo uomo con piccole aspirazioni prigioniero del suo piccolo mondo in balia di profittatori più grossi di lui. È un tipo in cui si può riconoscere gran parte dei lettori…

Copertina dell’edizione italiana di “Hombres de bolsillo”, 1978

 

In Italia la Bompiani pubblica, nello stesso anno, il volume di grande formato Tutta Mafalda, che raccoglie le 1929 strisce già apparse nella decina di libri precedenti, con in appendice le vignette disegnate per l’Unicef.
Anticipando il volume in spagnolo Toda Mafalda, che uscirà in Argentina e in Spagna solo nel 1992.

Copertina di “Tutta Mafalda”, 1978

 

Sempre nel 1978 l’editore Stalling Verlag pubblica in Germania Der kleine Quino, in Spagna con il titolo Gente en su sitio, edito in Italia da Mondadori l’anno dopo con il titolo Stai al tuo posto!.

In questo volume si alternano tavole e vignette su temi vari: la vita di coppia, l’abbigliamento, la salute, i comizi, la viabilità, i viaggi, i naufragi, la burocrazia, il sesso, la morte, l’archeologia, gli affari eccetera. Tutto può essere usato da Quino per far riflettere sulla condizione umana.

Edizione italiana di “Gente en su sitio”, 1979

 

Tra le tante testate periodiche internazionali che tra gli anni settanta e ottanta pubblicano regolarmente le tavole di Quino, troviamo in Italia Panorama, L’Europeo, Il Mago (che si distingue per completezza) ed Eureka.
In Spagna Triunfo e Por Favor, in Francia Paris-Match, in Germania Quick e Pardon, in Svizzera Tages Anzeiger, in Messico Excelsior, in Argentina il settimanale Siete Días Ilustrados e la rivista domenicale del quotidiano Clarín.

Il primo numero della rivista Il Mago, 1972

 

Se i primi libri avevano titoli vaghi e contenevano tavole su soggetti vari, con la sola costante della sottile e surreale ironia, all’inizio degli anni ottanta, disponendo ormai di una vasta produzione, Quino comincia a raggruppare le tavole in base a singoli temi in una fortunata serie di volumi puntualmente editi in Argentina, Spagna, Francia e in Italia da Bompiani, a cura di Marcelo Ravoni, poco tempo dopo l’edizione in lingua originale.

Nel 1980 esce così A la buena mesa (Alle buone tavole). Il cibo e la cucina sono temi su cui Quino tornerà ancora, dato che si prestano a rappresentare istinti e appetiti umani meno sani del semplice nutrirsi.

Edizione italiana di “A la buena mesa”, 1980

 

Nel 1981 esce Ni arte ni parte (Né arte né parte), suddiviso nei capitoli “Musica”, “Letteratura”, “Pittura” e “Scultura”.
Una raccolta edita in italiano da Bompiani l’anno seguente, che passando in rassegna varie forme d’arte fornisce uno spaccato del mondo della creatività, con le sue mode e ipocrisie, e dei vari possibili destini degli artisti, di volta in volta isolati o assediati, frustrati o incensati, sfruttati o gratificati.

Edizione italiana di “Ni arte ni parte”, 1982

 

Daniel Mallo, già responsabile dei cortometraggi a cartoni animati del più noto personaggio di Quino, produce un film animato di Mafalda di 75 minuti, diretto da Carlos D. Marquez su disegni di Alberto Cabado.
Viene distribuito in Argentina nel 1982 con il titolo Mafalda, la película e in Spagna come El Mundo de Mafalda, mentre in Italia si dovrà aspettare l’edizione in Dvd.

La locandina del film di Mafalda, 1982

 

L’anno seguente, nel 1983, esce il libro Dejenme inventar (“Lasciami inventare”, edito in Italia l’anno dopo da Mondadori con il titolo Fantasticherie), che raccoglie le tavole di Quino sulle situazioni più anomale, surreali e strampalate, ambientate nello spazio astronomico o celeste. O vissute in luoghi esotici, o familiari; per esempio in una toilette, o davanti allo specchio, con personaggi come i soliti naufraghi o la classica Morte con la falce, che a volte fanno uso di strani oggetti o si servono soltanto della propria immaginazione.

La versione italiana di “Dejenme inventar”,1984

 

Dieci anni dopo, i due libri di Quino pubblicati in Italia da Mondadori, Stai al tuo posto! e Fantasticherie, sono ristampati insieme da Rizzoli, nel volume della Bur Chi siamo, da dove veniamo, dove andiamo?.

Ristampa di Quino in un volume della Bur, 1993

 

Intanto la fallita invasione argentina delle isole Falkland ha portato la giunta militare a dimettersi nel 1983. Allora Quino torna a Buenos Aires, anche se non lascerà mai del tutto l’Europa.

Soprattutto non smetterà di creare i suoi fumetti fantasiosi e raccoglierli in nuovi volumi, continuando così a evidenziare l’enorme distanza tra il mondo com’è e come vorrebbe che fosse…

Vignetta di Quino sulle contraddizioni tra ideali e società

 

Qui la prima parte dell’articolo e qui la seconda.

 

 

Da La seconda cosa.

 

 

 

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