LA POSTA – IL SEGRETO DELLA BONELLI

Una tradizione familiare
Caro Direttore,
qual è stato, nel passato, il segreto del successo della Bonelli?
Enrico
Gentile Enrico,
la famiglia nel complesso.
Gian Luigi Bonelli ha avuto il merito di creare Tex Willer, all’epoca un personaggio per bambini scritto con uno stile adulto (non nel senso che dicesse cose profonde: in tal caso avrebbe chiuso subito).
L’ex moglie Tea Bertasi, fondatrice dalla casa editrice, che ha avuto il merito di continuare a ristampare gli stessi albi facendoli diventare nel tempo sempre più cospicui ed economici.
Il figlio Sergio Bonelli, che ha sempre migliorato la qualità dei fumetti rimanendo nell’alveo popolare, a partire da Tex.
I dati di vendita
Signor Direttore,
una domanda poco originale: quanto vendono gli albi Bonelli?
Oreste
Gentile Oreste,
sono fermo ai pochi dati divulgati da Moreno Burattini un anno fa: Tex circa 150mila copie, Zagor sotto le 30mila e Nathan Never sotto le 20mila.
Le graphic novel
Caro direttore,
finirà questa mania delle vite disegnate male, degli scarabocchi, dei fumetti brutti?
Luca
Gentile Luca,
pur non nominandole lei si riferisce alle cosiddette graphic novel. Le prime erano realizzate da grandi autori, come Will Eisner e Art Spiegelman, mentre ora per lo più da semidilettanti che puntano tutto sull’espressività.
Speriamo che il genere giunga alla maturità artistica prima che il pubblico si stanchi di seguirlo.
Neri non per caso
Caro Direttore,
sempre più spesso il cinema e la televisione rilanciano i personaggi classici con una etnia diversa dall’originaria, l’ultimo in ordine di tempo è stato il francese Arsenio Lupin.
Sui social vedo che queste scelte vengono aspramente criticate da una parte, perché considerate infedeli all’opera originale, e osannate dall’altra, perché considerate delle versioni più adatte ai nostri tempi. Poi regolarmente finisce tutto con gli insulti. Lei cosa ne pensa?
Lucilla
Gentile Lucilla,
volendo, si potrebbe anche realizzare una storia con Davide gigante e Golia nano. Se a me preme solo la fedeltà alle caratteristiche principali del personaggio originario per motivi “filologici”, non bisogna dimenticare che la maggior parte dei “bianchi” è orgogliosa della propria etnia né più né meno della maggior parte dei “neri”. Se si facesse una Pantera Nera bionda avremmo le stesse reazioni risentite.
Dato che nella nostra società le persone di origine africana sono sempre più numerose, invece di travestire personaggi bianchi da neri si dovrebbe creare dei veri protagonisti neri.
Libri da leggere
Salve direttore,
mi consiglierebbe dei libri che ritiene “molto belli e ingiustamente dimenticati”? Il genere non ha importanza, sono un lettore abbastanza onnivoro, anche se propendo per i saggi e in particolare quelli di argomento scientifico.
La ringrazio per l’eventuale risposta e per gli articoli sempre molto interessanti.
Flavio
Gentile Flavio,
cosa intende per libri? Libri a fumetti? In questo caso più che quelli dimenticati consiglierei quelli “nascosti” dagli autori successivi, quasi sempre mediocri. Per esempio gli Asterix autenticamente scritti da Renè Goscinny, che per fare prima tiro giù da Wikipedia.
Asterix e il falcetto d’oro (La Serpe d’or), 1962
Asterix e i Goti (Astérix et les Goths), 1963
Asterix gladiatore (Astérix gladiateur), 1964
Asterix e il giro di Gallia (Le Tour de Gaule d’Astérix), 1965
Asterix e Cleopatra (Astérix et Cléopâtre), 1965
Asterix e il duello dei capi (Le Combat des chefs), 1966
Asterix e i Britanni (Astérix chez les Bretons), 1966
Asterix e i Normanni (Astérix et les Normands), 1966
Asterix legionario (Astérix légionnaire), 1967
Asterix e lo scudo degli Arverni (Le Bouclier arverne), 1968
Asterix alle Olimpiadi (Astérix aux Jeux Olympiques), 1968
Asterix e il paiolo (Astérix et le chaudron), 1969
Asterix in Iberia (Astérix en Hispanie), 1969
Asterix e la zizzania (La Zizanie), 1970
Asterix e gli Elvezi (Astérix chez les helvètes), 1970
Asterix e il Regno degli dei (Le Domaine des dieux), 1971
Asterix e gli allori di Cesare (Les Lauriers de César), 1972
Asterix e l’indovino (Le Devin), 1972
Asterix in Corsica (Astérix en Corse), 1973
Asterix e il regalo di Cesare (Le Cadeau de César), 1974
Asterix in America (La Grande Traversée), 1975
Asterix e la Obelix SpA (Obélix et Compagnie), 1976
Ho tolto il primo episodio, ancora grezzo, e l’ultimo, secondo me in gran parte scritto da altri.
Oppure potrebbe leggere le avventure di Blake e Mortimer, dove la scienza ha una certa importanza. Anche qui, solo quelle veramente scritte e disegnate da Edgar P. Jacobs.
IL MISTERO DELLA GRANDE PIRAMIDE
IL MARCHIO GIALLO
L’ENIGMA DI ATLANTIDE
S.O.S. METEORE (su questo episodio ho scritto un articolo qui)
LA TRAPPOLA DIABOLICA
IL CASO DELLA COLLANA
E anche in questo caso ho omesso il primo e l’ultimo volume più o meno per le stesse ragioni.
Per consigliare i saggi di argomento scientifico non sono la persona più adatta, dato che praticamente non li leggo dai tempi dell’università. Leggo molta saggistica storica, invece.
Segnalo comunque un saggio di scienza semifantastica, genere “hellenistic-punk”.
Lucio Russo, La rivoluzione dimenticata, Feltrinelli 2001 (1996).
Ecco una recensione presa dal web: La scienza moderna non nasce con Galileo e Newton. Le sue origini vanno retrodatate di almeno 2000 anni, alla fine del IV sec. a.C. La Rivoluzione scientifica del XVIII sec. riscopre la Rivoluzione ellenistica di figure come Euclide, Archimede, Erarstotene, Aristarco di Samo e di tanti altri raffinati scienziati. Lo studio della “rivoluzione scientifica”, cioè della nascita dello sviluppo scientifico, è indispensabile per la comprensione della “civiltà classica”. Inoltre, l’esame del ruolo svolto dalla scienza nella civiltà ellenistica è essenziale per la valutazione di alcune questioni di capitale importanza per la storiografia, dal ruolo di Roma alla decadenza tecnologica medievale alla “rinascita scientifica” moderna.
Per la narrativa direi tutti i romanzi di Agatha Chistie e tutto Maigret di Georges Simenon (negli ultimi anni ristampato da Adelphi).
Anche i primi di Arsenio Lupin, personaggio citato nella lettera precedente, del poco ricordato Maurice Léblanc, uno scrittore eccezionale.
Comincerei con Arsène Lupin e la contessa di Cagliostro, Einaudi.
Peraltro il Lupin dei racconti e dei romanzi, almeno dei primi, è identico a Lupin III del giapponese Monkey Punch: saltella infantilmente quando è felice, perde la testa per le donne fatali, vuole fare l’aristocratico ma è un tamarro…

Sauro Pennacchioli
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