LA POSTA – IL FUMETTO ARRIVA DURANTE IL FASCISMO

Il fumetto negli anni trenta
Signor Direttore,
ho sentio dire da mio nonno che il fumetto è nato grazie al fascismo, ma alcuni amici mi dicono che Benito Mussolini l’aveva proibito: chi ha ragione?
Francesca
Gentile Francesca,
nella sua forma completa il fumetto arriva in Italia durante il fascismo, ma con il fascismo non c’entra niente.
Il fumetto, che nasce negli Stati Uniti degli ultimissimi anni dell’Ottocento, giunge abbastanza presto nell’Italia liberale, ma con le rime baciate al posto delle nuvolette come volevano i letterati e i pedagogisti dell’epoca.
Dal 1929, sempre in America, si afferma il fumetto realistico, che, diversamente da quello comico pubblicato fino a quel momento, non può essere affiancato da didascalie in rima. Vero è che potrebbe essere accompagnato da didascalie in prosa, ma forse per risparmiare l’editore Nerbini, nel 1934, pubblica Flash Gordon e compagnia bella con le nuvolette originali sul settimanale L’Avventuroso. Settimanale che ha un successo mostruoso vendendo centinaia di migliaia di copie, e che prestissimo viene imitato da altri.
Quando sul finire degli anni trenta Mussolini si allea con Hitler, il fumetto, di recente importazione americana, viene “italianizzato” con le didascalie in prosa al posto delle nuvolette, usando come scusa le solite argomentazioni degli intellettuali.
Per approfondire questi argomenti potresti leggere il mio articolo su Giornale POP, quelli dello storico del fumetto Leonardo Gori e, infine, prendere il bellissimo saggio che quest’ultimo ha scritto insieme a Fabio Gadducci e Sergio Lama: Eccetto Topolino.
Gli anni sessanta sono il decennio d’oro
Caro direttore,
secondo lei quale è stato il decennio più felice del fumetto?
Filippo
Gentile Filippo,
sicuramente gli anni sessanta.
In Italia escono Kriminal e Satanik scriti da Max Bunker/Luciano Secchi e disegnati da Magnus/Roberto Raviola, oltre a Zagor di Guido Nolitta/Sergio Bonelli e Gallieno Ferri. I quali sono, peraltro, tra i miei fumetti italiani preferiti. La nuova rivista Linus e i suoi supplementi presentano Dick Tracy, Jeff Hawke e Li’l Abner oltre a primizie come i Fantastici Quattro. Vengono pubblicate testate dedicate ai supereroi Dc (mentre per vedere regolarmente quelli della Marvel si dovrà aspettare il 1970). I migliori fumetti francobelgi escono nei Classici Audacia e poi sul Corriere dei Piccoli, insieme a Jacovitti. Topolino è al suo meglio con le storie scritte da Guido Martina. Alcuni fumetti sindacati, cioè usciti inizialmente nei quotidiani americani, vengono ancora pubblicati in albi per l’edicola. Ci sono poi un sacco di editori piccoli, medi e grandi che pubblicano altri fumetti italiani e stranieri di ogni genere: troppi per elencarli. Vero è che il periodo di maggior successo è quello dei settanta, come dico qui fornendo le vendite delle testate, ma in quegli anni i contenuti stanno già peggiorando.
Sempre negli anni sessanta, in Francia e Belgio il fumetto raggiunge l’apice grazie a geniali direttori di settimanali come Greg, Renè Goscinny e Yvan Delporte.
Negli Stati Uniti nasce la Marvel di Stan Lee, Jack Kirby e Steve Ditko, ma anche il fumetto underground di Robert Crumb e soci.
Solo il Giappone è un poco indietro, dato che i manga hanno il loro periodo creativo tra gli anni settanta e ottanta, declinando vertiginosamente nei decenni successivi, insieme a tutto il fumetto mondiale.
Terror e Oltretomba: l’erotismo horror
Esimio direttore,
sono un lettore onnivoro, appassionato soprattutto del genere thriller e horror. Colleziono, tra le tante, le vecchie testate della Ediperiodici, come Oltretomba, Terror e i loro derivati. Le collane di Terror e Oltretomba risaltavano sulle altre per il loro inconsueto formato gigante. A un certo punto vennero improvvisamente ridotte per portarle allo stesso formato pocket delle altre testate Ediperiodici, secondo me rovinandole e togliendo loro quella peculiarità che probabilmente contribuì al loro successo.
Mi sono sempre chiesto il perché di questa infelice scelta editoriale. Tu sai per caso il motivo o ne intuisci le ragioni? Grazie.
Stefano
Gentile Stefano,
se la memoria non mi inganna, Terror esce nel formato gigante tra il 1969 e il 1970. Formato che in genere veniva usato dalla casa editrice Erregi per le ristampe, come quelle di Isabella. Tra l’altro forse non tutti sanno che Terror presentò alcune stelle del fumetto come Leone Frollo, Milo Manara, Ferdinando Tacconi, Stelio Fenzo, Victor De La Fuente e Nadir Quinto. In seguito divenne tascabile come gli altri albi della Erregi, poi diventata Ediperiodici, evidentemente perché il mercato dei fumetti erotici preferiva questo formato.
Oltretomba, invece, uscì come tascabile nel 1971 ed ebbe una serie collaterale in formato gigante nel 1973. Tra i disegnatori, Vicente Segrelles (quello de Il Mecenario), Ivo Milazzo, Alfonso Font e tanti altri.
Entrambe le serie chiusero alla fine degli anni ottanta.
Un fantastico troppo realistico
Gentile Direttore,
cosa ne pensa di questa voglia esasperata di rendere realistico il fantastico?
Per esempio, non era meglio la stop motion di Ray Harryhausen rispetto alla computer grafica, che rende tutto verosimile ma fa perdere quel senso del fantastico che è l’essenza stessa della fantasia?
Fabio C.
Gentile Fabio,
personalmente preferisco gli effetti speciali realizzati con il computer a quelli manuali di una volta.
Piuttosto, spesso i film fantastici di oggi sono appesantiti da una profonda malinconia che esaspera i problemi della nostra realtà di tutti i giorni. Per alcuni questo è un aspetto positivo, per me non sempre.

Sauro Pennacchioli
Scrivete le vostre lettere come “commenti” in fondo alla pagina: saranno rese visibili e riceveranno risposta nel prossimo appuntamento con la posta.