IL VIETNAM NEI COMICS E NEI MANGA – POSTA

History is littered with hundreds of conflicts over the future of a community, group, location or business that were “resolved” when one of the parties stepped ahead and destroyed what was there. With the original point of contention destroyed, the debates would fall to the wayside. Archive Team believes that by duplicated condemned data, the conversation and debate can continue, as well as the richness and insight gained by keeping the materials. Our projects have ranged in size from a single volunteer downloading the data to a small-but-critical site, to over 100 volunteers stepping forward to acquire terabytes of user-created data to save for future generations. The main site for Archive Team is atarchiveteam.organd contains up to the date information on various projects, manifestos, plans and walkthroughs. This collection contains the output of many Archive Team projects, both ongoing and completed. Thanks to the generous providing of disk space by the Internet Archive, multi-terabyte datasets can be made available, as well as in use by theWayback Machine, providing a path back to lost websites and work. Our collection has grown to the point of having sub-collections for the type of data we acquire. If you are seeking to browse the contents of these collections, the Wayback Machine is the best first stop. Otherwise, you are free to dig into the stacks to see what you may find. The Archive Team Panic Downloadsare full pulldowns of currently extant websites, meant to serve as emergency backups for needed sites that are in danger of closing, or which will be missed dearly if suddenly lost due to hard drive crashes or server failures. Signor Direttore,ha letto Dien Bin Phu? Cosa ne pensa della Guerra del Vietnam e di questo manga in particolare?Sebastiano Gentile Sebastiano,all’epoca l’Unione Sovietica finanziava e armava le guerriglie di mezzo mondo per conquistare alla causa comunista un Paese dopo l’altro. Gli Stati Uniti, nella logica delle grandi potenze, interveniva di volta in volta per far fallire questi piani.Nel caso specifico, il presidente John Kennedy mandò l’esercito per contrastare l’invasione del Vietnam del Sud. Il successore Richard Nixon, che era un politico più raffinato, ricercò l’amicizia della Cina per staccarla del tutto dall’Unione Sovietica, rendendo così difficile l’ulteriore avanzata comunista in Asia e rendendo, di conseguenza, il Vietnam di scarsa importanza strategica.Il mangaDien Bien PhudiDaisuke Nishijimaè molto interessante perché ci permette di fare un raffronto diretto con i fumetti occidentali.Se si prendeThe ‘Nam, la serie pubblicata dalla Marvel, vediamo che la storia diDoug Murray, sia pure disegnata all’inizo dal non convenzionaleMichael Golden, è praticamente un film disegnato a fumetti, così come lo è la mia storia ambientata nel Vietnam (che potete leggerequi). Invece il manga di Nishijima è unverofumetto, non un film per i poveri.L’anno di svolta è il1929, quando, con le strisce diTarzandiHal FostereBuck RogersdiPhilip Francis NowlaneDick Calkins, il disegno del fumetto occidentale diventa realistico, basato sulla fotografia come le illustrazioni dell’epoca.Prima di quel momento il massimo di “realismo” lo si poteva trovare nelle stilizzate tavole domenicali diCapitan Easy, realizzate daRoy Crane. Negli Stati Uniti il disegno realistico si affermerà totalmente negli anni cinquanta per quanto riguarda le strisce dei quotidiani e nei settanta per gli albi a fumetti.In Giappone, invece, Hal Foster non viene né pubblicato né recepito. Gli autori locali continuano a usare le stilizzazioni delle strip americane degli anni venti: quelle alla Capitan Easy, così come fa Hergé in Belgio con Tintin. E quando, dopo la guerra,Osamu Tezukarivitalizza i manga, lo fa ispirandosi ai fumetti americani comici e ai cartoni animati contemporanei, piuttosto che allo stile realistico degli epigoni di Hal Foster.Grazie a questa tradizione, come detto, il manga Dien Bien Phu non è cinema per poveri con immagini fotografiche, ma “un fumetto a fumetti”, con tutta la forza della stilizzazione grafica (da noi ritenuta buona solo per i fumetti umoristici).Sfogliandolo ho capito una volta di più perché a me piacciono i fumetti pur amando poco i film: perché in origine sono due cose diverse, e in Giappone lo sono ancora.Per quanto riguarda i testi di Dien Bien Phu, vedo il solito problema dei nipponici: bravissimi nei dialoghi, dispersivi nell’intreccio. Secondo me la loro dimensione ideale è nel racconto breve, e ricordo che nei primi anni ottanta questo formato era ancora abbastanza praticato. Mentre nelle storie lunghe a puntate, preferite dagli autori giapponesi perché più adatte per essere raccolte in volumetti, sono spesso estenuanti. Egregio Direttore,da lettore di una certa età ricordo bene i fumetti di Gordon e l’Uomo Mascherato: perché, secondo lei, oggi non si fanno più personaggi immersi nell’avventura come quelli?Felice Gentile Felice,glianni trenta, quando sono natiFlash GordonePhantom/Uomo Mascherato, furono l’ultimo decennio dell’avventura (recuperata solo in parte negli anni ottanta dai film di Steven Spielberg e amici). Era il periodo d’oro dei personaggi dei fumetti che si ispiravano agli eroi delle rivistepulpavventurose, comeTarzaneDoc Savage(il precursore dei supereroi).Mentre daglianni quarantaprese piede il realismo nei testi (nella risposta precedente ho parlato soprattutto di quello nei disegni), che pervade tuttora i media. Come ho già detto in passato, il passaggio avvenuto tra gli anni trenta e i quaranta, cioè dalla dimensione narrativa avventurosa/fantastica a quella realistica, è ben evidenziato dai cortometraggi diStanlio e Ollio.Se negli anni venti e trenta i due comici si muovevano in un mondo di finzione popolato da personaggi pazzoidi quanto loro, passando alla Warner Bros si ritrovarono in un mondo realistico dove venivano rappresentati come una coppia di poveri scemi.Questo cambiamento è legato alle mode politiche, che agiscono anche nella sottocultura. Gli scrittori delle pulp comeEdgar Rice Burroughsdi Tarzan,Lester Dentdi Doc Savage,H.P. Lovecraftdi Cthulhu eRobert E. Howarddi Conan erano politicamente di estrema destra, indifferenti al “sociale”, a concetti come la “classe lavoratrice”. I loro eroi erano superuomini non solo per le capacità fisiche, ma anche intellettuali e morali. L’avventura in cui venivano coinvolti era tutta esteriore, una situazione più o meno fantastica nella quale il superuomo era destinato a trionfare.Nella narrativa popolare americana degli anni quaranta, con il declino dell’estrema destravagamente suggestionata dai concetti nietzschiani, si è imposta una concezione vagamente marxiana diestrema sinistra. Il mondo dell’avventuraè stato sostituito da quello delrealismo. L’esterioritàdella fantasia è stata scalzata dall’interioritàdi personaggi urbani in conflitto psicologico tra loro.Il passaggio non è avvenuto in un attimo: se gli eroi delle pulp avventurose sono periti agli inizi degli anni quaranta (James Bond, tardo epigono, è dei cinquanta), nel cinema la lotta era ancora aperta negli anni cinquanta, nei fumetti e nelle serie televisive è durata fino ai sessanta. Caro Direttore,mi sono piaciute le modifiche a Superman e Batman che ha “proposto” nella rubrica della posta. E l’Uomo Ragno, come potrebbe essere cambiato?Selene Gentile Selene,l’Uomo Ragno lo farei tornare esattamente come era all’epoca diSteve Ditko(vedi il mio articolo cliccandoqui), ma dato che mi chiede delle modifiche, aggiungerò qualcosa di nuovo.Peter Parker è un ragazzino delle superiori che vive conzia May. Se al giorno d’oggi gli anziani fanno proprio schifo, la si può anche ringiovanire: l’importante è che sia sempre malaticcia e un punto di riferimento per l’apprensivo nipote.Peter disprezza le tendenze del momento (all’epoca ce l’aveva con la contestazione studentesca e l’arte astratta) come i pedestri compagni di classe. Il muscolosoFlash Thompsonlo bullizza, anche se a sua volta viene sottilmente bullizzato da Peter.Il giovane vende foto aJ. Jonah Jameson, direttore del tabloid Daily Bugle che orchestra campagne di stampa contro il Ragno.Soprattutto, ci devono essere tutte e quattro le ragazze dell’epoca.La timida e paurosaBetty Brant, segretaria di J.J.J. e fidanzata indecisa di Peter.Liz Allan, la ragazza di Flash dalla scarsa autostima.Gwen Stacy, sprezzante e cattivella come la faceva Ditko (con questa caratterizzazione ci sta che vada a letto con il vecchio Osborn, come da recenteretcon).Mary Jane, troppo vistosa per Peter: è, letteralmente, una sorta di “ragazzina dai capelli rossi” di Charlie Brown.Il morso del ragno fa trasformare periodicamente Peter in un “ragno mannaro” mostruoso.Insieme ai superpoteri, come quello di emettere ragnatele dai polsi, gli conferisce cioè unorribile aspetto ragnesco. Che però noi non vediamo mai perché indossa il costume e la maschera integrale, dalla quale non si scorgono nemmeno gli occhi.Quando torna all’aspetto normale, Peter perde anche i superpoteri diventando un magrolino sfigato.Dei personaggi successivi a Ditko terrei soloKingpin, il grande capo della malavita newyorkese. Gentile Direttore:1) Che ne pensa dei due Batman di Tim Burton?2) Ha letto il nuovo Corto Maltese?Davide Gentile Davide,anche se il senso del gotico diTim Burtonlo trovo troppo barocco e sfatto, ammetto che con lui ci troviamo di fronte a uno stile registico ben definito, d’autore nel senso migliore.Quando vidi il primo Batman di Burton rimasi perplesso perché non del tutto in linea con il personaggio, come pure il Joker. Nonostante tutto, come film trovavo che avesse un senso.Il secondo film mi è piaciuto meno perché ancora più “gotico” nel significato che gli dà Burton, con un Pinguino disgustoso e, all’opposto, una Catwoman ingenuamente glamour.Tutti i registi venuti dopo hanno fatto peggio, facendo diventare il personaggio o trash o metafisico.Nemmeno il Batman stilizzato e fantasiosamente noir dei primi fumetti di Bill Finger e Bob Kane era quello, esplicitamente parodistico, dei telefilm degli anni sessanta interpretati da Adam West, anche se erano visivamente molto simili (il che non è poco).Così come i Batman dei film successivi, incluso quello di Tim Burton, non rappresentano veramente lo sviluppo del personaggio dei fumetti, dal grigio realismo di Denny O’Neil all’hard boiled parossistico di Frank Miller.Allora mi chiedo: se tu regista non vuoi portare sullo schermo il Batman dei fumetti, in una qualunque delle sue incarnazioni, perché non ti inventi un nuovo personaggio? Ah, lo fai solo per la grana che garantisce un eroe già famoso? Ok, stupido io ad averlo chiesto.Sul “Corto Maltese moderno” mi sono espressoqui. Gentile direttore,cosa ne penserebbe di sovvenzioni ed agevolazioni pubbliche per sostenere i fumetti?Michele Gentile Michele,recentemente sono stati approvati dal ministero competente alcuni fondi per le mostre sui fumetti, questa decisione ha provocato un piccolo scontro tra due autori nel nostro gruppo di facebookFumettoso.Giacomo Michelon, disegnatore di Lupo Alberto, ritiene che i soldi sarebbero meglio spesi se dati agli autori per creare nuove opere. MentreMauro Uzzeo, sceneggiatore di Dylan Dog e curatore di mostre sul fumetto, gli ha risposto che questi fondi non cadono dal cielo, ma sono frutto di lunghe trattative con i responsabili del ministero.Io sosterrei soprattutto quegli editori che presentano fumetti per l’infanzia, facendoli distribuire ogni tanto a spese dello Stato nelle scuole allo scopo di creare nuovi lettori. Non credo che la spesa sarebbe eccessiva. Caro Direttore,malgrado il quasi successo alle ultime elezioni in alcune grandi città, mi pare che la sinistra sia sempre in crisi di consensi. Che fare?Paola Gentile Paola,il problema principale della sinistra di oggi è che viene vista come un circolo di persone agiate con idee estremiste. Cinquanta anni fa l’espressione “radical chic” era riferita solo a una parte periferica della sinistra, oggi a tutta quell’area politica.La cosa peggiore è che la sinistra di oggi scatena a destra un forte senso di contrapposizione, portando alla ribalta personaggi comeDonald Trump, il quale è pure stato utile per ridefinire le direttrici di un’economia mondiale allo sbando da anni, ma alla lunga questa tendenza potrebbe far emergere personaggi veramente pericolosi.In questo ultimo periodo la sinistra ha saputo riguadagnare credibilità grazie al suo approccio scientifico nella lotta al Covid, mentre la destra, o almeno parte di essa, è corsa in maniera imbarazzante dietro all’irrazionalismo di una minoranza paranoica. Però alla lunga non basta.Sollevarsi dalla crisi di consensi non mi pare comunque impossibile. Basterebbe che i partiti di sinistra lascino ai movimenti l’idea di rivoluzionare il mondo, e si impegnino sui concreti problemi economici, tenuto anche conto dell’alto numero di poveri in Italia.Per farlo alla sinistra occorre unaclasse dirigentediversa, conmeno sognatori laureati in facoltà umanistiche e più pragmatici ingegneri, tanto per dare l’idea che si punti a soluzioni realistiche e si è tecnicamente in grado di attuarle.Pazienza se questo dispiacerà agli attivisti dei movimenti dalle rivendicazione sempre più utopistiche, tanto da essere, in realtà, distopiche. Gentile Direttore,ho riletto ieri il Moon Knight di Warren Ellis, trovandolo sempre gustoso e ricco di spunti, purtroppo non raccolti dallo sceneggiatore successivo.Mi chiedevo se ci sono personaggi protagonisti dei fumetti italiani o europei con tali analoghe dissociazioni: Moon Night ha quattro identità.Zak Non mi vengono in mente personaggi simili, gentile Zak, salvo quello di riferimento.Si dice spesso cheMoon Knightsia l’imitazione Marvel diBatman, mentre in realtà mi sembra più ispirato aThe ShadowdiWalter B. Gibson(un personaggio delle pulp degli anni trenta come Doc Savage), al quale si ispira lo stesso Batman.Come Shadow, Moon Knight ha varie identità (direi troppe) e anche altri aspetti simili, ma ammetto di non ricordarmeli bene e quindi chiudo qui per non dire inesattezze.Ho sempre trovato Moon Knight un personaggio abbastanza “inutile”, però ricordo con piacere gli albi disegnati dal giovane Bill Sienkiewicz. Sia quando copiava Neal Adams sia quando aveva raggiunto uno stile proprio, prima che prendesse la piega da illustratore che poco si adatta allo storytelling del fumetto. Sauro Pennacchioli Scrivete le vostre lettere come “commenti” in fondo alla pagina: saranno rese visibili e riceveranno risposta nel prossimo appuntamento con la posta.