I COMPAGNI DI BAAL
Giovedì 11 giugno 1970 alle 21, sul Programma Nazionale (l’attuale Rai Uno), va in onda il primo dei 7 episodi deI compagni di Baal(Les Compagnons de Baal), serie tv francese del 1968.Poi replicata da venerdì 10 settembre 1976 alle 19 sulla Rete 2. Regia di Pierre Prevert. Con Jacques Champreux (Claude Leroy), Claire Nadeau (Françoise Cordier), Jean Martin (M. De Plassans / Hubert de Mauvouloir / Malshadoc), Raymond Bussières (Jacques Arnaud – Diogène), Gérard Zimmermann (Pierrot Robichat), René Lefèvre (Pépère), René Dary (commissario Lefranc), Jean Herbert “Popeck” (Joseph), Martine Redon (Liliana), Pierre-Andre Krol (vero Prof. Lomer). Una serie all’insegna del mistero e del thriller, con al centro le vicende di una società segreta esoterica: i Compagni di Baal, il cui fine è quello di assumere il potere sul mondo. Claude Leroy, giornalista francese, investiga su questa misteriosa setta che terrorizza un paese di provincia. Ci sono di mezzo la morte di un precedente giornalista, a seguito di uno strano incidente automobilistico, e la sparizione di molto oro. Leroy incontra un ex giornalista soprannominato Diogene, un vagabondo stravolto dall’alcol e dal dolore per la morte della moglie e la scomparsa della figlia. Diogene avverte il giovane del pericolo che corre. Leroy non gli dà molto peso, ma si deve ricredere nel corso delle sue indagini. I membri della setta si riuniscono nei sotterranei della città di Parigi celando le proprie identità con costumi e maschere. Compiono rituali invocando Baal, una divinità fenicia assimilata dal cristianesimo come“demone tricefalo che regna sulla parte orientale dell’inferno”(allo stesso modo diBelfagor, non a caso protagonista di una precedente serie televisiva francese). Il leader di questa società segreta è il “gran maestro”, un uomo dallo sguardo penetrante, abile nei travestimenti e nell’ordire piani contorti. I mille volti del gran maestro dei Compagni di Baal, interpretato da Jean Martin Rispetto aBelfagor ovvero il fantasma del Louvre(1965), serie alla quale si ispira per cercare di ripeterne il successo di pubblico,I compagni di Baalriesce meglio a mantenere la tensione durante tutte le puntate. Sia pure con tutte le ingenuità tipiche del genere “misterioso” francese, che affonda nella cinematografia “nera” di inizio novecento e nella letteratura gotica ottocentesca. A causa di un certo umorismo forse involontario, la serie a tratti sembra più una commedia che uno sceneggiato del mistero, il che rende i ben poco credibili aspiranti “conquistatori del mondo” più accettabili. Claude Leroy, reporter di cronaca, si trova in un bar insieme all’amicoPierrot, fattorino presso lo stesso giornale. Mentre parlano con un giornalista veterano,Pepere, assistono alla discussione tra il barista e un anziano, che chiede da bere pur non potendo pagare. Il pover’uomo è Jacques Arnaud, soprannominatoDiogene, il quale era il redattore del giornale del paese. Pepere assicura che era un grande giornalista, fino alla morte della moglie e alla sparizione della figlia Liliana in un incidente con la barca. Da allora sembra aver perso la ragione e farnetica su strani pericoli. Lo chiamano Diogene perché cerca un uomo a cui confidare un segreto “per compiere una grande impresa”. Vengono interrotti dalla notizia della morte di un amico giornalista, apparentemente a causa di un incidente d’auto (in realtà provocato dai compagni di Baal). Leroy è convocato subito dal suo capo che intende assegnarlo al caso di cui si stava occupando il defunto: la rapina di un vagone postale e la sparizione di 300 chili d’oro che stava trasportando. Arnaud/Diogene prova ad avvertire Leory del pericolo rappresentato dai “compagni di Baal”, ma Claude è poco propenso ad ascoltare le sue chiacchiere. A non sottovalutarlo è uno scagnozzo dei “compagni”, che intima ad Arnaud di fare silenzio. Mentre Claude è in viaggio per raggiungere il paese di Blaingirey, anche la giovaneFrancoise Cordierva in auto verso la stessa destinazione per consegnare alcune lettere al notaio per cui lavora. Rimasta a piedi per un guasto, la ragazza finisce per incappare nei compagni di Baal, da cui viene subito braccata perché ha visto troppo. Ha visto anche il volto del loro “gran maestro”, avendogli strappato la maschera. Francoise scappa e riesce a far perdere le sue tracce, aiutata da un contadino che la indirizza dal sindaco De Plassans. Lei lo vede mentre sta celebrando un matrimonio: ha la stessa faccia del tipaccio sotto la maschera! Per questo la ragazza chiede l’intervento della gendarmeria. Qui incontra Leroy, impegnato a far domande sulla rapina dell’oro al treno. Arriva pure il sindaco, che ha già dato disposizioni ai suoi lacchè per far sparire le prove compromettenti. Nessuno crede alla storia della ragazza e il sindaco la mette ulteriormente in cattiva luce. Finisce che arrestano lei, ma Leroy le offre il suo aiuto. Il giovane giornalista va a investigare al cimitero dove Francoise ha visto i loschi figuri che trafficavano con alcune bare, mentre il gran maestro ordina l’eliminazione della ragazza. I suoi sgherri la addormentano e la portano via sotto gli occhi dei non troppo svegli gendarmi che l’avevano in custodia. Leroy affronta il contadino che aveva scortato Francoise dal sindaco, ritendolo complice dei nemici della ragazza. Dopo una breve colluttazione, il contadino si convince a svelare quello che sa per risparmiarsi la galera: l’oro è nascosto nelle bare, la ragazza ha detto la verità sul sindaco e tutto il resto.Il sindaco in quel momento dà ordini ad altri seguaci di seppellire Francoise ancora addormentata. Leroy arriva in tempo per fermarli, ma il servitore riesce ad avvisare il capo, che si presenta camuffato da cieco disarmando Leroy con l’effetto sopresa. Per fortuna l’amico Pierrot, allarmato dalla preoccupazione di Diogene, era già partito per aiutare Claude. Incontra i gendarmi, i quali stavano cercando la Cordier pensando che il giornalista l’avesse aiutata a evadere. I gendarmi pescano poi il contadino che aveva spifferato tutto e vengono indirizzati sulla pista giusta. Il contadino paga con la vita il tradimento ai compagni. L’irruzione ha successo, ma il sindaco fa esplodere alcuni gas fumogeni riuscendo a scappare. Si rifugia nell’orfanotrofio tenendo come ostaggio suore e bambini. Con un altro travestimento riesce a fuggire insiem al suo servitoreJoseph, mentre Pierrot e Leroy si gettano all’inseguimento seguiti dai gendarmi. Ancora un ennesimo camuffamento e di De Plassans e del suo fedele servitore si perdono le tracce. Tornato al bar per festeggiare il recupero dell’oro e il successo ottenuto dal suo articolo, Leroy incontra di nuovo Diogene. Questi tenta ancora di raccontare la sua storia, sempre disperato per la perdita della figlia Liliana, che è da tempo prigioniera del gran maestro. Un seguace informa il capo che Diogene sta parlando troppo, quindi si decide per la sua eliminazione. Prima di morire, però, Arnaud/Diogene fa in tempo a dire a Leroy di recuperare i propri documenti sui compagni di Baal. Tra questi dovumenti si trova un biglietto da visita di un certo Mauvouloir. Claude lo va a trovare, ma ottiene da lui risposte evasive. Mentre sta per andarsene, sente la musica di un’arpa da una stanza di fronte all’ingresso, entra e vede una ragazza che la sta suonando. Richiude la porta e chiede a Mauvouloir se per caso la figlia, o la nipote, avesse avuto modo di parlare con Arnaud, ma l’uomo nega la presenza di qualsiasi ragazza, infatti riaprendo la porta non trovano nessuno. Uscito il giornalista, Mauvouloir, che in realtà è il capo della setta in uno dei suoi innumerevoli camuffamenti, conduce via la ragazza, la figlia scomparsa del povero Arnaud che si trova ormai in stato confusionale. Dalla casa, attraverso passaggi segreti, si arriva al quartier generale dei compagni di Baal: il “tempio” posto nei sotterranei dove si svolgono le riunioni segrete. Il gran maestro, il servitore e Liliana discendono nei sotterranei. La ragazza viene lasciata in una cella, mentre gli altri due arrivano in un laghetto sotterraneo a bordo di una barca. Raggiungono gli altri compagni seduti intorno a un tavolo di pietra. I compagni di Baal decidono di compiere un altro omicidio, riguardo al quale uno dei membri nutre alcuni dubbi. Nel frattempo Claude Leroy tiene d’occhio l’abitazione di Mauvouloir. Origliando, scopre che qualcosa potrebbe succedere al luna park. Per questo ci va con un paio di baffi finti insieme a Francoise. Nel tunnel dei fantasmi ha luogo l’omicidio: la vittima viene uccisa con il “pugnale dello spettro rosso”. Rimane ucciso anche un poliziotto da un altro membro della setta vestito da pagliaccio, dopo che ha recuperato alcune pietre preziose nascoste in un teschio. Ilcommissario Lefranc, che si occupa delle indagini, viene indirizzato da Leroy verso i compagni di Baal e Mauvouloir. Il commissario dice di non credere alla teoria dei compagni, ma si fa accompagnare da Leroy per interrogare Hubert de Mauvouloir. Qui scoprono che un certo professor Lomer, esperto di serpenti, frequenta Mauvouloir. Decidono di andarlo a interrogare al Museo di storia naturale. Nel frattempo i compagni di Baal fanno un’altra riunione, dove decidono l’eliminazione di un loro membro poco diligente.