GLI AUTORI DIVENTANO EROI DEI FUMETTI – POSTA

History is littered with hundreds of conflicts over the future of a community, group, location or business that were “resolved” when one of the parties stepped ahead and destroyed what was there. With the original point of contention destroyed, the debates would fall to the wayside. Archive Team believes that by duplicated condemned data, the conversation and debate can continue, as well as the richness and insight gained by keeping the materials. Our projects have ranged in size from a single volunteer downloading the data to a small-but-critical site, to over 100 volunteers stepping forward to acquire terabytes of user-created data to save for future generations. The main site for Archive Team is atarchiveteam.organd contains up to the date information on various projects, manifestos, plans and walkthroughs. This collection contains the output of many Archive Team projects, both ongoing and completed. Thanks to the generous providing of disk space by the Internet Archive, multi-terabyte datasets can be made available, as well as in use by theWayback Machine, providing a path back to lost websites and work. Our collection has grown to the point of having sub-collections for the type of data we acquire. If you are seeking to browse the contents of these collections, the Wayback Machine is the best first stop. Otherwise, you are free to dig into the stacks to see what you may find. The Archive Team Panic Downloadsare full pulldowns of currently extant websites, meant to serve as emergency backups for needed sites that are in danger of closing, or which will be missed dearly if suddenly lost due to hard drive crashes or server failures. Gentile direttore,ho notato che non si creano più nuovi personaggi: autori come Gipi, Fumettibrutti, Ratigher e Zerocalcare si raccontano in prima persona.Non sono sicuro che questa scelta sia sempre vincente, anche perché quando non si hanno cose da raccontare c’è il rischio di annoiare e di autocommiserarsi.Lei che ne pensa?Andrea Gentile Andrea,le autobiografie a fumetti sono forse il genere principale delle graphic novel. Però, in effetti, in alcuni casi stiamo assistendo all’evoluzione che dice lei: alcuni autori, da protagonisti di un singolo episodio autoconclusivo, diventano dei veri e propri personaggi seriali.In questo modo il genere autobiografico si disperde in storie di pura invenzione dove gli autori si trasformano narcisisticamente in figure idealizzate, non importa se “sfigate”.Ma finché vendono continueranno su questa strada. Caro Sauro,sono un’appassionata dei lavori di Naoki Urasawa. Quale opera di questo autore preferisce?Sonia Gentile Sonia,diNaoki Urasawaho letto varie saghe, quella potenzialmente più interessante mi sembra20th Century Boys(anch’io alcuni anni prima scrissi una storia basata su un concetto simile per Zona X della Bonelli: la si può vedereQUI).Dico che è solo potenzialmente interessante perché gli autori giapponesi dicono di realizzare serie con un finale, ma in realtà le portano avanti finché dura il successo. Di conseguenza anche le buone idee finiscono a puttane. Come in questo caso, dove è stata aggiunta una poco convincente parte finale ambientata nel futuro.Se Urasawa non avesse questo limite, condiviso dai suoi compatrioti, sarebbe un autore eccezionale, anche se un po’ ripetitivo nei caratteri di certi personaggi e nelle situazioni.A proposito, ho appena letto il primo volumetto diAsadora, sempre di Urasawa. Non è che mi abbia convinto molto questa bambina leziosa e il suo vecchio compare vagabondo, vale la pena continuare la serie? Stavolta la domanda la faccio io. Quale è stata la migliore fanzine sui fumetti? A me piaceva tanto Made in Usa!E qual era la rubrica della posta che leggeva con più piacere?Luigi Gentile Luigi,credo di avere già risposto a questa domanda elencando le mie fanzine americane preferite.Per quanto riguarda le italiane, che seguivo con un po’ meno interesse, mi piacevano le riviste specializzate dal formato gigante con le copertine patinate nello stile delFumettodell’Anaf.Poi c’eraL’Urlo, che era una delle poche a fare del giornalismo (la realizzava Francesco Coniglio o Luca Boschi?). I volumoni diIfpieni di informazioni, a cura di Gianni Bono e Alfredo Castelli. E la longevaFumo di China, che un tempo cambiava spesso formato e contenuti, per assestarsi poi con la direzione di Marcello Toninelli.Made in Usasicuramente la leggevo, come tutte le altre fanzine, ma dovrei andare a cercarla nei miei armadi, perché non mi ricordo i contenuti.Alcune fanzine italiane erano dei gioielli di grafica con qualcosa di erotico, ma di queste ho dimenticato pure il titolo. Sono molto, ma molto più ferrato sulle fanzine americane.Peccato che quasi tutte queste riviste specializzate siano scomparse a causa del web, il quale, se non altro, oggi presenta siti come il nostroGiornale POPche ne hanno preso il posto.Le rubriche della posta che preferivo erano quelle cheGianni Bonocurava per gli albi della Cenisio, soprattutto quelli dedicati a Tarzan, perché erano praticamente le uniche a fornire precise informazioni fumettistiche. Per le peggiori i nomi da fare sarebbero parecchi. Caro Sauro,segue ancora Dylan Dog?Rowena Gentile Rowena,dopo diversi mesi sono tornato a leggerlo, per la precisione il numero 425 diDylan Dog(l’ultimo uscito).Per i disegni il bravoDaniele Caluriha scelto uno stile poco convincente, che limita molto le sue capacità. La sceneggiatriceGabriella Contufa subito un grosso “spoiler” rivelandoci il cattivo, e la tensione narrativa ne risente.Il supervisore della storia risulta essereTiziano Sclavi: solo per questo numero? Non mi riferisco alla solita dicitura nella quale è scritto che ha creato il personaggio eccetera, qui si dice che ha seguito proprio la sceneggiatura. Sarebbe interessante saperne di più. Egregio Direttore,ci sono in Italia innumerevoli fiere del fumetto che di fumetto non hanno più niente. Non sarebbe meglio farne meno e investirci più risorse, per ridargli quello spazio che merita?Fabio Gentile Fabio,la maggior parte delle fiere del fumetto sono iniziative private, e i privati le organizzano come vogliono. Non è possibile imporgli nulla. In ogni caso, non è che la presenza dei cosplayer tolga spazio ai fumetti.A quanto pare, lo Stato, nella persona del ministro della CulturaDario Franceschini, ha recentementeo deciso di finanziare in parte alcune di esse. In quei casi si spera sia dato grande spazio agli aspetti culturali del fumetto. Caro Sauro,lei aveva detto che prima o poi avrebbe letto il libro a fumetti di Saviano… è finalmente giunto quel momento?Maura Gentile Maura,del libro, che ho letto, l’unica cosa che non mi aspettavo sono i disegni dell’israelianoAsaf Hanuka: belli e graficamente originali.Invece la storia me l’aspettavo, avendola intuita dalla copertina. Una lunga tirata sul fatto che, essendo minacciato di morte dalla camorra,Roberto Savianodebba vivere sempre sotto scorta.Non sottovaluto il dramma personale, che all’autore deve pesare parecchio visto che ne parla sempre, ma lo trovo poco interessante per un fumetto. Non sempre quello che per noi è importante è anche coinvolgente per gli altri.Avrei preferito che parlasse della camorra senza tirare troppo in ballo la propria esperienza (benché, come detto prima, l’autobiografismo spadroneggia nelle graphic novel). Secondo lei con che criterio vengono scelte le vecchie storie ristampate sulla serie bonelliana de Le Storie? Lei vi scorge una logica?Camillo Gentile Camillo,se hanno smesso di pubblicare storie inedite è perché, evidentemente, gli facevano perdere soldi.E se, comunque, hanno continuato lo stessoLe Storieè perché possono riciclarvi vecchi episodi autoconclusivi che all’editore costano poco. L’unica logica, quindi, è economica.Quanto alla scelta di cosa ristampare, tutto quello che è disponibile sembra andare bene. Certo,peccato che questi ultimi episodi non c’entrino niente con quelli precedenti e spesso neanche tra loro: dai vecchi eroi bonelliani del West si passa alla ripresa degli episodi della serieUn uomo, un’avventura. Gentile direttore,si può dire che ci sono più fumettisti italiani che lavorano per editori esteri che fumettisti esteri che lavorano per editori italiani? Se sì, perché?Michele Gentile Michele,il fumetto italiano non ha successo all’estero, salvo in Turchia per l’Asia, la Croazia (o l’ex Iugoslavia in generale) per l’Europa e il Brasile per il continente americano. Quindi un autore straniero che non è di queste tre nazioni manco ci pensa a pubblicare in Italia, ignorandone la tradizione fumettistica.Invece gli italiani ben conoscono il fumetto americano, giapponese e francese: per questo si propongono volentieri all’estero.C’è anche da dire che gli editori italiani sono un po’ provinciali, non gli viene mai in mente che potrebbero utilizzare autori stranieri. D’altra parte le nostre scuole del fumetto sfornanno così tanti autori che non c’è neppure la necessità. Anzi, di bravi autori inutilizzati ne abbiamo fin troppi. Caro Sauro,quali sono gli ultimi libri che ha letto?Elisabetta Gentile Elisabetta,un libro che parla di fumetti intitolato“A figura intera”. Si tratta dell’autobiografia diMilo Manara(“dettata” in realtà aTito Faraci), ricca di illustrazioni. Mentre come disegnatore Manara da alcuni decenni rimane sempre lo stesso, il suo modo di esprimersi è cambiato, dato che è diventato molto più diplomatico.Ricordo giudizi duri su alcune persone di cui, invece, qui Manara parla solo bene. Insomma, si è italianizzato.Un libro non sui fumetti che ho appena finito di leggere è“Il patto”, diClaudia Weberper Einaudi. Parla dell’accordo tra Germania nazista e Russa sovietica per spartirsi l’Europa centrorientale, poi effettivamente messo in atto (almeno finché Hitler non ha tradito Stalin).Leggo sui giornali odierni che la Russia sta ammassando truppe ai confini dell’Ucraina. Pare che dopo avere occupato la Crimea e la parte orientale del Paese ora voglia papparsi quello che rimane. La storia si ripete, come sempre. Come mai in Italia non si pubblica più il fumetto erotico/pornografico (a parte le riviste amatoriali), a differenza di altri paesi e nonostante la lunga tradizione editoriale e autoriale?Però continua a uscire dall’estero (Giappone e Francia), quindi l’interesse ci dovrebbe essere.Andrea Gentile Andrea,non mi pare che in Francia il fumetto erotico sia in auge. Di sicuro lo pubblicano ancora in Giappone, dove l’erotismo viene trattato seriamente dai cultori del genere.Da noi, invece, salvoMilo Manarae pochi altri, gli autori realizzavano fumetti erotici solo perché non avevano di meglio da fare. Con risultati eroticamente modesti. C’era qualche eccezione anche tra le pubblicazioni tascabili popolari, per esempio i fumetti dello sceneggiatoreCarmelo Gozzo. Come mai in Italia è crollato l’interesse per il fumetto “classico” americano, cioè le comic strip pubblicate nei quotidiani che facevano la parte del leone negli anni settanta in Linus, Eureka e il Mago?Flavio Gentile Flavio,ovunque in Europa e in Sud America il fumetto delle strisce quotidiane a un certo punto è stato annientato da quello realizzato apposta per gli albi e le riviste. Per tre motivi.Il primo è che il formato striscia va bene per i quotidiani, ma tutta un’avventura formata da strisce pubblicata su una rivista diventa oltremodo ripetitiva.In secondo luogo, le strip avventurose sono finite: oggi ci sono solo quelle comiche autoconclusive.Ultimo motivo, da tempo in America si pubblica un numero enorme di strip, tutte in formato piccolissimo, pagando sempre meno gli autori. Quindi le battute poco studiate non fanno ridere e i disegni fanno schifo per la velocità con cui sono realizzati.Ne ho parlatoQUI. Sauro Pennacchioli