GEORGE PEREZ LANCIATO DALLA MARVEL

George Perez nasce nel Bronx nel 1954, figlio di immigrati portoricani. Dopo le prime esperienze nel fumetto underground, inizia a lavorare per la Marvel nel 1974. George Perez è noto per la sua grande abilità nel disegnare tavole piene di personaggi, tutti sempre ben riconoscibili e dettagliati, che gli ha permesso di diventare uno dei maestri “dell’Età bronzea del fumetto”.
Tentiamo qui di ripercorrere il suo cammino nella confusionaria Marvel degli anni settanta, dove il suo talento emerse in tutta la sua purezza.
I primi lavori
George Perez inizia la sua avventura disegnando un fumetto di sole due pagine intitolato “Mindlock X 3”, scritto da Doug Moench, apparso su Astonishing Tales n. 25 dell’agosto 1974. Si tratta di un racconto dai toni umoristici che ha per protagonista Deathlock, l’antieroe cyborg creato da Doug Moench e Rich Buckler.


Il disegno di Perez è molto schematico, ancora non presenta quella ricchezza di dettagli che lo caratterizzerà nella sua fase matura. Risulta ancora molto legato allo stile underground, con il quale l’autore aveva iniziato a disegnare fumetti.


Il lavoro successivo, dell’ottobre 1974, appare su Monsters Unleashed n. 8, una rivista in bianco e nero che pubblicava fumetti horror durante il revival del genere tra il 1973 e il 1975. Anche in questo caso i disegni risultano un po’ rozzi e schematici, ma comincia a farsi notare una certa attenzione agli effetti grafici e una impostazione della pagina tutt’altro che banale.
Deadly Hands of Kung Fu
The Deadly Hands of Kung Fu era una rivista Marvel di fumetti di arti marziali in bianco e nero pubblicata tra il 1974 e il 1977 nel tentativo di sfruttare la dilagante moda dei film di Kung fu.

George Perez inizia a collaborare nel novembre 1974 e continua a farlo per i successivi due anni, realizzando quindici episodi dei Figli della Tigre. Il suo stile, pur rimanendo sostanzialmente poco dettagliato sta già evolvendosi. Le soluzioni grafiche mutuate dal fumetto underground cominciano a lasciare il posto a un interesse sempre più evidente per il classico Marvel-Style.

In particolare, lavorando a stretto contatto con Rich Buckler, Perez introduce nei fumetti alcune soluzioni grafiche mutuate dallo stile di Neal Adams. Lentamente il suo disegno si fa meno stilizzato, iniziando a introdurre elementi di realismo come il trattamento delle ombre e la tridimensionalità delle pose.
L’inizio del 1975
Nel gennaio del 1975 George Perez debutta sul n. 33 di Creatures on the Loose, l’albo che aveva preso il posto di Tower of Shadows continuandone la numerazione. Realizza cinque episodi di Man-Wolf, lo sfortunato figlio di J.J. Jameson che la maledizione di un’antica gemma aliena ha trasformato in lupo mannaro.

Il disegno si arricchisce nei dettagli e nella struttura mettendo in mostra alcune soluzioni compositive non banali. In marzo Perez disegna “War Toy“, un fumetto di fantascienza pubblicato su Unknown Worlds of Scienze Fiction, rivista in bianco e nero vagamente sulla scia di Metal Hurlant.
Perez matura velocemente confermandosi nella sempre più folta schiera degli emuli di Neal Adams, con il quale condivide la predilezione per i fisici snelli e allungati.

In ottobre disegna l’episodio “Just a Guy named X” sul n. 27 di Luke Cage – Power Man, l’albo che aveva preso il posto di Luke Hero for Hire. Qui Perez, non molto in forma, si limita a svolgere il compitino.
The Inhumans
Dopo circa un anno di gavetta, nell’ottobre del 1975 viene affidata a George Perez la serie The Inhumans. Gli Inumani erano uno dei tanti parti della fantasia di Jack Kirby: creati nel 1965, dovettero aspettare dieci anni per avere un albo tutto loro.

George Perez prende molto seriamente il suo compito e sforna un risultato decisamente all’altezza. L’influenza di Neal Adams è ancora evidente, anche se spiccano alcuni particolari in cui dimostra di stare sviluppando uno stile personale. I corpi hanno pose statuarie, che in questa fase gli riescono meglio rispetto alle scene d’azione.

Le vignette sono spesso dei campi lunghi, che Perez inizia a riempire di mille dettagli. A differenza di Adams, Perez non usa quasi mai le vignette oblique. Compone pagine costituite pressoché soltanto da vignette a quadrilatero, disposte però in maniera sempre molto varia.
The Avengers
Nel novembre 1975 Perez assume la responsabilità delle matite di The Avengers a partire dal n. 141, verso la fine della run di Steve Englehart. Nei titoli di testa il nuovo venuto è introdotto come “our newest avenging ace” a ribadire che su di lui ci sono grosse aspettative. E Perez non si tira indietro. In questa fase disegna in perfetto stile Marvel-psichedelico degli anni settanta.

Le figure hanno ancora una certa rigidità, ma le pose sono sempre varie e personali. Compaiono qui le vignette oblique alla Neal Adams che danno vita a pagine complesse dal notevole impatto grafico. Dei Vendicatori, Perez disegna ben 27 albi, tra i quali spiccano quelli dal 167 al 171 scritti da Jim Shooter, passati alla storia come “La saga di Korvac”: uno dei picchi della Marvel degli anni settanta.

George Perez fa un lavoro strepitoso, portando il suo stile meticoloso a livelli mai visti prima. Risultano impressionanti soprattutto le scene corali, vero e proprio punto di forza del disegnatore, che diventerà famoso proprio per la sua abilità nel disegnare tavole piene di personaggi, tutti sempre ben riconoscibili e dettagliati.
The Fantastic Four
Sembra quasi impossibile, ma contemporaneamente ai Vendicatori George Perez inizia, nel novembre 1975, a disegnare anche i Fantastici Quattro. Due delle testate storiche della casa delle idee in mano a un “novellino”. Erano cose possibili solo nella Marvel degli anni settanta. Perez inizia la sua run dei Fantastici Quatro sul n. 164, realizzando nell’arco di tre anni 17 numeri.

L’approccio di Perez al fantastico quartetto è molto meno innovativo di quello ai Vendicatori. Forse la storicità del titolo ha condizionato il nostro disegnatore, che qui sostanzialmente usa uno stile molto tradizionale: un semplice restyling di quello utilizzato da John Buscema quando sì trovò a dover sostituire Jack Kirby.

Anche l’impostazione della pagina è più rispettosa delle regole, e quando può Perez cita volentieri Kirby e la sua griglia di 6 vignette. È sorprendente come piccole differenze stilistiche possano influire in modo determinante sul mood generale delle storie: molto sofferto quello dei Vendicatori, abbastanza spensierato quello dei Fantastici Quattro.
Dal 1975 al 1980
Fino al 1978, George Perez porta avanti il doppio impegno di disegnare sia i Vendicatori sia i Fantastici Quattro e il suo stile, assieme a quello di John Byrne, diventa una specie di marchio aziendale per la Marvel. In questo periodo Perez sembra non accontentarsi mai e trova il tempo di disegnare anche un numero di Marvel Team-Up, con la Cosa, e 2 numeri di Avengers Annual.

Disegna inoltre 5 numeri della Fuga di Logan, una “serie limitata” che presenta la versione a fumetti del film del 1976. Disegna anche un numero di Marvel Preview, due di Marvel Premiere e uno di Marvel Super-Special. Infine un numero di What If, sei di Marvel Two-in-One, un Uncanny X-Men Annual e due Fantastic Four Annual.

La prova più interessante è forse quella offerta su Marvel Premiere n. 45 del dicembre 1978, dove torna sul personaggio di Man-Wolf con ben altri risultati rispetto a tre anni prima. Ormai Perez è un maestro riconosciuto, il suo stile pur mantenendo tutte le influenze iniziali è riuscito ad amalgamarle in modo armonico diventando qualcosa di personale anche se forse poco innovativo. Il suo tratto pulito ed elegante ha conquistato i fan diventando definitivamente una versione del Marvel-Style.
L’ultimo periodo
Nel 1978 George Perez lascia i Fantastici Quattro e nel 1980 comincia a collaborare con la Dc Comics diretta dall’innovatrice Jenette Kahn, disegnando i New Teen Titans su testi di Marv Wolfman.

Nel periodo finale alla Marvel, George Perez smette anche di disegnare i Vendicatori e si limita a qualche lavoro di rappresentanza. Disegna solo un episodio per Bizarre Adventures e 4 numeri di Marvel Fanfare. Bizarre Adventures era una rivista in bianco e nero che proseguiva la numerazione di Marvel Preview. I toni di grigio non si addicono al disegno dettagliato di Perez e il risultato finale appare confuso e poco leggibile.

Più riusciti i quattro episodi della Vedova Nera apparsi su Marvel Fanfare. Qui George Perez non solo riesce a esprimere al meglio la femminilità di Natasha, ma si esibisce anche in pagine di grande raffinatezza compositiva e in splash-page di grande impatto.
Per il momento questo era il suo addio alla Marvel. Sarebbe tornato alla grande nel 1991, con l’epocale Infinity Gauntlet…
Però l’ultima tavola dei Fantastici Quattro, quella a 9 vignette, viene dal n.168 che è disegnato da Rich Buckler, non Perez.
L’ultima tavola, quella della Vedova Nera, riporta che il disegnatore è Bob Layton con McDonnell