SUMMER OF LOVE TRA ROCK, FILM E FUMETTI

SUMMER OF LOVE TRA ROCK, FILM E FUMETTI

La Summer of Love (letteralmente “estate dell’amore”) è un modo di dire che indica gli eventi che caratterizzarono l’estate del 1967 nella città di San Francisco. Questa però sarebbe una visione dei fatti piuttosto limitata.

In realtà la Summer of Love ebbe un lungo prologo che ci porta indietro di due anni nel 1965 ed ebbe anche una lunga coda che arriva fino al 1969. Durò quindi ben cinque anni, durante i quali la città di San Francisco e lo stato della California in generale, e il quartiere di Haight Ashbury in particolare, furono al centro di una sorta di “rivoluzione culturale” che estese i suoi effetti sull’intero pianeta.

Le radici di questo movimento, che possiamo individuare nei nomi della cosiddetta beat generation e nella scuola di psicologia capeggiata da Timothy Leary, diedero origine a una pianta che produsse qualcosa in quasi tutti i campi della cosiddetta cultura popolare.

Analizzeremo nel dettaglio alcuni fatti di quegli anni e l’influenza che questi ebbero sulla pop-culture: nella musica, nel cinema e nel fumetto.

1965

Il primo “acid test” di Ken Kesey 

La storia inizia in una data ben precisa, il 27 novembre del 1965, con il primo “acid test” tenuto dallo scrittore Ken Kesey a Soquel in California. All’inizio degli anni sessanta diverse università avevano iniziato a indagare sugli effetti psicologici dell’Lsd. Tra il 1961 e il 1963 se ne occuparono anche alcuni docenti di Harvard: il dottor Timothy Leary e il dottor Richard Alpert. Quando l’università vietò loro di continuare i test, l’uso del Lsd cominciò a diffondersi fuori dall’ambiente universitario.

Nel 1964, Ken Kesey, lo scrittore di “Qualcuno volò sul nido del cuculo”, assieme a un gruppo di amici che si facevano chiamare “The Merry Pranksters” fece un viaggio attraverso il Paese su un autobus arcobaleno chiamato Furthur, assumendo acidi dal mattino alla sera.

SUMMER OF LOVE TRA ROCK, FILM E FUMETTI


Quando il gruppo arrivò in California, fece amicizia con la band The Warlocks (più tardi conosciuta come The Grateful Dead), anche loro consumatori accaniti di Lsd. Il consumo di acido lisergico si estese ben presto a una folta schiera di intellettuali della costa occidentale degli Stati Uniti, che decise di sperimentare la droga in sedute di gruppo.

Il primo “acid test” fu una festa a casa di Ken Babbs il 27 novembre 1965, alla quale parteciparono anche Neal Cassidy e Allen Ginsberg, due profeti della Beat generation. Iniziò a diffondersi la sensazione che qualcosa di nuovo era nell’aria e li avrebbe presto coinvolti tutti. Questa cultura dalla ristretta cerchia di intellettuali dilagò ben presto a macchia d’olio tra i giovani.

Mr. Tambourine Man

La canzone dell’estate del 1965 fu senza dubbio Mr. Tambourine Man: grazie alla versione dei Byrds, Bob Dylan aveva finalmente una sua canzone in cima alle classifiche. Il testo è immaginifico e molti hanno discusso su quale sia il suo vero significato. Dylan ha dichiarato in un’intervista del 1966 a Playboy di essere molto interessato al Lsd, ma di non averlo ancora preso perché “non voglio finire come un povero sciattone che se ne sta seduto a sbavare su se stesso”.

SUMMER OF LOVE TRA ROCK, FILM E FUMETTI


Chi è il protagonista della canzone? Quel “Signor tamburino suona una canzone per me nel tintinnare del mattino camminerò con te”. Per alcuni si tratta di uno spacciatore. Versi come “portami in viaggio sulla tua nave magica ondeggiante” e “portami scomparendo attraverso gli anelli di fumo della mia mente fino alle rovine nebbiose del tempo” sembrano la descrizione poetica di un esperienza lisergica. 

Dottor Strange

Fin dalla primissima apparizioni nel luglio 1963, sulle pagine di Strange Tales n. 110, Dottor Strange, con i suoi vagabondaggi cosmici attraverso i piani astrali, proteggendo la Terra dalle forze oscure spesso solo con la mente, venne intimamente legato alla “controcultura”. Il personaggio di Steve Ditko riuscì a infiammare le menti di alcuni hippy, diventando un involontario profeta della rivoluzione psichedelica e di migliaia di giovani nei campus che stavano scoprendo in quegli anni l’Lsd.

SUMMER OF LOVE TRA ROCK, FILM E FUMETTI

Quei mondi strani fatti di varchi spazio-temporali che si aprono all’improvviso e di scale che escono da buchi sembravano rappresentare il motto di quella generazione: “Apri la tua mente”. Ditko non risulta essere stato un consumatore di acidi, ma il suo disegno strano e fuori dagli schemi, che mescola surrealismo, astrattismo e psichedelia, riuscì a dare vita a un cocktail fantasmagorico espressione di un’epoca.

Giulietta degli spiriti

Nel luglio del 1964 Federico Fellini inizia a girare il suo primo lungometraggio a colori: Giulietta degli spiriti. È un’opera visionaria e di grande sfarzo cromatico sotto l’influsso del Lsd. Fellini in quegli anni frequentava il sensitivo italiano torinese Gustavo Adolfo Rol, ed era paziente di uno dei fondatori della psicoanalisi italiana: Emilio Servadio, autore di numerosi studi sugli stati alterati di coscienza e sostenitore dell’utilizzo di droghe psichedeliche.

SUMMER OF LOVE TRA ROCK, FILM E FUMETTI


Nell’estate del 1964, sotto il controllo di Servadio, Fellini sperimenta Lsd nel corso di un pomeriggio domenicale, pochi giorni prima di dare inizio alle riprese del suo film più colorato. Federico Fellini raccontò in una intervista che “l’esperienza nel suo complesso fu un po’ deludente, ricordo che non provai sensazioni speciali, ma il dottore mi spiegò che negli artisti le porte della percezione sono sempre aperte”.

I colori pop vividi e acidi di Giulietta degli spiriti, le sequenze oniriche popolate da personaggi grotteschi e folli, il continuo miscuglio tra realtà,  sogno e incubo, a rappresentare lo spettacolo circense che è la vita, risvegliarono le coscienze di una società che stava cambiando.

1966

Il Love Pageant Rally

Il Love Pageant Rally fu una manifestazione di protesta che ebbe luogo il 6 ottobre 1966, il giorno in cui l’Lsd venne dichiarata illegale nella California governata dal futuro presidente Ronald Reagan, in un parco pubblico di San Francisco nelle vicinanze del Golden Gate. Gli organizzatori della manifestazione furono il poeta Allen Cohen e il pittore Michael Bowen, che avevano appena lanciato il giornale underground The Oracle of the City of San Francisco.

Per questi contestatori mettere al bando l’acido significava minare alla base uno degli elementi fondamentali della cultura della comunità di Haight Ashbury. Quando gli arresti per droga e gli scontri tra le comuni hippie e la polizia locale si stavano facendo più intensi, Cohen e Bowen pensarono a una forma di protesta non violenta che meglio potesse rappresentare la nascente cultura hippie.

SUMMER OF LOVE TRA ROCK, FILM E FUMETTI


I due riuscirono a riunire qualche migliaio di persone, la maggior parte delle quali erano clienti abituali del Psychedelic Shop al 1535 di Haight Street. Era un negozio aperto dal 3 gennaio 1966 che forniva letteratura informativa sul Lsd, libri di religione orientale e metafisica. Esponeva altri accessori necessari per un “viaggio buono, illuminato e sicuro” come dischi, poster, madrase, incenso, collane di perline e pipe.

I poster che pubblicizzavano l’evento invitavano i partecipanti a “portare il colore dell’oro, portare foto di santi personali, guru ed eroi dell’underground, portare bambini, fiori, flauti, tamburi, piume, bande, perline, stendardi, bandiere, incenso, campane, gong, cembali, simboli, costumi, allegria”. Durante l’evento venne letta una “profezia di una dichiarazione di indipendenza” scritta da Cohen, dopo di che molti si misero una pastiglia di acido sulla lingua e la deglutirono accompagnati dalla musica dei Grateful Dead e di Janis Joplin, entrambi invitati a suonare gratuitamente. 

Good Vibration

La colonna sonora del 1966 non fu una canzone del gruppo “acido” per eccellenza, gli “impegnati” Grateful Dead, ma di un insospettabile gruppo di apparentemente disimpegnati surfisti californiani, i Beach Boys. Brian Wilson, l’autore della musica di “Good Vibrations”, racconta che la canzone è stata ispirata da sua madre: “Lei mi parlava spesso di vibrazioni. Ai tempi non capivo molto cosa volesse dire. Era una specie di energia che alcuni potevano percepire e altri no”. Mike Love, autore delle parole, ascoltando la musica capì subito che quello avrebbe potuto essere l’inno psichedelico del gruppo. Basò allora il suo testo sulla fiorente cultura psichedelica e sul movimento Flower Power che stava nascendo a San Francisco.

SUMMER OF LOVE TRA ROCK, FILM E FUMETTI


Un nuovo paesaggio si aprì. Era iniziato un viaggio tranquillo, pacifico e armonioso nello spazio interiore abbandonando i fastidi e le frustrazioni del mondo esterno. “Good Vibrations” suggerisce le emanazioni salutari che dovrebbero scaturire dalla tranquillità psichica e dalla pace interiore. La parola “vibrazioni” era già stata impiegata per una varietà di scopi, ma Mike Love la usa qui per suggerire una sorta di esperienza extrasensoriale. I dirigenti della Capitol Records erano preoccupati che i testi contenessero allusioni all’utilizzo di droghe e Wilson fu accusato di averla composta sotto l’effetto del Lsd. Da allora la parola vibrazioni assunse un nuovo significato. 

La Zona negativa

Jack Kirby aveva iniziato a creare collage a partire dal 1964 nei Fantastici Quattro, per realizzare scene fantasiose di dimensioni cosmiche. Li creava utilizzando la sua collezione di National Geographic e Life: ogni volta che una foto lo colpiva la metteva da parte e ne faceva buon uso in un secondo momento. Nonostante la pessima stampa dei comic book dell’epoca, questi collage catturarono l’immaginazione di una generazione che aspirava ad andare oltre il quotidiano per sperimentare mondi sconosciuti.

Jack Kirby usò i fotomontaggi in modo magistrale in più occasioni, ma mai meglio che su Fantastic Four n. 51, nell’episodio dove appare per la prima volta la cosiddetta “Zona negativa”.

SUMMER OF LOVE TRA ROCK, FILM E FUMETTI


Nel grande collage di pagina 14, Jack Kirby mescola pop art, surrealismo e psichedelia per dare vita a un universo della mente. Secondo il suo ex assistente Mark Evanier, Kirby avrebbe voluto realizzare l’intero episodio con questa tecnica, ma ci rinunciò per esigenze produttive poiché era molto più veloce con la matita. Anche i dialoghi di Stan Lee sembrano strizzare l’occhio all’esperienza psichedelica: “Ogni cosa si muove più veloce adesso, l’universo è diventato un vasto caleidoscopio di luci e colori”.



Blow Up

Anche se ambientato nella swingin London, il film di Michelangelo Antonioni riassume in se molti miti della cultura alternativa di quegli anni. Da un fotogramma all’altro l’opera evolve nelle più diverse direzioni, assumendo ora le caratteristiche del racconto giallo, ora quelle della proiezione paranoica o della fantasia psichedelica. Un trip allucinato in cui un fotografo vaga per una Londra di cui gli sfugge costantemente il senso.

SUMMER OF LOVE TRA ROCK, FILM E FUMETTI


Il film inizia con un gruppo di giovani mimi che scorrazza tra le vie di Londra scherzando con automobilisti e passanti. È la nuova generazione che porta una ventata di euforia in un mondo grigio e malinconico. Si passa poi attraverso il luccicante mondo della fotografia di moda, della musica rock che sfascia le chitarre e dell’arte astratta per finire nei droga party dei vip. Solo nel finale ritroviamo i giovani mimi impegnati in una partita a tennis immaginaria. La pallina c’è o non c’è? Una generazione stava tentando di costruire una nuova realtà.

1967

Lo Human Be-In

Se al Love Pageant Rally di tre mesi prima avevano partecipato circa duemila persone, allo Human Be-In del 14 gennaio 1967 arrivarono a San Francisco in 30mila. Pubblicizzato in anticipo dal giornale psichedelico di Haight-Ashbury, il San Francisco Oracle, dal passaparola e dalle telefonate, il “Raduno delle tribù per un incontro umano” fu un successo in gran parte imprevisto.

C’erano i Grateful Dead e ogni altro gruppo rock di San Francisco. La baldoria andò avanti tutto il giorno e tutta la notte. Non tutti i residenti di Frisco furono entusiasti dello Human Be-In. Il titolo in prima pagina nell’edizione del mattino seguente del San Francisco Chronicle dichiarava “Hippies Run Wild!”.

A peggiorare le cose Timothy Leary, ospite d’onore al raduno, infiammò la marea umana al grido di “sintonizzati, rimani acceso ed esci fuori!”. Per la maggior parte dei giovani del pubblico era come se il Messia avesse parlato. Per i genitori che pagavano la retta universitaria, vitto e alloggio dei propri figli, le parole di Leary erano un anatema. 


La Summer of Love arrivò a oltre 100mila partecipanti, gli hippie invasero Haight-Ashbury. Attirata da cibo gratis, droghe gratis e amore gratis la gente non smetteva di arrivare. La Summer of Love del 1967 divenne un’orgia gigantesca. Come previsto, c’erano tutti i grandi gruppi rock, inclusi Grateful Dead, The Doors, Jefferson Airplane, Quicksilver Messenger Service, Otis Redding, The Byrds, The Jimmie Hendrix Experience e Big Brother and the Holding Company con Janis Joplin.

La musica era dappertutto, sesso e droga erano facili da trovare, ma le scorte di cibo stavano finendo e ogni spazio era terribilmente sovraffollato. Alla fine dell’estate, il distretto di Haight-Ashbury era irriconoscibile: la criminalità era aumentata vertiginosamente, così come gli arresti per droga e le malattie veneree. Allora la Summer of Love declinò e gli hippy iniziarono ad andarsene, prima in coppia e in piccoli gruppi, poi a frotte. La disillusione era tale che Il 6 ottobre 1967 venne organizzato un finto funerale che simboleggiava la morte del movimento hippie. 

White Rabbit 

Quella del 1967 è stata chiamata Summer of Love, l’estate dell’amore, ma avrebbe benissimo potuto chiamarsi l’estate di Grace Slick, la selvaggia leader dei Jefferson Airplane. La sua “White rabbit” era uscita il 24 giugno del 1967 e subito aveva spopolato fra i giovani di tutta America.

L’inizio era sconcertante: “Una pillola ti fa diventare più grande e una pillola ti rimpicciolisce, e quelle che ti dà tua madre, non fanno proprio niente”. Parole che definivano una gioventù alla ricerca di nuove esperienze e scavavano un solco incolmabile con i genitori.


Mettendo in mostra una vena poetica, la Slick paragonò l’esperienza psichedelica alla lettura dei due romanzi di Lewis Carroll: “Alice nel Paese delle meraviglie” (1865) e “Alice attraverso lo specchio” (1871). Quell’immaginario fiabesco tra specchi distorti, personaggi grotteschi e passaggi di dimensioni era semplicemente perfetto. Ideale per rappresentare un’epoca votata agli eccessi e alla deformazione del pensiero attraverso i paradisi artificiali. E quel magico bianconiglio che guida la piccola Alice alla scoperta di mondi sconosciuti non è altro che Lsd. La sua esortazione finale urlata a squarcia gola era: “Nutri la tua mente”. 



Mr. Natural

Nei primi mesi del 1966, Robert Crumb aveva solo ventitré anni, ma si era già lasciato alle spalle un matrimonio in crisi e una carriera fallita come disegnatore commerciale. Come molti della sua generazione cercò conforto nelle droghe psichedeliche. Fu proprio durante un trip che l’autore riempì di schizzi diversi taccuini, con una serie di bizzarri personaggi che avrebbero popolato le pagine dei suoi fumetti negli anni a venire. Non si trattò di un viaggio “pace e amore e consapevolezza”, emersero sensazioni negative e personaggi cattivi, loschi e violenti. 


Era come se l’Lsd avesse sollevato un velo e lasciato intravedere il lato sporco dell’inconscio collettivo americano. Dei personaggi che nacquero da quest’esperienza, Mr. Natural è il più noto. Una lunga tunica gialla sopra i grossi scarponi, la fluente barba bianca da vecchio saggio, il linguaggio schietto e diretto. Questo improbabile santone che si guadagna da vivere scroccando pasti e dispensando pillole di saggezza rappresenta l’aspetto oscuro del “Flower Power”, che all’epoca solo un visionario come Crumb poteva riuscire a vedere con lucidità.

Il serpente di fuoco (The Trip)

“C’era una barca che stava navigando con le vele gonfie che sembravano incrostate di diamanti, poi all’improvviso il rigonfiamento delle vele si è trasformato nel corpo di una donna. È stata davvero un’esperienza tremendamente erotica”. Con queste parole il regista Roger Corman descrive il suo primo viaggio con l’Lsd. A suo dire l’assunse soltanto durante la lavorazione di The Trip. The Trip è un film psichedelico del 1967 scritto da Jack Nicholson e interpretato da Peter Fonda e Dennis Hopper.


Uscito durante la Summer of Love, The Trip è stato un film popolare ai tempi, in particolare tra i membri della “controcultura”. Corman postprodusse la pellicola per simulare un vero e proprio trip di acido. Troviamo così effetti fotografici, body paint sui corpi di attrici seminude, luci colorate a motivi geometrici che imitano le allucinazioni indotte dall’Lsd. Corman disse che aveva assunto Nicholson come sceneggiatore perché in quel momento se la passava piuttosto male e perché era un grande consumatore di acidi. 

1968

Lo sciopero studentesco del San Francisco State College 

Già nel 1968 della “rivoluzione dei fiori” restava poco. In tutto il paese crescevano le tensioni razziali e la protesta dei giovani contro la guerra del Vietnam. A San Francisco gli studenti dei campus erano in fermento e nel novembre del 1968 iniziarono uno sciopero che durò per cinque mesi. Lo sciopero del San Francisco State College fu il più lungo sciopero degli studenti nella storia americana. La scintilla che diede origine all’incendio fu la sospensione  di George Mason Murray dal ruolo di assistente professore in un corso di lingua inglese, il primo novembre 1968.


Murray era un giovane insegnante nero che apparteneva al Black Panther Party. Il 6 Novembre iniziò lo sciopero degli studenti. Dapprima fu sostenuto da due gruppi di attivisti, il Black Students Union e il Third World Liberation Front, si estese ben presto all’intera popolazione studentesca. Se la Kent State University fu l’epicentro della protesta contro la guerra del Vietnam, il San Francisco State College lo fu per i diritti civili dei neri. La popolazione studentesca stava smettendo i panni pacifisti per salire sulle barricate.

Street Fighting Man

Furono i Rolling Stones, ormai stanchi della sbornia psichedelica dell’anno precedente, i primi ad accorgersi che i tempi stavano inesorabilmente cambiando. Il singolo “Street Fighting Man/No Expectations” fu pubblicato negli Stati Uniti il 31 agosto 1968: colonna sonora perfetta per un’estate che, come Mick Jagger canta, non è più la Summer of Love ma la stagione della rivoluzione. “Perché l’estate è arrivata ed è il momento giusto per combattere in strada”, cantava Jagger affascinato dai movimenti di rivolta scoppiati un po’ dappertutto.


Gli Stati Uniti erano l’epicentro degli scontri. In quei giorni i dimostranti si scontravano con la polizia un po’ dappertutto e molte radio americane si rifiutarono di mandare in onda Street Fighting Man, considerando la canzone dei Rolling Stones una istigazione alla violenza. Provocazione nella provocazione, la prima versione del singolo pubblicato negli Stati Uniti vedeva in copertina alcuni dimostranti picchiati dalla polizia di Los Angeles. Il disco fu presto fatto ritirare dal mercato diventando subito ricercatissimo.

Brother Take My Hand!

Mentre nel paese non si parlava altro che di Vietnam e discriminazione razziale, Stan Lee riuscì ad inserire questi due argomenti “caldi” in un solo fumetto. Si tratta di una delle storie più belle di Devil. Stan Lee era ai suoi livelli più alti, quando riusciva a fare di un albetto di 20 pagine un piccolo capolavoro.

Siamo nel periodo più critico della guerra del Vietnam, a pochi mesi dall’offensiva del Tet. Quando Stan Lee e Gene Colan progettarono questa storia, nell’estate del 1968, i sondaggi all’opinione pubblica indicavano che più della metà della popolazione Usa era ormai contro il conflitto.


Per la Marvel non erano più i tempi dell’anticomunismo della prima metà degli anni sessanta. Se il nuovo atteggiamento che Lee assume rappresenti un vero cambiamento di opinione o un adattamento calcolato all’umore del suo pubblico, o una combinazione di entrambi, ha poca importanza. Sta di fatto che sulle pagine di Daredevil n. 47, intitolato “Broteher, Take My Hand!” (fratello, prendi la mia mano), confeziona una storia unica che, facendo a meno di supercriminali in costume, tratta in modo significativo alcuni argomenti insoliti per un fumetto del 1968: la guerra, le disabilità fisiche e la diseguaglianza razziale.

La notte dei morti viventi

“Gli zombie sono la rivoluzione”, disse una volta George Romero, il regista de La notte dei morti viventi. “Rappresentano il popolo senza idee autonome che a un certo punto, stanco dei soprusi, si ribella. Eravamo noi nel 1968”.

Nel 1968, l’anno dove la protesta giovanile comincia a tingersi di violenza, un regista esordiente porta in scena un horror scarno ed essenziale in cui l’intera civiltà sembra condannata alla distruzione e l’unico personaggio in cui era realmente possibile riconoscersi è un afroamericano.


A causa del loro elevato numero, gli zombie incarnano la massa proletaria anonima e minacciosa: “Individualmente sono lenti, malfermi e deboli. Collettivamente diventano degli antagonisti fortissimi”. Di conseguenza, gli zombie nel film sono una sorta di gruppo di rivoluzionari radicali “giustificati” nella loro violenza. Non sono controllati da nessuno, non ascoltano nessuno, e non ci si può ragionare. Sono esseri spaventosamente liberi.

1969

Il massacro di Cielo Drive

L’utopia diventa tragedia. La lunga estate calda era iniziata due anni prima sotto un altro sole. La Summer of Love in California: un sogno americano alla rovescia.
Un sogno di vita condivisa, di musica, di sesso e di emozioni finiva nel sangue di un’alba malata a Cielo Drive. Quella strage inspiegabile segnava la fine di un’epoca illusoria.

Susan Atkins l’assassina dell’attrice Sharon Tate, faceva parte della “famiglia” Manson, una comune hippie che sopravviveva con furti e piccole rapine. Il sesso di gruppo e le droghe servivano per spingersi lontano. “Quando prendi un acido la tua mente si espande aldilà dei principi morali e del confine tra il bene e il male”, ripeteva Charles Manson.


Nella notte del massacro gli hippie di Manson agirono senza pietà. Quando Sharon Tate inginocchiata supplicava la Atkins di lasciarla in vita, la ragazza strafatta di droga la accoltellò sedici volte con ferocia disumana. Poi prese uno straccio e con il sangue dell’attrice scrisse “porci” sulla porta di entrata. 

“Dare il colpo di grazia a Sharon che mi scongiurava di risparmiarla in nome del suo bambino che stava per nascere mi ha provocato un orgasmo”. Fu cosi che la Summer of Love ebbe fine, non nel silenzio ma con un botto bruciante.

Bad Moon Rising

John Fogerty, leader dei Creedence Clearwater Revival, racconta di essersi ispirato al film The Devil and Daniel Webster per la canzone “Bad Moon Rising”. Lo aveva colpito l’immagine di un uragano minaccioso che stava arrivando. È da qui che ha preso l’idea per le parole “sento l’uragano che soffia, spero che tu sia abbastanza preparato a morire”.

Fogerty afferma che la canzone parla di “l’apocalisse che sta abbattendosi su di noi”. Nonostante la musica la faccia sembrare piuttosto allegra, il testo molto cupo descrive eventi che indicano una catastrofe in arrivo.


Un altro fattore che ispirò Fogerty furono i disordini politici dell’epoca. La fine degli anni sessanta fu segnata da proteste, rivolte e un generale senso di disagio. Il conflitto del Vietnam infuriava e molti giovani venivano arruolati per andare a combattere in una guerra in cui non credevano. La canzone può essere interpretata come un commento sullo stato del mondo in quel momento, con la “luna cattiva” che rappresenta il destino imminente incombente all’orizzonte. Un nuovo decennio stava arrivando.

Silver Surfer

Le molte telefonate dei fan del Dottor Strange fin troppo propensi all’utilizzo degli acidi, ma anche avidi lettori dei fumetti Marvel avevano contribuito a rendere Stan Lee molto sensibile ai fermenti studenteschi. Cominciò a tenere conferenze nei campus universitari per promuovere la filosofia Marvel e i suoi eroi. “Questi ragazzi del college sono fantastici. E mi stupisco sempre delle domande che fanno, sempre sul piano filosofico… Devo diventare una specie di filosofo dilettante io stesso, per tenere queste piccole conferenze”, disse Lee in un’intervista.


Sempre in quegli anni confidò: “È tremendamente gratificante per me sentire che ora posso finalmente iniziare a dire alcune delle cose che volevo dire da tempo sulla droga, sulla criminalità, sul Vietnam e sui college”. E il veicolo perfetto per dire finalmente la sua sul mondo si rivelò l’albo di Silver Surfer.

Uno degli esempi più chiari dell’uso da parte di Stan Lee del fumetto di Silver Surfer come podio per dire la sua può essere trovato nella storia del numero 5 dell’aprile 1969: “E chi piangerà per lui?”. Dove un fisico afroamericano, Al B. Harper, sacrifica la propria vita per salvare la Terra. L’onnipresente sensazione di un mondo sull’orlo di una catastrofe e la necessità di un nuovo messia che si sacrifichi per il bene dell’umanità fanno di Silver Surfer un fumetto in linea con lo spirito del tempo.

Easy Rider

Prodotto da Peter Fonda, diretto da Dennis Hopper e interpretato da loro stessi insieme a Jack NicholsonEasy Rider fu la pellicola cult del 1969. Racconta, tramite l’archetipo del viaggio, la storia di due motociclisti che attraversano il sud-ovest americano alla ricerca della libertà. Due hippie attraversano l’America senza trovarla. Significativamente la motocicletta del protagonista è dipinta a stelle e strisce, simboleggiando quel che rimane del sogno americano. Nel film sono presenti tutti gli archetipi della generazione hippie: il sesso, la droga e il rock’n’roll.


Ma Easy Rider rimane una ballata triste, la presa di coscienza della fine di un sogno. Un sogno che finisce male. Significativamente nel film nemmeno l’esperienza con gli acidi, che apparentemente aveva spalancato mondi nuovi a una generazione, risulta piacevole. Al contrario, fa riaffiorare nei giovani problemi pregressi. Con la morte violenta dei protagonisti nel finale si vuole probabilmente sottolineare l’inevitabile conclusione di chi si oppone al sistema costituito. 




1 commento

  1. Bravo Trogi. Bell’articolo!

    C

Scrivi un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.I campi obbligatori sono evidenziati con *

Dichiaro di aver letto l'Informativa Privacy resa ai sensi del D.lgs 196/2003 e del GDPR 679/2016 e acconsento al trattamento dei miei dati personali per le finalità espresse nella stessa e di avere almeno 16 anni. Tutti i dati saranno trattati con riservatezza e non divulgati a terzi. Potrò revocare il mio consenso in qualsiasi momento, integralmente o parzialmente, con effetto futuro, ed esercitare i miei diritti mediante notifica a info@giornalepop.it

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>

*