ELEKTRA, L’ANGELO DELLA MORTE

Elektra è uno dei personaggi meglio riusciti di Frank Miller. Vecchia fiamma di Devil, con alti e bassi negli anni seguenti Elektra ha conquistato un proprio spazio personale, diventando la protagonista di alcune serie di fumetti e di un film tutto suo (sebbene non di grande successo).
Gran parte del suo iniziale successo stava nell’aver rotto con tutte le convenzioni dei personaggi femminili nei fumetti di supereroi.
Una protagonista non convenzionale
Elektra esordisce nel gennaio 1981 su Daredevil n. 168, su testi e disegni di Frank Miller.
L’autore ci rivela che Elektra (il cui nome tradisce l’origine greca e il rimando al mito ellenico) era stato il primo grande amore di Matt Murdock, il futuro Devil, ai tempi dell’università.
Alla morte del padre, ucciso da criminali, la giovane Elektra abbracciò il “lato oscuro”, non credendo più nel sistema giudiziario. In Oriente imparò le arti marziali diventando una killer a pagamento.
Elektra è al centro della lunga gestione di Frank Miller su Devil, incentrata sugli scontri con la setta di assassini ninja chiamata La Mano, che apparirà anche nella sua intensa miniserie di Wolverine.
I due ex amanti sono simili, ma opposti: uno è un difensore della giustizia, l’altra una sicaria al servizio del migliore offerente. Malgrado questo, i due non riescono a stare lontani e finiscono per trovarsi a combattere dalla stessa parte.
Infatti, quando La Mano mette una taglia sull’avvocato Murdock, Elektra non esita a rivoltarsi contro la setta cui apparteneva per difendere la vita del suo primo amore.
Con Devil, però, non ci sarà riconciliazione: le strade dei due si avvicinano e si allontanano ogni volta. I due combattono ora dalla stessa parte ora contro.
La natura di Elektra è ambigua e contraddittoria, come se rifiutasse la parte buona che Matt Murdock tende a farle uscire.
Il personaggio è ispirato, per l’aspetto, alla culturista Lisa Lyon e a Sand Saref, di The Spirit, per la natura ambigua e il legame con il protagonista.
Pur essendo una femme fatale, Elektra sfugge allo stereotipo di genere. Non usa il fascino o l’astuzia per avere la meglio sui propri nemici, ma è una guerriera vera e propria che combatte alla pari degli uomini e li uccide. Elektra sta alle eroine quanto Wolverine è stato per i supereroi, rompendo il tabù del “non uccidere”, ancora più inusuale per una donna.
Alla Marvel mancava la figura di una protagonista forte e indipendente. Le più famose donne della Casa delle idee create negli anni sessanta erano state, almeno fino a quel momento, in balia dei loro uomini. La Donna Invisibile aveva Mister Fantastic, Jean Grey aveva Ciclope, Wasp aveva Hank Pym e Scarlet la Visione.
Nessuna di loro possedeva ancora il carisma e la forza per reggere una serie da sola. Le eroine di seconda generazione, create negli anni settanta, come Ms. Marvel, la Donna Ragno e She Hulk, apparivano semplicemente come versioni femminili di personaggi già consolidati, e non riuscivano a conquistare l’interesse dei lettori.
Soltanto la Vedova Nera sembrava avere i numeri per provarci, ma i suoi passi come eroina in solitaria furono un fiasco.
Elektra, invece, sfugge a tutti clichè: è una donna forte e indipendente, fredda e spietata, determinata e senza scrupoli; pur non priva di emozioni, che cerca di soffocare senza riuscirci.
Bella come una ballerina di lap dance e abile come un samurai, questa kunoichi (assassina ninja) armata di pugnali sai diventa il modello di anti-eroina per eccellenza.
Dopo di lei nel mondo dei supereroi inizieranno a spuntare donne sexy e letali, vestite in maniera succinta e armate di spade e pugnali. Come la nuova Psylocke degli X-Men, modellata dal disegnatore Jim Lee prendendo a modello Elektra.
Elektra ha ispirato anche una delle Tartarughe Ninja, Raffaello, quello dei quattro che ha mantenuto la bandana rossa (nel fumetto originale tutte e quattro le Tartarughe Ninja utilizzavano il colore rosso; nella serie animata, invece, ognuno ha un colore diverso perchè si distinguano).
Frank Miller coglie tutti di sorpresa quando, nel numero 181 di Devil, a solo un anno dal suo esordio, uccide Elektra.
Elektra viene assunta da Kingpin per farne la sua killer numero uno, suscitando l’invidia repressa di Bullseye, che l’aveva preceduta nel ruolo. La sicaria deve uccidere Foggy Nelson, collega avvocato e migliore amico di Matt Murdock fin dai tempi dell’università.
Non riesce a eseguire l’ordine, essendo nel profondo ancora innamorata di Matt, e viene assalita proprio da Bullseye, desideroso di poter finalmente eliminare la rivale.
La scena della resa dei conti è una delle più emblematiche della Marvel, entrata di prepotenza nella storia del fumetto: Bullseye uccide Elektra pugnalandola con il suo stesso sai, in una inquadratura di grande impatto.
Elektra riesce a trascinarsi fino alla casa di Matt Murdock, morendogli tra le braccia.
La fine di Elektra diventerà per Devil qualcosa di simile alla morte di Gwen Stacy per l’Uomo Ragno.
Ma la morte, si sa, non è mai definitiva nel mondo dei fumetti, e in quello Marvel in particolare. Un anno dopo, nel 1983 (numero 190 di Daredevil), la Mano recupera il cadavere di Elektra per resuscitarla rendendola la propria schiava.
All’ultimo istante, l’intervento di Devil riesce a purificarne lo spirito grazie al proprio amore, purezza simboleggiata dal cambio di colore del suo costume, passato dal rosso-sangue al bianco. In questo modo la greca torna in vita, pronta a rifarsi una vita.
Le ultime battute di Elektra fanno intendere che lei e Devil non si sarebbero più incontrati. Frank Miller ha fatto un accordo ufficioso con la Marvel: il personaggio non sarebbe stato più utilizzato nelle loro pubblicazioni, ma come vedremo le cose andranno diversamente.
Comunque già Frank Miller, ben conscio delle potenzialità del personaggio, lo ripropone in due miniserie pubblicate dalla Epic Comics, una etichetta della Marvel dedicata ai fumetti dai contenuti adulti.
La prima è del 1986, Elektra Assassin, scritta da Frank Miller e illustrata con grande impegno da Bill Sienkiewicz. Un techno-thriller politico in cui la ninja deve sventare l’elezione del candidato presidente Ken Wind, che vorrebbe provocare una guerra nucleare con l’Unione Sovietica.
L’altra, del 1990, è Elektra Lives Again, una sorta di ultimo capitolo, una storia tra sogno e realtà in cui Matt Murdock, ossessionato dal ritorno di Elektra, attraversa tutte fasi dell’elaborazione del lutto, mentre lei affronta e uccide Bullseye.
Miller scrive una Elektra ancora più ambigua e “corrotta” nel 1993, in Man Without Fear, storia disegnata da John Romita Jr. ambientata nei primi anni di attività di Matt Murdock, in cui viene approfondita la natura del loro rapporto.
Doveva essere quella l’ultima apparizione di Elektra, in base agli accordi presi con la Marvel, ma la casa editrice la riprende sporadicamente in varie testate Marvel.
Elektra continua a essere un riferimento: Witchblade e Zelota dei Wildcats, creati dalla Image, vengono modellate sul suo archetipo.
Nel 1996, Elektra vince il duello con un’icona della bad girl quale Catwoman, in uno dei crossover tra Marvel e Dc intitolati Le Battaglie del Secolo, nei quali l’esito dello scontro viene deciso dai lettori tramite sondaggio.
Nel 2001 la Marvel le dedica una serie regolare che dura 35 numeri, ma la sua presenza continua anche dopo a essere costante nel Marvel Universe.
Elektra ha un ruolo rilevante in Wolverine: Nemico Pubblico (2004, di Miller e Romita jr.) in cui Logan viene resuscitato dalla Mano per diventare il loro sicario.
In Shadowland (2010, di Andy Diggle e Bill Tan), saga di Devil in cui Matt Murdock viene posseduto dal Maligno e diventa capo della Mano.
E soprattutto in Secret Invasion (2008, di Bendis e Lencil Yu), il crossover della Marvel in cui gli alieni skrull si sostituiscono agli eroi Marvel (tra cui Elektra).
La Marvel recluta Elektra anche nei nuovi Thunderbolts di Daniel Way e Steve Dillon, dove ha una relazione sentimentale nientemeno che con il Punitore.
A proposito del Punitore, Elektra appare in una nuova versione anche nella linea Max dedicata al vigilante con il teschio, in cui è una sicaria della Mano al servizio di Kingpin.
In tempi recenti Elektra è diventata la nuova Devil, indossando il costume di Matt Murdock mentre questi è in carcere (testi di Chip Zdarsky per i disegni del nostro Marco Checchetto, che ne ha inventato il nuovo costume)
Elektra sul grande e piccolo schermo
Elektra è un personaggio rivoluzionario che ha colpito l’immaginario collettivo, tanto da apparire anche sul grande schermo.
La saga milleriana di Elektra è stata la base del film Daredevil del 2003 con Ben Affleck, in cui la ninja è interpretata da Jennifer Gardner.
Nonostante le critiche, la pellicola ha avuto nel 2005 uno spin off dedicato alla sola Elektra, a cui la Gardner presta ancora il volto, basato sempre sulle storie di Frank Miller.
Elektra appare anche nella seconda stagione della serie Marvel’s Daredevil prodotta da Netflix e nella serie The Defenders, in cui è interpretata dall’attrice francese Elodie Yung.
Però, a quarant’anni dalla sua prima apparizione, Elektra non ha ancora ritrovato il fascino originario che le aveva conferito Frank Miller…
Mi permetto di segnalare l’evoluzione di alcune super-eroine – in un contesto come quello dei picchiatelli in costume che tradizionalmente erano letti da bimbi e ragazzini – già prima dell’esordio della letale ninja. Natasha Romanova uccide involontariamente coloro che ama – il marito, il co-protagonista della saga del Progetto Quattro in DD ed altri che tenta di aiutare nel suo serial a solo in un antologico – ma è padrona della sua vita e cambia partner ( il marito Alex, Clint Barton, Matt Murdock ) come allora solo Tony Stark e Conan il barbaro. Sue Storm arriva alla istanza di divorzio quando il marito “chiude” la mente del figlio mutante onnipotente in procinto di annullare la realtà. Wanda Maximoff sfida il fratello Pietro che non tollera sia innamorata di un androide ( ” una cosa di plastica ” ndr ). Carol Danvers a.k.a Mrs Marvel nei seventies è una direttrice di magazine ( il suo capo è JJJ ) ex agente di sicurezza NASA in un rapporto schizofrenico con la sua metà aliena che rompe il legame con il Kree Capitan Marvel, cambiando anche il costume. Jessica Drew non ha nessun rapporto con Spidey. E’ un personaggio complesso. Una ragazza che cerca faticosamente di rompere la gabbia di menzogne che è il suo passato tra Alto Evoluzionario e Hydra. In un paio di occasioni i suoi avversari praticano il bondage su di lei. E’ metafora di un mondo di maschi che cerca di relativizzarla .
Non mi pronuncio sulla mini di Elektra di Chicester e McDaniel – che paradossalmente ha punti di contatto con la caratterizzazione del personaggio nel ciclo di Miller, ma segnalo la serie di un anno circa di Peter Milligan e Mike Deodato jr ( tradotta da noi a differenza degli ultimi numeri sceneggiati da Larry Hama ) perché solo lo scrittore di Shade, The Extremist ed Enigma per la Vertigo e di X-Force/X-Statix per la Marvel poteva fare della mortale assassina della Mano una danzatrice moderna in una run con un cast che comprende un coreagrafo dal piede caprino che una divinità reincarna in una bellissima ragazza, un nerboruto artista marziale innamorato come un ragazzo del ginnasio ed una adolescente orfana di papà ucciso da Bullseye che guarda alla ninja come ad una sorella maggiore. Il tutto disegnato dal Deo jr degli anni novanta reduce da Wonder Woman e Glory ed alle prese simultaneamente con uno zilione di testate Marvel ( Hulk, Avengers , Thor ). Non credo oggi la Casa delle Idee approverebbe una cosa così ed anche allora non andò oltre il diciottesimo numero…
Bell’articolo! Per completezza mi sarebbe piaciuto vedere anche la vignetta di Miller con gli editor Marvel che aprono la tomba di Elektra per riesumarne il corpo decomposto. Era il suo commento al riutilizzo del personaggio. Si trova sul libro intervista ad Eisner.