IL FALLO ENORME DEL FOLLE DI MOEBIUS E ALTRI EROI MALATI
History is littered with hundreds of conflicts over the future of a community, group, location or business that were “resolved” when one of the parties stepped ahead and destroyed what was there. With the original point of contention destroyed, the debates would fall to the wayside. Archive Team believes that by duplicated condemned data, the conversation and debate can continue, as well as the richness and insight gained by keeping the materials. Our projects have ranged in size from a single volunteer downloading the data to a small-but-critical site, to over 100 volunteers stepping forward to acquire terabytes of user-created data to save for future generations. The main site for Archive Team is atarchiveteam.organd contains up to the date information on various projects, manifestos, plans and walkthroughs. This collection contains the output of many Archive Team projects, both ongoing and completed. 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Anche gli “antieroi” più scanzonati e anticonformisti dei fumetti conservano spesso qualità fisiche e morali eroiche. Perfino quando il protagonista è un criminale lo si associa a doti e capacità quasi sovrumane e, benché le sue astuzie e il suo fascino siano definiti come “diabolici”, la sostanza della sua“forza, intelligenza e bellezza”non cambia. I personaggi che devono intrattenere i lettori costantemente non possono quindi permettersi di essere deboli, stupidi o brutti. Tanto meno di ammalarsi facilmente, a meno che si tratti di parodie umoristiche come il Gruppo Tnt di Alan Ford, che comprende un paralitico e un ipocondriaco. Al massimo debolezze e malattie si possono sfruttare come espedienti, perché il Don Diego di turno riesca a eclissarsi e trasformarsi nel suo alter ego mascherato, allo stesso modo in cui nelle fiabe il più piccolo, debole o sciocco dei fratelli si rivela alla fine come l´unico vero eroe. Per la verità, qualche protagonista con debolezze umane e salute malferma appare nei fumetti degli anni sessanta, i famosi“eroi con superproblemi”della Marvel. Tra il malato di cuore Tony Stark/Iron Man, lo zoppicante Don Blake/Thor, il non vedente Matt Murdock/Daredevil e il disadattato Steve Rogers/Captain America ci sarebbe da mettere su una casa di cura per supereroi. Proprio in questi termini gli eroi Marvel sono stati ferocemente parodiati dagli inglesi Pat Mills e Kevin O’Neil nella storia del 1988“Marshall Law Takes Manhattan: Crime & Punishment”(2). Ma questi eroi Marvel, una volta indossato il costume, insieme ai limiti umani si lasciano alle spalle preoccupazioni e handicap. Con l’eccezione di Bruce Banner/Hulk che, al contrario, si trasforma da geniale scienziato in rabbioso ritardato, benché forzuto. Tra gli anni sessanta e settanta in alcuni ambiti le cose cambiano radicalmente, grazie alla produzione fumettistica underground statunitense e ai fumetti delle cosiddette riviste d’autore europee, rivolte a lettori più maturi e preparati, che possono essere realizzati in modo autoconclusivo, slegato da ogni logica seriale. In Giappone le cose cambiano già una decina d´anni prima, quando dal 1957Yoshihiro Tatsumidà inizio ai Gekiga, fumetti drammatici per adulti contrapposti ai manga per ragazzi, con caratteristiche analoghe a certe successive storie “impegnate” occidentali (3). Al giorno d’oggi si può spaziare dalle più stravaganti sperimentazioni al più accurato realismo e niente vieta di usare come protagonisti anche personaggi con seri problemi fisici o psicologici, malattie, handicap congeniti o disturbi di qualunque genere. Il che costituisce anche l’occasione per esprimere indirettamente certi nascosti malesseri dell´individuo e della società in cui vive. L’eroe si distingue dagli altri per la sua eccezionalità e quindi anche per la salute fisica e mentale che, manifestandosi attraverso imprese o battaglie, lo rende un esempio ideale a cui ispirarsi, ma anche un modello difficilmente raggiungibile. Invece il personaggio malato o “sofferente” è più vicino alle problematiche e ai limiti della condizione umana (4), ma può anche essere trattato come un diverso da chi, per pregiudizio o limitatezza di vedute, considera la propria condizione come l’unica “sana e normale”. Soprattutto se le condizioni di una persona sono uniche o poco diffuse, può scattare facilmente il meccanismo della discriminazione o persecuzione ai suoi danni.Del resto, il terminemostroin origine significava “essere straordinario” (5), con un’accezione che poteva essere positiva, ma che, nell’uso comune, è diventata decisamente negativa, come negativo è spesso l’atteggiamento verso chi appare diverso: non sapendo bene cosa sia, se ne ha istintivamente paura. Eppure ognuno di noi è diverso dall´altro, o dovrebbe cercare di esserlo se vuole affermare sé stesso, invece di uniformarsi al comune sentire. Tutti potremmo considerarci o essere considerati improvvisamente dei “mostri”, dei “malati”, qualora non volessimo più adattarci a ciò che la società ci richiede. Nel fumettoZil Zelub(6), realizzato daGuido Buzzellitra il 1971 e il 1972, il protagonista, con volto e nome anagrammato dell´autore, va da un medico perché il suo corpo si è letteralmente ridotto a pezzi e non riesce più a ricomporlo. Non avverte altri disturbi e i suoi arti “funzionano” perfettamente anche separati dal busto, pur avendo comportamenti istintivi incontrollati. La stravagante e più unica che rara “malattia” lo rende chiaramente un mostro, che qualcuno cerca anche di sfruttarecommercialmente, ma i significati della kafkiana vicenda sono da ricercare nei meandri della psiche. Si può dire che il corpo frammentato di Zil Zelub esprima la sua confusione, le sue indecisioni e contraddizioni interiori, mentre in modo disordinato tenta di ribellarsi a un modo di vivere la cui normalità comprende tanta ipocrisia, opportunismo e ferocia. Una ribellione automatica senza il consenso della persona, una psicosi concretizzatasi fisicamente. Nell’alboLe Bandard Fou(Il fallico folle) (7), pubblicato daMoebiusnel 1975, la mutazione riguarda le dimensioni del pene del protagonista. Un disturbo di natura poco chiara, dato l´andamento surreale della storia ambientata sul pianeta Suldai e dintorni, ma che scatena una caccia contro di lui, finché una certa madame Kowalsky lo porta in salvo, naturalmente approfittando delle sue doti. Qui la diversità e la “colpa” del “malato” da un lato, e il suo ricercato apprezzamento dall´altro, riguardano evidentemente due diversi atteggiamenti, di demonizzazione o di naturale godimento, che si possono avere nei confronti del sesso. A ogni pagina della storia si alternano disegni in cui un uomo colpito da una specie di morbo mutogeno si trasforma in un uovo che si apre. Anche quest’apparente “malattia”, che prima sfugge a ogni controllo e poi sfocia nell´incubazione di una nuova vita, volendo, potrebbe essere letta come metafora sessuale. In un’altra storia di Moebius del 1977,Scalo su Faragonescia(8), un’esilarante malattia colpisce un soldato di un’astronave terrestre in libera uscita, che, per ignoranza, non ha avuto l’accortezza di preparare il cibo locale prima di ingerirlo. Le mutazioni che colpiscono il suo corpo rischiano di trasformarlo in qualcosa di completamente diverso da qualsiasi forma di vita, ma per fortuna i gestori del locale mettono in atto degli incantesimi per riportarlo alle condizioni umane. Qui la malattia e la diversità scattano a contatto con una cultura aliena, per pura incomprensione tra gli appartenenti alle due specie, e nonostante la buona volontà dei Farago, le conseguenze sfuggiranno a ogni controllo, come spesso accade in questi casi.Il finale si può considerare una sorta di contrappasso, per tutte le volte in cui una spedizione “civilizzata” ha esportato le proprie malattie ai danni di indigeni di questa o quella parte mondo. È ciò che accade nel breve raccontoTell El Aqqaqir 1943(9) diSergio Toppi, in cui due arabi prelevano, per rivenderlo, il rame e il ferro dei carri armati sventrati che arrugginiscono nella sabbia dopo gli scontri della Seconda guerra mondiale, finché comincia ad accadere loro qualcosa di strano… Quando il superstite torna dal padre che l’aveva ammonito di non avvicinarsi a quelle macchine sarà troppo tardi. L´uomo verrà abbandonato nel deserto, per non contagiare la tribù con la lebbra che l’ha colpito. Il fatto che gli eventi descritti siano impossibili non sminuisce il realismo con cui l’autore rappresenta il totale rifiuto verso il diverso e tutto ciò che è estraneo alla propria cultura. Un rifiuto che in questo caso permetterebbe effettivamente di sfuggire a pericoli subdoli da parte di un mondo moderno ignoto e “misterioso”, la cui tecnologia, in questo e in altri racconti di Toppi, sembra essere usata soprattutto per portare la morte ad altri popoli. La tipica malattia che il mondo moderno porta ai propri abitanti è invece la depressione. Nel romanzo a fumettiTantrum(10), pubblicato daJules Feiffernel 1979, assistiamo alle conseguenze surreali della crisi depressiva di Leo, uomo di mezz’età sposato e con figli. Il rifiuto della vita che ha condotto finora lo ritrasforma letteralmente in un bimbo di due anni, in modo da sfuggire a ogni responsabilità, ma anche così le cose non diventanosemplici come vorrebbe. La moglie accetta la cosa e le sue sorelle chiamano un’ambulanza, considerando l’improvvisa diversità come una malattia. Scopre poi con disappunto che quella condizione non è unica come credeva, ma ci sono molti altri come lui che tramano segretamente. Fuggendo da tutti, il piccolo Leo si rifugia dalla cognata, solo per scoprire che è affetta da anoressia e che è lei ad aver bisogno del suo aiuto.Gli oltre 170 disegni schizzati a tutta pagina dal geniale autore statunitense tratteggiano un impietoso e divertentissimo ritratto dell´uomo moderno, delle sue paure, delle sue insicurezze, ma anche della sua possibilità di scegliere cosa vuole essere per raggiungere la felicità, ammonendolo a non maturare troppo, perché“la gente matura fa le stronzate peggiori”. Il problema delle condizioni di vita in cui poter essere felici, è sviluppato in modo molto diverso nei fumetti fantasy del francese Philippe Cazaumayou, in arteCaza.Il suo cicloHabitants du Crépuscule(Abitanti del Crepuscolo) (11), descrive con uno stile che ricorda Moebius un mondo onirico diviso tra gli Oms, che vivono in modo anonimo, asettico e privo di sentimenti in città ipertecnologiche, e gli Altri, dei mutanti che vivono all´esterno in modo libero e incontrollato, come fantastiche creature di antiche leggende. Il rapporto tra i due popoli è ovviamente conflittuale. Gli Oms, temendo costantemente di essere “contaminati”, cacciano gli Altri semplicemente in quanto diversi, e linciano i propri concittadini al minimo segno di devianza, mentre gli Altri attuano ritorsioni più fantasiose. È chiaro a chi vadano le simpatie dell’autore, ma nelle sue enigmatiche storie nessuno è del tutto condannato o assolto.Nel raccontoMandragora(12) del 1980, un Om coglie una radice che cresce fino a prendere forma femminile e il rapporto carnale tra i due genera in entrambi una completa trasformazione, uno scambio delle rispettive caratteristiche, come se la condizione di Om o di Altro, di normale o di diverso, non fosse fissata una volta per tutte, ma potesse essere trasmessa, un po’ come accade con i virus (13). Il contatto tra mondi diversi genera mutazioni e diversità anche nel romanzo a fumettiL’enfant Penchée(La bambina inclinata) (14), scritto daBenoit Peeterse disegnato daFrancois Schuitentra il 1995 e il 1996, con le foto diMarie-Francoise Plissart. La protagonista, la piccola Mary, non può più stare dritta e resta in equilibrio solo in un’impossibile posizione inclinata. La fanno visitare come fosse malata e per “correggerla” la mandano in un istituto dove subisce il dileggio delle compagne e le angherie delle insegnanti, che la considerano un elemento destabilizzante. Dopo un’esperienza da equilibrista in un circo, uno scienziato le spiega che subisce la gravità di un pianeta occulto e il tentativo di raggiungerlo porta al contatto tra due dimensioni, quella disegnata in questa e nelle altre storie del cicloLes Cités Obscures(Le città oscure) (15) e la nostra, rappresentata da foto. La causa di tutto sono i dipinti di un artista del nostro mondo, poiché la fantasia permette di spostarsi tra le due realtà.La sfera su cui la ragazza, non più inclinata, e il pittore si incontrano è il solo luogo a cui i due sentono di appartenere e in cui la distanza che li separa scompare. In cui due persone di due universi diversi, considerate strane o “malate” da tutti gli altri, riescono a trovarsi scoprendosi intimamente vicine. Tornato al nostro mondo, anche il pittore porterà un segno di diversità: la sua mano trasformatasi in disegno per il tentativo di Mary di trattenerla nell´altro universo.Come accade per tutti questi personaggi, le malattie producono cambiamenti, più o meno rapidi e più o meno provvisori, che allontanano il soggetto dalla “normalità” della salute.