Ultim’ora Israele: scontro totale con uno stato europeo | Si muovono i primi carri armati

Ultima ora Israele contro uno stato europeo - Giornalepop.it (Fonte foto Canva)
Ancora un’ultima ora su Israele: arriva lo scontro totale con uno Stato europeo. La guerra non finisce, anzi continua, ancora più terribile di prima.
Gli ultimi anni, come indicato precedentemente, sono stati davvero terribili per tutto il mondo, che è rimasto a guardare ciò che stava accadendo a Gaza nel tentativo di trarre in salvo quante più persone possibili, bambini compresi. Si parla di genocidio sotto ogni punto di vista: più di 20.000 bambini, purtroppo, hanno perso la vita in questa battaglia e adesso la Striscia di Gaza si prepara a ripartire in qualunque modo.
Un incubo iniziato con l’attentato di Hamas il 7 ottobre 2023: feriti tratti in salvo, persone uccise sotto i colpi d’arma da fuoco e prigionieri portati via dalle loro famiglie, tornati a casa soltanto due anni dopo… i più fortunati, dato che alcuni di loro purtroppo sono morti durante la prigionia.
Un cessate il fuoco arrivato dopo anni di tentativi di approccio tra il governo israeliano e quello palestinese, un accordo giunto con l’intromissione del presidente Donald Trump degli Stati Uniti d’America e che adesso pone tale conflitto a un secondo step: quello della ricostruzione.
Eppure, a intervenire su una questione così delicata è stato proprio un altro Stato europeo che, invece di favorire questa scia di pace, ha deciso di intervenire con un commento molto duro che lascia pochi margini di cambiamento.
Ultim’ora Israele: arriva l’attacco di uno Stato europeo
Nel corso degli ultimi mesi abbiamo avuto modo di vedere come si siano susseguite diverse notizie riguardanti ciò che è accaduto davvero nel cuore della Palestina e, in particolare, sulla Striscia di Gaza. Israele contro Palestina, contro Hamas, che non ha mai realmente cessato il fuoco prima del trattato. Una guerra che affonda le radici in eventi storici molto importanti, ben prima del 7 ottobre 2023, data che rappresenta l’apice di un conflitto che per anni ha covato terrore e nuove strategie politiche.
La flottiglia ha aperto un nuovo capitolo di un conflitto già in atto: la paura dello scoppio di una terza guerra mondiale, la volontà di superare in modo pacifico il blocco navale nel tentativo di portare ulteriori aiuti… Greta Thunberg portata in giro per le città israeliane quasi come un trofeo e solo dopo la conferma di un cessate il fuoco. Attualmente sono in atto le trattative per concludere quella che è stata una sanguinosa guerra che comunque lascia dietro di sé un genocidio, come ha voluto sottolineare il primo ministro di uno Stato europeo proprio in queste ultime ore.

“I responsabili del genocidio a Gaza…”
Nonostante quanto accaduto, sono davvero tanti i rappresentanti politici che hanno deciso di intervenire con dichiarazioni molto forti, lasciando intendere che il conflitto di Gaza sia effettivamente vicino alla conclusione, ma che è necessario porre attenzione su temi fondamentali, perché certe atrocità non devono passare inosservate. Un esempio lampante è rappresentato dalle dichiarazioni rilasciate dal presidente della Colombia, Gustavo Petro, riprese da vari magazine internazionali. Il presidente Petro ha dichiarato: “L’agenzia antidroga della Colombia donerà i beni sequestrati ai narcotrafficanti per finanziare l’assistenza medica ai bambini feriti a Gaza“.
Poi c’è chi, invece, ha ricordato che il genocidio messo in atto in questi anni non deve restare impunito, come nel caso del primo ministro della Spagna, Pedro Sanchez, che ha rilasciato la seguente dichiarazione alla stampa: “La pace non può significare oblio, non può significare impunità: i principali responsabili del genocidio perpetrato a Gaza dovranno essere assicurati alla giustizia“.